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Autore: AngelOfSnow    28/04/2012    2 recensioni
{ Ecco a voi il continuo de:"Il Canto Della Maga". Spero vi piaccia }
Non potevo sopportare come la mano di Cristian toccasse la guancia di quel corpo; oramai non era più mio, ma di Fubuki. Vedo come Yuuki parli allegramente, Rika battibecchi con Yue, Kain e Ruka finalmente come coppia e non come amici...
"Soffri Sakura?"
"..."
Non rispondo alla voce che in quell’ultimo mese mi avesse “tenuto compagnia”: Devil Satoshi, lo zio di Yue.
"Avanti Sunny, come fai ad osservare la tua vita passarti davanti senza dire nulla, eh? La Cross Academy... peccato che la distruggerai a breve!"
La risata rimbomba macabra su tutto, portandomi un moto di rabbia e disgusto infinito.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Takuma Ichijo, Un po' tutti, Zero Kiryu
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Sakura's Saga. '
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Capitolo 20: Serva Me. Servabo Te.

( Prima Parte )


- Se è la salvezza dalla disperazione quella che cerchi, veloce, afferra la mano amicha che ti offre aiuto con un dubbio a senso unico:
ti lascerà cadere, o ti tirerà su? -


<< Sakura... >>
<< Chi? >>
Sposto lo sguardo sconcertata a destra e sinistra, ma non c’è nessuno. Nemmeno Haruhy.
Già, le ho fatto del male prima e non mi ha più rivolto la parola. Chissà come sta...
<< Sakura... >>
Risento quel flebile sussurro rimbombare nell’aria distogliendo il reale timbro del proprietario. È un uomo.
Non parla più e continuo a guardare il vuoto davanti a me come se fosse la cosa più entusiasmante di sempre. Il nero non avrebbe ospitato altri colori che sarebbero morti in esso.
Al diavolo le responsabilità. Al diavolo il passato. Al diavolo tutto quanto. Non mi interessa più nulla.
<< Sakura... >>
Non bado più di tanto nemmeno a quella voce che adesso cerca di riprendersi la mia attenzione: non ci riesce. La mia attenzione sta alla minuziosa scoperta del nulla davanti ai miei occhi per non dover ricordare altro...
A richiamo una lacrima fa il proprio “debutto” cadendo velocemente al suolo per creare un alone più scuro sul pavimento.
Lo guardo per un po’, poi, spalanco gli occhi e comincio a ridere cadendo sulle ginocchia, mettendomi le mani ai capelli. Pazzia. Non male come morte. 
In poche ore ho perso la mia identità.
Chi sono? Cosa sono? Perché sono? Dove sono? Quando sono?
Sono... Boh, la mia risposta cade sempre nel vuoto.

<< Sakura... >>
“Fiore di ciliegio”. Wow non avrei saputo definirmi così bene da sola. Un “dolce fiorellino” che non sa dove sta di casa l’albero che gli da la vita. Ma: forse è solo pazzia la mia. Penso proprio di si.
<< Sakura... >>
Complimenti papà, mi hai dato un bel nome... Eh?!
<< Papà! >>
Non risponde più? È già andato via!? Che pazza di figlia. Già, mi avrebbe rinchiusa in un manicomio lasciandomi diventare farmaco-dipendente... Ah! Ah! Ah!
Un’altra risata da parte mia questa volta isterica.
<< Ne, papà, dove sei? >>
Una mano si posa sulla mia spalla facendomi saltare in aria.
 Non pensavo qualcuno potesse mai farlo! You are the best papà!
<< Calmati. >>
<< E’ morta mamma! >>
Cinguetto la cosa come se fosse normale compiendo una piroetta su me stessa. Uuuuh, ho ancora quell’abito blu... carino!
<< Sakura, calmati. >>
Le sue mani si posano saldamente sulle mie spalle mentre lui mi guarda negli occhi con forza.
<< Ho qualcosa in faccia? >>
Dannati pensieri pazzoidi, via dalla mia testa, tornate in quella di Devil...
<< Sakura, devi svegliarti! >>
<< Sono sveglia, non vedi? >>
<< Non sei sveglia e, tesoro, stare qui non può farti bene. >>
Oh! Scoperto l’arcano: posto tranquillo e silenzioso uguale cattivo posto.
<< La mia testa non funziona più... dovrei comprarne una nuova... tu che dici? >>
Mi sballottala un po’ intimandomi all’attenzione.
<< Tesoro svegliati. >>

 
Riacquisto un po’ di lucidità quando mi abbraccia. Mi nascondo nell’incavo del suo collo piangendo lacrime amare stringendomi a lui. Capisco il motivo di tanto dolore, oltre a quello della perdita, da parte mia.
<< Perdono... vi ho detto molte volte traditori. Perdono. >>
<< Shh, non preoccuparti, tranquilla. Piccola mia calmati. >>
<< Ma io non ho potuto chiedere perdono alla mamma... >>
Non dice più nulla stringendosi a me, nascondendo il volto tra i miei capelli.
<< Hai ancora troppe cose da fare per lasciarti andare... >>
Mi posa una mano sulla guancia asciugando il solco di una lacrima.
<< I tuoi occhi... tesoro devi assolutamente svegliarti e venire da me. Oramai non ho più tempo. >>
<< Cosa mi rappresenta il fatto che tu non “abbia tempo”? >>
Ho già capito cosa vuole dirmi, già capito il ruolo che dovrei prendere e cosa dovrei fargli. Lui mio padre... ironia della sorte!
Comincio a ridere trattenendomi il volto con le mani cadendo per una seconda volta a terra.
<< Tesoro... >>
<< Non dire nulla, papà. Lo farò. Se è questo quello che desideri lo farò. >>
Il suo mezzo sorriso è inquietante, o forse sereno?
<< Insieme a tua madre... >>

 

*****

 
Finalmente i tasselli stavano tornando al loro posto. Nessuno sarebbe rimasto fuori dalla mia vendetta. Eliminati i Moricase certamente il suo potere non si fermerà o conterrà.
<< Hai fatto un buon lavoro Kyosuke. >>
<< Dovere! >>
Mormora troppo entusiasta di poter vedere la donna che non lo faceva dormire la notte e che aveva contribuito alla morte della madre del caro Cristian. Sorrido nascondendolo dietro le mani intrecciate davanti al volto: sono soddisfatto.
<< Non pensavo fosse così forte... >>
<< Oh, tuo figlio è più forte di quello che lascia vedere. >>
Lo sento avvicinarsi allo specchio d’acqua che ci dà la visuale dei fatti come un normalissimo televisore, della situazione in quel collegio. I capelli lunghi e mossi del mio migliore amico ricadono vicino il bracciolo della sedia facendomi il solletico alle dita. Ne afferro una ciocca marrone tirandogliela in volto notando il sangue gocciolare sul pavimento
<< Ehi! >>
<< Dovresti lavarli e tagliarli, sai? >>
Il sorriso omicida che si stampa sul volto dell’umano mi fa sorridere. Se pensa di spaventarmi, povero illuso.
<< A Rachel piacevano così. >>
<< Ma Rachel è morta, anzi, l’hai uccisa, Kyosuke. Hai un potenziale per poter uccidere le madri di famiglia! >>
Grugnisce poggiandosi allo stipite della finestra guardando ancora la situazione nello specchio. Gli occhi dell’uomo, verdi, si adombrano poco.
<< Vado a lavarmi i capelli, te lo concedo, sono insozzati di sangue e poi... >>
Mi sporgo poco dalla sedia ascoltando interessato il contenuto di quella frase, soddisfatto.
<< Lo faccio solo perché ti devo la vita. >>
<< Oh, lo so mio caro. >>
Senza aggiungere altro esce dalla porta.
<< Fubuki. >>
Appare in un battito di ciglia.
<< Si? >>
<< E’ il tuo momento. >>

 
 

*****

 
Perché tutto questo aveva incrinato così irrimediabilmente le nostre vite?
Non ha senso la vita vissuta nell’ansia di un’imminente lotta. Per chi, poi, sarebbe una bella domanda da fare.
<< Cristian... >>
Mi volto appena verso Rika senza distogliere lo sguardo del tutto dalla teca di cristallo: dovremo farle un degno funerale.
Si avvicina sedendosi al mio fianco parlando senza distogliere lo sguardo dalle proprie mani.
<< Mi dispiace. >>
Scuoto appena la testa sentendo in corpo una gelida consapevolezza a cui non so dare voce.
<< Zero? >>
Scuote la testa trattenendo le lacrime e il primo impulso, è quello di trattenere una ciocca di capelli carezzandola piano.
<< Non so quello che devo pensare... >>
Con una braccio l’attiro a me in un silenzioso abbraccio, interrotto solo dall’entrata in camera del professore Yagari.
<< Ragazzo, hai saputo...? >>
L’aspetto del docente è trasandato e il viso stanco più pallido del normale mentre la sigaretta, è sempre accesa tra pollice e indice. La mia attenzione cade proprio sull’oggetto acceso.
<< Potrebbe spegnerla? >>
<< Oh... >>
Ancor prima che potesse portare la sigaretta vicino per spegnerla, con velocità la faccio spegnere grazie ai miei poteri.
<< Così la può riutilizzare. >>
Mi alzo dalla sedia, seguito da Rika, per dirigermi nell’ufficio del direttore determinato a svegliare Sakura da quel torpore.


<< TAKUMA!? >>
Un urlo strozzato arriva dalla finestra del giardino e automaticamente punto lo sguardo lì dove c’è la presenza della neo-vampira e del nobile. Lo guardo attentamente ricambiando la sua occhiata pragmatica: gli abiti sono per la maggior parte strappati e da una spalla, la stessa in cui tiene la katana insanguinata, cola del sangue sul terreno. Penso che a gocciolare ci sia il proprio sangue mescolato a quello di qualcuno.
Rika si asciuga delle lacrime dagli occhi e Yuuki parla in modo animato con Takuma, cercando di prestargli soccorso.
<< Cristian. >>
Apro la finestra con il palmo e non esita a compire un balzo per arrivare davanti a noi.
<< Cos’è successo? >>
Mi guarda incredulo e non posso fare altro che cominciare a raccontargli ogni cosa fino a sfinirmi psicologicamente. Fa per andarsene ma lo fermo trattenendolo per la spalla sana.
<< Aspetta, poggiati al muro. >>
Utilizzo da subito la Terra per poter risanare quel taglio inferto da una lama anti-vampiro ricevendo un grazie sollevato. Non chiedo nulla di quello che gli è successo o quello che ha fatto, ed entro nell’ufficio del direttore trovandola nella stessa posizione in cui l’ho lasciata.
<< Ha continuato a chiedere perdono per non so quanto tempo, Cristian. >>
La voce del direttore è piatta e spenta mentre osserva il tramonto calare come una pesante condanna.

 

*****

 
Fa male, davvero tanto. Il punto con cui ho preso la mano di Yue brucia come se avessi tizzoni ardenti nella carne. Fa anche freddo e non posso proprio spiegarmi il motivo di tutto questo pulsare nel braccio destro. Sembra come se la vita volesse scorrere frenetica ed inesorabile, prendendo in qualche modo forma.
<< Questo, è il potere della Terra. >>
Rimango pietrificato osservando lo scenario davanti a me cambiare: una foresta immensa e calda, direi quasi soffocante comincia a prendere forma sotto i miei occhi come la figura di Yue davanti a me.
<< Cosa..? >>
<< Non avere paura; in te scorre tanta di quella vita repressa, che l’elemento che è entrato in comunione con te è la Terra. Il tuo potere è quello con cui proteggerai i tuoi cari. Un potere magnifico e spaventoso allo stesso tempo... >>
Mi accorgo subito che l’ambiente intorno a me è quasi inconsistente, come se da un momento all’altro, o nel dunque che io lo tocchi, fosse pronto a sfaldarsi in mille particelle.
Una fitta al braccio destro, l’ennesima, mi porta a cadere sulle ginocchia ansimante.
<< Cosa mi sta succedendo? >>
Yue si avvicina quasi “volando dal suolo”, per aiutarmi a rimettermi in piedi, tenendomi per una spalla e guardando davanti a sé come se ci fosse qualche potenziale pericolo.
Non ottengo risposta, ma facciamo in tempo a schivare una liana partita dal nulla.
<< Mi dispiace, ma penso che dovremo ballare un po’ prima di fondere i nostri poteri in uno... >>
Lo guardo stravolto e non posso fare a meno di sentirmi ancor più male per Yue: non solo il suo corpo è andato oramai distrutto ma, adesso, anche la sua  anima sarebbe presto svanita per unirsi alla mia?!
<< Yue, cosa?! >>
<< Non lo faccio per voialtri... >>
Elegantemente evita un’altra liana che va a scomparire nel vuoto dietro le nostre spalle. Gemo mordendomi il labbro inferiore per il dolore al braccio.
<< Come... non... mi stupisce una cosa del genere? >>
Mi reggo in piedi impugnando la Bloody Rose. Prendo la mira e disintegro un’altra liana però...
<< NO! >>
Dolore alla testa e vedo tutto nero.

 

*****

 
Apro gli occhi prendendo tra le mani quella di Cristian, lasciata tra le mie, inerme e increspo le labbra baciandogli la fronte rilassata. Chissà quando si è addormentato con la testa sul divano.
<< Quasi mezz’ora. >>
La voce del direttore arriva piatta e incolore.
<< Mi dispiace. >>
Mormoro sentendomi colpevole della situazione in cui ho trascinato tutto e tutti.
<< Non dovresti, sai? >>
Rimango accigliata spostando lo sguardo sul volto scarno e pallido del direttore.
<< Perché? >>
<< Perché questo progetto è oramai giunto alla fine. La convivenza tra vampiri ed umani potrebbe essere possibile, ma non in questo tempo. Non in questo momento. >>
<< Ma... >>

Immagini vivide mi tornano alla mente da parte di Haruhy che, finalmente, mi aveva degnata di un qualche segnale.

Pensavi di esserti liberata di me?
 

Mi spiace.

A dopo i convenevoli. Concentrati.

Mi suona strana in mente e non posso fare a meno di seguire i suoi dettagli. Ringhio di rabbia facendo svegliare di botto Cristian.
<< Sakura..? >>
Gli carezzo delicatamente la base del collo evitando il suo sguardo e, subito dopo, mi alzo in piedi puntando una mano fuori dalla finestra rivolta verso il cielo. Ne faccio uscire un fascio argenteo che diviene mano a mano pallido quando va a ricoprire l’intero istituto in un abbraccio sicuro. Allo sguardo indagatore del direttore do la spiegazione più semplice.
<< Una barriera di energia. >>
Anche se uno dei pericoli è dentro la struttura confido nel risveglio di Zero con i poteri di Yue. Lascio un tenero bacio sulle labbra carnose di Cristian dirigendomi fuori a velocità spedita incontrando direttamente il punto della mia rabbia: Fubuki.
<< Bella serata, vero, Satoshi-sama? >>
<< Non per te. >>

 

*****

 
 
Povero Zero. È visibilmente distrutto. Velocemente disintegro un altro fusto “vivente” creando una piccola barriera sui nostri corpi.
<< Devi calmarti. >>
Biascico troppo affannato.
<< Cosa...? >>
È palese che la mia energia non fosse abbastanza incline a seguire il nuovo padrone.
<< Calmati, respiri profondi. >
Annuisce pallido in volto, non che fosse particolarmente colorito nei giorni normali. Divago un po’ con i ricordi perdendomi parte della domanda.
<< Come? >>
<< Dicevo: davvero non ti ricordi nulla di Haruhy? Se non ricordi nulla perché hai accettato di darmi la tua... energia? >>
Loquace. Mi piace.
<< Te ne sei accorto? >>
Sospira mettendosi una mano nel collo parlando mestamente.
<< Lo si notava da come la guardavi che conoscessi più di quanto dessi a vedere... >>
Annuisco dovendogli dare ragione: i ricordi della mia vita passata, vita in cui nome non era altri che Iku, erano tornati a galla con la cancellazione del mio corpo. Strano.
<< E dimmi: è sempre stata così subdola? >>
Il sorrisino sghembo di Zero lascia intendere tante cose, e noto che si sia calmato, essendosi le liane chetate e volatilizzate: ciò significa armonia.
<< No, se devo essere sincero. Non era così subdola o almeno, non quando stavamo insieme ma quando ci si metteva, durante gli scontri diventava la cattiveria fatta persona. >>
Sorrido più a me stesso che al ragazzo di fronte a me, domandandomi se, prima o poi, questo circolo vizioso avrebbe mai avuto una seria fine. Con un sorriso degno del vampiro cui aveva conosciuto Zero, gli do una leggera spinta verso il vuoto alle sue spalle svanendo poco dopo con quella dimensione.
<< Haruhy... >>

 

*****

 
Siamo l’una di fronte all’altra in perfetto silenzio. Una foglia, troppo debole, si stacca dall’albero sulle nostre teste, divenendo automaticamente il segnale per poter dare il via allo scontro. Vola nell’aria con armoniosa grazia ondeggiando sospinta dal vento a destra e sinistra. Silenzio.
<< Dove hai nascosto la Cross Academy? >>
Sorrido soddisfatta: il mio scudo energetico aveva avuto il proprio effetto.
<< Sei praticamente inutile, anzi, sei debole come un qualsiasi vampiro per essere caduta in una così banale trappola. >>
Penso di avere uno sguardo inquietante, soprattutto per la presenza di un sorriso sinistro sulle mie labbra. Vedo e sento la sua difficoltà svanire sostituita da una, spavalda, ignoranza.
<< Non puoi nasconderli dietro una barriera energetica. >>
Mi stiro il collo vedendo la foglia toccare il suolo; la mossa di Fubuki arriva velocemente come mi aspettavo, ma non troppo per stordirmi o stupirmi: è già immobilizzata contro una parete spuntata alle sue spalle di rocce incandescenti. Il mio sorriso si allarga mentre un gemito di dolore le si fa spazio tra le labbra mentre al naso mi arriva l’odore di carne bruciata. Si divincola riuscendo a scappare incatenandomi all’interno di una tromba d’aria fatta di acqua. Illusa.
<< Mmmmh... >>
Un rumore pensieroso mi esce dalle labbra dando modo ad un dubbio di fermarmi, facendomi portare una mano a mento e una alle tempie.
<< Ucciderti ora o dopo enormi sofferenze? >>
Con un gesto secco della mano tutto scompare, lasciando solo che i detriti causati da quella mossa sconsiderata. Evito una palla di fuoco ed una di Oscurità schioccando la lingua in modo secco. Evito anche un calcio in pieno viso afferrandole la caviglia e scaraventandola al suolo con tanta di quella forza, che le si spezza il respiro in corpo.


<< SAKURA!? >>
Un urlo alle mie spalle e ho tranquillamente il tempo per guardare il volto sfigurato dal rifiuto per le mie azioni di Takuma. Un paletto in legno mi colpisce la spalla facendomi il solletico. Altre urla che identifico come “consigli”.
Tolgo il paletto sentendo il mio sangue scorrere pigramente giù. Ne evito un secondo scansandomi di lato, che va a finire contro la barriera energetica frantumandosi. Con un fluido movimento della mano tre paletti del medesimo materiale vanno a finire negli arti superiori e nell’addome di Fubuki.
Sento Takuma battere ancora contro la protezione, e noto anche gli occhi di Cristian allarmati: li faccio uscire, proteggendoli dalla serie concatenata di eventi che si riversano velocemente sopra di me; prima una bara di sabbia, quando mi libero, cerca di togliermi il fiato dalla gola e l’ossigeno nel corpo, inebriarmi i sensi con delle illusioni. Di nuovo: inutile.
<< Perché non riesco ad ucciderti?! >>
Mi volto rivolgendogli lo sguardo facendola impietrire.
<< No, tu non hai mai avuto possibilità di farmi fuori: hai mai pensato che ti avesse mandata ad affrontare questa “missione” al puro scopo di eliminarti? No? Bhè, hai fatto male... >>
La mano di Takuma si posa sopra la spalla sana leggendo ad alta voce quella che sembra una descrizione.
<< Soggetto: Fubuki Honda. Età: trecento anni. Discendenza: diretta... >>
Gentilmente mi faccio passare il foglio rendendomi conto di quanto Devil possa essere arrivato in basso. Patetico.
Gli occhi verdi della ragazza mi guardano maligni ed io non posso che sorriderle di rimando salutandola con una mano.
<< Bye-bye. >>
Non ha nemmeno il tempo di rendersi conto della mia copia alle sue spalle che sviene.
<< Cosa ne facciamo? >>


Bacio gentilmente Cristian prima di rispondere al biondino.
<< La isoliamo... e ... >>
Li guardo stranita quando le loro espressioni si fanno liquide sopra i miei occhi. Non capisco nemmeno perché mi prenda per mano trascinandomi verso l’Associazione Hunter più vicina, Cristian, mentre Takuma raccoglie il corpo esanime della rossa portandola dentro la barriera energetica.
<< Tesoro... come ti senti? >>
Lo guardo non capendo, ancora, a cosa si riferisse con tanta solennità nella voce.

Si riferisce a tuo padre...

Come se un bagliore di luce avesse risvegliato i miei sensi, mi fermo davanti ad una superficie riflettente: sto piangendo e nemmeno me ne rendo conto.
<< Andiamo. >>
Stringo più forte che posso la mano di Cristian irrigidendomi passo dopo passo verso l’entrata di un edificio, apparentemente, fatiscente.
<< Ehi... >>
Le ombre dei lampioni creano strane ombre che ci coprono a tratti.
<< Dimmi... >>
Mormoro osservandolo incassare la testa tra le spalle, ma non dice più nulla.
Un singhiozzo prepotente si fa strada nel petto mentre continuo  camminare guidata da Cristian all’interno dell’edificio. La prima cosa che riesco a percepire è l’aura del professore Yagari che vedo, subito dopo, seduto su una sedia vicino al letto di mio padre a fumare in silenzio.
Un singhiozzo più forte degli altri risuona nel silenzio di quel luogo: il mio.

   
 
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