Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: damnhudson    28/04/2012    3 recensioni
Settimana Finntana. Dedicata a Finn Hudson e Santana Lopez, va dal 2 Aprile fino all'8.
Day 1 (April 2): Movie/TV AU
Day 2 (April 3): kid!Finntana
Day 3 (April 4): Personality Swap
Day 4 (April 5): Pregnancy/Babies/Family
Day 5 (April 6): Angst
Day 6 (April 7): Wedding Planning/Wedding
Day 7 (April 8): Deleted Scenes
-------------------------------------
Che io ho ovviamente iniziato in ritardo, ma ci tenevo a farla, quindi, niente, eccola. :) Enjoy.
------------------------------------
Dalla prima settimana :
“Puoi dire qualcosa, per favore?” Chiese, in maniera supplicante, quasi.
“Dovresti saperlo Santana. Se tu ti avvicinassi io non ti lascerei mai più andare via.”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finn Hudson, Santana Lopez
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Day 3: Personality Swap!

Finn Hudson, aveva cessato di essere un capitano di una squadra di football solo alla fine del liceo. Aveva preso in considerazione l'idea di accettare la borsa di studio proveniente dalla Columbia - per lo sport. - ma non si sentiva particolarmente all'altezza. Voleva dire! La Columbia. Era una della scuola più prestigiose a New York. Ne aveva parlato con i suoi, che seppur riluttanti avevano accettato la decisione del figlio. Erano sempre stati del parere che Finn avrebbe potuto cavarsela in ogni modo, per quello avevano lasciato che se la prendesse con calma nella sua vita.
Esattamente cinque anni dopo la conclusione del liceo, aveva rincontrato Santana Lopez, ad una festa. Nonostante tutte le domande che il ragazzo gli porse la ragazza non seppe spiegarli come mai si trovavano alla stessa festa, lo stesso giorno, portati esattamente dalla stessa persona. Il signor Harvey era un uomo d'affari molto conosciuto in America, e Finn lavorava per lui da qualche anno. La paga era buona e gli consentiva di avere un buon appartamento in South Dakota e di poter mandare un tanto ogni mese per aiutare i genitori ogni quanto poteva. Non si poteva lamentare della sua vita.
Dopo tre anni da quell'incontro, fece la proposta di matrimonio a Santana, la quale senza aspettare un momento gli rispose di sì. Ma nessuno dei due si conosceva a fondo. O meglio, sapevano esattamente a cosa andavano in contro, ma non alle eventuali verità che quella coppia avrebbe portato.

*

"Scusa, tesoro.." Disse Finn, poggiando un bacio sulla fronte della sua prossima sposa. "Sono n ritardo."
"Non preoccuparti, vieni, dobbiamo scegliere damigelle, vestiti, testimoni e smokings." Fece con un sorriso sul volto. Lo stesso che ogni giorno, pazientemente, portava quando il ragazza si scusava per il ritardo. Non si era mai lamentata per quello che Finn le faceva pesare, lo amava per quello che era compresi i ritardi alle cene importanti, o per le decisioni importanti. Con i capelli sciolti che le cadevano sulle spalle, Santana prese il foglio di appunti che stava compilando in precedenza, prima dell'arrivo del ragazzo.
"Okay, con cosa iniziamo?" Chiese lui, sedendosi al tavolo rotondo.
"Testimoni. Hai già scelto i tuoi?" Domandò.
" Puckerman e St.James." Disse lui. No, niente Sam Evans. Finn e Jesse erano diventati molto amici al matrimonio di quest'ultimo, quando si ritrovarono in bagno ubriachi fradici a fare la gara 'del pene più lungo'. Finn ne uscì molto distrutto quando scoprì che Jessie lo aveva - anche se di poco - più lungo. Comunque, si prese la sua rivincita quando si misurarono le tette, e come era ovvio a tutti, Finn vinse.
"Okay, allora lo scrivo. Finn, non si torna indietro." Avvisò lei, lui annuì.
"Lo so. Sono consapevole della scelta che sto facendo." Sorrise lui, stringendo la mano della ragazza in una presa stretta, come per trasmetterle tutte le sicurezze.
"Voglio vestirmi di rosso al mio matrimonio." Avvisò Santana. "Come al liceo. Devil in red dress." Kurt Hummel l'aveva definita così, quando si stava provando il vestito per il Prom. Oh, sembrava passato così tanto da l'ultima volta che vide i suoi amici, eppure non era poi così tanto.
"Così metterai tutti in difficoltà. Non ti va proprio il classico bianco nuziale, San?" Chiese Finn, divertito mentre guardava la ragazza armeggiare con una matita col gommino sopra.
"No, è...  anonimo!" Disse, ridendo lei.
" Oh beh..  - Finn si sporse per dare un bacio alla ragazza sulle labbra morbide che si ritrovava. - ..indovina un po' di chi è il matrimonio?! " Chiese, sorridendole dopo.
" Mio? Posso vestirmi come voglio? " Chiese lei, ricambiando il bacio di lui e saltellando composta sulla sedia. Finn le rivolse un sorriso sbilenco, mentre annuiva. A meno che non ci fossero delle leggi che vietavano il colore nelle chiese, quello era il suo matrimonio e si sarebbe vestita come avrebbe preferito lei.
" Chi sono i tuoi testimoni? " Chiese, Finn. Sapeva che Santana era ancora molto indecisa al momento sulla questione testimoni. Aveva conservato i rapporti con Quinn, ma non sapeva più niente di Brittany da un pezzo. Oh, avrebbe voluto rivederla così tanto, ma il suo lavoro non glielo permetteva.. il suo lavoro! Santana non rispose e riprese a scrivere qualcosa di comprensibile solo ai suoi occhi su quei fogli.  " San, vado a prendere del caffè, mi aspetti? " Chiese Finn, sorridendo. La ragazza annuì.
" Prendine un po' anche a me, per favore. "

Il cellulare di Finn continuava a squillare, non poteva rispondere così davanti a Santana... anche perché era l'altro cellulare, quello nero, quello che non era autorizzato a mostrare a nessuno, quello che racchiudeva il suo vero lavoro, un lavoro di cui nessuno era a conoscenza, tranne il suo amico Jessie St.James che lavorava con lui.
"Jessie, che c'è?" Chiese, portando un dito sopra lo schermo lucido del cellulare non appena si fu chiuso in cucina.
"Oh, senti.. non fare quel tono seccato con me, anche a me costa fatica chiamarti da questo cellulare." Disse Jessie, con un tono decisamente alterato. "Devo dirti una cosina."
"Oh, no, non fare così." Disse Finn. Sapeva che quando Jessie parlava così c'era qualcosa che non stava andando. " Non posso spostarmi di casa, ho un matrimonio in preparazione e ho già usato tutte le scuse possibili e immaginabili."
"Devi, oh Cristo, devi incontrare un personal trainer per buttare via quella ciccia, inoltre non so come facciano a lasciarti lavorare con tutta quella pancia che ti porti dietro. Non sei stanco quando corri? " Chiese Jessie in un sussurro.
"Simpatia! Mi hai chiamato per chiedermi queste cose o per dirmi qualcosa di serio? " Chiese allora Finn.
" We got a probleeeem. " Canticchiò Jessie, ridendo. Anche lui aveva esaurito le scuse da utilizzare con Rachel. Anche lui aveva una vita, un figlio da crescere, un lavoro a teatro che gli prendeva tutto il tempo. Eppure aveva anche quella doppia vita, quella che faceva parte di lui da quattro anni ormai, uno in più di Finn che ne contava solo tre. Il signor
Harvey infatti, aveva mandato Jessie a chiamare Finn per farlo accedere alle nuove informazioni sull'identità che avrebbe utilizzato quando sarebbe diventato una spia. Jessie gli aveva insegnato praticamente tutto ed era per quello che alla fine avevano legato così tanto, non c'erano altri motivi plausibili per cui estromettere Sam Evans dai suoi testimoni se non per quello. Gli aveva coperto le spalle più volte, durante le missioni e a volte, anche salvato la vita.
"Quale con precisione?"
"Mi fa molto ridere il tono serio che assumi quando si tratta di lavoro." Lo schernì Jessie. Finn sapeva che era solo per allontanare l'ansia della nuova missione, stava temporeggiando.
"Sei un coglione." Finn rise, mentre Jessie tossicchiava. Non era abituato a sentire queste parole forti usate contro di lui.
"Un pallino di demerito, Hudson."
"Missione." Gli ricordò Finn.
"Giusto, come sei curiosa, signorina." Jessie rise, poi tornò serio. "Praticamente un'associazione simile alla nostra, ci minaccia. Dobbiamo distruggerla, e mi sembra anche inutile dirtelo, no?"
"A quando pare." Disse, Finn. "Dove e quando?"
"Sotto casa mia, come sempre. A dopo."
Finn non rispose nemmeno e chiuse la chiamata. Si passò una mano tra i capelli castani e sospirò, prese le due tazze di caffè e iniziò a sorseggiare il suo, con tranquillità. Santana stava in giro per la stanza, mentre cercava tutte le sue cose per metterle nella sua borsetta. Si avvicinò a Finn con un fare stranamente angelico e gli rubò un bacio.
"Ho sentito Brittany e indovina un po'? E' qui a New York con la sua compagnia di danza, abbiamo deciso di vederci!" Finn ebbe appena il tempo di annuire che la ragazza lasciò la casa, chiudendosi la porta alle spalle. Finn non sapeva se seguirla o meno, tutti sapevano del flirt che aveva avuto con la ragazza, non sapeva se avesse dovuto preoccuparsi, se.. oh, Dio. Finn Hudson combatteva contro le associazioni 'cattive' con Jessie St.James, non poteva farsi queste fottute paranoie. Ma dove aveva messo le chiavi della macchina? Si portò velocemente verso il tavolo della cucina, dove vide qualcosa di molto simile al suo cellulare nero, quello che usava per lavoro. Lo squadrò, senza toccarlo, se c'era una cosa che aveva imparato col suo lavoro era non toccare le cose senza guanti appositi, anche se questo faceva molto CSI. Si concesse dieci minuti per guardarlo ancora, anche se dopo avrebbe dovuto guidare in fretta e furia per arrivare puntuale sotto casa di Jessie. Si infilò i guanti trovati per caso in cucina e aprì il telefonino. Una loro foto nello sfondo, questo non voleva dire niente, anche lui ne aveva una sul suo nero. Si allontanò velocemente da quel cellulare, se Santana avesse avuto qualcosa da dirgli glielo avrebbe detto, senza problemi.

"Ciao Jessie."
"Hudson." Il ragazzo davanti a lui, un po' molto più basso di Finn, aveva messo il suo solito smoking nero. Finn ne indossava uno a sua volta, lo dovevano portare sempre, perché in fin dei conti il loro lavoro aveva bisogno di uno smoking e poi la verità era che stavano molto bene vestiti così.
"Credo che Santana.... " Finn si interruppe quando la vide proprio davanti ai suoi occhi con Brittany. " Nasconditi, stupido." Tirò giù Jessie, che cadde col sedere a terra.
"Cosa? Cosa ti ha fatto la latina?" Chiese Jessie, mentre cercava di pulirsi il sedere.
"Mi tradisce con Brittany!" Poi indicò davanti a loro le ragazze che camminavano con passo svelto cercando di non attirare l'attenzione.
"Ma sei cretino?" Chiese Jessie in un sussurro.
"Perché mai?"
"Secondo te ad un passo dal matrimonio, dopo che ha avuto tre anni per farlo, ti tradisce?" Chiese Jessie, con la bocca spalancata. "Sei sempre più stupido."
Finn guardò davanti a se, cercando di nuovo Santana che però era sparita. Solo la bionda era rimasta e assieme a lui c'era un ragazzo che a teneva per mano. Jessie gli diede uno scappellotto all'altezza della nuca, e capì che sì, era stato davvero un idiota a dubitare della sua fidanzata ora si odiava.
"Andiamo, Hudson!" Disse Jessie, riportandolo alla realtà. Annuii e si guardò intorno, alzandosi da dietro la macchina dietro cui erano nascosti.
"Sai che la gente al liceo pensava che avessimo una relazione?" Chiese Finn, allisciandosi il completo nero che indossava quel giorno, mentre parlava con Jessie con una naturalezza che non si sarebbe mai aspettato visto tutti i problemi che avevano avuto in precedenza.
"Ah, sì? Io pensavo che tu ne avessi una con Evans e Puckerman. Sai, una cosa a tre." Disse Jessie, ridendo sotto i baffi. L'unica cosa che Jessie si ricordava del McKinley era il dolore che la sua attuale moglie gli aveva fatto provare, ma quel liceo aveva riservato davvero tanto dolore a tutti i ragazzi del Glee Club. A Finn quasi quasi mancava cantare, quasi.. Anche perché a contatto col pericolo stava decisamente meglio, anche se era un po' masochismo questo.
"No, se avessimo avuto una cosa a tre avremmo chiamato anche te, tranquillo." Disse Finn, facendo scoppiare a ridere il ragazzo che aveva vicino. Finn si girò per guardarlo, com'erano cambiate le cose. La persona che più odiava al mondo ora era il suo compagno di lavoro, un lavoro che solo lui conosceva, un lavoro molto difficile. A Finn ed a Jessie nello stesso momento squillò il cellulare, che presero entrambi con velocità, portandolo all'orecchio.
"Pronto?" Chiesero in coro, stupendosi.
"Il vostro nemico è una donna.. un gran pezzo di donna a dirla tutta." Il loro capo gli avvisava. Nel mondo delle spie, le spie non avevano sesso. Non potevano non combattere contro di lei per paura di farle male. Sarah Walker ne aveva preso di colpi e Finn lo sapeva bene, dato che seguiva con avidità quel telefilm americano.

*

"Finn, occhio, le donne sono furbe e utilizzano gli spazi. " Gli ricordò Jessie, mentre si guardava intorno un po' spaventato. Ma non perché aveva paura di una ragazza, lui non aveva paura di nessuno, ma appunto per i consigli che aveva appena dato a Finn. Le donne sapevano utilizzare meglio gli spazi perché erano più piccole e sapevano nascondersi meglio dietro a qualsiasi cosa. Cosa che Finn Hudson, per esempio non avrebbe mai potuto fare dato che era alto quanto la torre Eiffel. Non era un dettaglio a loro favore quello e non lo sarebbe mai stato.
"Attenzione, ricordati di Audrey a casa e Rachel." Finn, sorrise Jessie abbasso lo sguardo sulla sua pistola.
"Ha appena imparato a camminare, Finn.. Non fare stupidaggini, per favore." Disse, Jessie rivolgendogli un sorriso al volo. Ce l'avrebbero fatta, come sempre. Erano loro due, si guardavano le spalle.
"Uh e se il mio testimone di nozze, escine vivo!" Lo avvisò Finn, ridendo a bassa voce mentre continuava a guardarsi intorno. Quel posto metteva i brividi, era uno stabilimento fatto in mattoni rosso sangue, o forse quello era davvero sangue, chissà.
"Che onore, ma ora basta con i sentimentalismi.. Cazzo! Alla tua destra!" Non finì di dirlo che si udì un suono di uno sparo e Finn che si nascondeva dietro una macchina tirando fuori la sua pistola che aveva accuratamente caricato mezz'ora prima. Adorava la sua pistola, era nera e grigia, fu la prima cosa che gli consegnarono quando entrò a far parte di quella grande organizzazione.
"Un pallino di demerito, Jessie caro!" Finn con tutta la sua corpulenza, si alzò e sparò nel punto da cui proveniva il primo sparo. Se lo sentì di averla mancata, c'erano cose che percepiva.
"Che diavolo...?" Urlò una ragazza. A Finn scese un colpo. Conosceva quella voce, Dio se la conosceva.
"Santana?" bisbigliò Jessie. Allora Finn non si era sbagliato, spostò lo sguardo su Jessie e annuì. Merda, merda, merda. Cosa avrebbe fatto ora? Non poteva ucciderla, non poteva farsi vedere.
"Cosa faccio?" Chiese Finn. "Dio, sono fottuto."
"Solo oggi due pallini di demerito. - Jessie, allargò la sua bocca in un sorriso, ma poi tacque. - scusa, esci allo scoperto, qualcosa che sapete solo voi. Capirà. "
"Sei geniale." Disse, Finn. A quel punto, Finn si mise a pensare. " Devil in red dress. " Urlò. Sperò che lo sentisse.
" Hudson? " Chiese lei. Il cuore le batté fortissimo, sentendolo parlare. Era impossibile che entrambi fossero lì, in quella situazione, Dio. Che casino.
"Ti credevo con Brittany, che ci fai qui? " Lui a quel punto saltò fuori, fregandosene della copertura, del fatto che Jessie lo stesse odiando al momento. Era la sua donna quella, come poteva stare coperto, qualcuno l'avrebbe uccisa sicuramente. O qualcuno avrebbe ucciso lui. Il colpo arrivò quando Finn non se lo aspettava per niente, si era appena sollevato da terra, aveva abbassato la pistola e la guardia quando il compagno di Santana lo beccò all'altezza della spalla, lasciando che il sangue zampillasse fuori. Finn svenne, Santana si guardò intorno, trovò Jessie che corse incontro al ragazzo a terra.
" Chiama un'ambulanza, Lopez! "


------------------------

Da " le doppie identità dei miei figli. " Scusate il galoppante ritardo, si chiama scuola. XD Spero che vi piaccia. Marti. (:
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: damnhudson