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Autore: Lawliet_chan    29/04/2012    8 recensioni
Svegliarsi in ritardo per la scuola... capita a tutti, ma per Niltan sarà l'inizio di una strana avventura che lo condurrà, tramite evocazione, in un mondo abitato da canarini formato extra-large e gatti con le ali. Nonchè tra due demoni gemelli che lo utilizzeranno come servitore personale, pretendendo ubbidienza in tutti i loro desideri. Ma Niltan è veramente un essere umano normale?
Genere: Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
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Il Gioco dei Demoni

L'Evocatore correva a perdifiato nei corridoi del castello, pochi minuti prima aveva udito un grido di rabbia dai piani superiori ed immediatamente dopo era stato chiamato. Conosceva bene quell'urlo e sapeva bene che significava solo guai. La veste nera frusciava sul pavimento al ritmo della sua corsa, dovette fermarsi qualche secondo a prendere fiato, non era più un giovincello!

Arrivò alla porta di legno massiccio e si prese qualche secondo per regolare il respiro, ed anche per prepararsi a quello che sarebbe potuto accadere; tremò per un attimo. Alla fine bussò e da dentro fu detto di venire avanti:

La scena che vide fu terrificante. A terra c'era il corpo senza vita di una ninfa, in un lago di sangue, di cui alcuni schizzi erano finiti sulle pareti e sul soffitto, giaceva prona con la testa girata d'un lato con gli occhi sbarrati in un muto grido di dolore. L'Evocatore si trovò addosso gli sguardi insistenti di due figure vicine alla finestra.

Anche questo non ha retto!” disse uno dei due evidentemente arrabbiato. La luce che entrava dalla finestra faceva da contrasto ai due e quindi l'Evocatore non li vedeva con chiarezza ma poteva sentire la loro collera, si prostrò a terra.

Sono mortificato miei Signori! Come posso rimediare all'errore?” disse con voce tremante, doveva andarci piano, erano volubili quanto il vento di tempesta e quando capitavano incidenti come quelli lo diventavano ancora di più! Delle risatine riempirono il silenzio. Uno dei due si avvicinò a lui e gli tirò i capelli verso l'alto.

Faresti meglio a procurarcene un altro, e che sia resistente! Perché se capiterà ancora una cosa del genere...” disse indicando il corpo poco distante “Sarò lieto di staccarti la testa dal collo.” sibilò infine a denti stretti. L'altro rise di gusto. Il povero Evocatore annuì vigorosamente:

“Certo, si ho capito! Lasciate fare a me, Signori.” ripeté con ossequiosità, poi si alzò in piedi e chiese congedo; una volta ottenuto chiamò dei servi in modo che si occupassero del corpo e di dare una pulita alla camera, i due si spostarono nell'altra stanza parlottando a bassa voce. L'Evocatore tirò un sospiro di sollievo, ma c'era un problema: come trovare qualcuno abbastanza resistente da sopportare quelle furie? Pensava che la ninfa durasse un po' di più ma a quanto pare nemmeno lei era giusta. Aveva provato a chiamare qualunque specie: elfi, nani, ninfe e sirene ma tutte cedevano in poco più di un mese; si massaggiò le tempie alla ricerca di qualcosa... un'idea per essere all'altezza delle aspettative dei due Signori. Sussultò quando un'illuminazione folle gli attraversò la mente, ma era troppo pazza, troppo insensata ma quella era l'unica razza che non aveva ancora provato a richiamare! E, per quello che interessava a lui, valeva la pena tentare.

Con rinnovata convinzione andò nelle sue stanze, doveva mettersi all'opera subito in modo da avere l'esemplare nel più breve tempo possibile; sapeva quanto potevano essere pericolosi quei due se rimanevano senza sfoghi per troppo tempo. Anche se potrebbero pure arrangiarsi. Pensò corrugando la fronte, dopo un'altra bella passeggiata per i corridoi, tanto per far piacere alla sua artrosi, arrivò nella sua stanza. Si diresse subito alla libreria, cercò il libro nero che usava per evocare e lo fece pesantemente ricadere sulla scrivania ingombra di bottiglie e fiale. Lo sfogliò per alcuni minuti non riuscendo a trovare la formula giusta... e gli venne in mente che poteva pure avere sbagliato libro; ma fortunatamente arrivò al capitolo giusto. Con tutto quello che inventava ogni giorno doveva appuntare di scrivere una formula per la memoria! Bene, ora che aveva davanti le parole raccolse le energie per evocare la creatura. Sperò solo di non fallire... perché se i suoi Signori si fossero stancati dei continui fallimenti sarebbe stato il suo corpo il prossimo a perdere la vita. Con un brivido freddo cominciò a recitare l'incanto, ci sarebbero volute delle ore; prima iniziava meglio era.
 

Nel frattempo...

La giornata era cominciata nel modo peggiore, non solo aveva fatto tardi e perso la carrozza ma le nuove grigie, che da tre giorni minacciarono pioggia, si erano messe d'accordo tutte insieme per scaricarla quando lui si faceva a piedi la strada da casa a scuola! Una sfortuna nera! Si rallegrò un poco pensando che tra un mesetto i fiori avrebbero iniziato a sbocciare decretando l'inizio della primavera. Avrebbe portato sua sorella a vedere la fioritura dei peschi, a lei piacevano tanto. Preso dai suoi ragionamenti pestò una pozzanghera affondando nella melma fino al calcagno; ebbe un tremito furioso, sembrava che gli uscisse del fumo dalle orecchie e con dei gridi iniziò a saltare sul posto in preda ad un attacco isterico:

Ma porca miseria! Capitano... tutte a... me!?” disse scalciando l'acqua sporca, in quel momento passò una signora con il proprio cane che si fermò a guardarlo stranita. Ecco, ci mancava solo questa. Si disse chinando il capo e proseguendo la sua camminata, oramai a scuola non poteva più andarci in quello stato lo avrebbero preso in giro a vita e non era decisamente il caso. Decise quindi di passare la mattinata al vecchio tempio del protettore della foresta, almeno li sapeva che non c'era nessuno. La scalinata era ripida e la pioggia l'aveva resa una trappola scivolosa, ma a lui non interessava iniziò a salire ammirando la vegetazione ai suoi lati, verde e lussureggiante resa ancora più bella dalla pioggia... adorava l'odore dell'erba bagnata; e poter stare all'aperto dopo un acquazzone lo rendeva sempre felice. Respirò a pieni polmoni l'aroma intenso della terra, sorrise ed aprì la bocca lasciando che la pioggia la riempisse per poi ingoiare; sapeva di buono. Fece gli ultimi gradini a due a due, raggiunse la cima e vide la sagoma famigliare del tempio che lo rassicurò, i vecchi dicevano che nel giardino intorno alla struttura abitavano gli spiritelli guardiani e che solo i puri di cuore potevano vederli, lui ovviamente non aveva mai avuto l'onore di incrociarne uno... ma doveva ammettere di non essere nemmeno uno stinco di santo.

Rise allegramente e si andò a sedere sulla panchina sotto la tettoia, era talmente fradicio che se lo avessero strizzato potevano risolvere la siccità estiva! Grugnì cercando di scrollarsi di dosso almeno il fango. Marinare la scuola non gli piaceva, si stava al caldo, i suoi compagni erano simpatici e i professori gentilissimi. Ma non poteva proprio presentarsi in quello stato! E poi se i suoi genitori non lo scoprivano andava bene... se lo scoprivano erano dolori. Rabbrividì al ricordo della cinghia di suo padre; un rumore di zoccoli lo distolse dai suoi pensieri. Il vecchio custode fece capolino dalla porta scorrevole, impiegò un po' per riconoscerlo ma alla fine gli rivolse un largo sorriso sdentato:

Niltan! Ragazzo mio, da quanto tempo!” disse allargando le braccia come ad invitarlo, il ragazzo si alzò e gli andò incontro. In fondo era come un nonno per lui e gli voleva bene.

Buongiorno Guapis!” rispose lui ricambiando il sorriso, non lo abbracciò. Voleva evitare che si bagnasse. Anche perché sapeva che era di costituzione fragile e una febbre poteva essergli fatale. L'ultima cosa che voleva era far ammalare l'anziano nonno, lui più di ogni altra persona del villaggio.

Oh, ma come sei zuppo! Cosa hai combinato? Vieni dentro che ti scaldi, ti offro un po' di tè, dai.” lo precedette all'interno, Niltan si tolse le scarpe e le poggiò vicino agli zoccoli dell'anziano. Non che cambiasse qualcosa visto che perdeva gocce dappertutto. Il tempio aveva una stanza sola, nella parete di fronte all'entrata vi era l'altare con la scultura del protettore della foresta con un cestino in cui i pellegrini mettevano le offerte, quasi sempre cibo. In un angolo Guapis aveva messo un bollitore ad olio per fare il tè; visto che il vecchio passava li quasi tutto il giorno.

Nulla di che, ho perso la carrozza per la scuola e sono inciampato in una pozzanghera.” spiegò alzando le spalle, non poteva certo dire che aveva preso a calci dell'acqua! Il custode annuì e gli porse la tazzina. Niltan ne bevve un sorso... sforzandosi di mandarlo giù. Poi fece una smorfia schifata.

Eh! Ma che faccia è quella! Non ci ho messo nulla di particolare... a parte dell'estratto di ortica.” disse pensandoci su un poco. Il ragazzo sgranò gli occhi.

E poi ti lamenti del fatto che non viene mai nessuno, se gli dai da bere delle ortiche fai scappare tutti!” rise poi, ma alla fine finì la tazzina. Guapis lo guardò accorato.

E tu sei l'unico che non sputa per terra.” aggiunse, Niltan incassò la testa tra le spalle imbarazzato. Il vecchietto spense il bollitore e si sdraiò sul legno: “Faccio un sonnellino, non ti dispiace, vero?” disse aprendo un solo occhio. Il ragazzo scosse la testa poi lo imitò mettendosi vicino a lui. Tempo un quarto d'ora e Guapis dormiva con tanto di russi. L'altro si alzò, era abbastanza asciutto o almeno non perdeva più acqua in giro; andò vicino alla statua recitò una preghiera. Ma a metà si bloccò, portandosi una mano alla testa, leggermente confuso. Pazzo non era ma allora perché aveva sentito qualcuno parlargli nella testa? Si guardò intorno ma vide solo Guapis che dormiva, fece spallucce poteva esserselo immaginato! Si sedette davanti alla statua ed alla fine si appisolò pure lui.

Passarono pressa poco due ore e Niltan venne svegliato dalla stessa voce di prima, allarmato diede ancora un occhio al vecchio custode ma non poteva essere stato lui... nel tempio regnava uno strano silenzio, come se ad un tratto fosse diventato tutto fermo. Ora che prestava attenzione non sentiva nemmeno i russi o il rumore della pioggia; Ma che accidenti succede? Pensò preoccupato, andò alla finestrella ma era troppo alta per lui; nel petto poi aveva un peso anomalo, come se respirare fosse diventato tutto di colpo un dovere. Allarmato corse verso la porta scorrevole, voleva uscire per vedere cosa succedeva!

Quello non era il giardino, e non somigliava nemmeno alla foresta, pareva anzi una biblioteca con cataste di tomi ammonticchiati qui e la seguendo uno strano disordine organizzato. Sbatté gli occhi incredulo, riuscì a respirare liberamente ma quello che avvertì non era l'aroma di foglie bagnate ma un puzzo cosi cattivo che le stalle di suo padre sapevano di petali di rose! Si rese conto di essere inginocchiato ed a fatica si tirò su. Ma ricadde immediatamente. Possibile che gli dolevano anche le unghie? I suoi occhi impiegarono diversi minuti ad abituarsi a quella semi oscurità. Ma sentì chiaramente il suono di un fruscio, si immobilizzò:

Devo ammettere che mi aspettavo di meglio.” udì una voce alla sua destra ed una persona gli si parò davanti, non le vedeva bene ma al posto delle scarpe aveva degli zoccoli! Questo non è normale... per nulla. Pensò, era arrivato Carnevale in anticipo? Oppure stava immaginando tutto? Beh! Era il sogno più realistico della sua vita! Che Guapis in realtà si fosse sbagliato e nell'infuso avesse messo delle erbe allucinogene? Data l'età e la vista malandata poteva essere plausibile!

Forza in piedi! Non sei mica morto, su!” lo incitò, parlava con un accento strano, come se aspirasse le vocali ma Niltan riusciva a capire... e non se ne spiegò il motivo. La vista era migliorata e poté confermare che quelli erano zoccoli e le 'mani' che lo aiutarono a rimettersi in piedi erano certamente zampe di capra. Ma che razza di animale/persona era quello? Scosse la testa ed alzò gli occhi per vederlo in faccia: era una capra! Con tanto di corna ricurve ai lati della testa e pizzetto sul mento. Sgranò gli occhi; Sto impazzendo, non ci sono altre spiegazioni. La creatura davanti a lui rise.

Anche i tuoi predecessori hanno fatto quella faccia! Ti ci abituerai, tranquillo.” spiegò con un sorriso, se cosi poteva essere definito. Guardò il nuovo arrivato, era bagnato e coperto di fango e l'Evocatore si chiese da dove venisse. I vestiti erano appiccicati al corpo e visto cosi sembrava molto fragile... temette per la propria testa. Se nemmeno quello fosse stato in grado di soddisfare i suoi Signori... rabbrividì al pensiero di essere incarcerato e giustiziato. Ma crucciarsi adesso non aveva senso, prima doveva occuparsi del nuovo arrivato che si guardava intorno leggermente spaventato:

Allora, per prima cosa vediamo di darti una sistemata, che ne dici?” disse sospirando, poi andò a prendere una coperta da dietro una scansia e la buttò addosso al suo ospite. Niltan lo lasciò fare, infondo se avesse voluto fargli del male lo avrebbe già fatto... senza aspettare che recuperasse gli organi di senso. Si alzò aiutato dalla capra, se lo avesse raccontato ai suoi amici lo avrebbero sicuramente preso per pazzo! Uscirono da quella biblioteca per poi andare nella stanza da letto, non voleva pensare a dov'era finito per il momento... intuì che la capra volesse farlo lavare, infatti venne condotto in bagno e lasciato solo. Prima di entrare in vasca ebbe il tempo di guardare dalla finestra, ma non riconobbe la famigliare forma delle case del villaggio, solo una distesa di casette molto piccole, si sporse e per poco non vomitò: era una stanza ad un'altezza vertiginosa... ma casa sua stava pressoché vicino al mare! Si grattò la testa con frenesia. Cosa diamine stava accadendo? Era veramente l'effetto di un allucinogeno? Fece presto a lavarsi non riempiendo molto la vasca. Uscì con addosso l'asciugamano e tornò dalla capra che gli porse delle braghe di pelle marroni ed una camicia verde marcio, le indossò non staccando gli occhi di dosso dall'animale. Aveva una veste nera, con un ricamo dorato a destra, il cappuccio calato sulle corna... forse aveva intuito che a lui davano fastidio? Gli indicò una sedia:

Siediti pure. Bene! Come ti chiami?” esordì lo stano essere sedendosi ed invitando lui a fare lo stesso, sebbene un po' perplesso, eseguì.

Mi chiamo Niltan... posso sapere che... cosa sei tu?” chiese dando una rapida occhiata da sotto in su allo strano essere che sedeva come una persona normalissima, il ragazzo si chiese come facesse con la coda.

Io sono un Evocatore.” rispose semplicemente. Niltan aprì la bocca incredulo.

Un che? Sembri una normale... cioè no, non molto normale, capra di montagna!” imprecò a bassa voce, allora la voce che aveva sentito prima era la sua! Tutto quello stava superando di gran lunga la soglia dello scherzo sopportabile, incrociò le braccia sul petto:

Che posto è questo? Cosa ci faccio qui, perché mi hai chiamato?” proseguì Niltan evidentemente contrariato. Voleva andare a casa! Si maledisse per non essersi svegliato prima, per non aver tirato diritto verso la scuola, fregandosene dei commenti per lo stato in cui era! A scuola aveva sentito parlare di evocazioni e roba simile ma pensava fossero solo delle superstizioni e non gli aveva dato molto peso, infatti spesso si addormentava in classe.

Cerca di mostrarmi un po' di rispetto, io non sono una capra ma un montone delle paludi!” sbuffò l'Evocatore soffiando l'aria dalle narici, era una situazione stranissima. Ma quel ragazzo doveva essere informato.

Questo 'posto' è il regno di Rouzkevim, che si trova in una dimensione diversa dalla quale provieni tu. È governata da generazioni da una delle stirpi di demoni più antiche: la Famiglia Ulkatherghon. E tu sei stato chiamato qui per essere al servizio personale degli attuali capo Famiglia; i gemelli Razehi e Thurzean.” spiegò il montone.

Eh? Servizio... personale? Cosa vuol dire! Ma chi lo vuole fare!” strepitò Niltan alzandosi in piedi iniziando a camminare per la stanza; che pretendevano che facesse? Portare la colazione a letto? Lavare la schiena a quei due? E poi... demoni! Come se esseri simili esistessero! Il fatto che stia parlando con un montone però... ah! Ma che dico! Questo è un sogno! Si disse fissando l'essere sulla sedia.

Senti, non so chi tu sia ne da dove venga, non mi interessa un fico secco di questa storia e per la carità degli Dei non diventerò il galoppino di nessuno, chiaro?”

Non puoi sottrarti, e se tentassi di scappare... beh! Dove andresti? Non esiste un modo per farti tornare da dove sei venuto, dovrai rassegnarti a vivere qui.” L'Evocatore si alzò in piedi con calma, aveva assistito a scene ben peggiori di quella. Esseri evocati che iniziavano a sbraitare e gettare sedie all'aria, ricordò che uno addirittura si era gettato dalla finestra. Ma Niltan si limitava a guardarlo truce, poteva capirlo ma non poteva condividere la sua confusione; in fondo non erano affari suoi.

Non c'è speranza che torni indietro? Io... ho una sorella, un famiglia, non posso stare qui!” si sentiva sull'orlo delle lacrime, che razza di incubo era quello? “Senti... è un sogno vero? Dammi una botta, fammi svegliare! Sono sicuro che non appena apro gli occhi ritroverò nonno Guapis e il tempio! Svegliami!” man mano che parlava il suo tono diventava simile ad una supplica, si inginocchiò ai piedi del montone afferrandone la veste, questi gli mise gli zoccoli sulle spalle scuotendolo:

No Niltan, non è un sogno. Se ti comporterai bene i miei Signori saranno riconoscenti... basta farci l'abitudine.” aveva cambiato atteggiamento con facilità, una volta resosi conto che non era un'illusione. Umano. Si disse l'Evocatore e quella parola spiegava tutto. Il ragazzo iniziò a singhiozzare e l'altro alzò gli occhi al soffitto, avrà fatto bene a farlo venire? Avrebbe retto ai due gemelli? Si sarebbe abituato alla nuova vita?

Domande che per il momento non trovavano risposta, diede delle pacche leggere sulle spalle di Niltan che ormai stava piangendo. Ho i miei forti dubbi che reggerà. Concluse, e per quanto riguardava lui poteva andare a scavarsi la fossa perché aveva l'impressione che gli sarebbe servita presto.

Bene! Nuova creazione che la mia mente malata ha partorito, dopo "Le 4 Corti" questa è la seconda storia seria (almeno spero) che scrivo. ^^ E' anche il primo esperimento con dei personaggi non umani, quindi non ho idea di come venga fuori XD
Spero vi piaccia questo primo capitolo, a presto!

 

   
 
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