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Autore: Natalja_Aljona    29/04/2012    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Duecentocinquantotto


Duecentocinquantotto

And you know, I’m crazy ‘bout you

Lovelight

 

Lei coi capelli di sole sommersi

Io in mezzo ai mari che corsi

Lei sotto i suoi cieli inversi…

(Due Universi, Claudio Baglioni)

 

Quando io la guidai, o fui forse guidato, a contarle i capelli con le mani sudate…

 

Qui, su un ponte ho visto
Stasera un angelo e un sorriso
Rivolto a me

(Le Porte di Parigi, Notre Dame de Paris)

 

Liverpool, 19 Dicembre 1834

 

She smiled sweetly

And said: “don’t worry”

 

Lei sorrideva dolcemente

E mi diceva: “non preoccuparti”

(She Smiled Sweetly, The Rolling Stones)

 

-Questo è il mio migliore amico- sorrise Gee, passandole il ritratto di Theodorakis.

Sulla carta stropicciata, quasi per miracolo, Theo sorrideva.

Detesto sorridere a un cretino con un pennello in mano, esordiva sempre, quando gli chiedevano di star fermo un secondo, sui gradini dell’antica palestra di Sparta o in riva all’Eurota, gli unici sfondi che rendevano giustizia alla folgorante bellezza del giovane Dounas.

Quel giorno, però, Gee doveva avergli detto qualcosa di particolarmente divertente in presenza del pittore, e il ritratto era venuto benissimo.

-E’ così bello…- commentò Natal’ja, sfiorando il viso dipinto dello Spartano biondo.

Il sorriso di George svanì, e improvvisamente il tredicenne Gibson desiderò che lei vedesse Theo imbronciato come al solito, col fucile in spalla e l’insulto sempre pronto, così magari le sembrava un po’ meno affascinante.

-Ha diciannove anni, quasi venti- borbottò, rubandole il ritratto di mano.

-E’ grande…-

-Già, troppo. Anch’io sono troppo grande, per te, e adesso bacio la prima che passa per strada-

Alja annuì, seria.

-Tutte quelle che passano per strada vorrebbero baciarti- sospirò, ed era sincera.

Perché Gee era più bello di Theo, anche se aveva solo tredici anni.

E lei, lei che ne aveva nove…

Lei l’aveva incantato, quel benedetto ragazzino greco, ma poi aveva fatto troppi complimenti al suo amico biondo, e allora…

-Scherzavo, Lys- le bisbigliò all’orecchio Gee, e poi le baciò fugacemente una guancia.

Lei arrossì, ma poi gli sorrise.

Gee le mise un braccio intorno alle spalle, stringendola a sé.

-Sei troppo bella per la tua età-

-Sei troppo sfacciato per qualsiasi età-

-E allora?-

-Niente… Va bene così?-

-Davvero?-

-Certo. Ti voglio bene-

Questa volta fu lui ad avvampare.

-E… Perché?-

-Perché, di tutti gli eroi bellissimi e presuntuosi che ho conosciuto, sei il più simpatico-

George ci rimase un po’ male, ma non le disse niente.

Presuntuoso, lui?

Era solo un pochino vanitoso…

E arrogante, talvolta, ma giusto il necessario…

Era necessario?

Beh, era forse il caso di condannarlo?

Era greco, per forza era così.

Esaltato, etnocentrico, e…

Sì, insomma, poteva bastare.

Gli aveva anche detto ch’era simpatico, però, Natal’ja.

-Non sono poi così male, allora?-

-No, dai. Tanto, ci penseranno gli Dei, alla tua ύβρις-

E lei cosa ne sapeva, della ύβρις?

La ύβρις per cui avevano pagato Creso di Lidia e Serse di Persia…

E anche Geórgos di Spárti, forse?

Era lui il Greco, insomma!

-Cavolo, sei una forza, Lys- ammise, con un sorriso dolcissimo.

Natal’ja, in silenzio, se lo mangiava con gli occhi, e pensava…

Pensava che avrebbe voluto sposarlo, quel ragazzino arrogante.

Contemplava i suoi occhi d’ossidiana, semplicemente troppo meravigliosi, e la sua abbronzatura incredibile, i suoi capelli scompigliati e la sua camicia strappata…

E le sembrava di sognare.

Del resto, c’erano solo due possibilità.

Se Brian George Gibson non era fuggito dall’Iliade, era un eroe omerico in ritardo.

-Mi sento come la prima volta che sono stato schedato…- mormorò d’un tratto Gee, sognante.

Si scompigliò un po’ i capelli nerissimi, tutto il contrario di quelli di Lys, chiari come la luce.

Sì, era stato un giorno epico, quello.

Assolutamente.

Ricordava tutto, proprio tutto, dal sole che c’era al solletico delle manette.

Lui e Theo in gita ad Atene, quando avevano provato ad accamparsi nel Partenone…

C’era un’atmosfera pazzesca, peccato che la polizia locale non fosse così sensibile.

-Anch’io sono schedata, in Russia…- si lasciò sfuggire Alja.

Gee sgranò gli occhi, guardandola con ammirazione.

Lo sguardo della ragazzina, però, era colmo di tristezza.

-Non si vede?-

Gl’indicò il polso destro con un cenno del capo, e lui si fece serio di colpo.

-Cosa significa?-

La biondina scosse la testa, come se avesse cambiato idea.

-Ma niente, scherzavo… Me li sono scritta io, quei numeri. E’… La mia data di nascita- inventò, a disagio.

George si accigliò.

-1482?-

Lei avvampò, e un po’ le scappò da ridere.

-No, certo…-

-E allora?-

-Mh…Frs wks- sussurrò Lys, mangiandosi le vocali.

-Come?-

-Forced works- ripeté, con un fil di voce.

Lavori forzati.

Ecco, l’aveva detto.

Gee le passò una mano fra i lunghissimi capelli color grano, accarezzandoglieli dolcemente.

-Zeus, non finiscono più…- sussurrò poi, sperando di ritrovare la mano.

Lei rise, finalmente.

-Non chiedermi mai di tagliarli, Brian George-

-No, no, ci mancherebbe! Sei bellissima così-
George adorava la chioma dorata e quasi interminabile della sua Natal'ja.

-Nonostante i…-

...lavori forzati?

-E’ per quelli che ti hanno schedata?- chiese lui, senza costringerla a ripetere quelle due parole.

Alja annuì.

-Mi dispiace tantissimo, scricciolo. Anch’io ho una storia simile… Un giorno te la racconterò-

-About your scars?- non poté fare a meno di domandare lei.

Riguardo alle tue cicatrici?

George si sforzò di sorridere, ma si vedeva ch’era turbato.

-Sei troppo intuitiva, darling-

-Ma, senti… Sei innamorato di me?-

Natal’ja lo guardò speranzosa, quasi supplicandolo con gli scintillanti occhioni grigiazzurri.

-Io?-

Lo faceva più intelligente, però…

-Beh, sì, certo che sono innamorato di te. Vorrei anche sposarti, se questo mio sogno non è ύβρις-

-Non lo è, Georgij…-

Natal’ja, felice, appoggiò la testa sulla sua spalla, e gli strinse forte la mano.

Era troppo bello e troppo adorabile, il suo criptico fidanzato greco.

 

 

You must have a lovelight

Everything around you is lovelight

And I can feel your love everywhere

Maybe even when you're not there

The lovelight

Everything around you is lovelight

You're shining like a star in the night

I won't let you out of my sight

I don't want to lose you, I don't want to lose your lovelight

 

Tu hai la luce dell’amore

Tutto, intorno a te, è la luce dell’amore

E io posso sentire il tuo amore ovunque

Forse anche quando tu non ci sei

La luce dell’amore

Tutto, intorno a te, è la luce dell’amore

Tu splendi come una stella nella notte

Non riesco a smettere di guardarti

Io non voglio perderti, non voglio perdere la luce del tuo amore

(Lovelight, Abba)

 

 

 

 

Note

 

Ύβρις (greco): Arroganza.

And you know, I’m crazy ‘bout you: E lo sai, che impazzisco per te. Kisses of Fire, Abba.

Lovelight: La luce dell’amore, Abba.

Quando io la guidai, o fui forse guidato, a contarle i capelli con le mani sudate: Un malato di cuore, Fabrizio De André.

 

Ed eccolo, il capitolo su Alja e Gee da piccoli, a nove e tredici anni.

A me, scriverlo, ha davvero fatto tornare il buonumore ;)

Il loro primissimo fidanzamento, i loro discorsi pseudo - adorabili…

Le prime rivelazioni, il primo bacio sulla guancia.

E la promessa di Gee di sposarla, che poi, lo sappiamo bene, ha mantenuto… ;)

 

A presto!

Marty

 

 

  
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