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Autore: LisaAngius    29/04/2012    1 recensioni
FF liberamente ispirata al film l'ultimo dei templari. Vi prego commentateeeeeeee
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Padre in prestito

 

Alice fissava il cielo con un broncio quasi fanciullesco. La luna non brillava quella notte, e a lei le notti senza luna non erano mai piaciute. Un lieve luccichio attrasse il suo sguardo, il braccialetto che portava al polso rifletteva meravigliosamente la luce del fuoco affianco a cui era seduta. Jasper le aveva fatto davvero un bel regalo, si disse, avrebbe potuto vedere la luna anche quando non brillava in cielo.

Jasper…

Sospirò desolata passandosi la mano tra i riccioli neri. Lei aveva sempre saputo che prima o poi avrebbe dovuto scontrarsi con quella donna, lo sapeva dalla nascita, e non aveva paura, aveva persino imparato a convivere con l’idea che avrebbe potuto morire da un giorno all’altro, quando lei fosse venuta a cercarla. Quello a cui niente l’aveva preparata era il pensiero di poter vedere morire coloro che amava. Aveva sempre creduto che quando fosse stato necessario avrebbe potuto salvare le persone accanto a lei con le sue visioni, ora non era più tanto certa dopo che non era stata capace di salvare sua madre. E soprattutto, come faceva a salvare qualcuno che si stava mettendo in pericolo con la piena coscienza di quello che stava facendo?

Eppure non riusciva a rassegnarsi all’idea che Jasper potesse morire per averla seguita nella sua lotta. Certo lui avrebbe replicato che l’aveva scelto spontaneamente, ma lei si sarebbe comunque data la colpa di ciò che avrebbe potuto accadergli.

Tentò di calmarsi, di rilassare il respiro per cercare di vedere Simòn. Forse se avesse potuto sapere che cosa stava per fare ci sarebbe stata una speranza…

Ma la preoccupazione per i suoi compagni o forse il semplice fatto che le visioni venivano sole senza che lei le cercasse di norma, le impedirono di vedere qualunque cosa di utile e l’unico risultato che ottenne fu quello di ritrovarsi con una  frustrazione nervosa che le si arrampicava lungo la spina dorsale dandole la voglia di impugnare la spada e avventarsi contro qualunque cosa si trovasse a tiro

“Dannazione”. Borbottò

Così decisamente non andava! Il suo potere faceva cilecca e Simòn avrebbe potuto attaccarli da un momento all’altro cogliendoli di sorpresa! Lei avrebbe dovuto essere l’eroina di quella storia e invece si stava rivelando inutile come una spada spuntata.

“Qualcosa di storto?”. Chiese una voce alle sue spalle

Alice sobbalzò voltandosi verso l’uomo che era comparso davanti a lei

“Sera Marcus”. Sospirò

Il monaco le sorrise sedendosi accanto a lei

“Che cercavi di fare?”

La ragazzina rise

“Stregoneria, nulla che vorresti sapere credimi”

Marcus ammiccò con l’espressione di un bimbo impertinente

“Oh sono un uomo molto curioso”

Un lampo di sorpresa attraversò le iridi azzurre di Alice

“Davvero ti interessa?”

Il monaco annuì

“Sono tutto orecchie bambina”

“Beh…stavo cercando di avere una premonizione”

Marcus assunse un aria professionale annuendo di nuovo

“Capisco, suppongo tu volessi anticipare le mosse di Simòn”

“Beh…si…”

“E non ti riesce?”

La ragazzina scosse la testa frustrata

“Da cosa pensi dipenda?”

“Non ne ho la più pallida idea…di solito io non cerco le visioni, arrivano da sole”

“Allora forse stavolta non devi vederlo prima…”

Alice arricciò il naso

“Ma certo la divina provvidenza di sicuro non è d’accordo”

Marcus sorrise indulgente per l’accredine con cui aveva parlato la ragazzina. Poteva comprenderla, aveva un’idea precisa di come una ragazza “diversa” come Alice potesse aver subito con la scusa della religione. Era più che umano che lei avesse imparato a dare la colpa alla fede di quello che facevano i fedeli

“Chiamalo come vuoi Alice: caso, destino, divina provvidenza…è evidente che qualsiasi cosa guidi le tue visioni non vuole che tu veda cosa sta facendo Simòn”

La ragazzina annuì

“Ora parliamo la stessa lingua”

Il monaco la osservò un momento in silenzio

“Alice hai paura?”

“No, quando sono nata portavo i segni di una profezia, sono cresciuta sapendo a cosa andavo incontro perciò…ora non lo temo”

“Allora perché quell’aria crucciata bambina?”

“Per voi!”. Sibilò Alice adirata “Perché vi state lanciando in qualcosa che non conoscete nemmeno, voi...voi…vi farete uccidere!”

Marcus scosse la testa

“Alice questa non è solo la tua battaglia, Jasper e Ian hanno ragione!”

La ragazzina fece un verso seccato

“Oh santo cielo! Sono io quella che è nata per combatterla”

“Ma la posta in gioco non riguarda te! Riguarda tutto il nostro mondo Alice!”

“E allora? Per questo vi volete far ammazzare?”

“Si, il mondo non ti sembra forse una causa abbastanza nobile?”

“Il mondo!”. Sibilò Alice “Che vi sarà senz’altro grato di esservi fatti ammazzare!”

Marcus le diede un colpetto scherzoso

“Ehi  non vederla grigia, abbiamo una prescelta con noi”

La ragazzina lo fissò indignata

“Come fate a scherzare in un momento come questo?”

“Beh se devo morite preferisco che sia mentre rido che mentre piango…è una morte più piacevole no?”

Gli angoli della bocca di Alice tremarono qualche istante poi la ragazzina si abbandonò a una risata divertita

“Siete un folle!”

“Grazie lo prendo per un complimento”

“Non lo era!”

“Dettagli”

Mentre Alice si copriva la bocca con la mano per non svegliare i due compagni che dormivano con la sua risata, il braccialetto che portava al polso mandò un bagliore riflettendo ancora una volta il fuoco

“E quello?”. Chiese Marcus curioso

“Jasper…”

“Jasper ti ha fatto un regalo?”

“Strano, molto strano”

“Beh si è accorto che mi piaceva…”

“Mmh capisco…deve averti presa..in simpatia”. Rise il monaco

Alice arrossì furiosamente

“Padre non dite sciocchezze!”

“E perché mai? Sarebbe una cosa bella”

“Oh ora basta!”

Marcus rise

“Alice hai presente che prima dicevo che morire ridendo è meglio che morire col pianto?”

La ragazzina annuì

“Beh morire pensando all’amore è meglio che morire ridendo!”

  
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