29/04/2012
4 recensioniI once was blind but now I see
Fonte immagine http://yukyfay.tumblr.com/
Tossisco.
La polvere della soffitta è micidiale, specie per chi, come me, ha scoperto di avere una qualche sensibilità alla polvere col procedere con l’età, ma poco mi importa. E’ il mio giorno e non c’è posto migliore per passarlo, qui, assieme ai miei ricordi.
«Harry, tesoro! Sono arrivati Albus e Margareth con Tom! A momenti saranno qui tutti!»
La voce di mia moglie mi arriva echeggiando in lontananza; probabilmente è in cucina a finire di preparare la torta per il mio compleanno. Non credo di aver mai dato tanta importanza alla data, anche perché per i primi undici anni della mia vita ebbi davvero poco da festeggiare. Ora da quel 31 luglio 1981 sono passati ben cinquant’anni e comunque non mi sento mai veramente in vena. Inizio a pensare che la vecchiaia mi abbia fatto in un qualche modo diventare piuttosto introverso, ma quando incontro il nocciola intenso degli occhi di Ginny non riesco proprio a deluderla e maschero la mia stanchezza con un sorriso e uno sguardo tenero. Lo merita come nessun’altra.
«Arrivo, un attimo solo.»
Riapro il vecchio album foderato di pelle accarezzandone i bordi. Ricordo ancora quando Hagrid me lo regalò e avverto all’istante una stretta al cuore: sento tremendamente la sua mancanza, nonostante siano passati ormai diversi anni. Mi asciugo le lacrime al di sotto degli occhiali e la mia mano si sposta più in su, verso la fronte. Al tocco delle dita avverto ancora il contatto col mio passato, sebbene con l’età i segni siano sbiaditi, il peso che rivestivano allentato, ma ancora la gente si ferma a guardarmi, ad additarmi.
Sfoglio pigramente le pagine, le foto animate mi danno conforto, sorridendomi e salutando con la mano. E poi lei.
Con le dita sfioro dolcemente i contorni del suo viso, soffermandomi sul suo nasino all’insù e alle sue labbra rosee. Sorrido, il cuore si allarga nel vederla, nel contemplarla in silenzio. Un senso di tenerezza e dolcezza infinito. Lei.
Dire che mi manca è un eufemismo inopportuno, tanto quanto il desiderio che ho di lei, quel desiderio colpevole che mi ha sempre accompagnato, fin dalla nostra fuga nella Foresta di Dean.
Ero cieco, ma ora vedo, vedo cosa avremmo potuto essere; vedo e forse vorrei avere la vista oscurata, dimenticare e smettere di crogiolarmi nel passato. Ed invece sono qui, sempre, come ogni compleanno, avvinghiato ai ricordi, alle fotografie di un’era passata, quando lei era solo la mia migliore amica. Come ora. La mia migliore amica.
Hermione.
Sento un vociare allegro e comprendo che il tempo per le memorie impolverate è terminato. Asciugo velocemente la lacrima posatasi sui capelli castani dell’impertinente ragazzina di undici anni e con un lieve bacio la saluto, chiudendo l’album.
Ero cieco ma vedere non mi permette di essere sereno, piuttosto di sentirmi costantemente sbagliato ed in colpa.
Avremmo potuto? Forse.
Sarebbe stato giusto quando ancora ero cieco, quando il suo essere la mia migliore amica mi bastava. Ora non più, non è più abbastanza. Ora vedo.
Ringrazio sentitamente Libra Prongs, che mi ha spinto a partecipare al concorso della sua pagina, mettendomi alla prova ;)
Quindi, sì, è dedicato a lei, alla sua pagina e al suo essere Harmony con estrema dolcezza e naturalezza.
Fatemi sapere che ve ne pare ;)