Non
ci credevate, dite la verità? E invece vi ho colto alla sprovvista, con un
piccolo sequel di “E a me, del tuo nome?”. E’ da parecchio che volevo farlo ma,
sapete com’è, prima dovevo far finire la storia! Un saluto, tutto particolare,
a Kaori28, che è da cinque mesi che mi stressa la vita per poterlo leggere!!!
Quanto a voi…buona lettura e, mi raccomando, siate clementi!!!^^Bacini Shi*
Un
matrimonio disastroso.
(oppure,
sotto gentile concessione di American Pie: E a me, del tuo nome? Il matrimonio.)
Quanto tempo era passato da quel giorno, sotto al portico? Due
anni, se la mia memoria non m'inganna. E in quei due anni, quante cose erano
successe! Orlando ed Amina, che nel frattempo erano andati a vivere insieme,
erano diventati, a detta di Elijah e Dominic, la coppia del secolo mentre loro,
inguaribili bambinoni, stavano ancora cercando l'anima gemella. Christy e David
avevano raggiunto, dopo quasi un anno, il titolo di 'fidanzati ufficiali' e,
anche se avevano degli impegni reciproci, trovavano comunque il modo di stare
insieme. Già da qualche tempo, però, era girata la voce di un matrimonio...
Amy ed Ob, sempre molto affiatati tra di loro, avevano scelto la
casa di lei come nido d'amore e, in mezzo a tutto questo, aveva trovato posto
un piccolo micino randagio: Briciola. L'avevano trovato una mattina, mentre
erano andati a fare una passeggiata sulla spiaggia, e non potevano di certo
lasciarlo in quella squallida busta di plastica, a morire di fame e di sete.
Era piccolissima ma, con il tempo, era diventata una bella gattina anche se,
per loro disgrazia, era proprio una furia. Orlando la voleva chiamare Attila e,
di tutta risposta, aveva preso una enorme pedata dalla fidanzata.
Poi c'era stato quell'annuncio, all'inizio appena accennato. Si
vociferava di un imminente matrimonio tra l'avvenente Legolas e la fantomatica
cantante del video di Robbie Williams. In principio, avevano smentito tutto ma,
dopo essere arrivati ad un esaurimento nervoso a causa dei loro amici, avevano
confermato ciò che prima era incerto.
Le nozze sarebbero state il 18 agosto, in piena estate, per
cercare di evitare l'arrivo di alcuni acquazzoni improvvisi, tipici delle
primavera. Tutto era stato organizzato fin nei minimi dettagli. Amina aveva
comprato un bel vestito, molto elaborato, con dei piccoli fiorellini
intrecciati nella gonna e le maniche, trasparenti, cadevano giù sulle braccia.
Orlando aveva acquistato un vestito elegantissimo, di Armani, completo di
tutto, dalla cravatta al gilet. Christy e David sarebbero stati i due testimoni,
assieme a Dominic ed Elijah. Quest'ultimo aveva l'incarico di ritirare le
scarpe dello sposo mentre Dom era stato incaricato, assieme a Billy, di
ritirare le fedi. Christopher avrebbe accompagnato Amy all'altare. Sembrava
tutto a posto ma si sa, che le cose più strane accadono quando meno te
l'aspetti...
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Dopo un'attesa snervante, era finalmente arrivato quel fatidico
sabato. Amy aveva espressamente detto ad Orlando di non entrare in casa e così,
come tradizione vuole, si era andato a preparare a casa sua. La ragazza era
appena ritornata dalla lavanderia a ritirare il vestito, che aveva fatto
accuratamente stirare per l'occasione. Non appena entrò, lo poggiò sul letto e
poi andò in bagno, cominciando a truccarsi e a tirarsi su i capelli. Tutto ad
un tratto, sentì il rumore di qualcosa che si rompeva in cucina.
"Orlando? Sei tu? Ti avverto, se sei tornato ti do tante di
quelle botte da portarti all'altare con un occhio nero!" Corse di la.
Notò, con suo grande sollievo, che la porta era ancora chiusa. Era solamente
caduto uno dei suoi barattoli di vernice e, con tutta probabilità, era stato il
gatto. Stava tornando di là quando, con suo grande disappunto, si accorse di
alcune impronte rosse che si dirigevano verso la sua camera. Orrore.
"Briciola, dove sei? Dove ti sei cacciata, brutta bestiaccia!" Urlò,
cercando disperatamente di arrivare in camera sua prima del micio. Quando varcò
la porta, l'aspettò uno spettacolo che, drammatico, è dire poco.
"Nooooooooooooooooooooo!!! Guarda cosa hai fatto razza di
cretina! E adesso, cosa faccio?!" Il suo bel vestito, candido come la
neve, era pieno di macchie di vernice.
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Orlando, che era agitatissimo, non faceva che guardarsi allo
specchio. Accanto a lui aveva il suo migliore amico, Elijah, che era sull'orlo
dell'esaurimento nervoso. Ogni cinque secondi aggiustava la giacca, si metteva
a posto i pantaloni, rifaceva il nodo alla cravatta, si ripettinava i capelli.
"Ma, secondo te, le piacerò così vestito? Voglio dire, non mi
sembro neanche io..." Disse Ob, guardando l'amico in modo apprensivo.
"Ti rendi conto di quante volte mi ha fatto questa domanda?
Certo che le piacerai, altrimenti non ti sposerebbe, non credi?" Rispose,
sbuffando.
"Lo so...però questo, per me, è un giorno importantissimo.
Voglio dare il meglio di me stesso per far sì che possa essere speciale e,
soprattutto, perfetto."
"Se continuerai a tormentarti così, come riuscirai a
rilassarti? Ma guardati, mi sembri imbalsamato!"
"Tu la fai facile, mica sei lo sposo!" Disse lui, un po'
offeso.
"E vabbè, sono il testimone, e con questo?" Si
interruppe un attimo, avvicinandosi all'amico "Ma guardati...non avrei mai
creduto che, un giorno, sarei stato il testimone di Orlando Bloom. Sei
elegantissimo e, non fraintermi, stai benissimo. Complimenti, un elfo davvero
stupendo."
"Grazie El" Gli mise una mano sulla spalla. "Come
avrei fatto senza di te? Se penso che, probabilmente, potevi esserci tu al mio
posto..." Si rattristò
"Andiamo! Ma quella è storia antica!" Sorrise, contento.
All'inizio, per lui, era stato abbastanza difficile riprendersi ma, dopo due
anni, poteva ritenersi soddisfatto della sua completa guarigione.
"Ok, sono pronto! Su, adesso proviamo le scarpe e poi abbiamo
finito."
"Bravo, le scarpe....le scarpe...." Si fermò,
paralizzato. "....LE SCARPE!" Orlando aveva cominciato a fissarlo
malissimo.
"Non mi vorrai dire che..." Azzardò. Se fosse stata la
verità, la sua vita era finita.
"MI SONO DIMENTICATO DI ANDARE A RITIRARE LE SCARPE!"
Urlò. In effetti, aveva avuto l'impressione che si era dimenticato di qualche
particolare ma, in tutta sincerità, non credeva che QUEL PARTICOLARE fosse
fondamentale.
"Brutto idiota!" Lo prese per il bavero della camicia.
"E adesso come ci vado all'altare, scalzo?! Ma io ti trucido, razza di
cretino patentato!!!!"
"Dai, potrebbe essere un'idea innovativa...lanceresti una
nuova moda!" Provò a sdrammatizzare.
"SE NON LA SMETTI CON QUESTO SENSO DELL'UMORISMO DA QUATTRO
SOLDI, TI LANCIO IO...DALLA FINESTRA!" L'aveva mollato e aveva cominciato
a girare nervosamente attorno al tavolo, cercando di trovare una soluzione.
"E ora che si fa? Devo essere in chiesa tra due ore. Ti rendi conto? DUE
ORE! Se non voglio fare una brutta fine, mi conviene emigrare! Se lo viene a
sapere Amina, si scatenerà la terza guerra mondiale."
"Una soluzione ci sarebbe..." Elijah non era una cima in
quanto a idee geniali però, quella che aveva proposto, era l'unica possibile.
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In quel mentre, davanti alla gioielleria Cartier, stavano Billy e
Dominic. Avevano un'aria strana, un po' preoccupata. Stavano fissando la
saracinesca del negozio, abbassata del tutto, mentre cercavano disperamente di
non strapparsi tutti i capelli dal terrore.
"Dimmi la verità Dom, la commessa quando ti aveva detto di
venire a ritirare le fedi?" Chiese lo scozzese, un PO' sconfortato.
"Ti giuro che mi aveva detto di venire sabato!! Che ne sapevo
che avrebbe chiuso proprio il giorno delle nozze?!" Provò a giustificarsi.
Davanti alla porta blindata c'era un bel bigliettino che diceva 'chiuso per
lutto'. Era morto il proprietario e, per rispetto, non sarebbero stati aperti
fino a lunedì.
"Lo sai cosa vuol dire, vero? Quei due ci frustano fino alla
morte se non gli portiamo gli anelli!!!" Si stava massaggiando le tempie.
"Non possiamo mica fare come 'quattro matrimoni e un funerale'! Se,
disgraziatamente, gli diamo una di quelle patacche con i teschi, ci riducono in
poltiglia!"
"Quanti soldi hai in tasca?" Dominic aveva avuto un
lampo di genio.
"Non lo so...quanto vuoi che abbia? Mica devo andare a fare
shopping!"
"E tu dimmelo! Che ti costa?" L'altro tirò fuori il
portafogli.
"Dunque...uno...due...ho all'incirca cinquecento
dollari."
"Non hai neanche una carta di credito?"
"Ma cos'è, un'indagine di mercato? Sì, ce l'ho..."
"Allora muoviamoci, prima che accada il finimondo!" Lo
scaraventò dentro la macchina, partendo a tutta velocità.
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"PORCA....! E adesso come cavolo faccio a rimettere a posto
questo disastro." Amina stava constatando i danni del suo vestito.
Le macchie di vernice si erano asciugate quasi del tutto e, in
quella situazione, non poteva lavarla via con una spugna. Se lo avesse fatto,
avrebbe fatto un disastro ancora più grande del primo. Accanto a lei, placida,
c'era la gattina che le si strusciava attorno, facendole le fusa. Si era presa
un bello spavento ma, riconoscendo la padrona, si era subito calmata.
"E' tutta colpa tua, razza di combinaguai" Briciola
miagolò, ronfando "E, come se non bastasse, sai anche come farti
perdonare." Le accarezzò la testa.
Tornò in cucina, cercando di trattenere le lacrime. Era stato il
suo sogno fin da bambina, quello di potersi sposare con un vestito bianco come
il latte, che risplendeva sotto la luce del sole. Ora invece, sembrava tutto
perduto. Forse, non era quello il suo destino.
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Dall'altra parte della città, dentro ad un taxi, stavano David e
Christy. Da quando avevano cominciato a vivere insieme, si erano spostati dal
quartiere di Amina. Sia per esigenza di tranquillità, sia per comodità. Lo
studio artistico della donna era più vicino e, dato i suoi continui impegni,
era stata la scelta migliore. Quel pomeriggio avevano preso un taxi, visto che
Dave non voleva usare la sua Mercedes nuova di zecca. In America, non c'è
dubbio, quelle simpatiche macchine gialle sono il miglior mezzo di trasporto:
veloci e per niente cari. Si erano già preparati e, dato che il viaggio si
prospettava abbastanza lungo, si erano rilassati un po'....tanto da
addormentarsi l'uno appoggiato all'altra.
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Orlando ed Elijah erano davanti ad una bella casa, un po'
perplessi.
"Sei proprio sicuro che lui ci possa aiutare?" Chiese
Ob, disperatamente.
"Spero con tutto il cuore di sì. Se non ci darà una mano,
saremo veramente..."
"...nella merda fino al collo."
"...appunto."
Suonarono, timidamente. Venne ad aprirli un ragazzino paffuto, che
aveva sì e no quindici anni. Stava mangiando la cioccolata direttamente dal
barattolo, con un cucchiaio da insalata (a me ricorda qualcuno...vero
Kaori28?^^NdShizuru117). Capì immediatamente che volevano vedere il padre. Un
uomo sulla quarantacinquina scese le scale, mettendosi a posto la giacca.
"Ragazzi, che ci fate qui? Tu soprattutto..." indicò
Orlando "...non dovresti essere a casa a preparti?"
"E' proprio per questo che siamo qui, Viggo." Annunciò
Elijah, con un tono serissimo.
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"Lo sapevo, non dovevamo sposarci...è finita..." Stava
avendo una crisi di nervi. Come aveva potuto essere così imprudente? Eppure lo
sapeva che il suo gatto era terribile, se lo doveva immaginare. Rimuginò un
po', finchè non ritrovò il modo di risollevarsi il morale. "Non è da me
parlare in questo modo! Caschi il mondo, ogi mi sposerò con il mio bel vestito
bianco." Prese in fretta le chiavi di casa ed uscì.
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"Dominic, tu sei completamente pazzo!" Urlò Billy.
"Hai qualche altra idea? Io, sinceramente, penso che questa
sia la più sensata di tutte!"
"Ti rendi conto che siamo davanti ad una gioielleria Damiani,
con poco più di mille dollari in due?! Questi qua, non appena ci vendono, ci
mandano fuori a calci nel sedere." In fondo, MOLTO in fondo, l'idea di Dom
non era stata così insensata. Se non puoi avere le fedi da Cartier...si prova
in un'altra gioielleria.
"Andiamo, smettila di fare il tragico!" lo portò dentro
a peso. Non appena varcò la porta, una commessa gli venne incontro.
"Ditemi signori, cosa desiderate?" Chiese, gentilmente.
"Abbiamo bisogno di due fedi...e alla svelta!"
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Ad un certo punto, Christy fu svegliata da un fastidiosissimo
clacson che non voleva smettere di suonare. Svegliò piano anche il suo
fidanzato e, avvicinandosi ai posti anteriori, cercò di sapere dall'autista
cosa fosse successo.
"Come mai ci sono tutte queste macchine incolonnate?"
Domandò, notando attorno a loro un nutrito gruppo di auto.
"Signorina...c'è un incidente più avanti. E' da più di
mezz'ora che siamo bloccati qui. Un camion ha ribaltato il suo contenuto in
strada, c'è un enorme casino."
"Tra quanto ne saremo fuori?" Era intervenuto Dave,
anche se era ancora un po' assonnato.
"Tra non meno di tre ore...se la fortuna ci da una
mano."
"TRE ORE? NOI DOBBIAMO ESSERE AD UN MATRIMONIO TRA UN'ORA E
MEZZO!"
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Già da qualche minuto Amina stava girando dentro ad un negozio di
vestiti da sposa, accompagnata da un'anziana signora. Aveva preso con sè più di
diecimila dollari, nella speranza di trovare qualcosa all'ultimo momento.
Doveva scegliere tra un tailleur a pantaloni e un elegante vestito, con il
bustino e la gonna liscia e lunga. Inutile dire che, la scelta era scontata.
"Allora prende questo qui? E' davvero un'ottima scelta, non
c'è che dire. I ricami di questo corpetto sono stati fatti tutti a mano,
utilizzando dei fili argentati che..."
"Senta, io avrei piuttosto fretta. Me lo dia subito, che lo
porto a casa."
"Come? Non vuole che lo portiamo in stireria? Sarà
sicuramente molto più bello e..."
"Ho detto che ho fretta!" Stava perdendo la pazienza. In
quel momento aveva bisogno di tutto tranne che chiacchierare con una vecchia.
"Allora, se aspetta un attimo, le illustro anche una bella condizione
di guanti."
"Allora non ha capito?!" Se fosse stata in un fumetto,
le sarebbe uscito del fumo dalle orecchie.
"Guardi questi qua, come sono belli."
"HO FRETTA!!!!! F-R-E-T-T-A!!!! Non me frega una ricca sega
dei suoi accessori!!!!!!! Senta, le lascio qui tutti i miei soldi, sono
diecimila dollari. Ci faccia quello che vuole, li metta via, se li intaschi, ci
si pulisca il culo....arrivederci!" Era sempre stata una tipa tranquilla
ed educata ma, quando la facevano incavolare, era meglio scappare via. Si era
portata via il vestito, senza averlo neanche provato. Aveva troppa fretta per
badare a quei particolari
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"Non vanno bene neanche queste qua?" Chiese Viggo,
tirando fuori l'ennesimo paio di scarpe.
"Non stiamo mica recitando l'ultimo dei mohicani!"
Sbottò Orlando, fissando con disgusto i mocassini che erano nelle mani
dell'uomo. "Devo sposarmi, non mi sembra così difficile da capire!"
"Ah, il matrimonio...cosa vuoi che sia. E' soltanto qualcosa
di materiale, senza alcun significato. Se voi siete fatti per stare insieme le
vostre anime posso vivere benissimo anche senza anelli al dito...tutti questi
concetti così futili che..."
"Vig, la lezione di filosofia ce la puoi fare dopo!"
Elijah era al colmo della disperazione.
"Ho capito, ho capito. " Frugò un altro po'
sull'armadio. "Queste?" Tirò fuori un bel paio di stivali da
motociclista.
"Non sono uno dei village people...e non devo cantare
YMCA!" (che, tralaltro, è una canzone fighissima!^^ NdShizuru117)
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"Queste qua sono le meno costose...e vengono tremila dollari.
Non abbiamo altro." La commessa, sfiatata, si era seduta sulla sedia.
"TREMILA DOLLARI??" Esclamò Dom "Siamo
fritti!"
"Mi scusi, signorina, accetta pagamenti con la carta di
credito 'shurui'? L'avevo presa un po' di tempo fa in giappone e..." Billy
provò a salvare la situazione, cercando di fare leva sul buon cuore delle
donne.
"Non lo so...dovrei chiedere a..."
"La prego! Se, entro un'ora, non portiamo questi due cosi in
chiesa, potrà venire al nostro funerale!"
"...e va bene. Su, mi dia quella carta, che la passo sul
registratore di cassa." Billy, sorprendendola, afferrò il cofanetto e
gettò i suoi soldi e la carta sul tavolo.
"Il codice è 25986, ci sono tremila sterline, le prenda pure
tutte. Se non si fida, prenda quel denaro contante come anticipo, ci faremo
risentire." Corse via in un istante, montando in macchina.
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"Dave, e adesso che facciamo?" Domandò Christy,
preoccupata.
"Non ne ho idea. Siamo a poco più di un quarto d'ora dalla
chiesa di St. Andrew ma, di questo passo, potrebbe essere più facile arrivare
al polo nord." Diede un mazzetto di soldi al tassista e, prendendo la
fidanzata per mano, uscì fuori, cominciando a correre.
"SEI IMPAZZITO? MA COSA VUOI FARE?"
"Non vedo altra soluzione se non quella di arrivarci a
piedi." La distanziò.
"Aspettami!!!!" Gli urlò lei, togliendosi le scarpe con
il tacco. "DAVEEE!!!"
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"Ascoltami Orlando, io non ho più niente da offrirti. Mi sono
rimaste soltanto le scarpe che ho indossato per il mio matrimonio..."
Il ragazzo stava cominciando a pensare al peggio quando,
fortunatamente, Viggo ne uscì fuori con un paio di scarpe nere, elegantissime.
Le prese al volo e se le misurò. Un po' grandi, ma si poteva fare lo stesso.
"Cosa fai, ti metterai queste?" Domandò l'uomo.
"Assolutamente sì. Adesso devo veramente andare." Uscì
fuori con Elijah al seguito. "Ci vediamo dopo."
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Ogni cosa, fortunatamente, sembrava essersi aggiustata. Orlando,
come ogni sposo che si rispetti, era arrivato con qualche minuto di anticipo,
aspettando la sua amata. Nel frattempo, era arrivato anche Christopher che,
sfortunatamente, era stato chiamato a fare un servizio fotografico su Dracula
proprio prima. subito dopo arrivarono anche Dominic e Billy, stranamente
affaticati (^^). Non appena arrivò Amy, la cerimonia potè cominciare. Come era
stato stabilito, Chris doveva accompagnare la ragazza all'altare, come
sostituto del padre.
"Ehi Chris..." Bisbigliò Amina, cercando comunque di
farsi sentire, visto che c'era la marcia nuziale.
"Cosa c'è?"
"Cosa hai fatto ai denti?"
"Oh, perbacco, mi ero dimenticato." Tolse due piccoli
canini posticci, a punta. I postumi del suo servizio fotografico.
Mentre la ragazza si stava avvicinando, notò che mancava qualcuno.
Stava per dire qualcosa quando sentì qualcuno dietro di lei, che stava
correndo. Erano Christy e David, arrivati per un rotto della cuffia. La donna
si rimise in fretta la scarpe e andò al suo posto, vicino a Dominic ed Elijah.
In definitiva, il matrimonio poteva sembrare davvero perfetto.
Solo coloro che erano stati coinvolti direttamente sapevano qual'era la
realtà...^^
FINE.