Camminavano
già da molti
giorni dirigendosi a Sud lungo le Montagne Nebbiose, quel giorno si
erano
fermati un po’ prima per riposarsi e mentre Sam preparava la
cena Boromir ne
aveva approfittato per dare ancora delle lezioni di scherma a Merry e
Pipino, i
due hobbit si erano dimostrati degli allievi diligenti e pieni di buona
volontà. Gli altri li guardarono divertiti,
perché spesso il duello si trasforma-
va in una allegra zuffa. Boromir aveva creato un forte legame con i due
hobbit
sembrava un padre che giocava con due figli discoli. Mentre stava
guardando
divertita la scena Arien vide Legolas allontanar- si da lì,
salire agilmente su
una roccia e guardare lontano con aria preoccupata, gli si
avvicinò e disse
“Legolas cosa c’è che non va’
?” Arien vide che si stava avvicinando una strana
nuvola nera.
“Che
cos’è ?” chiese Sam.
“Niente,
è solo una
nuvoletta” lo tranquillizzò Gimli.
“Si
muove velocemente” lo
contraddisse Boromir alzandosi “e controvento.”
“I
Crebain di Dunland” gridò
Legolas.
“Presto
nascondetevi” ordinò
Aragorn.
Subito
tutti si nascosero
sotto le rocce o sotto i cespugli.
Arien
si trovò nello stesso
nascondiglio di Boromir, Merry e Pipino. L’uomo di Gondor
allungò la mano e
strinse la sua per farle coraggio e poi le sorrise, era il primo
contatto che
aveva con lui da quella sera, anche Arien gli sorrise leggermente.
Un
intero stormo di uccelli
neri volteggiò sopra di loro e poi si diressero verso Sud.
“Spie
di Saruman” disse
Gandalf uscendo dal suo nascondiglio. “Il passaggio a Sud
è sorvegliato
Dobbiamo prendere il passo di Caradhas.”
Arien
non aveva mai visto la
neve e aveva sempre sognato di salire su una montagna per poterla
vedere e
toccare ma adesso si pentiva di quel desiderio, camminava a fatica in
quella
distesa bianca, era stanca e sentiva molto freddo. Vide davanti a se
Frodo
scivolare e rotolare giù per la china, voleva precipitarsi
dietro a lui per
aiutarlo ma le gambe non gli rispondevano. Per fortuna fu Aragorn, che
si
trovava alla fine della fila, a fermarlo e a tirarlo su in piedi, Frodo
si
spolverò i vestiti dalla neve e la sua mano andò
al collo a cercare l’anello ma
non lo trovò, vide che era a qualche passo di distanza. Fu
Boromir a
raggiungerlo e a raccoglierlo e invece di restituirlo a Frodo lo
fissava
incantato.
“Boromir”
lo chiamò Aragorn.
Ma
l’uomo di Gondor sembrava
rapito e mormorò con lo sguardo fisso sull’anello
“Che strano dover provare
tanti timori e dubbi per una cosa così piccola….
un oggettino.”
Arien
aveva paura che Boromir
fosse stato irretito dall’anello e lentamente si
avvicinò a lui, vide una
strana luce nei suoi occhi che non gli piaceva affatto, poi stava
allungando
anche l’altra mano verso l’anello. Arien gli mise
una mano sul braccio glielo
strinse leggermente poi gli parlò
sommessamente cercando di svegliarlo da quel torpore.
Piano piano vide
che Boromir si stava riprendendo allora Arien si girò verso
Aragorn e annuendo
leggermente si allontanò dall’uomo di Gondor.
“Boromir”
ripeté Aragorn con
più autorità. L’uomo sembrò
svegliarsi di colpo come da un lungo sonno, e
Aragorn continuò “da l’anello a
Frodo.”
Boromir
camminò verso Aragorn
e Frodo e disse “come vuoi.” e porse
l’anello all’hobbit e poi alzando le
spalle continuò “non mi interessa.” I
due uomini si guardarono a lungo prima
che Boromir si girasse e ricominciasse a salire. Arien fece un gran
sospiro,
contenta che tutto si fosse risolto al meglio e ricominciò a
salire, sollevando
la testa incontrò lo sguardo di Gandalf che annuì
e le sorrise soddisfatto del
suo operato.
Improvvisamente
la neve
iniziò a scendere fitta e il vento si era fatto
più forte, la Compagnia si
faceva strada a fatica in mezzo alla neve alta, solo Legolas camminava
sullo
strato di neve con l’agilità tipica degli elfi e
indicava loro la strada da
seguire.
Ad
un certo punto l’elfo si
fermò in ascolto e poi disse
“c’è una strana voce
nell’aria.”
Si
sentiva infatti una voce
echeggiare nel vento. “E’ Saruman”
gridò Gandalf e dei massi di roccia e
ghiaccio si staccarono dalla cima della montagna mancandoli di
pochissimo.
“Vuole
buttare giù la
montagna” disse Aragorn. “Dobbiamo tornare
indietro”
“No!”
replicò lo stregone e
si preparò a lanciare un contro incantesimo.
Arien
aveva riconosciuto
subito la voce dello Stregone bianco e conosceva anche
l’incantesimo che stava
usando, si girò e vide le faccette impaurite e intirizzite
dal freddo degli
hobbit sentì dentro di sé che poteva e doveva
aiutare Gandalf, fece un passo
avanti mettendosi accanto allo stregone e con gli occhi chiusi
concentrandosi
iniziò a ripetere lo stesso contro incantesimo.
Sentì piano piano intorno a lei
il vento calmarsi poi all'improvviso qualcosa la prese e la spinse
contro la
roccia, aprì gli occhi e vide Legolas che la teneva stretta
a sé, il suo corpo
era caldo e per un momento Arien rimase stretta contro di lui, poi
mormorò
“Legolas cosa c’è ?”
Seguì lo sguardo dell’elfo e vide una stalattite
di
ghiaccio infissa nella roccia accanto a lei. Il suo significato la
colpi come
un pugno nello stomaco: Saruman aveva tentato di ucciderla e Legolas
l’aveva
salvata. Sentì la voce dell’elfo
all’orecchio che le sussurrava “te
l’avevo
detto meleth nin, ti proteggerò io da qualunque
pericolo.” Prima che la ragazza
potesse rispondergli una valanga precipitò su di loro
seppellendoli per qualche
secondo.
“Dobbiamo
abbandonare la
montagna!” gridò Boromir quando riuscì
a uscire dal cumulo di neve. “Andiamo verso
la breccia di Rohan! Prendete la via a ovest per la mia
città!”
“La
breccia di Rohan ci porta
troppo vicini ad Isengard” replicò Aragorn.
“Se
non possiamo passare
sopra le montagne, passiamoci sotto, attraversiamo le miniere di
Moria”
intervenne Gimli.
Alla
menzione delle miniere
di Moria, Gandalf sentì un brivido scorrergli lungo la spina
dorsale e guardò
male il nano solo per averlo accennato.
Arien
sapeva perché Gandalf
aveva delle remore a passare attraverso le miniere, ma se lo stregone
non
parlava neanche lei lo avrebbe fatto. Invece Gandalf si girò
verso Frodo e
disse “Colui che porta l’anello decida !”
Frodo
sollevò il visetto
livido dal freddo e disse risoluto “Attraverseremo le
miniere.”
Nella
sua torre Saruman stava
ripensando a quello che era appena successo, non poteva crederci, Arien
si era
messa contro di lui. Ma aveva raggiunto ugualmente il suo obiettivo la
compagnia si stava dirigendo verso Moria e lì qualcuno
o… qualcosa si sarebbe
occupato di loro.
Mentre
camminavano lungo il
sentiero che portava a Moria Gandalf si girò verso Frodo che
lo seguiva e disse
“Vieni Frodo, vieni ad aiutarmi.”
Quando
l’hobbit si fu
avvicinato Gandalf gli mormorò “Come ti senti,
come va la spalla ?”
“Bene,
meglio di prima”
“E
l’anello, senti crescere
il suo potere, non è vero ? L’ho sentito
anch’io. Devi stare attento, il male
verrà dal di fuori della compagnia e temo anche
dall’interno.”
“Di
chi mi posso fidare,
allora!”
“Puoi
fidarti di Arien, lei
ha già superato la prova” poi scuotendo la testa
continuò ” ma ho paura che
andando avanti il potere dell’anello sarà troppo
anche per lei. No, fidati solo
di te stesso, delle tue forze.”
Furono
interrotti dalla voce
stupefatta di Gimli che mormorava “Le mura… di
Moria” davanti a loro si ergeva
un muro lunghissimo e altissimo.