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Autore: ReganReyenPrice    29/04/2012    9 recensioni
“Ti va un gelato Nessie?” chiedo mentre la guardo attorcigliarsi i capelli color rame, come i miei.
Lei mi guarda con quegli occhi così simili a quelli di Bella.
Mi si stringe il cuore in questo momento, mia figlia sembra proprio sua madre.
“Lei odiava che mi chiamassero così, quindi non farlo.”
“Lei voleva che il tuo nome fosse semplice, così che una piccola parte della tua vita potesse risultare più semplice a sua volta” rispondo mentre lei abbassava lo sguardo con gli occhi lucidi.
“Gelato hai detto?” chiede sorridendo.
“Si, allora ti va?” domando di nuovo.
“Ok” dice sfoderando un sorriso stupendo che vorrei incorniciare in un ritratto.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Renesmee Cullen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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per Anna

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un sorriso

 

 

 

Ti amerò sempre

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La guardo.

 

Ha gli occhi rossi e piange.

 

Piange perché sua madre non c’è, piange perché pensa che avrebbe potuto fare di più per salvarla.

 

Ma non è così.

 

Lei è stata la persona più importante nella vita di Isabella, è stata un punto di svolta.

 

L’ha sempre aiutata. 

 

Quando aveva i conati di vomito Renesmee era lì, quando per la chemio non riusciva ad alzarsi dal letto, perché aveva prosciugato le sue forze, lei era pronta a prenderla, a sostenerla.

 

Renesmee è la bambina di Isabella, la sua stella, la sua luce.

 

Ma ora Isabella non c’era più.

 

Ora avrei dovuto occuparmi io di Nessie.

 

Chissà quante cose più dolorose di questo avremmo dovuto sopportare.

 

Ogni notte, ogni dannata notte Nessie piangeva abbracciando la camicia preferita di  Isabella perché solo poter sentire il suo profumo ci ricordava i momenti vissuti con lei.

 

Bello o brutto che fosse ogni ricordo era prezioso.

 

Non avrei mai voluto che mia figlia, una ragazza di quindici anni, dovesse sopportare questo.

 

Consumata dal cancro, Bella, era morta il tredici maggio.

 

Quella mattina avevo provato di tutto per svegliarla.

 

Ricordo che la sera prima ero tornato a casa con il sorriso sulle labbra, mia moglie sembrava stare meglio; aveva ripreso colorito e le sue guance sembravano meno scarne.

 

Ci eravamo fissati per istanti interminabili.

 

Anche senza i suoi lunghi capelli lei era bellissima. 

 

I suoi occhi erano rimasti gli stessi, grandi, lucenti e curiosi, quelle sfere nere mi guardavano con sguardo malizioso mentre mi mettevo la giacca per andarmene.

 

Non avrei mai voluto lasciarla quella sera, non avrei dovuto farlo.

 

Andarmene e farle affrontare la morte da sola.

 

No, non dovevo farlo.

Mi avvicinai alla porta per uscire dalla sua stanza d’ospedale quando lei mi chiamò con voce rilassata.

 

“Edward”

 

Mi voltai verso di lei e le feci un sorriso, così, naturale.

 

Come se non pensassi che non avrei mai più potuto sentire di nuovo quella voce.

 

“Isabella?”

 

Lei rise spostando lo sguardo verso le sue mani appoggiate al ventre.

 

“Sai che odio quel nome.”

 

“Lo so” dissi dopo qualche secondo di pausa dove mi ero perso nei suoi splendidi occhi.

 

Lei aprì la bocca e mi fissò.

 

“Resta qui, ti prego, solo stasera” mi implorò.

 

Mi avvicinai al suo letto con uno sguardo pieno d’amore e mi sedetti su una delle sedie lì affianco.

 

La luce del sole proveniente dalla finestra le illuminava gli occhi rendendoli più lucenti.

 

“Non posso, andremmo contro le regole dell’ospedale, ricordi? Più nessuno dopo le quattro” dire quelle parole mi faceva soffrire.

 

Sarei stato con lei per l’eternità se avessi potuto.

 

“Che si fottano le regole” disse facendo poi un colpo di tosse.

 

“Lo farei ma non posso” risposi.

 

Il suo sguardo divenne malinconico.

 

“Ehi! Torno domani e con me ci sarà Nes... Renesmee... non ti piace nemmeno il suo soprannome lo so, scusa.”

 

“Che si fotta pure il nome Renesmee! Nessie è più... cool?” emise un sospiro “Adoro il suo nome quanto amo nostra figlia ma... se dovessi decidere adesso penso che sceglierei un nome più semplice. La vita è tanto complicata, Edward. Vorrei che avesse una vita più facile.”

 

Le scesero un paio di lacrime sulle guance che io prontamente asciugai con il palmo della mano.

 

“Sei una madre fantastica è per questo che tua figlia vorrebbe marinare la scuola, non fare i compiti e tutto il resto solo per venire qui a stare con te. Tu sei perfetta”

 

“Nessuno è perfetto” disse.

 

“Ma tu sì”

 

Isabella mi prese una mano e la strinse forte.

 

“Grazie” 

 

Sorrisi e poi la baciai.

 

“Mi mancherai quando morirò” disse spezzandomi il cuore.

 

“Tu non andrai da nessuna parte. Mi hai capito?”

 

La costrinsi ad annuire e poi mi alzai dalla sedia pronto ad andarmene perché pensavo che l’avrei rivista la mattina successiva.

 

“Un' ultima cosa”

 

Bella si voltò sentendo la mia voce.

 

“Ti amo” dissi amorevolmente.

 

“Stranamente ti amo anch’io” rispose.

 

Aveva gli occhi stanchi, lei stessa sembrava stanca, sembrava non potercela fare più, sembrava che... volesse lasciarsi andare.

 

Dopo averla salutata cercai di apparire allegro e rilassato mentre uscivo dalla stanza lasciandola riposare.

 

Quella fu l’ultima volta che potei stare con lei ancora viva e tenerle la mano.

 

Sarei dovuto rimanere in quella stanza quella sera.

 

Adesso non mi sarebbe importato delle regole.

 

Le avrei ignorate e se ne avesse avuto le forze avrei fatto l’amore con lei, l’amavo e non avrei dovuto andarmene.

 

 

 

 

 

Siamo nel cimitero e Nessie piange.

 

Mia figlia piange sulla tomba di sua madre.

 

Non dovrebbe farlo.

 

Continuo a pensare che a quindici anni nessuno dovrebbe piangere su una tomba.

 

Ma lei lo fa, è spontaneo farlo.

 

“Mi manchi mamma. Non ho mai pregato, non so come si faccia, ma ho iniziato a farlo. Perché qualsiasi cosa esista al di fuori della vita voglio che tu abbia il meglio.”

 

Renesmee si alza dalla tomba e accarezza la foto di Isabella. 

 

“Vuoi dirle qualcosa?” mi chiede senza guardarmi.

 

Io le metto un braccio intorno alle spalle e l’attraggo a me.

 

“No, ora andiamo.”

 

Vorrei stare qui ma so che fa soffrire molto mia figlia guardarmi mentre parlo con la sua mamma.

 

Usciamo dal cimitero tristi e saliamo in macchina, la mia adorata Volvo, dove avevo trascorso molti bei momenti con mia moglie.

 

“Ti va un gelato Nessie?” chiedo mentre la guardo attorcigliarsi i capelli color rame, come i miei.

 

Lei mi guarda con quegli occhi così simili a quelli di Bella.

 

Mi si stringe il cuore in questo momento, mia figlia sembra proprio sua madre.

 

“Lei odiava che mi chiamassero così, quindi non farlo.”

 

“Lei voleva che il tuo nome fosse semplice, così che una piccola parte della tua vita potesse risultare più semplice a sua volta” rispondo mentre lei abbassa lo sguardo con gli occhi lucidi.

 

“Gelato hai detto?” chiede sorridendo.

 

“Si, allora ti va?” domando di nuovo.

 

“Ok” dice sfoderando un sorriso stupendo che vorrei incorniciare in un ritratto.

 

Guardo la strada libera e penso che Isabella rimarrà con me per sempre, con il cuore e l’anima lei è dentro di me e mi basterà guardare mia figlia per realizzare che Bella non se ne andrà mai, lei mi aveva lasciato qualcosa in cui ricordarla tutti i giorni.

 

Il sorriso di Nessie.

 

 

 

Un semplice Sorriso

 

 

 

 

 

+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

 

Angolo Autrice

 

 

Questa è la mia prima fan fiction, sono emozionata!

Vi prego non siate crudeli se vorrete lasciarmi un qualsiasi tipo di recensione, grazie :)

So che questa ff è triste ma la dedico ad Anna, mia nonna, che ha dovuto affrontare il cancro.

Purtroppo non ce l'ha fatta.

Ovunque tu sia ora so che starai meglio.

baci!

 

 

 

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