YO WOMAN.
Una fragola per ringraziarti
L non piange di quei pianti che consumano la faccia e gli occhi, non ride di quelle risate che aprono il cuore a chi le sente. È un dato di fatto; il suo acume, la sua furbizia e in generale gli ingranaggi del suo cervello hanno occupato la parte relativa all’estremismo emotivo a cui tutti prima o poi si abbandonano.
Light appunta questo nel suo quaderno, e annuisce fra sé, fiero della sua impareggiabile analisi – un’approfondimento delle considerazioni di tutti i conoscenti di L.
Non ha una vita definibile tale e allora sfoga la sua frustrazione su tutto il resto, sul crimine e le baggianate che gli girano attorno nel suo micro mondo e che vuole spaziare nell’intero pianeta.
Light sottolinea tre volte con la matita gialla questo periodo, perché anche se sembra soggetto alle divergenze di inimicizia mortale tra lui e Riuzaki è una frase assolutamente sensata.
L è matto.
Questa però la ricalca in rosso.
L è in solitudine, appollaiato su un gradino di un giardino pubblico. È nascosto sotto un giubbotto pesante, un cappello alla moda e degli occhiali massicci, oltre che dalla foga della frettolosa folla giapponese. L vede Light Yagami passare sul marciapiede di fronte a lui, discostandosi dalla massa con passo strascicato, scrivendo con vago disappunto su un’agenda scura con diversi evidenziatori colorati.
Kyra dovrebbe stare più attento al suo block notes del crimine, riflette L, e non sorride nemmeno quando un bambinetto gli ruba per gioco il libriccino. Qualsiasi persona lo guardi può sentire però il suono della sua risata che apre il cuore – non lo sente nessuno, ovviamente.
L, con la stessa espressione indecifrabile, è colpito da quella consapevolezza.
E da tante altre consapevolezze che si susseguono a questa, che prima non c’erano.
Socchiude le palpebre e su quella scalinata piange il suo primo pianto che gli consuma gli occhi e la faccia.
“Hai gli occhi un po’ scavati,” avrebbe commentato poi affabile Light quando si sarebbero visti.
“Una fragola per ringraziarti della tua considerazione,” avrebbe risposto L.