Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Curly_Carrots    29/04/2012    2 recensioni
"Io sono innamorato di te!" esclamò, prendendomi il viso tra le mani.
Sospirai "E io no!?!"
"Allora qual'è il problema!?!" cominciò a disegnare dei cerchi con il pollice sulle mie guance, cancellando i residui di mascara e lacrime.
"Come fai a non arrivarci..." abbassai lo sguardo "Tu vieni da un altro pianeta e presto te ne tornerai nello spazio o chissà dove e... e io!?!"
"Beh, ma gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, no?" tentò di sdrammatizzare, ma ricevette un cazzotto "Non importa quanti anni luce ci hanno diviso fino ad oggi, perché ora che ti ho trovata, puoi star certa che non ti lascerò mai."
Alzai di nuovo lo sguardo, incontrando il suo magnetico.
Sorridemmo inconsciamente nello stesso istante.
Si avvicinò, tagliando la distanza minima tra di noi con un bacio.
Uno di quei magici, spaziali e terribilmente romantici baci che avevo imparato a conoscere con lui.
Non avevo mai visto una stella da vicino a differenza sua, ma in quel momento ero assolutamente certa che nessuna sarebbe mai stata in grado di brillare come il suo sorriso o il nostro amore...
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1 – Huston: I think we have a problem!

Erano le 19:03.
Fino a quel momento, era stato un normalissimo pomeriggio al femminile e ci stavamo preparando per un pigiama party con i fiocchi.
Avevamo acceso la radio e stavano trasmettendo una delle nostre canzoni preferite.
Approfittando del fatto che eravamo sole in case, alzammo il volume al massimo.
Salimmo sul mio letto, improvvisando un concerto in pigiama –pantaloncini e magliettona-.
Bzz... Pss... Czzz...
La musica si affievolì, seguita da una serie di rumori disturbati.
Sbuffando, scesi dal letto, dandomi una sistemata ai capelli rossi –scossi dalla mia immedesimazione da rock star- e cercai un’altra stazione radio.
“Si è rotta!” diedi un cazzotto, senza successo.
“Fa vedere...” mi raggiunse Juls.
Ci bloccammo entrambe, quando la luce si spense per un paio di secondi.
“Non hai paura del buio, vero?” domandò, retorica “Perché qualcosa mi dice che sta...”
Non finì la frase che la luce se ne andò del tutto.
“Prendo la torcia nello sgabuzzino.” Proposi.
Mossi un passo, ma la terra –e la moquette verde acqua- sotto i nostri piedi tremò.
Afferrai la mano della mia amica, istintivamente e lei la strinse mentre il terreno si stabilizzava.
“Forse è meglio uscire.” Suggerii, afferrando il cellulare sulla scrivania.
Aprii la porta della mia camera, ma una nuova avvertimmo una nuova scossa con un suono assordante.
E questa volta era più forte.
Questa volta era più lunga.
Questa volta sì che c’era da farsela nei pantaloni!
“Passiamo dalla finestra!” trascinai Juls con me, aprendo la finestra affianco al letto.
Ormai non era più un problema, anzi, il passaggio attraverso i gradini del muro era diventata una seconda porta d’entrata. O di fuga...
Avete presente uno spettacolo pirotecnico?
Si inizia sempre con uno di quei fuocherelli, poi arrivano quelli più belli e poi alla fine... c’è quello con il botto!
Ecco, solo che stavolta il botto era reale e ci fece cadere per terra.
“Tutto ok?” Juls mise la mano sulla mia spalla.
Annuii, strabuzzando gli occhi per abituarmi alla luce.
Oh mio Dio! Vedevo la luce!
No, ero troppo giovane per morire e Jake non mi aveva ancora baciata!
L’urlo della mia migliore amica mi riportò alla realtà, facendomi scoprire di essere ancora viva.
Non. E’. Possibile!
Davanti a noi c’era un ‘coso’ enorme e illuminava l’intero giardino posteriore.
“Non può essere...” riuscii a dire.
Non avevo mai visto un UFO, ma quello mi dava tanto l’idea di esserlo...
Mi pizzicai il braccio, finché non comparve un segno rosso.
Mi stropicciai gli occhi.
Niente.
Continuavo a vedere quella che sembrava essere proprio una navicella spaziale.
Nel mio giardino!
“Pensi che ci sia qualcuno dentro?” Juls mi strattonò il braccio.
Quasi che qualcuno l’avesse sentita, con una nuvola di fumo, si abbassò un portellone d’acciaio.
Dall’interno arrivò una forte luce.
Ci coprimmo entrambe gli occhi con la mano, intravedendo due figure.
Sembravano umane!
Tirai un sospiro di sollievo.
“Forse la NASA ha sbagliato coordinate!” sussurrai, speranzosa “Magari non stiamo per essere invasi!”
“Allora possiamo avvicinarci.” Propose Juls.
Scossi la testa, appiattendomi con la schiena contro il muro.
Cominciai a contare i secondi da quando lo sguardo di uno dei due astronauti ci aveva individuato, avvicinandosi con il compagno.
Alzò la mano, salutando.
“Parliamo inglese?” sussurrò Juls. Annuii e lei mi diede una gomitata “Fallo tu allora, io sono ancora un po’ scossa.”
Mi voltai, alzando un sopracciglio e commentando sottovoce “Certo perché invece a me capitano cose del genere tutti i giorni!”
Presi un respiro profondo, mentre i due si fermavano davanti a noi, con un casco a coprirgli il volto.
“C... ciao.” mi battei la mano sulla fronte.
“In inglese!” mi riprese la bionda.
“Scusa, ho sbagliato!” mi difesi.
“Ciao!” rispose quello più alto.
Diedi una spinta con la spalla alla mia amica “Lo vedi? Te l’avevo detto...”
Rise, scuotendo la testa.
I nostri due interlocutori si sfilarono il casco, rivelando i loro visi e tenendolo sotto al braccio.
Uno era riccio e, per qualche irritante ragione, continuava a fissarmi i capelli.
L’altro era castano e sembrava stesse cercando qualcosa da dire, di fronte a Juls “Dove siamo?”
“Roma, Italia.” Rispose lei.
“Terra?” chiese conferma il riccio.
Io e Juls annuimmo insieme.
“Voi siete... terrestri?” il compagno ci indicò.
Incrociai le braccia “Ti sembriamo marziani?”
“Sto parlando seriamente!” mi riprese “Siete terrestri?”
Annuimmo di nuovo, sempre più confuse.
Il ragazzo si girò, cominciando a parlare con l’altro in una lingua stranissima e sconosciuta.
“Sarà cinese?” suggerì sottovoce Juls.
Si voltarono entrambi, raggiungendo la navicella.
“Aspettate!” li richiamò la mia amica “E voi cosa siete?”
“Veniamo da Rox 77.” Rispose tranquillo il riccio, smettendo di discutere con il suo amico.
Deglutii a fatica “A parte il fatto che sembra il nome di una discoteca... Che cacchio sarebbe questo Rox?”
“Rox 77 è un pianeta al di fuori della vostra galassia.” Rise, estraendo dalla tasca quello che sembrava un normalissimo GPS.
Confondendoci ancora di più, premette qualche tasto, facendo apparire un ologramma dell’Universo.
“Questa è la Terra, dove ci troviamo.” Indicò “E questo è il nostro pianeta.” Fece vorticare il planisfero, fino a mostrarci una sfera rossastra che, stando a quanto dicevano, era la loro casa.
Resistetti alla tentazione di svenire “E come faccio a sapere che non mi state prendendo per il culo?”
Il ragazzo castano alzò le spalle “Fai un conto di quanti sul vostro pianeta si presentano con una Galaxy DVR nel tuo giardino.”
“Una che?” storsi il naso.
“Credo che stia parlando dell’UFO.” Indicò Juls “In effetti è piuttosto convincente.”
Sentii il rumore familiare dell’auto dei miei che entrava nel vialetto.
“A proposito, è stato un piacere conoscervi ma dovete andarvene!” cominciò a prendermi l’ansia.
Non che fino a quel momento fossi stata molto calma...
“Non possiamo.” Rimasero immobili “Siamo stati risucchiati da un vortice spaziale che ci ha dirottati qui. L’astronave si è distrutta con l’impatto.”
“State scherzando!” misi le mani tra i capelli mentre sentivo il rumore della chiusura della Range Rover “Quindi quel coso deve rimanere nel mio giardino!?!”
“Roxy! Juls!” mia madre era entrata in casa e ci stava cercando.
“Dovete andarvene subito!” il panico si era impossessato anche di Juls.
“Calma!” il riccio posò le mani sulle mie spalle, guardandomi con gli occhi più verdi che avessi mai visto e che riuscirono ad avere un effetto calmante su di me.
Intanto il suo amico estrasse dalla tasca dei pantaloni quello che somigliava ad un telecomando.
Premette un tasto e l’astronave, con un sonoro Puff, scomparve.
Noi terrestri tirammo un sospiro di sollievo, prima che sentissimo arrivare qualcuno.
A Juls venne un colpo di genio “La casa sull’albero!”
Li accompagnammo fino alle scalette sulla corteccia “Aspettateci lassù!”
“Ragazze!” ci chiamò papà “Che state facendo? Abbiamo portato la pizza.”
“Grazie ma... noi mangiamo su!” sorrisi, dando un bacio sulla guancia a mio padre, superandolo per sbrigarci a raggiungere la cucina.
Tornammo dai due extraterrestri con i cartoni fumanti in mano “Ecco la pizza!”
Entrambi ci guardarono confusi “Cosa!?!”

Ciaooo popolo di marziani!

Questa è una storia scritta a quattro mani: siamo JulieLondonTommo ed AngelWithoutWings.
Speriamo davvero che vi si piaciuto il primo capitolo e magari vi andrà di leggere i prossimi; non vi preoccupate se vi va di lasciare una recensione, non ci offendiamo! xDDD


 
Juls & Roxy <3

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Curly_Carrots