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Autore: LuluXI    29/04/2012    4 recensioni
Disclaimer: personaggi di Masami Kurumada (con delle eccezioni)
Il Saint del Cancro si è sempre portato appresso dolore e distruzione, tanto da meritarsi il nome di Death Mask, la maschera della morte. In lui di buono, forse, non c'è niente. Potrebbe dunque, diventare padre?
Un'idea talmente illogica da poter apparire addirittura plausibile.
Come si sarebbe comportato Death Mak se avesse avuto un erede?
E, soprattutto, cosa sarebbe cambiato nella sua storia?
(OOC per sicurezza, non si sa mai. Rating Arancione, per lo stesso motivo)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cancer DeathMask, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Una figlia per la morte'
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Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell 'oscura morte al passo andare.
(Branduardi – Ballo in Fa diesis minore)

 
 
Death Mask, nervoso come mai prima, continuava a camminare avanti e indietro nelle sue stanze private. Solo il giorno prima era stato costretto a ritirarsi dalla battaglia a causa dell’intervento del Gold Saint dell’Ariete, che poi aveva ripreso il suo posto all’interno del Primo Tempio.
Di ritorno dalla missione, parlando con Shura ed Aphrodite, aveva scoperto che molto probabilmente i Bronze Saint sarebbero arrivati al Santuario in giornata.
 
“Papà?”
Rimase silenzioso a quel richiamo.
“Papà che cosa sta succedendo? Perché non c’è nessuno nell’arena?”
“Perché stiamo aspettando un attacco, Aletto.”
“Un attacco?”
La voce di Serena lo fece voltare verso di lei: rimase ad osservarla a lungo e si concesse un istante per ripensare a Sara. “Si, un attacco: e vi consiglio di rimanere nascoste per un bel po’: se quei due idioti che ci sono alla prima e alla seconda casa fanno passare quei mocciosi, arriveranno fino a qui. Ed io non ho intenzione di stare qui a parare il fondoschiena a voi, sono stato chiaro?”
 
“Io voglio combattere!”
A quell’affermazione della bambina, Serena spalancò gli occhi e dovette appoggiarsi alla porta per non cadere.
“Non se ne parla” rispose lui con voce decisa “Te rimani qui con Serena.”
“Ma…”
“NIENTE MA! E’ un ordine!”
“Ma io sono forte…”
“NON MI INTERESSA!”
L’espressione afflitta di Aletto fu come una pugnalata.
“Perché papà? Non sono abbastanza forte?” domandò Aletto piangendo.
“Come faccio a spiegarle che probabilmente non lo è?” Si domandava, osservandola mentre piangeva. Non aveva paura dei Bronze Saint, eppure c’era qualcosa che gli diceva di stare in guardia: ricordava bene le parole dell’anima di Stefano.
Gli aveva parlato di tradimento, perdita dell’armatura e di morte, ma tutto ciò non lo preoccupava più di tanto: era stata l’ultima parte della profezia a sconvolgerlo, perché Stefano gli aveva detto che avrebbe perso la bambina.
 
“Serena vai nella stanza di Aletto: è la più lontana dal campo di battaglia. Resta lì finché il pericolo non è passato.”
“E la bambina?”
“Vai. Lei arriverà.”
“Ma…”
“FAI QUELLO CHE TI HO DETTO E BASTA!”
L’urlo del Saint la convinse e la ragazza corse via.
“Aletto, vieni qui…” disse Death Mask, una volta rimato solo, inginocchiandosi. La bambina, seppur titubante, si avvicinò e quando gli fu accanto il Saint spalancò le braccia, stringendola in un abbraccio.
“Aletto, promettimi che, qualsiasi cosa succeda, non interverrai nella battaglia.”
“Papà io…”
“Promettimelo Aletto…”
“Promesso.”
Per un po’ nessuno dei due disse niente.
“Perché non vuoi che io combatta papà?”
“Non voglio che tu ti faccia del male” disse Death Mask, scostandosi quanto bastava per guardarla negli occhi. Aletto lo fissava stupita: suo padre non si era mai comportato così.
“Papà?”
“Dimmi Aletto…”
“Ho paura…” disse, affondando il viso nella sua spalla “Non voglio che ti facciano del male!” urlò, mentre piangeva.
“Shhh” disse lui, accarezzandole i capelli “Sono forte Aletto: non mi succederà niente.” Provò a rassicurarla: nonostante la voce ferma, il suo viso tradiva la sua inquietudine.
 
“Promettimi che non morirai papà…”
“Certo che non morirò…”.
“O, quantomeno, ci proverò”
Rimasero abbracciati in silenzio: solo i singhiozzi di Aletto risuonavano nell’aria.
Poi Death Mask sentì chiaramente due cosmi, di cui uno conosciuto, che si avvicinavano alla sua casa. Affondò il viso nei capelli di sua figlia, come a volerne assaporare l’odore e poi sciolse l’abbraccio.
“Stanno arrivando: vai da Serena.” Disse, nuovamente impassibile, alzandosi in piedi.
“Papà io…”
“Muoviti Aletto: corri!” non aggiunse altro e lasciò la stanza; la bambina fece lo stesso e imboccò il corridoio, in direzione opposta.
A testa alta e con passo fiero Death Mask si avviò verso il suo Tempio: aveva gli occhi lucidi e una lacrima, pronta a cadere, sul bordo dell’occhio. Si impose di non pensare a sua figlia e con un rapido gesto scacciò la lacrima.
Sarebbe stato la Maschera della Morte ancora una volta: forse, davanti ad un nemico, sarebbe stato più facile anche per lui, mentire a se stesso.
“Metti da parte la tua famiglia Death Mask: ora devi combattere.”
 
“E’ un volto! Un volto umano!”
E mentre Seiya urlava Death Mask, con un ghigno stampato sul volto, fece la sua apparizione.
“Uh uh uh uh! Vi siete spaventati ragazzini?”
E mentre il Gold Saint del Cancro si preparava ad affrontare il nemico, un fuoco fatuo danzava vicino ad una colonna, come un silenzioso spettatore.
 

*~¤~°~¤~*~¤~°~¤~*~¤  ¤~*~¤~°~¤~*~¤~°~¤~*

 
Aletto continuava a camminare avanti e indietro per la stanza, nervosa.
Aveva sentito chiaramente due cosmi, oltre a quello di suo padre: poi, uno, aveva proseguito la sua scalata.
Poi anche l’altro era scomparso, per poi ricomparire, e sparire nuovamente insieme con quello di suo padre.
“Perché è andato nella Valle della morte?”
“Come faremo a capire quando è passato il peggio?” domandò in un sussurro Serena, visibilmente preoccupata. “Si, insomma, come faremo a capire qual è il momento adatto per uscire? E se poi ci troviamo davanti uno di loro?”
“Ma quanto parla?” pensò Aletto, sbuffando sonoramente “O sta sempre zitta o parla troppo: ma una via di mezzo no?”
“Io non voglio morire. Non voglio, non mi merito una fine così… Io…”
“Vuoi stare un po’ zitta?”
Sentendo la protesta della bambina, Serena trasalì e si rannicchiò in un angolo, stringendosi le gambe al petto.
“Scusami, è solo che…”
 
“Non ci troveranno: saranno troppo preoccupati ad andare a cercare il Sacerdote e non si fermeranno… Sempre che riescano a passare.” Disse la bambina, appoggiandosi alla parete. “E comunque stai zitta: se per puro caso decidessero di passare di qui prima di proseguire sentirebbero senza alcun dubbio le tue urla.”
Serena annuì appena e si strinse ancora di più le gambe.
“Tu non hai paura?”
“No” rispose con decisione, guardandola solo un istante, prima di tornare ad osservare la porta. “Non per me almeno”
 
Dalla porta, all’improvviso fece il suo ingresso un piccolo fuoco fatuo, che si avvicinò ad Aletto.
“Mamma!” urlò la bambina, scordandosi completamente di quanto aveva detto a Serena. Il piccolo fuocherello le si avvicinò e, dopo averla sfiorata, sparì.
Riapparve un attimo dopo, per poi scomparire ancora, e riapparire di nuovo.
“Cosa c’è?” domandò preoccupata Aletto , tenendo il palmo della mano destra aperto per accogliere il fuocherello. “E’ successo qualcosa a papà?”
In tutta risposta, il fuoco fatuo scomparve di nuovo, impiegando più tempo a ricomparire.
“Portami da lui mamma…”
 
Serena che aveva osservato la scena in silenzio, prese la parola.
“Spero che quel bastardo muoia.”
Aletto si voltò verso di lei e la fulminò con lo sguardo.
“Augurati che non succeda.” Rispose determinata e Serena si rannicchiò ancora di più contro la parete, perdendo quel briciolo di coraggio che aveva appena riacquistato.
Quando il fuoco fatuo scomparve di nuovo, Aletto alzò l’indice della mano destra, puntandoselo addosso.”
“Papà, perdonami…”
“Sekishiki Meikaiha!”
 
 
 
 
 
NOTE: Si, è passato un secolo dall’ultimo aggiornamento >.< Scusatemi tantissimo.
Come avrete notato, Seiya & Co. sono arrivati al Santuario e Death è sceso in campo: siamo ormai all’epilogo. Il prossimo capitolo sarà l’ultimo, vi preparo già da ora. Probabilmente è anche per questo che ogni volta che mi dicevo “Ok, ora aggiorno”, poi rileggevo il capitolo un’altra volta e mi dicevo “no, la prossima volta”, perché, effettivamente, un po’ mi dispiace che il prossimo capitolo sia l’ultimo. Tuttavia, mi frulla già in testa un seguito che metterò giù non appena avrò un po’ di tempo e sufficiente ispirazione. Per il resto, godetevi questi ultimi due capitoli. Ancora una volta, grazie a tutti voi che continuate a seguire la storia =)

   
 
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