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Autore: Yli_x    29/04/2012    1 recensioni
In un diario segreto on-line, Libby confida le sue sventure di sedicenne imbranata. Per fortuna lei ha due amici su cui può contare: la risoluta Keisha e il fido cugino Niall. Quando Liam Payn, che filtra con tutte le ragazze possibili e immaginabili ( e non sa che Libby è stracotta di lui) le chiede il piacere di impartirgli ripetizioni di chimica, tutto potrebbe cambiare ... [Tratto dal romanzo di Shana Norris]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Giovedì 27 Settembre, 14:01


 

Non esiste proprio che io torni a scuola. Non posso mostrare la mia faccia - per non parlare di quello che resta dei capelli - al liceo di Yeardley mai più.
Lo so,non è il modo migliore per cominciareun dario online. Secondo le istruzzioni fornite da questo sito di blog moooolto utili e per nieeeente da sfigati
- la cosa migliore sarebbe presentarsi (Libby Fawcett - non azzardatevi a chiamarmi Elizabeth) scrivendo quanti anni ho (quindici) e un sacco di altre cose
 su di me. Ma siccome su questo blog posso scrivere post privatissimi, che nessuno leggerà mai a parte me, perchè dovrei proccuparmi delle formalità?
E poi mi è un po' difficile pensare a tutte queste sciocchezze, ora che la mia vita è COMPLETAMENTE ROVINATA.
Stamattina sembrava andasse tuttocome al solito. Avevo l'alito di una che ha mangiato calzini per tutta la notte e, guardandomi
allo specchio, mi ero trovata un brufolo sul lobo dell'orecchio. Ho  cercato di coprirlo con uno strato di fondotinta, così vecchio che erano venute le crepe.
In questo modo, sembrava che avessi l'orecchio sporco, come se in doccia avessi avuto troppafretta per lavarli tutti e due. Allora ci ho messo sopra del
fard di tre anni fa, per vedere se ravvivava un po' il fondotinta.
Quando le ho fatto vedere l'orecchio, Keisha, la mia migliore amica, ha giurato che non si notava niente.
Niall (mio cugino) dice che vado in paranoia per niente e che mi preoccupo troppo per il mio aspetto, e noto cose che nessuno
vedrebbe se non facessi tanto chiasso. Ma dai, non scherziamo, a chi è mi venuto un brufolo SUL'ORECCHIO?!
Ad Agnel no di certo.
Dopo la prima ora di lezione è entrata in bagno, proprio mentre ero china sul lavandino a guardarmi quell'enorme eruzione sull'orecchio nello specchio sudicio.
<<Bleah>> ha esclamato, mentre si infilava in una delle toilette. << Se hai intenzione di scoppiartelo, Elizabeth, vedi di togliere quella schifezza dallo specchio prima di uscire >>.
Odio quando mi chiama Elizabeth, e lei lo sa benissimo. Angelina Rivera non perde mai occasione per tormentarmi.
Un giorno, in prima elementare, la maestra diede ad ogni bambino un quaderno per fare gli esercizi di matematica e Angel, mentre
nessuno guardava, buttò il mio nella spazzatura. Mi dissero che ero una ladra, e che mi portavo i quadermi a casa. Angel rimase
seduta al suobanco senza dire una parola,mentre io piangevo davanti a tutta la classe.
Da quel giorno, Angel è stata la mia peggior nemica. E so per certo che, dopo quello che è successo oggi, lei non mi darà mai pace. Mai.



Il segretissimo Blog di Libby 1

Uno



Alla quarta ora avevo chimica, con la mia migliore amica, Keisha Jones, e mio cugino, Niall Horan. E anche con Liam Payne, l'eterno oggetto del mio desiderio.
Quel giorno c'era laboratori, una noia mortale. Chimica era la materia in cui andavo peggio. Era passato solo un mese dall'inizio della scuola e stavo già rischiando grosso.
<< E ora, cosa dobbiamo aggiungere?>> chiese Keisha mentre accendeva la fiamma sotto al becco di Bunsen.
Distolsi lo sguardo da Liam, seduto in fondo alla classe insieme a Janet Li, che faceva coppia con lui per l'esercitazione. Lui stava giocando con la fiammela, passandoci sopra le dita.
<<Oh, ehm...>>Guardai un attimo il foglio delle istruzioni e poi mi rivolsi a Keisha. << A che punto siamo?>>
<<A che punto sono io, vorrai dire>> borbotto leistrappandomi il foglio di mano. <<Chi ha fatto tutto il lavoro, mentre tu sbavavi sul banco?>>
Ma che cavolo le prendeva? Come se io non avessi perso giornate intere a sentirla parlare delle sue cotte.
<< Non stavo sbavando. >> per essere sicura mi strofinai il mento e ripresi il foglio. << Ora lo finisco io >>.
Keisha si mise a ridere.
<< Scusa Libby, ma non ho proprio voglia di prendere un brutto voto solo perchè a te interessa più di Liam del becco di Bunsen. >>
<< Che ti prende? >> le chiesi.
<< Non mi prende niente >> rispose Keisha. << E' solo che voglio un buon voto e sarebbe carino avere una compagna che mi dà una mano >>.
Mi voltai verso la cattedra. << Nessun problema. Bastava dirlo. Cosa dobbiamo fare ora? >>
Provavo a concentrarmi sull'esercitazione, dico davvero. Mi serviva un buon voto in chimica per alzare la media. Ma dopo un po' mi ritrovai di nuovo a fissare il fondo della classe. Liam aveva messo delle pinze sulla fiammella e osservava come il metallo si anneriva. Janet lo guardava con disapprovazione. Liam trovava sempre modi così affascinanti per ammazzare il tempo, ma la sua compagna di esercitacione evidentemente non sapeva apprezzarli.
Liam sorrise a Angel rivera, seduta al banco vicino al suo insieme a Niall. Angel disse qualcosa che non riuscì a capire ma che fece molto ridere Liam. Anche lei rise e, facendo finta di niente, spostò la sedia per avvicinarsi a lui. Tutti gli altri ragazzi della classe guardavano Angel, probabilmente sperando di ottenere da lei le stesse attenzioni che aveva per Liam. Purtroppo, Angel era bellissima, con lunghi capelli neri lisci come seta e una pelle d'ambra.
I ragazzi del liceo di Yeardley erano tutti innamorati di lei e le scodinzolavano dietro come cagnolini, obedendo ad ogni suo ordine. Ma Angel aveva occhi solo per Liam.
Liam piaceva a quasi tutte le ragazze della scuola, ma non usciva mai con nessuna. Certo, era tutto filtrini e sorrisetti, perlomeno con le più carine.Ovviamente per lui era come se io non esistessi.
Proprio mentre questo pensiero mi attraversavalamente, Liam mi guardò.  E sorrise. Un attimo prima stava parlando con Angel, poi si girò, sempre sorridente e lanciò un occhiata  nella mia direzione. Per un attimo i nostri sguardi si incrociarono, poi io abbassai gli occhi: sentivo la faccia che bruciava.
Ero innamorata di Liam da quando, in terza media, a inglese, avevamo fatto unlavoro di gruppo insieme.
Dovevamo disegnare una scena tratta dalla Fattoria degli animali e Liam  disse che il mio maiale era molto " realistico". Un complimento idiota, lo so, ma da quel momento in poi il mio cuore fu solo per lui.
Ascoltavo appena Keisha, mentre leggeva le istruzioni per l'esperimento ad alta voce. Stavo immaginando come sarebbe stato baciare Liam, passargli le mani tra i capelli biondo cenere e farmi cullare tra le sue braccia. Potergli...
<<Libby!>> L'urlo di Keisha mandò in frantumi il mio sogno ad occhi aperti.
Prima che potessi aprire bocca e chiedergli che cosa avessi sbagliato questa volta, Keisha mi prese per le spalle e buttò a terra  me e lo sgabello di legno su cui ero appollaiata. Si mise a saltare come un demone impazzito, urlando e colpendomi in testa con il quaderno.
La professoressa Hoover si lancò dalla cattedra e in pratica mi soffocò con una coperta. Mi sembrava che centinaia di mani mi prendessero a schiaffi attraverso il tessuto. Mi divincolavo per terra, cercando di togliermi la corperta di dosso e di respingere i colpi.
<<Ehi!>> mi lamentai. << Quello era il mio naso!>> La prof sollevò la coperta e mi fece mettere a sedere. <<Stai bene?>> domandò.
C'era uno strano odore nell'aria. Mi fece ricordare quando una volta mi erano rimasti i capelli incastrati nel phon della mamma. Mimisi le mani sulla testa. Bastò che lo sfiorasi che un ciuffò di capelli bruciacchiati cadde in polvere.
Mi guardai i frammenti di capelli anneriti tra le dita con la bocca spalancata, mentre il miocervllo cercava di capire cos'era successo.
<< Ti sei avvicinata troppo alla fiamma >> mi disse Keisha.
Niall era in piedi dietro di lei, bianco in volto. <<Stai bene?>>
Mentre cercavo di coprirmi i capelli bruciati con le mani tutti i miei compagni mi fissavano.
Non ce la facevo a guardari, così tenevo lo sguardo fisso sulle punte delle mie scarpe da ginnastica blu.
<<Posso andare in portineria?>> chiesi.
<<Sei sicura di non esserti ustionata?>> mi chiese la Hoover con un tono dolce che non le avevo mai sentito. Fantastico, mi ero resa così ridicola che facevo pena perfino alle vecchie professoresse isteriche.
<<Sto bene>> risposi, mentre sentivo le lacrime che mi riempivano gli occhi.
Dovevo uscire da quella classe immediatamente.
Radunai i miei libri e presi lo zaino.
<<Vuoi che venga con te? >> domandà Keisha.
Scossi il capo. La Hoover mi scrisse l'autorizzazione per uscire dalla classe. Corsi fuori, ma prima che la porta si richiudesse sentii le risate alle mie spalle. Una volta arrivata in portineria, chiamai mia madre al lavoro.
<<ClinicaMcMillen>> disse una voce che non era la sua. Di solito era lei a rispondere.
<<Salve>> dissi, cercando di non farmi sentire troppo agitata. <<Posso parlarecon Maura Fawcett, per favore?>>
<<Mi dispiace, ma Maura è uscia un attimo. Vuole lasciare detto qualcosa?>>
Guardai l'orologio a muro:erano le undici e sedici. Che cosa faceva la mamma così presto via da lavoro?
Siccome mia madre rifiutava di coprarsi un cellulare non potevo chiamarla,  ovunque fosse stata.
<<Si,grazie>> dissi. <<Sono Libby, sua figlia. Le dica che deve venirmi a prendere subito. C'è stato un "incidente" a scuola>>.
Non mi resi conto di quanto poteva essere enigmatico un messaggio del genere finché mia madre, venti minuti dopo, non entrò come una furia in portineria. Aveva il fiatone e i suoi riccioli castani le stavano tutti ritti in testa, come una corona.
<<Dov'è mia figlia?>> farfugliò col fiato mozzo.
Quando mi vide, seduta vicino al muro, mi corse in contro e si buttò a terra.
<<Stai bene? Cos'è successo? Ti sei fatta male?>> mi toccavale spalle, le braccia, le gambe, cercando segni di ferite.
L'infermiera della scuola mi aveva già visitato e aveva stabilito che l'unica cosa che era bruciata erano i miei capelli. Aveva detto che ero stata fortunata. Si, come no.
Mi indicai la testa senza dire una parola. La mamma mi guardò, cercando di capire, poi spalancò gli occhi.
Metà dei miei capelli castani erano ancora lisci e lunghi fino alle spalle. L'altra metà era bruciata, i più lunghi mi arrivavano al mento, conle punte che formavano dei riccioli anneriti.
La mamma fece per toccare i resti anneriti dei miei capelli, poi si fermò con le dite ferme a pochi centimetri dal luogo del disastro.
<< Cos'è successo? >> in quel momento non mi andava di parlare di nulla, tantomeno del motivo per cui ero distratta durante l'esperimento.Così le dissi semplicemente. << Ho avuto un incidente con il becco di Bunsen.>> La mamma capiva quando non avevo  voglia di parlare, così non chiese ulteriori dettagli. Annui senza dire altro e scrisse una giustificazione per portarmi via da scuola.
Mi sdraiai sul sedile posteriore dell'auto, mentre mia madre si sedeva davnti e metteva in moto. Guardavo le cime degli alberi scorrere al di fuori del finestrino. Un tir ci rombò accanto mentre entravamo fermea uno stop. Tutto nel mondo era normale. Tutti gli altri erano normali. Io ero l'unico fenomeno da baraccone che si dava fuoco ai capelli.
<< Vuoi andare da Andrea per vedere se può darti un'aggiustatina?>> chiese mia madre.

<<Nessuno può aggiustarmi>> risposi. <<Sono venuta male. Riportami al negozio dove mi hai presa e scegliti un altra figlia meno imbranata. >>
<<Una figia meno imbranata non sarebbe la mia Libby>>.
Restai in silensio.
<<Libs, era una battuta>>.
Neanche mia madre riusciva a capire che non ero in vena di battute? E poi non sono mai stata brava a sopportare le prese in giro.
Arrivate al salone di bellezza, una donna anziana con capelli azzurrini alzò lo sguardo dalla sua rivista e ci squadrò. Tenni gli occhi bassi, ma sapevo che mi stava fissando i capelli.  Avrei voluto seppellirmi.
La mamma andò a chiedere se cera posto e io mi accasciai su una sedia vuota.
<<Ci ho messe in lista tutte e due>> disse mia madre sedendosi accanto a me. << Mi farò dare una scorciatina anch'io>>.
Presi un enorme catalogo di acconciature e lo tenni aperto davanti alla testa.
<<Non è cosìmale>> osservò mia madre.
<<Perdonami se non ti credo.>> risposi bruscamente.<< A te non è mai capitato di darti fuoco ai capelli davanti all'intera classe di chimica, mi pare. Angel non mi darà pace per il resto dei miei giorni. >>
<<Angel Rivera?>> domandò la mamma.
<<E chi sennò?>>
<<Sono sicura che non ti prenderà in giro...>> A quelle parole mi misi a ridere, un po' troppo forte. La donna coi capeelli azzurrini alzò lo sguardo e mi fissò. <<Tu non conosci Angel>> dissi abbassando la voce.
<<Sono certa che, se vi impegnate, riuscirete ad andare d'accordo>> rispose.
Perchè le mamme sono sempre convinte che tutti possano andare d'accordo, se si impegnano? Potrei anche impegnarmi ad andare d'accordo con un orso grizzly, ma con tutta probabilità mi mangerebbe lo stesso.
<<Non andrò mai d'acordo con Angel Ruvera>> dissi.
<<Dovresti essere gentile con lei>>.
<<Perchè?>>
La mamma non disse altro. Prese una rivista e iniziò a leggere un articolo su come preparare una perfetta pasta frolla. C'era qualosa che non andava. Non l'avevo mai vista tanto interessata alle torte.
Dopo un po', un ragazzo carino con i capelli lisci mori venne da noi. <<Libby Fawcett? >> chiese.
Posai il catalogo di acconciature che avevo usato per nascondermi e mi alzai. <<Sono io>> borbottai.
Il tipo, vedendo i miei capeli, spalancò gli occhi.
<<Cos'è successo?>> Mi mise una mano sulla spalla e mi portò verso la fila di lavandini lungo la parete.
<<Le lezioni di chimica sono molto pericolose.>> gli dissi.
Il ragazzo annuì mentre montavo sulla sedia di vinile nero. <<Oh, me lo ricordo bene. Io feci quasi saltare in aria il labboratorio.>>.
<<Non è vero>> dissi mentre cominviava a lavarmi i capelli.
Fece un sorrietto. <<Hai ragione. Cercavo solo di tirarti su il morale. Ci sono riuscito?>>
No, non ci era riuscito, ma mentiie dissi di si.
Chicchierò senza fermarsi un attimo mentre mi sistemava i capelli, facendo tutto il possibile per non farmi sembrare un mostro. Non poteva certo peggiorare le cose.
Vedevo ciuffi di capelli che cadevano sul pavimento, ma non avevo il coraggio di guardami allo specchio.
Mi sembrava fossero passate delle ore, quando il parrucchiere carino chiese <<Sei pronta per vedere la nuova Libby?>>.
Feci un respiro profondo. Girai la sedia e nello specchio vidi... Una sconosciuta.
Guardando meglio,mi accorsi che aveva i miei stessi lineamenti, ma i capelli... I capelli sulla testa di quella ragazza non erano più frisè nè bruciacchiati.
Erano lisci e lucenti, tagliati molto corti, ma con un che di arruffatoe una lunga frangia pettinata da una parte. Quella ragazza sembrava essere uscita direttamente da una rivista. Non potevo essere io.
<<Ti piace?>> il parrucchiere era inpiedi dietro di me e mi teneva le mani sulle spalle. Aveva un sorriso a trentadue denti, sembrava gli si aprisse in due la faccia.
Annuii, continuando a guardami allo specchio.
<<I ragzzi a scuola non si ricorderanno neppure dei tuoi capelli bruciati>> mi garantì, mentre mi aiutava a scendere dalla sedia. Mi abbracciò e mi rispedi in sala d'attesa.
La mamma, con i capelli leggermente più corti, mi aspettavanella con una rivista tra le mani.
Quando mi vide saltò sulla sedia.
<<Libby! Wow! Ma sei ... magnifica! >>
Piegai il capo, ma ora avevo i capelli troppo corti per nascondermi. Mi sentivo nuda ed esposta.
<<Ma guardati!>> continuò mia madre, pasandomi la mano tra i capelli. <<Questo taglio ti sta benissimo. Non li avevi mai avuti così cosrti>>.
La mamma pagò e continuò ablaterare senza accorgersi che non avevo detto una sola parola per tutta la strada fino alla machina. Era strano sentire il vento sulla nuca.
Mi misi a sedere al posto del passeggero, fissando in silenzio fuori dal finestrino.
A quel punto la mma si rese contò che non avevo ancora fiatato e si girò verso di me con una mano sua chiave dell'accensione.<<Che hai?>>.
Una lacrima mi scese sulla guanci e allora, prima che potessi far qualcosa per impedirlo, scoppiai a piangere, con le spalle che tremavano.
<<Libby!>> esclamò la mamma. Mi abbracciò stretta, <<Non essere triste, i capelli ti cresceranno, E ora sei uno splendore!>>
Non glielo dissi ma il motivo per cui piangevo non erano di certo i capelli,al contratio, piangevo perchè mi ero resa totalmente conto di quello che avevo fatto: mi ero data fuoco ai capelli nel labboratorio di chimica. Davanti a Angel. Davanti a Liam. Non potevo più tornare a scuola,mai più. Internet sarebbe stato l'unico contatto col mondo esterno per tutto il resto della mia vita.

Quando fummo a casa, mi chiusi in camera e mi sedetti davanti al computer. Volevo cacciare fuori tutto quello che sentivo a proposito dell'"incidente", ma non avevo la minima voglia di parlare con nessuno.
Quando ero piccola avevo sempre quei piccoli diari con il lucchetto, ma duravano poco. Su Internet trovai un sito che offriva blog gratuiti protetti da password. "Condividi i tuoi pensieri con il mondo, oppure mantieni i tuoi segreti usando il nostro sistema di posizione!" Così il sito si presentava sulla home page.
Mi registrai, e due inuti dopo nella mia casella arrivò una email che aveva come oggetto "Benvenuta sul tuo diario online!" . Il messaggio spiegava come proteggere i miei post e alla fine mi forniva un nome utente e una password. Entrai nel blog, impostai il filtro di protezione, mi inventai una password e cliccai per inserire il primo post.  

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