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Autore: winchestersister    29/04/2012    0 recensioni
"Entrai nella casa abbandonata. Avevo in mano una pistola caricata a sale. Avevo un po' di paura, ma non potevo certo tirarmi indietro. C'era qualcosa che minacciava la città e io dovevo scoprire cos'era. Camminavo lentamente, cercando di non fare rumore, ma ogni tanto mi veniva da ridere e non riuscivo a controllarmi. C'era troppo silenzio."
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo iniziando davvero a voler bene a quei due fratelli. Nonostante facessero una vita schifosa avevano sempre voglia di scherzare e di prendersi in giro a vicenda.

Una cosa che però mi tormentava dalla sera in cui avevo rivisto Melody, era il fatto di aver bacato Dean. Nei giorni seguenti era come se non fosse successo nulla, ma anche Dean sembrava un po' turbato. Decisi di parlargli per chiarire una volta per tutte.

- Dean, scusa posso parlarti un secondo? - gli chiesi. Cercavo di non far sospettare qualcosa a Sam.

- Certo, andiamo a fare una passeggiata? - rispose. Dissi di sì, e un po' speravo avesse capito di che cosa volessi parlargli.

Ci avviammo in un bosco vicino all'hotel, e ad un certo punto lui si fermò.

- Suppongo tu voglia parlare del bacio che c'è stato l'altra notte – disse tranquillo.

- Ehm, sì, esatto. Ascolta Dean, io non... non volevo, non so cosa mi sia preso e...

- Tranquilla, è tutto a posto – mi rassicurò.

- Io ho sbagliato, e non capiterà più, lo prometto.

 

 

 

Dean non capiva. Non capiva perchè lei avesse detto che non sarebbe più accaduto. Iniziava a piacerle davvero quella ragazza, e quel bacio gli aveva trasmesso sensazioni che non aveva mai provato. I giorni passavano, e lui desiderava ardentemente assaporare nuovamente le sue labbra.

- Sam, credi che io abbia qualche speranza con Jennifer? - chiese ad un tratto sottovoce mentre lei dormiva.

- Come?

- Si, insomma, staremmo bene come coppia? Voglio dire...

- Ho capito benissimo, Dean. Beh, dipende da cosa provi per lei.

- Io... non saprei. Le voglio bene, questo sì, ormai è come una della famiglia ma... ecco provo per lei qualcosa che non ho mai provato prima per alcuna ragazza.

- Interessante. Quindi adesso farai saltar fuori il tuo lato romantico?

- Sta zitto, Sammy.

 

 

 

Mi svegliai urlando nel sonno.

- Ehi, piccola, che succede? - mi chiese Dean visibilmente preoccupato.

- Niente, ho sentito ancora la voce di Melody che mi chiamava...

- Può darsi che sia qua fuori, ma con le protezioni che abbiamo messo non può entrare.

- Forse è meglio dare un'occhiata fuori, che ne dite? - dissi io.

- Va bene.

Uscimmo dalla nostra camera e andammo fuori.

Melody ci apparse quasi subito.

- Jen, mi sei mancata... - continuava a dire, e arrivai anche a pensare che durante la sua trasformazione qualcosa fosse andato storto.

- Anche tu mi sei mancata, molto. Voglio stare con te per sempre – le dissi. Dean e Sam mi guardarono spaventati. Non sapevano cosa avevo in mente.

Mi avvicinai alla vampira, e lei si protese per abbracciarmi, quando io la colpii piangendo con un paletto di frassino nel cuore. Continuavo a dirle che mi dispiaceva e che le avevo sempre voluto bene, quando cadde a terra priva di vita.

- Voi tornate dentro, penso io a lei – disse Sam, e io iniziai ad avviarmi.

 

Mi svegliò un odore di cioccolata calda. Adoravo la cioccolata calda.

Mi alzai andando quasi correndo nella zona cucina della camera e notai che Sam stava preparando la colazione.

- Da quando cucini? - gli chiesi scherzando.

- Colpa di Dean. Mi ha praticamente ordinato di cucinarti qualcosa di delizioso – rispose sorridendo.

Ultimamente Dean continuava a essere dolce e premuroso con me, e non sapevo come interpretare tanto affetto. Forse si sentiva in colpa per quello che era successo a Melody, oppure...

- Ahi! - gridai. Ero sovrappensiero e non mi accorsi di aver preso un lungo sorso di cioccolata. Era bollente.

- Tutto bene? - subito Sam era accanto a me.

- Si, si, tutto okay – gli sorrisi. Ma dov'era Dean? Da quando mi ero svegliata avevo solo visto Sam, non c'era traccia di lui...

- Dov'è Dean? - chiesi.

- È andato a fare una telefonata... sarà qui a breve – disse lui. Poco male, mi sarei gustata la cioccolata.

Dopo circa dieci minuti la porta si aprì ed entrò Dean sorridente.

- Buongiorno! Preparate le valigie, c'è un nuovo caso per noi! - disse entusiasta.

 

 

Salimmo in macchina e subito Dean mise la musica. La sua musica.

Io mi ero messa dietro, anche per riposarmi ancora un po' perchè il viaggio sarebbe stato lungo. Non mi avevano neanche chiesto se io avessi voluto stare con loro o no, ma era meglio così perchè mi andava bene com'era. Oramai eravamo quasi una famiglia allargata, nonostante ci conoscessimo da poche settimane ci volevamo già un gran bene.

Arrivammo in Illinois, in una cittadina chiamata Mason City.

Ci fermammo davanti ad una casa molto bella, grande e di color azzurro. Scendemmo. Sam e Dean si erano vestiti da agenti dell'FBI e non potei far a meno di notare quanto Dean stesse bene in giacca e cravatta. Mi dissero di aspettare in macchina e io li lasciai andare.

Dopo venti minuti tornarono.

- Allora, scoperto niente? - chiesi.

- Beh, era chiaramente una strage. C'era sangue dappertutto e...

- Sembrava fossero stati fatti dei riti pagani.

- Ad una qualche divinità, suppongo – aggiunsi io. Quel caso mi incuriosiva.

- Ovviamente. Dovremmo scoprire di più. Ora però è meglio andare a mangiare, sto morendo di fame – disse Dean, e noi annuimmo.

 

Appena finito di mangiare cercammo un hotel dove dormire e appena arrivati alla nostra camera mi appisolai, mentre Sam faceva qualche ricerca sul computer.

Mi svegliai sentendo delle voci. Mi alzai e seguii il suono.

- Moloch – disse una voce a me sconosciuta.

- Chi? - disse Dean.

- È il più potente dei Vigilanti, angeli caduti che scelsero di scendere sulla Terra per osservare e amare gli altri figlio di Dio. A lui venivano sacrificati dei bambini, è per questo che li avete trovati nella casa – continuava la voce sconosciuta.

Mi affacciai all'uscio della porta e vidi un uomo dal viso molto bello, occhi blu profondi, che indossava un trench beige.

- Ehm, ehm – dissi per farli accorgere della mia presenza.

- Oh, Jenny – disse Dean. Ormai era da un po' che mi chiamava con quel soprannome, - Questo è... questo è Castiel, un nostro amico. Cioè, lui è...

- Un angelo – terminò la frase Castiel.

- Cosa? Un angelo? Ma state scherzando o cosa? - dissi in preda al panico. Certo, ormai sapevo che le creature sovrannaturali esistevano, ma non mi capacitavo del fatto che esistessero anche gli angeli. E di conseguenza, supposi, esisteva anche Dio. Svenni, senza potermi controllare. E tutto fu buio.

 

* Note *
Colpo di scena! Entra in gioco Castiel, uno dei miei personaggi preferiti.
Cosa ne pensate? Tra poco il quarto capitolo! Un bacio!

  
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