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Autore: empirestateofmind    29/04/2012    0 recensioni
' Ti amo, mi dici. Mi diresti. Mi hai detto. Mi dirai. '
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ciao amore, lo so che siamo un po' in "lite" però io ti chiamo così lo stesso, sei il mio amore.
Volevo solo dirti un paio di cose perchè voglio farti capire qualcosa che ieri durante la "discussione" che abbiamo avuto ho capito che non sai.
 
Ti darei tutto. Darei tutto per far andare il più meglio possibile le cose (lo so che non si dice ma voglio rendere l'idea di quanto bene voglio che vadano le cose). 
Non ho mai avuto paura di perdere qualcuno come ce l'ho con te. E tu mi diresti che io me ne sono andata troppe volte, è vero. Ti do ragione. E sai già quanto stupida mi sono resa conto di essere. E me ne sono pentita, tutte quelle benedette volte. Però questa volta "te ne sei andato" tu, e io non sapevo come ci si sentisse. Non sapevo come ci si sente quando qualcuno ti lascia così su due piedi senza spiegazioni, senza perchè, senza niente, senza farti capire nemmeno come sta. Fino a ieri.
 
Magari non ci crederai, e probabilmente sarà così. Ma io mi sono sentita svuotata, completamente. Non mi hai mai vista piangere, credo. Ero una fontana, peggio della fontana di Trevi. Stavo malissimo. Non sapevo come ci si sentisse. E ieri l'ho scoperto. E mi dispiace, scusami. Non avrei mai dovuto lasciarti. Sono una stupida. Un'idiota. Perdonami. Ti giuro, pagherei per tornare indietro e rimediare agli sbagli che ho fatto con te. 
 
Ieri ho iniziato a piangere appena mi hai salutata. Cioè non mi hai nemmeno salutata, mi hai detto semplicemente "se mi conosci veramente lo capisci, ciao". Questo non è un saluto, o per lo meno non il nostro. Non lo è mai stato. Mi sono sentita morire. 
All'istante mi sono detta "Martina, sei un disastro. Complimenti, ancora un po' e fai andare via pure lui. Quello che quando sei scappata dal tutto è rimasto come un'idiota, ed ogni volta che tornavi era sempre lì". Mi sono sentita un'incapace, un'amica del cazzo, un'inutile. Un disastro, perchè nei tuoi confronti non sono mai riuscita a fare niente di buono, e questa è la mia pecca, credo. 
 
 
Sono arrivata in centro alle nove, e mi sono detta "allora Marti, alle nove e mezza tu sarai dietro il duomo, lui arriverà, ti guarderà, ti sorriderà, e ti dirà che era tutto uno scherzo, che sei sempre il suo amore grande". Ma non è andata così, e io ho ricominciato a piangere. Alla sera non avevo toccato cibo. Poi mi sono ripromessa di mangiarmi un gelato, che mi avresti accompagnata a prendere tu, così la pancetta restava lì dov'era, poi alla fine non l'ho fatto. E non ho mangiato nemmeno stamattina a colazione, nemmeno a pranzo, non ho fatto merenda, e ho mangiato poco di quello che c'era nel mio piatto stasera a cena. Mi odi ora? Però guarda che la mia pancetta è rimasta qui, non è diminuita. 
 
 
Però tu mi hai vista, quattro volte. E io aspettavo un "ciao amore", ma sarebbe andato bene anche un "ciao Marti", a me bastava che mi notavi. Ma non è andata così, e forse la colpa era mia. Non avevo insistito abbastanza, non ero riuscita a farti capire che a me così non andava bene, che a me lasciarti andare NON VA BENE. Perchè se non ci sei tu non sono niente.
 
Quando mi sei passato a dieci centimetri di distanza e non hai fiatato, io mi stavo nascondendo. Perchè non ero riuscita a tenermi dentro niente, e la matita era andata proprio a farsi fottere. Sembravo un pandino, avevo tutti gli occhi un po' neri e un po' rossi. Quando Sofia si è fermata, mi sono fermata un po' più avanti io e mi sono detta "ora viene da me, sisisi, per forza, viene da me, e mi abbraccia e mi dice che non se ne andrebbe mai" ma non è successo nemmeno quella volta. E io non ce la facevo più, sono crollata, anche mentre andavo a casa. Mio papà quando mi ha vista entrare in casa mi ha chiesto se mi ero fatta una canna, avevo gli occhi un po' rossi. 
 
 
Tutte le altre sere mi addormentavo con la certezza che il giorno dopo mi sarei svegliata, anche alle cinque o alle sei di mattina dopo un sogno, e mi sarei ritrovata un tuo messaggio. Con scritto qualunque cosa, ma ci sarebbe stato. Mi addormentavo con la certezza che alla fine ci saresti stato nonostante tutto, e c'eri. C'eri sempre. 
Ieri sera era diverso, e io non ho dormito fino alle tre. Mi sono addormentata e tutto quello che ho "sognato" è stato un altro litigio, e alla fine del sogno io me ne sono andata, ed era finito tutto, tutto quello che avevamo costruito con tanta fatica, troppa forse. 
Quando mi sono svegliata ero certa che anche il litigio fosse tutta un'invenzione. E invece no. Non era un sogno, e non ci si può svegliare. 
 
 
Il punto è che io non ci sto senza di te. Sei la cosa più bella, la migliore che mi sia successa. E io senza di te non ci sto, non ci riesco a stare A. A momenti stamattina avevo una crisi di panico. Non mi cercavi, non mi consideravi nemmeno. Volevo uccidermi, te lo giuro. Non te n'eri mai andato, e io non sapevo che fare. Torni o non torni? Senti, A, torna ti prego. Non ci riesco. Non pensare più che non mi interessi. NON E' VERO. A me importa di te, mi è sempre importato, e sarà così per sempre. Questo è quello che non avevi capito.
 
 
 
Ciao amore, buona serata, faccio la ricarica eh.
 
 
(Comunque sia stamattina a dodici e mezza io ti ho pensato e ho guardato il cellulare, perchè di solito tu ti svegli a quell'ora, però il telefono non è squillato. Ho bisogno dei tuoi messaggioni in cui mi dici che ti manco.)
  
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