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Autore: ElsBells    29/04/2012    3 recensioni
Faberry AU. Future fic. Rachel Berry è una star di Broadway di grande successo con una nuova coinquilina, la strana e ingenua Quinn Fabray. Tutto comincia con una nota sul frigo e uno scarabocchio frettoloso e infantile di un elefante. Tutti nascondono un po' di pazzia.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AUOOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTA DELLA TRADUTTRICE: Ragazzi, mi dispiace moltissimo per il ritardo. Purtroppo ho avuto dei problemi con il betaggio del capitolo, beh, li ho ancora, questo capitolo di fatto non è ancora betato. Anzi, se conoscete un bravo beta da consigliarmi, vi sarei davvero grata. 
Davvero, scusate, ma non dipende da me... il capitolo in sè era pronto due settimane fa.
Linda

 A/N: Wow. Ragazzi, siete fantastici. Al momento ho scritto più della metà di questa storia, ma l’ho scritta in un unico documento, quindi la sto spezzando e revisionando. Posso ancora cambiare qualcosa se avete delle idee!
 

Just off the Key of Reason

Capitolo 2: One Foot in Your Bedroom (Un piede nella tua stanza.)

Quando Rachel si svegliò, prima delle maledette luci dell’alba, si preparò tranquillamente e ancora vagamente annebbiata dal sonno, e prese il caffè e una banana dalla cucina prima di uscire di casa. Le prove filarono lisce, nonostante la crescente mania di dare ordini che sembrava coglierla di sorpresa quando era stanca; pensò che fossero assolutamente pronti per la prima. Se ne andarono nel tardo pomeriggio, e Rachel si prese un frullato dal suo negozio preferito prima di tornare a casa. Pensò di mandare un messaggio a Quinn per chiederle se ne voleva uno, ma realizzò che non aveva ancora il numero della ragazza. Così, essendo la persona meravigliosa e generosa che era, ne prese lo stesso uno a Quinn.

Rachel entrò in casa, senza sapere realmente se aspettarsi che Quinn fosse a casa o no. Attraversò il corridoio ed entrò nel salotto, e sorrise quando scorse Quinn rannicchiata come una pallina, addormentata sul divano. Mise il frullato dentro il frigo e tirò fuori alcune cose per mettere insieme un’insalata per cena.

Barnaby entrò in cucina trotterellando felice, e poi una testa bionda e scompigliata apparì nella visuale di Rachel, con un timido sorriso sul suo volto.

“Ehi.” Salutò Quinn, la voce impastata dal sonno. “Come sono andate le prove?”

Rachel agitò per aria le sue pinze per l’insalata con entusiasmo. “Ehi! Sono andate benissimo! Siamo prontissimi per aprire, Quinn, sarà meraviglioso.”

“Sembra divertente.” Commentò Quinn, appoggiandosi al bancone e scuotendo la testa per sistemarsi i capelli.

Rachel era eccitata. “Molto divertente. Probabilmente incontrerai il mio cast qualche volta; sono semplicemente… fantastici. Oh! Ti ho preso un frullato alla fragola! E’ nel frigo, se lo vuoi.” Rachel non si preoccupò di aspettare che Quinn rispondesse, semplicemente andò verso il frigo, lo prese fuori e glielo passò.

Quinn sorrise. “Grazie.”

Rachel la studiò e si diede una calmata. “Stanca, eh? Non riesci a dormire un altro po’?”

Quinn sorseggiò la bibita. “Mmm, no. Io… ci vorrà un po’ per abituarsi.” Disse tranquillamente.

“Beh, dovresti andare a letto presto. Non lavoro domani, magari potremmo fare qualcosa? Vieni da- cioè, hai già visto la città?”

Quinn annuì. Sì, ho vissuto qui per… un po’.”

Rachel aspettò per vedere se Quinn avrebbe detto qualcosa di più. Non elaborò nulla. “Ok. Magari potremmo fare un giro a Central Park, sai, prenderci il pranzo o qualcosa del genere? Alcuni amici mi vengono a trovare la mattina, quindi dovrebbe essere dopo quell’ora.”
“Uhm, sì, ok.”

Rachel alzò le sopracciglia. “Beh, Quinn, cerca di contenere il tuo entusiasmo, per favore.”

Quinn arrosì. “No… davvero, sembra divertente. Solo che non sono abituata…. Alle persone. Cioè, a uscire con le persone. Persone che vogliono uscire con me.”

Rachel riflettè per un momento. “Porteremo Barnes. Gli piace rincorrere… beh, immagino ogni cosa. In realtà diventa leggermente psicotico. Sai, effettivamente, forse non dovremmo portarlo.”

“Aww, no, si comporterà bene.” Disse Quinn, sorridendo dall’alto al cane, steso contro la lavastoviglie. “Giusto Barnesy?”

“Psshht, sicuramente si comporterà bene per te. Pensa che tu sia il suo signore o qualcosa del genere. Una santissima divinità.” Disse Rachel beffarda.

Rachel si accucciò vicino a Barnaby e gli afferrò il capo con entrambe le mani, guardando dritto per dritto nei suoi allegri occhi marroni.

“Ascolta, B, so che lei somiglia a un angelo, e capisco perché tu sia innamorato di lei,” Rachel alzò lo sguardo verso un’imbarazzatissima Quinn e le fece l’occhiolino, “Ma in teoria tu dovresti amarmi di più. Ok? Bravo bimbo.”

Rachel si alzò e andò a sedersi vicino a Quinn sul bancone con la sua insalata. “Gli piace far finta di non capirmi. Ma io so che lo fa. Gli ho insegnato a ballare.” Disse Rachel con convinzione, mettendosi in bocca qualche pomodorino.

Quinn fece un’espressione confusa e divertita allo stesso tempo. “Lui balla?”

“Oh, certo. E’ un professionista. Basta fare in modo che muova quel pigro sedere e dire balla. Funziona meglio se fai un trenino.”

Rachel aveva insegnato al suo cane a ballare solo perché lei e Mercedes volevano vedere chi avrebbe insegnato al proprio cane il numero più bello. Barnaby aveva imparato a ballare. Il terrier di Mercedes aveva imparato a parlare, e da quel momento non era più stato zitto.
Quinn strinse gli occhi e studiò Rachel, cercando di capire se stesse scherzando o no. Rachel la vide con la coda dell’occhio e sorrise, mentre le foglie di insalata sporgevano dalla sua bocca.

“Seriamente, Quinn. Il mio cane è un ballerino.” Rachel pensò che dovesse essere ovvio. Aveva anche provato a insegnargli a cantare, ma i vicini avevano sporto molte lamentele.

Quinn si alzò e si avvicinò a Barnaby, che si alzò immediatamente per lei. Quinn sorrise, e Rachel si beffò dell’ingiustizia di tutto ciò.

“Cane traditore.” Borbottò Rachel fra sé e sé.

“Ok, Barnes, balla.”

Barnaby non fece nulla. Semplicemente si sedette e guardò Quinn soddisfatto. Quinn roteò gli occhi e sospirò, poi si girò. “Lo sapevo-“

“No, riprova. Davvero, non me lo sto inventando. Balla, Barnesy. Forza, B, balla.”

Barnaby saltò leggermente in alto e perse l’equilibrio, poi saltò di nuovo e ballò strisciando le zampe posteriori, così la sua lingua spenzolante si avvicinò al petto di Quinn. Quinn sorrise e scoppiò a ridere. “Oddio, il tuo cane balla! È fantastico!”

Rachel ridacchiò, leggermente sorpresa. Quello era il suono più alto che Quinn avesse mai pronunciato; sembrava così eccitata. Wow, la sua bocca era enorme.

“Non vuole imparare nient’altro. Non risponde al comando “seduto”, ma farà ballare il suo piccolo sedere flaccido se hai un dolcetto.”

Quinn continuò a sorridere e si accovacciò per strofinare la pancia di Barnaby.

“Avevi molti animali? Sembri davvero brava con gli animali. Beh, i cani. Cioè, un cane.” Balbettò Rachel.

“No.” Disse Quinn tranquillamente, continuando a sorridere in maniera gentile.

Rachel annuì e si morse il labbro, aspettando che la ragazza elaborasse qualcosa, ma non disse più nulla. “Ok, beh, io vado a letto.”

Rachel scivolò via dal suo sgabello e spinse delicatamente Barnaby allontanandolo per mettere la ciotola nella lavastoviglie. “Buonanotte Quinn.”

“Notte, Rach.”

Rachel sorride sentendo il soprannome mentre andava in camera sua. Pensò ad alcuni modi per insegnare a Barnaby a cantare.

Seriamente, il cane di Rachel Berry dovrebbe saper cantare come quegli husky su YouTube. Probabilmente sarebbero stati sfrattati se ci avesse provato, però.

~oooooooooo~

Tre ore dopo, Rachel era ancora sveglia ed era soggetta ad un deja vu. Sentì lo scricchiolio nel corridoio e non esitò a scivolare fuori dal letto e ad aprire la porta di camera sua. Quinn era ancora nel corridoio, trascinandosi in giro nervosamente fuori dalla porta della sua stessa camera.

“Sono ancora i condotti?” Chiese Rachel tranquillamente.

Quinn sussultò leggermente, ma annuì, tenendo gli occhi fermi a terra. Non si preoccupò nemmeno di tentare di nascondersi l’orsetto dietro la schiena questa volta.

Rachel serrò le labbra e pensò per un momento. “Forza.” Disse infine, gesticolando verso Quinn in modo che venisse verso di lei. “Puoi dormire nel mio letto.” Rachel era semplicemente convinta che le cose fossero meno paurose quando c’era qualcuno vicino a te.

Quinn sembrava nervosa; i suoi occhi erano ancora focalizzati sul pavimento.

“Barnaby è nel mio letto” Disse Rachel con nonchalance, cercando di convincere Quinn, Non voleva essere costretta a supplicare apertamente la ragazza perché venisse nel suo letto; sarebbe stato leggermente… disperato. Gli occhi di Quinn incontrarono i suoi per un momento.

“Sarebbe esageratamente compiaciuto se lo raggiungessi.” Continuò Rachel, le labbra leggermente socchiuse.

Quinn camminò esitando verso Rachel e Rachel sorrise. Fece entrare Quinn per prima nella stanza e la diresse all’altro lato del letto, quello da cui Barnaby non aveva rubato la zona calda. Scivolarono entrambe sotto le coperte, sorridendo mentre la coda del cane sbatté contro le coperte, anche se i suoi occhi rimasero chiusi.

“Ehm, posso spegnere le luci?” Chiese Rachel, non essendo sicura che la luce del corridoio che filtrava da sotto la porta sarebbe stata abbastanza per Quinn. Di solito le spegneva sempre, finché una notte non si era alzata per bere un bicchier d’acqua e aveva sbattuto un dito del piede nel buio, e per questo non aveva potuto ballare per due giorni. Notte orrenda.

“Sì.” Disse Quinn tranquillamente.

Rachel si guardò attorno nel buio e sorrise all’orsetto accoccolato sul petto della ragazza.

 “Come si chiama?” Sussurrò Rachel, per poi accennare all’ombra del peluche quando Quinn si voltò per guardarla.

“E’… Orso Pooh.” Disse Quinn nel buio, imbarazzata.

Rachel sorrise. “Ma non è un Winnie the Pooh.”

“No… cioè, ne volevo uno, ma, non ho mai… ho avuto Orso Pooh al suo posto.”

Rachel si girò per trovarsi di fronte a Quinn, che era ancora sdraiata sulla schiena con l’orsetto premuto al petto.

“Ho un leone.” Rachel sorrise quando Quinn si girò dal suo lato per averla davanti. “Si chiama Fuzzy. Si era-ehy! Non ridere! Avevo tre anni, ok?” Rachel ridacchiò e diede un colpetto sul naso a Orso Pooh.

“Comunque, si era davvero consumato. Cioè, seriamente; non poteva proprio tenersi al passo con Rachel Barbra Berry. In realtà l’ho tenuto sul mio letto finché non è arrivato Barnaby, un anno fa. Poi B ha mangiato una delle gambe di Fuzzy e-“

Quinn ansimò e Rachel sorrise in maniera rassicurante, stringendole una mano. “E, ora vive nel mio armadio. Sano e salvo. Felicemente ricucito e affrontando le difficoltà con tre gambe.”

Quinn ridacchiò e affondò il naso nell’orso.

“Bene, Quinn.” Disse Rachel con un finto tono severo. “Buonanotte, sul serio questa volta. Non gironzolare più per la casa nel cuore della notte come una specie di incubo da Paranormal Activity, ok?”

Oh, fantastico. Ora avrebbe avuto incubi su Paranormal Activity.

Quinn annuì e, sorprendendo Rachel, baciò la piccola mano che stava stringendo la sua. Rachel era felice che il suo rossore non si potesse vedere nella stanza buia.
 
~oooooooooo~
 
 
Rachel si alzò il giorno dopo in un letto vuoto, con le braccia strette attorno a… Orso Pooh? Scese dal letto e infilò l’orso sotto le coperte, come era stato in camera di Quinn quel primo giorno. Poi indossò una felpa e una maglietta, in modo da essere più o meno presentabile per i suoi amici, e si diresse in cucina. Quinn era seduta nel bancone con i pantaloni del pigiama e una maglia a maniche lunghe, e un grave caso di capelli post-letto, ovviamente riempiendosi la bocca di Lucky Charms.

“Buongiorno!” Canticchiò Rachel. Scompigliò i capelli di Quinn mentre stava camminando per la cucina. Quinn rischiò di soffocarsi con i Lucky Charms e chinò la testa timidamente.

“Mbuongonno” Disse a bocca piena. Rachel rise e si versò del caffè.

“Hai dormito bene?” Chiese Rachel. Era sorpresa; in realtà si era addormentata appena Quinn l’aveva raggiunta. Ovviamente era stata tormentata da un incubo su persone sonnambule che stavano accanto al letto in maniera inquietante e la guardavano mentre dormiva, ma ehi, almeno era addormentata. E avrebbe bruciato la sua copia di Paranormal Activity.

Quinn annuì. “Ho portato fuori Barnaby stamattina. Ho cercato di svegliarti, perché stava abbaiando, ma eri come… sembravi-Io non volevo disturbarti.” Terminò Quinn con le guance tinte di rosa.

Rachel sorrise in maniera rassicurante appena sentirono bussare alla porta principale. Guardò la porta e roteò gli occhi.

“Questi sono i miei amici. E’ la prima volta in tutta la mia vita che li vedo alzarsi presto per qualcosa.” Commentò. “Ti piaceranno… sii semplicemente te stessa.” Disse più tranquillamente.

Quinn continuò a giocherellare con i marshmallow nel latte. Le sue gambe cominciarono a tremare, ma incontrò gli occhi di Rachel e annuì.

“Apri la porta Berry! Mi serve un fottuto sacchetto!”

Rachel scosse la testa e rise per calmare l’espressione nervosa di Quinn.

“Rachel!” Un’altra voce ovattata arrivò attraverso la porta. “Apri questa cazzo di porta! Ho mangiato un Hot Pocket stamattina! E’ stato un errore che si sta velocemente trasformando in un disastro!"

“Santo Dio Rachel, apri la porta!” Urlò una terza voce.

Rachel sembrava leggermente inorridita quando finalmente raggiunse la porta e la aprì. Quinn si concentrò sul mangiare i suoi marshmallows.

Rachel si inchinò con falsa ospitalità ai suoi ospiti, facendo loro segno di entrare. “Entrate, signore, signore. Grazie per essere stati pazienti e per non aver disturbato affatto i vicini.”

“Sto per vomitare, Rach.” Cominciò Puck, come correndo freneticamente per il salotto, preoccupandosi solo di lanciare uno sguardo a Quinn.

“Berry. Mi serve un santissimo sacchetto ora.”

“Perchè-Oddio, Santana! Cos’è quello?”

Rachel fissò, disgustata e incuriosita, l’animale morto che Santana stringeva in un pezzo di cartoncino, fuori dal campo visivo di Brittany.
“E’ una rana. Sto frequentando il corso di anatomia e dovremmo trovare degli insetti morti da ispezionare.”

Kurt roteò gli occhi. “Le rane non sono insetti. Lo sa. In teoria. Dice che più grande è meglio è per studiare anatomia; sei fortunata che l’abbiamo trattenuta dal raccogliere un armadillo da un sacchetto della spazzatura ieri.”

“Parlando di fottuti sacchetti,” intervenne Santana a voce alta, “Ho bisogno di un cazzo di sacchetto ora.”

“Cavoli, ok.” Rachel alzò le mani per fermare la ragazza che stava facendo ondeggiare l’anfibio morto nel suo salotto. Osservò la rana e poi il viso di Santana. “Non farla cadere.”

 Santana sorrise e si strinse nelle spalle. “Come vuoi.”

Rachel passò dietro Quinn mentre entrò in cucina e le sussurrò all’orecchio. “Sono pazzi.” Quinn sorrise fra sé e sé.

“Ehi, c’è qualcuno di nuovo qui!” Esclamò Brittany, allontanandosi da Santana e sedendosi nello sgabello vicino a Quinn. Santana la seguì e piazzò la rana morta nel cartoncino sul fottuto banco.

“Ommioddio! Santana!” Rachel si precipitò sul banco e lanciò un sacchetto nella direzione di Santana. “Mettilo qui! Sei disgustosa.”

Rachel scosse la testa incredulamente. Dio, questa gente. Poi notò le gambe tremolanti e iperattive di Quinn, e i suoi occhi nervosi che rifiutavano di incontrare quelli blu, luminosi e innocenti rivolti a lei.

“Britt, Santana.” Disse Rachel. “Kurt!” lo chiamò leggermente più forte in modo che il ragazzo sul divano potesse sentire. “Lei è Quinn Fabray, la mia nuova e meravigliosa compagna di stanza.”

Quinn arrossì e sorrise timidamente, mantenendo i suoi occhi concentrati sulle labbra delle persone piuttosto che sui loro occhi.
“Oddio, ti hanno dato un’altra persona da far diventare pazza? Merda, Fabray, non sai cosa ti aspetta.”

“Stai zitta, Santana!” Si difese Rachel. “Probabilmente sei un’orrenda coinquilina per Brittany. Hai appena messo una rana morta sul mio bancone della cucina.

Santana roteò gli occhi, e trascinò Brittany perché si sedesse sul divano con lei. “Forza. Unisciti a noi, Quinn Fabray.” Disse, sventolando una mano e indicando le sedie vuote nel salotto. “Ho bisogno di sapere se riesci a sopportare la pazzia della Berry.”

Quinn lanciò un’occhiata a Rachel, che le sorrise dolcemente e si sporse in avanti per sussurrare in modo che solo Quinn potesse sentire.

“E’ innocua. Davvero. Come un Chihuahua. La puoi semplicemente ignorare se non le vuoi parlare ora. Si farà distrarre da qualcos’altro.”

Rachel poteva vedere che Quinn era tentata di tornare in camera sua, così si sorprese quando la bionda si alzò e mise la sua ciotola in lavastoviglie, per poi alzarsi e sedersi in una delle poltrone del salotto. Tirò su i piedi e mosse i capelli per sbrogliarli. Rachel sorrise; ora sembrava un leone.

Rachel si sedette sulla sedia vicino a lei, quando Puck finalmente emerse dal bagno, con Barnaby alle calcagna.

“Oddio, Puck,” disse Kurt, “Mi ero persino dimenticato che fossi qui.”

Puck annuì saggiamente. “Amico, gli Hot Pockets ti faranno lo stesso. Penso di aver bisogno di vedere un chiropratico, un agopunturista o qualcosa del genere.”

Rachel sussultò. Puck si spostò per sedersi vicino a Kurt e si illuminò non appena vide Quinn.

“Bel colpo, Rach! La nuova inquilina è una figa!”

“Noah!” lo riproverò Rachel. “Sii appropriato!”

“Rachel,” cominciò Brittany, “è come dire a una torta al cioccolato di essere alla vaniglia. E’ come, molto meno saporita. E razzista.”

Quinn era abbastanza distratta da quell’affermazione da guardare Brittany negli  occhi. Brittany semplicemente le sorrise e Quinn ricambiò tremando prima di distogliere lo sguardo.

“Quindi, biondina, da dove vieni?” Chiese Santana, ispezionando attentamente Quinn.

Rachel pensò che Santana sembrasse una psicopatica. Non sapeva se intervenire o semplicemente lasciar perdere. Si avvicinò maggiormente al lato della sua sedia che era più vicino a Quinn. Forse avrebbe imparato qualcosa sulla sua nuova, strana coinquilina.

“Vengo da qui.” Disse Quinn, tranquillamente.

“Non ne sembri molto sicura.” Commentò Santana. Brittany le diede un pugno sul braccio.

“Dev’essere stato meraviglioso, crescere a New York.” Disse Kurt con uno sguardo luminoso. “Noi veniamo tutti dall’Ohio, che è davvero…” Arricciò il naso e Santana annuì con approvazione.

“Che cosa fai?” Chiese Puck, stiracchiandosi e appoggiando gli stivali sul tavolino.

Rachel combatté l’impulso di cacciarli fuori. Stivali, rane, ogni cosa. Le piaceva reputarsi una persona tollerante.

Quinn si morse il labbro, e cominciò a giocherellare con l’elastico che aveva attorno al polso. “Non ho un lavoro o che. Io, ehm, mi piace leggere.”

Rachel sorrise. “Ha un sacco di libri, è fantastico. Oh! E gli animali, Quinn. Barnaby si è innamorato di lei.

Santana annuì e strinse gli occhi. “Ne sono certa.”

Rachel la studiò con aria sospettosa.

“Come fai a permetterti di vivere in città se non hai un lavoro?” Chiese Santana, cambiando discorso.

“Santana!” Esclamò Rachel. “Non puoi chiedere queste cose!”

Rachel aveva davvero bisogno di un guinzaglio per la ragazza. O un collare che desse la scossa, o qualcosa del genere. Qualunque cosa per parare il suo comportamento inappropriato. Avrebbe potuto semplicemente zittire Santana ogni volta che avesse aperto la bocca.

Quinn sorrise a Rachel. “Mi finanzia mia zia.” Lo disse a tutti gli altri.

Rachel sapeva che Santana non avrebbe voluto smettere di stressarla finché non avrebbe costretto Quinn a dirle i segreti dell’universo. Sorprendentemente, Quinn continuò.

“Sono entrata alla Columbia un paio di anni fa, quindi non sono… sapete… Ehm, ma ho studiato a casa dopo le elementari e ho pensato che il college non fosse… giusto. Per me.”

Quinn abbassò la testa e allungò il suo elastico avanti e indietro rapidamente. Kurt la stava guardando rapidamente e precedette Rachel nel cambiare argomento.

“Questa era solo una sosta andando al mio negozio.” Disse gentilmente a Quinn. “Faccio l’interior designer, Puck è il mio tuttofare. Santana, beh, non so proprio perché sia con noi. Le piace far finta di odiarci, ma poi lascia  che Britt la trascini ovunque andiamo, quindi…”

“Stai zitto, Hummel. Dio, sono già annoiata. Andiamo?”

Rachel roteò gli occhi e si alzò per recuperare la rana dalla cucina. Santana la seguì e la spinse contro un muro in modo che nessuno potesse vederle.

“Rachel. Cos’ha questa ragazza? C’è qualcosa di sbagliato in lei, o è solo una puttana? Perché sembra una puttana.”

Rachel era grata per quanto i suoi amici fossero attenti e premurosi.

“Cosa, no, Santana.” Rachel esalò esasperata. “E’ dolce. Penso che sia solo timida, e tu sei davvero spaventosa per le persone che non sanno che il tuo pigiama preferito è decorato con conigli teneri e rosa. E se dici un’altra volta la parola puttana, ti butto giù dal balcone.”
Santana decide di ignorare completamente quell’affermazione. “Non ci vuole guardare negli occhi. Sembra una serial killer. Una figa, ma una serial killer.”

“E’ timida.” Ripetè Rachel, con più fermezza. “Ha bisogno di conoscerci meglio.”

“Fantastico!” Santana sorrise. Rachel era spaventata. Perchè vi portiamo in un club domani sera. E mettiti qualcosa di più carino di quella merda di topo che hai ora, Berry.”

Rachel non si aspettava nulla di meno; scosse la testa e semplicemente se ne andò. Puck e Brittany erano alla porta, e guardò Kurt che stringeva leggermente la mano di Quinn dicendole che era stato un piacere. Quinn mormorò “piacere mio,” con un sorriso timido, guardando i suoi occhi blu.

La porta sbattè quando tutti quanti finalmente se ne andarono e Rachel si appoggiò al retro di essa con gli occhi chiusi. Scosse la testa guardando Quinn. “Dio, questa gente…”

Quinn le rivolse un breve sorriso e si versò altri Lucky Charms.
  
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