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Autore: JukeAtena    29/04/2012    4 recensioni
FF su Bulma e Vegeta. Parte appena dopo l'arrivo di Future Trunks e parla dei momenti fra loro che non sono mai stati trattati nel manga. So che ne esistono tantissime su questa coppia, ma ho voluto condividere la mia versione, come mi piace pensare sia nato il loro amore. La storia si basa sul manga e non sull'anime (gli eventuali riferimenti all'anime riguardano Dragon Ball Kai). Ho cercato di essere il più possibile fedele alle caratteristiche dei personaggi e spero di esserci riuscita. Comunque è la mia prima FF e spero vi piaccia! In tal caso lasciate un commento!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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2 settimane dopo

Un’altra giornata di allenamenti stremanti era passata. Vegeta si diresse in cucina per mangiare qualcosa. Mangiava sempre la sera tardi, per evitare di dover incontrare gli altri abitanti di quella casa. Era un ospite fantasma e nelle sue giornate non c’erano altro che allenamenti. Quella sera, però, in cucina trovò Bulma in lacrime, al buio, con la testa appoggiata alle braccia conserte sul tavolo. Vegeta accese la luce e il viso di lei si scoprì. 
‘Ma sta piangendo… cosa le sarà successo? Ma cosa sto dicendo, insomma… chi se ne frega di lei!’
Bulma si accorse subito della sua presenza:
“Scusami tanto Vegeta… ma guardami sono qui come una stupida a piangere… ti starai chiedendo come mai”.
“In verità no”, rispose cercando di mentire più a sé stesso che a lei.
“Ma che insensibile che sei!” Bulma si fece riprendere dallo sconforto, era talmente fragile in quel momento che qualsiasi cosa l’avrebbe fatta soffrire. Era alla disperata ricerca delle attenzioni di qualcuno che potesse capirla.
“Non sono interessato a farmi ammorbare dai tuoi piagnistei, preferirei farmi infilzare le orecchie con dei chiodi”.
“Sei proprio un idiota! Anzi no, io sono un’idiota. Sono stata un’idiota a poter credere che tu potessi lontanamente capirmi… ma sai una cosa? Tu sei messo peggio di me!”
Bulma l’aveva visto così triste in quei giorni, a lei non era sfuggito il senso di desolazione, di disperazione che Vegeta provava, dopo tutto era una ragazza molto sveglia oltre che bella e questo l’aveva capito anche Vegeta.
“Cosa intendi per ‘messo peggio di me’, come osi? Ma lo sai chi sono io?”
“Sì, sì ho capito, il principe dei saiyan! Che paura! Ma questa scusa che usi ogni volta non serve a mascherare quello che provi. Pensi che non l’abbia capito il motivo per cui ti alleni tutti i giorni? Pensi che non abbia compreso il tuo complesso di inferiorità? Tu sei solo un povero-”
“Ok ok, basta! Ho capito! Stasera sei più insopportabile del solito”
Vegeta la fermò, non sopportava che qualcuno potesse sparare sentenze su di lui. E poi lei lo aveva compreso troppo bene. E questo pensiero non lo faceva stare meglio, non era felice di poter avere qualcuno con cui confidarsi apertamente, nessuno poteva porsi in posizione di giudicarlo. Tutto ciò lo faceva stare solo più male, era diventato così patetico da farsi sminuire in quel modo anche da una stupida terrestre?
‘Se l’ascolto magari smette di torturarmi con queste affermazioni’ pensò Vegeta, in verità era molto più interessato a scoprire cosa l’avesse fatta infuriare così tanto, non era stata di certo la sua risposta. Ogni volta che parlavano lui si rivolgeva verso di lei in un modo anche peggiore.
Ci fu una pausa, si guardarono in silenzio. “Allora? Non volevi dirmi perché stavi piangendo?”
Bulma aveva voglia di fargliela pagare per la sua insensibilità, aveva voglia di non dirgli più niente solo perché gliel’aveva chiesto. ‘Gli starebbe bene che ora non glielo dicessi più. Però è meglio evitare… già Vegeta non mi rivolge mai la parola… e poi ho troppo bisogno di confidarmi con qualcuno’
“Yamcha mi ha lasciata… mi tradiva, capito? Dopo tutto quello che ho fatto per lui. E la cosa più esilarante è che lui voleva che continuassimo a stare assieme! Continua a dire di amarmi, ma è veramente troppo immaturo”

Bulma iniziò con una serie di sproloqui contro Yamcha, parlando di quanto lei gli fosse stata fedele in tutti quegli anni, di quanto fosse stata presente per lui, ospitandolo addirittura nella sua casa in quei ultimi giorni. Vegeta aveva smesso di ascoltarla nel momento in cui lei aveva pronunciato il nome di quello smidollato. 
Tutti quei dettagli non gli importavano, ma rimase lì a pensare a quanto si sentisse stranamente interessato a Bulma. Non sapeva perché, ma in quel periodo di ospitalità in quella casa si sentiva più desolato che mai. Era troppo tempo che non aveva una casa e forse era questo a farlo sentire stranamente malinconico. Da troppo tempo era costretto a viaggiare, senza mai sosta, senza mai impegnarsi in nessun senso. Non provava alcun tipo di affetto per nessuno. E dopo tutto nessuno aveva mai provato veri sentimenti per lui, almeno fin da quando lui avesse memoria. Eppure ora si sentiva stranamente ricoperto di attenzioni, Bulma non faceva che preoccuparsi di quanto lui si stancasse, dei suoi pasti sregolati, si preoccupava perfino di fargli trovare sempre delle nuove tute da combattimento confezionate apposta per lui. Bulma dedicava molto tempo a soddisfare i capricci di Vegeta riguardanti gli allenamenti. Non era obbligata a fare nulla di tutto ciò, le faceva semplicemente piacere, anche se non riceveva nulla in cambio. Le piaceva vedere Vegeta soddisfatto, soprattutto se era grazie a lei.
‘Chi sa se Vegeta ha provato il nuovo pannello per la regolazione della gravità... Ma perché continuo a pensare a lui? Non è che mi piace, però è così intrigante... Spero di incontrarlo domani, ultimamente i battibecchi con lui sono l'unica cosa che smorzi la monotonia delle mie giornate'.
Da quando Yamcha l'aveva lasciata si era chiusa in casa, si vergognava di essere stata così ingenua da dedicargli tanto tempo, quando lui non faceva altro che tradirla. Si sentiva umiliata e decise di punirsi in quel modo, rinchiudendosi in casa a lavorare.
Lo sfogo di quella notte durò poco, Vegeta dopo un po’ alzò i tacchi e se ne andò, gesto comprensibile visto che non aveva ascoltato nulla di ciò che la ragazza gli stava dicendo. Ma lei non si offese per questo, dopo tutto era già contenta che lui si fosse interessato a lei, anche se per poco, anche se per evitare una litigata.
  
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