Il volo
Un uomo di
trent’anni si dirigeva a passo spedito verso l’imbarco del volo 207 diretto a
New York. Era un uomo di media altezza, con una calvizia precoce dietro la
nuca, il suo passo era incerto e lanciava sguardi fugaci intorno a lui
stringendo a se una valigetta di metallo.
Sta calmo Takeda, sta calmo! Ora
prenderai l’aereo e tornerai nel tuo paese dimenticandoti per sempre di questa
faccenda.
La sala
d’attesa era piena di persone e alcuni poliziotti dell’unità cinofila
controllavano che niente e nessuno avesse con se sostanze stupefacenti o armi.
“Mi scusi
lei! Hei signore dico a lei!”
Merda merda merda merda
“Si agente?
C’è qualcosa che non va?”
“Non lo so
me lo dica lei! Si sente bene?”
“Certamente
è solo ansia, sa non sono abituato a volare”
“La capisco,
nemmeno io sono portato per i voli, quegli aggeggi infernali non sono sicuri
come la mia automobile”
“Già” Takeda
stava cominciando a sudare freddo, il cane del poliziotto lo stava annusando e
aveva cominciato a ringhiargli contro
“Po-po-potrebbe
dire al suo cane di allontanarsi? Sa ho una paura assurda dei cani di grossa
taglia”
“Mi dispiace
signore ma devo chiederle di seguirmi, quando i cani dell’unità cinofila fanno
così vuol dire che hanno trovato qualcosa”
Seguito dal poliziotto
Takeda era arrivato davanti ad una porta con l’insegna “Sicurezza”
“Entri!”
La stanza
era piccola e arredata con mobili neutri per lo più in metallo, al centro una
scrivania dove un uomo sulla cinquantina si accendeva una sigaretta.
“Si tolga il
cappotto e vuoti le tasche”
“Un
pacchetto di sigarette, un accendino, portafoglio con i documenti e carte di
credito un fazzoletto”
“Posso
andare adesso agente? Devo prendere un volo”
“Non ancora,
devo chiederle di farmi controllare la sua valigetta”
“Non è
possibile agente, all’interno ci sono informazioni riservate per il Presidente
degli Stati Uniti”
“Si certo e
io sono un inviato speciale della NASA, avanti mi dia la valigetta o sarò
costretto a metterla in detenzione e chiamare l’Ambasciata”
Un lieve
bussare e l’entrata di alcuni uomini vestiti di nero fecero infuriare ancora di
più il poliziotto
“Chi siete
voi? Non potete stare qui!”
“Stia zitto!
Siamo venuti per il signor Takeda, ha delle informazioni riservate che non
possono essere rivelate ad altre fonti se non quelle del Presidente”
“Ma state
scherzando? Siete in Giappone e tutto quello che esce da qui deve essere
controllato!”
“Senta! La
nostra Ambasciata ha già provveduto a chiamare i suoi superiori quindi lei
adesso chiude quella fogna e ci consegna il signor Takeda immediatamente! Sono
stato chiaro?”
“S-signor
si!”
“Bene,
Takeda andiamo!”
Una volta
fuori dalla stanza, gli uomini scortarono Takeda fuori dall’aeroporto, dove un
suv nero li stava aspettando con il motore acceso
“Non so chi
siete ma io devo prendere un volo e non posso certo fermarmi qui con voi”
“Signor
Takeda, ha sentito vero cosa è stato detto dentro quella stanza? Apparteniamo
all’FBI americana, siamo stati mandati qui dal Presidente in persona per
scortarla fino a New York”
“Ci è stato
comunicato che il professor Tomoe è sua figlia sono stati ritrovati uccisi nel
loro appartamento”
“Non è
possibile! Ho visto il dottor Tomoe circa un’ora fa!”
“Sappiamo
che è scosso visto il periodo che avete passato insieme ma la prego di seguirci
senza fare storie, gli assassini del professore potrebbero arrivare qui da un
momento all’altro”
“Se non si
fida ancora, ecco qui, veda con i suoi occhi”
Un uomo alto
vestito di nero con degli occhiali scuri gli aveva mostrato il distintivo che
veniva rilasciato agli agenti dell’FBI
“Ora si
sente più tranquillo?”
“Si”
“Allora
salga non c’è tempo da perdere”
Sulla strada per l’aeroporto
“Minako
guidi come mia nonna! Vuoi muoverti? Tra meno di cinque minuti parte il nostro
aereo!”
“Scusami
tanto Haruka se non sono una pilota come te!”
“E
piantatela cazzo! Siamo in ritardo perché voi due non fate altro che
battibeccare!”
“Michiru
amore non ti intromettere”
“Amore un
corno Haruka! Se non l’hai capito se non prendiamo in tempo quel dannato chip
il capo ci squarta”
“Come la fai
lunga, sai che posso sempre temporeggiare”
“È proprio
per colpa tua se mi ritrovo qui con vuoi due! A quest’ora potevo starmene nel
nostro appartamento a riposare! Invece no! Devo stare qui con vuoi due che vi
punzecchiate come due bambini!”
“Scansafatiche!
Solo perché sei dei piani alti dell’organizzazione non vuol dire che sei esente
dal fare il lavoro sporco Miss me ne sto a casa a riposare!”
“Sta zitta
Minako!”
“Calmatevi
ragazze non ho detto nulla!”
“Meglio!”
L’auto delle
ragazze era arrivata in orario all’aeroporto, dovevano controllare che
l’assistente del dottor Tomoe aveva preso l’aereo e sperare di riuscire a
trovarlo una volta atterrate a New York
“Ci siamo,
Minako distrai la guardia!”
“Perché io?
Non può farlo Michiru?”
“E
permettere così che un bellimbusto guardi con avidità la mia fidanzata? Mai! E
poi sai come funziona, io e lei fingiamo di essere una coppia di neo sposi e
tu…”
“La sorella
rompi coglioni della sposa che non si decide a darvi un attimo di pace!”
“Esattamente!
Adesso va e fa il tuo lavoro!”
Minako si
era diretta dal poliziotto addetto al controllo dei bagagli e con fare
civettuolo aveva attirato la sua attenzione
“Mi scusi
agente, sa, non sono pratica di aeroporti, mi chiedevo se lei saprebbe dirmi
cosa fare” giocava con una ciocca di capelli e tra una parola e l’altra
lanciava occhiate provocanti all’agente mostrando la sua scollatura generosa
“S-signorina,
deve passare da questa porta e noi controlleremo se ha addosso delle armi o
oggetti che potrebbero ferire i passeggeri”
“Agente cosa
sta insinuando? Che io sia un pericolo per i passeggeri?”
“C-certo che
no, però sa è una questione di routine, tutti sono obbligati a passare da qui,
non si preoccupi una volta passata questa porta la condurrò io personalmente
all’imbarco se proprio non sa dove andare”
“La
ringrazio”
Ancheggiando
aveva superato la porta per il controllo mentre Haruka e Michiru caricavano le
loro borse, il poliziotto era troppo preso ad ammirare il fondoschiena di
Minako da non badare alle armi che passavano sotto il suo naso.
“Agente la
ringrazio per aver trattenuto mia cognata, sa, da quando sua sorella si è
sposata non ci lascia un attimo da soli”
“Si figuri è
stato un piacere per me”
Salutato il poliziotto
con un sorriso forzato, Minako aveva liberato un sospiro di sollievo
“Era ora! Mi
guardava come un allupato!”
“Non è mica
colpa mia se vai ancheggiando come una baldracca di strada!”
“Non ti
azzardare a darmi della baldracca sotto specie di uomo mancato!”
“Piantatela,
non è il momento per litigare! Vedete di cercare l’aiutante del dottore!”
Dopo una
buona mezz’ora di ricerca si erano ritrovate davanti il corridoio che conduceva
all’aereo
“Sicuramente
ha preso il primo volo”
“Se così non
fosse? Se il professore ci avesse mentito?”
“Non l’ha
fatto, sapeva che ad un suo minimo errore la figlia sarebbe morta”
“Si da il
caso che sia morta ugualmente insieme a lui!”
“Si e sei
stata proprio tu ad ucciderli Michiru!”
“Perché tu
non volevi farlo Minako!”
“Ragazze
basta! Prendiamo l’aereo e una volta a New York vedremo di trovare questo
tizio! E soprattutto evitate di alzare la voce su questi argomenti, l’ultima
cosa che voglio è ritrovarmi la sicurezza alle calcagna!”
Sull’aereo
“Michiru la
situazione non mi convince!”
“Haruka
calmati! Se l’assistente del dottore ha preso il primo volo sicuramente lo
troveremo all’aeroporto di New York, dopotutto ha delle informazioni per il
Presidente dubito fortemente che se ne vada in giro da solo”
“Forse hai
ragione, ma…”
“Ma se non
avesse preso l’aereo? Se qualcuno l’ha preso dall’aeroporto per scortarlo fino
in America?”
“Minako tu
guardi troppi film d’azione, mi dici come potrebbero portarlo in America senza
prendere un aereo? Siamo in Giappone ricordi?”
“Michiru
sarà che io guardo troppi film ma tu sembri una pivella!”
“Come osi!”
“Lasciami
finire! Se il chip lo ha veramente il nostro uomo è molto probabile che alcuni
agenti inviati dal Presidente lo scortino fino in America con un jet privato!”
con fare non curante Minako aveva espresso la sua idea insinuando nella mente
di Michiru molti dubbi riguardo la missione
Se Minako ha ragione siamo fottute!
Dobbiamo recuperare il chip prima che venga messo in circolazione!
Albergo di Tokyo
“Signore ci
è stato comunicato che gli assassini del professor Tomoe e di sua figlia sono
su un aereo diretto a New York, cosa facciamo?”
“Lasciate
che giochino ancora un po’, al mio segnale li catturerete, ma per adesso
lasciategli fare ciò che vogliono. Nel frattempo Takeda si riposi, domani lei
arriverà a New York per consegnare la valigetta al Presidente”
“Ma come
pensate di evitare gli assassini di Tomoe?”
“Non si
preoccupi lei domattina prenderà un jet privato e sarà condotto direttamente
alla Casa Bianca, una volta lì consegnerà il chip al Presidente e si toglierà
di scena”
“Cosa vuole
dire?”
“Che dovrà
sparire, le forniremo una nuova identità e faremo in modo che lei non apra
bocca sul progetto!”
“Il progetto
del Presidente è troppo importante per l’integrità delle Nazioni e nessuno
s’intrometterà in questa storia!”
Questo è il
secondo capitolo, ringrazio Shadow DylanDog e Miss_Writer che hanno commentato
e inserito la storia tra i seguiti :3
Al prossimo
capitolo :3