LO SPECCHIO CHE MOSTRAVA IL FUTURO

-         Corri idiota, prima che Gazza ci scopra! - bisbigliai afferrando la mano di mio fratello e cominciando a correre verso l’arazzo che portava al piano inferiore.
Gazza e Mrs. Purr stavano di sicuro arrivando, attirati dal frastuono, e non avevo affatto voglia di passare un’altra sera a lucidare le coppe della sala dei trofei
 Le stesse coppe che Fred aveva appena fatto cadere svegliando mezzo castello.
Corremmo a perdifiato, cercando un posto in cui nasconderci finché Gazza non avesse deciso di rinunciare a trovare il colpevole. In fondo a un corridoio, vicino ad un’armatura, scorsi una porta socchiusa e ci barricammo dentro. Eravamo in un posto piuttosto strano, che un tempo doveva essere stata un aula, ma adesso i banchi erano ammassati vicino alle pareti, insieme a un cestino della carta straccia. Al centro della stanza vi era un enorme specchio con una strana incisione. Ci avvicinammo insieme, incuriositi. Era proprio uno specchio strano, non vedevo il nostro riflesso, o almeno non nel senso letterale del termine. Quelli nello specchio eravamo sicuramente io e Fred, ma eravamo diversi. Eravamo seduti in un portico, circondati da bambini con i capelli rossi. I nostri visi si potevano riconoscere solo dagli occhi. I capelli erano bianchi, il volto e le mani invecchiati di almeno sessanta anni. Stavamo ridendo, guardando i bambini mentre cercavano di reggersi su alcune vecchie scope giocattolo.- Pensi che questo specchio mostri il futuro?- chiesi a Fred.
- Sicuro- rispose lui – Questi siamo noi fra sessanta anni. - Ci sedemmo sul pavimento ci guardammo e scoppiammo a ridere, non avevamo mai avuto bisogno di molto per divertirci, in questo caso era bastato vedere il nostro futuro in uno strano specchio.
Dopo circa un’ora tornammo furtivi al nostro dormitorio e andammo a letto. Non appena ebbi chiuso le tende mi arrivo la voce assonnata di Fred.
- Ehi Georgie? -
- Che c’è? -
- Comunque sarò più bello di te anche quando avremo settant’anni -
- L’importante è crederci Fred -
E ci addormentammo, stanchi ma orgogliosi della nostra impresa.

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Tre anni dopo ebbi la conferma della nostra ipotesi su quello strano specchio, e la ottenni in un modo molto strano. 
Ci eravamo alzati presto, insieme a Lee, per preparare la pozione invecchiante per entrare nel torneo Tre Maghi ed eravamo euforici. 
Era tutto perfetto, saremmo dovuti invecchiare solo di pochi mesi per aggirare quella stupida regola sulla maggiore età. Andammo nella Sala d’Ingresso seguiti da una piccola folla di curiosi, sicuri di potercela fare. Bevemmo la pozione e Fred mi precedette di alcuni secondi oltre quella stupida linea. 
Il nostro trionfo durò solo un attimo, fummo scagliati a tre metri di distanza, atterrando sgraziatamente in un mucchio indistinto di membra. Poi, senza preavviso ci spuntarono due identiche barbe bianche e scoppiammo a ridere, esattamente come la prima volta che ci eravamo visti da vecchi. Andammo in infermeria seguiti da un ancora ridente Lee Jordan; Madama Chips ci fece tornare normali in meno di un minuto e la giornata continuò senza altri incidenti. 
Quella sera, quando salimmo nel dormitorio dopo la festa, bisbigliai a Fred: - Allora quello specchio mostrava davvero il futuro-
- Si- rispose – Sarò decisamente io il più bello dei due.- Gli mollai un pugno nella spalla e andammo a dormire.

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Tutto questo non era previsto. 
Non era nemmeno stato preso in considerazione.
 Il nostro destino era un altro. 
 Non te lo ricordi più? Quello era il nostro futuro, dovevamo invecchiare e finire su quel portico a raccontare le storie più assurde ai nostri nipoti. Era quello il nostro lieto fine. Insieme, per sempre. 
 Sono fermo, davanti all’anta dell’armadio, ma il mio riflesso non mostra il mio futuro, riflette solamente lo spettro di un passato che non riesco a lasciar andare. Un passato che vorrei facesse ancora  parte del mio presente.
Che senso ha vedere i colori scintillanti della vetrina di Tiri Vispi Weasley, se tu non li puoi vedere insieme a me? 
Che senso ha fingere di non rimpiangere ogni secondo che ho passato con te, se non ci sei tu a prendermi in giro perché sono troppo sentimentale? 
Non te l’ho mai detto, ma saresti dovuto essere il padrino di tutti i miei figli. Era una cosa che ho sempre dato per scontata, non abbiamo mai avuto bisogno di dire quello che sentivamo, è sempre bastato guardarci negli occhi. 
Dove sono i tuoi occhi Fred?
 Quelli che vedo riflessi non sono i tuoi, sono simili, ma si sono spenti. Si sono spenti esattamente un anno fa, insieme ai tuoi.  
So che in questo momento tu stai ridendo di me, perché mi sto comportando come una qualunque tassorosso del primo anno in crisi esistenziale, ed è immaginando la tua risata che domani andrò a tagliarmi i capelli, per mostrare l'orecchio mancante, per far vedere al mondo che sono orgoglioso di essere il gemello più bello; senza aver più bisogno di cercarti nel mio riflesso. 



Angolo autrice:
Ciao!
Prima di tutto grazie a tutti coloro che sono arrivati fin qui:). Non so esattamente cosa posso dire su questa storia, è nata all'improvviso, senza una ragione precisa:). Mi piacerebbe tantissimo sapere cosa ne pensate e tutte le recensioni, anche se negative sono gradite:D. 
Un grazie speciale a _Meg, che mi ha stressato per quasi un mese per costringermi a pubblicarla:)
Un bacio!
Florida