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Autore: Natalja_Aljona    30/04/2012    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Duecentosessanta


Duecentosessanta

Il bastardo di Ankara

Con l’orgoglio ferito di chi poi si ribella

 

Liverpool, 29 Gennaio 1835

 

Ma vittima, sai, tu mi lasci

Ho sbagliato

(Se mi lasci non vale, Julio Iglesias)

 

-Allora, Rajit? Non è stupendissima?-

Alja si chiese se fosse il caso di far notare a Gee che, abbracciandola, le stava sbriciolando un paio di costole.

Era uno Spartano, il suo amore, e, sebbene fosse felicissima di averlo accanto, i suoi millemila gesti d’affetto la stavano semplicemente distruggendo, fisicamente parlando.

-E’ una meraviglia, Gee, ma ha già un corpicino quasi trasparente, se la stringi un po’ più forte va a finire che la disintegri-

George, a malincuore, allentò un po’ la presa sulla vita di Natalys, e sorrise a Rajit Willow, il suo migliore amico turco, l’ex mercante di schiavi che l’aveva aiutato a fuggire, dopo quasi un anno di battaglie in Egitto, dalla nave di Mickaël Chantefleur.

Aveva ventiquattro anni, undici in più di lui, ma quando scherzavano insieme per le vie di Wavertree sembravano coetanei.

Rajit, fisicamente, assomigliava un po’ a Gee, per la pelle scura e i capelli nerissimi.

Era solo più esotico, meno greco, e aveva degli occhi che parevano rubati agli abissi del Bosforo.

Natal’ja, davanti a lui, era rimasta per un attimo senza parole.

Aveva collegato il suo nome a quello di Regan Amelie Wilson, la madre di Aisling, aveva paragonato i suoi occhi luminosi a quelli diffidenti della sua presunta moglie, e le era venuto da ridere.

-Come diavolo hai fatto a sposarla?- era stata la prima domanda che aveva rivolto a Rajit.

Lui l’aveva guardata subito con curiosità e ammirazione, e in quel momento più che mai.

Le sorrise, le sorrise e basta, con una dolcezza difficile da interpretare.

Poi si voltò verso George e gli fece l’occhiolino.

-Mitica, la tua fidanzata- commentò.

-Non lo so, Lys, perché l’ho sposata. Era così…diversa, altezzosa...e razzista-

-Lo è ancora, eh- sospirò Gee.

-Ad Aisling vuoi bene, però… Vero?-

Rajit abbassò lo sguardo sulla biondina, e in un primo momento non seppe cosa rispondere.

Aisling, già.

Cosa sapeva, lui, di Aisling?

Che assomigliava troppo a sua madre e le mancava tantissimo.

Ma a lui, a lui mancava?

Quel giorno aveva perso la pazienza, sputato per terra, e tirato uno schiaffo a Regan.

Quel giorno era fuori di sé.

Aveva sbagliato.

Non avrebbe mai dovuto fermarsi a Liverpool, né illudersi di avere una famiglia.

Natal’ja era così simile a George che l’aveva subito adorata.

Le raccontava ogni battaglia, ogni duello, ogni suo ricordo della Guerra d’Indipendenza Greca.

Nel 1829, quando i Greci avevano vinto, aveva diciannove anni, ma era già tornato in Turchia.

Lys lo ascoltava incantata, rapita, entusiasta.

Rajit si vergognava anche solo a pensarlo, ma avrebbe voluto che fosse lei, sua figlia.

Avrebbe voluto che Aisling fosse come lei.

Lui, in fondo, sapeva parlare solo di quello.

Della guerra e delle strategie militari.

Aisling era così lontana, così incomprensibile, per lui che a una figlia non avrebbe mai saputo insegnare niente di giusto, di onesto o di adatto ad una ragazzina diversa da Natal’ja.

Lys gli era piaciuta per questo, perché era come lui.

Come lui e come George.

Ragionava come un uomo.

Si aspettava troppo da Aisling.

Avrebbe sempre chiesto troppo ad Aisling.

Mettersi sul suo stesso piano, provare, per un giorno, a parlare di balli e di vestiti, di pizzi e di scarpe eleganti…

Era troppo difficile, davvero.

Rabbrividiva al solo pensiero.

E poi c’era Natal’ja, ch’era fantastica, meravigliosa, e gli chiedeva sempre proprio le cose di cui voleva parlare lui.

Non faceva la svenevole come diceva Aisling -non le sarebbe mai venuto in mente, con il padre della sua migliore amica!-, si comportava così solo perché era amico di Gee, e degli amici di Gee si fidava.

Poi era grande, non avrebbe potuto pensare male.

Rajit le stava davvero simpatico.

Non mancava mai di chiedergli di Aisling, e lui, puntualmente, cercava di cambiare argomento.

A lei dispiaceva così tanto…

Lilì soffriva maledettamente, e Lys sapeva bene che, facendosi raccontare tutti i duelli degni anni ’20, l’aiutava ben poco.

Era pur sempre suo padre!

La sera, sui gradini di casa, le raccontava tutto, nella speranza che qualcosa, tra Rajit e la sua amica, potesse essere recuperato, e Lilì fraintendeva, Lilì taceva.

-Non ti bastava Gee?- le aveva detto una volta.

Perché non torni in Russia, Natalys?

Parli sempre di quant’è bella la tua Siberia, e tornaci, maledizione!

Il ragazzo dei miei sogni è il tuo ragazzo e mio padre vorrebbe che fossi tu, sua figlia.

Il bastardo di Ankara con te è un angelo, e per me non c’è mai stato.

Vi ho sentiti, quando insultavate mia madre.

Sarà diversa da voi, altezzosa e razzista, ma è mia madre, mia madre, capisci?

Chi ti credi di essere, Natal’ja?

Avrai anche dei capelli assurdamente belli, due occhioni cristallini da ninfa e un modo di pensare che fa impazzire gli uomini, ma chi ti credi di essere?

Sai, Lys, non voglio più essere tua amica.
Fa troppo male, troppo male, troppo…

 

 

 

 

 

Note

 

Con l’orgoglio ferito di chi poi si ribella: Se mi lasci non vale, Julio Iglesias. Verso riferito ad Aisling.

Quello all’inizio del capitolo, invece, è riferito a Rajit.

 

Allora.

Su questo capitolo mi sono incantata così a lungo, stamattina, esattamente all’undicesima riga, che mi sembra quasi un miracolo averlo finito.

“Il bastardo di Ankara” è una citazione de “La bastarda di Istanbul”, libro di Elif Shafak, e, anche se nel libro fa riferimento ad una figlia illegittima, mi sembrava una definizione adatta a Rajit, ovviamente nell’altro senso ;)

Il rapporto tra Lys e Rajit l’avevo in mente da tanto, perché, si sa, lei è sempre stata molto a suo agio con i soldati, e considerata l’amicizia tra Gee e il turco, anche se poi lui lo tradirà, in Arabia…

E nelle ultime righe, anche se adesso siamo solo all’inizio del ’35, già si nota l’immensa invidia di Lilì per Alja.

Lei ce l’ha messa tutta, per riportare Rajit dalla sua amica, perché, ripeto, Alja non ha mai smesso di considerare Aisling la sua migliore amica a Liverpool, ma non ce l’ha fatta, e Aisling le ha dato la colpa anche del suo mancato rapporto con il padre.

Quanto a Regan, Alja e Gee hanno i loro buoni motivi per odiarla, visto come li insulta quotidianamente, e anche Rajit ha avuto tanti problemi con lei a causa del suo carattere, e non avrebbero mai voluto che Lilì li sentisse, anche se lei sapeva bene cosa pensavano di sua madre, non volevano farle male, non hanno mai voluto farle male, ma tanto ormai era uguale, Aisling, nella sua visione distorta delle cose, ha sempre creduto che volessero ferirla.

Nel ’35 si teneva tutto dentro, nel ’36 si è vendicata di nascosto, con la pugnalata ad Alja commissionata a Stephen, e nel ’41 -Capitoli 248 e 250- è stato impossibile ragionare con lei.

Spero che vi sia piaciuto ;)


A presto,
Marty

 

 

 

 

  
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