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Autore: Princess of Dark    30/04/2012    8 recensioni
Incontrare Johnny Depp è il sogno di tutte noi donne, o almeno era il sogno di Denise.
E lei credeva di stare veramente sognando quando lo incontrò.
Denise ha un lavoro noioso, una migliore amica un po' pazzerella, una vocina maligna nel suo cervello, un "fidanzato" e un sogno nel cassetto. Johnny sarà lì per renderlo vero.
ATTENZIONE:Johnny Depp dovrebbe essere illegale, ma visto che non lo è, va preso come minimo preso a piccole dosi. E' veramente rischioso per la vostra salute una meraviglia così!
Se anche voi lo amate, questa è la ff giusta per voi...aspetto le vostre recensioni!!
Booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=rLHOJc3yhPM
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Mi dispiace>>, borbottò Fred, osservando i lividi sul mio polso.
<< non è nulla>>, mormorai fredda, ritraendomi istintivamente dal suo tocco. Lui mi afferrò la mano insistentemente e me la baciò.
<< davvero, non volevo. Mi sono comportato uno schifo. >>
<< beh, potevi risparmiartelo. >>
<< avevo bevuto. >> si scusò lui. Annuii e guardai la sveglia.
<< fa niente. Ora alzati pigrone, altrimenti farai tardi al lavoro. >> sorrisi, coprendomi col lenzuolo. Lui sospirò e si alzò velocemente. Dopo mezz’ora mi venne a salutare e poi andò via, lasciandomi dormire ancora un po’. La porta bussò due volte di seguito e cacciai la testa fuori dalle coperte, assonnata.
Buongiornooo svegliati dai!
Ma tu non hai mai sonno?!
Il mattino ha l’oro in bocca!
Piantala.
Inciampai nelle coperte che avevo gettato alla rinfusa al lato del letto matrimoniale e mi diressi in cucina ciondolando come uno zombie. Effettivamente lo sembravo!! La porta bussò di nuovo insistentemente.
<< arrivo!! >> sbraitai. Doveva sicuramente essere Fred che aveva dimenticato qualcosa come al solito. << Fred … >> aprii la porta e sgranai gli occhi. Di certo non avrei MAI e dico MAI immaginato che davanti mi sarei ritrovata un Johnny Depp con una camicia grigio chiaro e un paio di jeans strappati, il suo cappello spettacolare e gli occhiali dalle lenti azzurre davanti ai suoi occhi scuri. Sobbalzai e gli chiusi la porta in faccia. Tutto ciò in un nanosecondo. Paralizzata, fissavo l’orologio che segnava le nove circa, sperando che Ginevra mi desse un suggerimento.
Che cosa vorresti fare, scusa?!
Non lo so! È praticamente fuori casa mia.
E gli hai appena sbattuto la porta in faccia.
Ma guarda in che condizioni sono!!!
Sì, ma intanto lui sta aspettando dall’altra parte della porta.
Sbuffai e riaprii la porta, con un sorrisetto imbarazzato. Lui fece scorrere il suo sguardo sul mio corpo. Fortunatamente, non avevo indossato il mio pigiama con le farfalle colorate ma le mie condizioni non erano -ehm- delle migliori. Indossavo solo le mie mutandine nere semplici e una lunga canottiera nera a bretelle, tra cui una spallina era abbassata. Praticamente ero nuda davanti a Jack Sparrow.
Almeno hai un bel fisico. Suonò Ginevra, che poi ero io mentre tentavo di auto-incoraggiarmi.
<< ehm … non volevo svegliarti. >> sorrise lui maldestro. Sbattei le ciglia, ancora incredula che stesse parlando con me.
<< non … preoccuparti. Ero già sveglia. >> sorrisi. Bugiarda.
<< passavo di qui e … volevo restituirti una cosa. >> disse, porgendomi un portafogli rosso di pelle, dove avevo tutti i miei documenti. Sgranai gli occhi. << ti deve essere caduto ieri sera in auto … >>
<< oh, sì, grazie! >> allungai la mano per afferrarlo ma lui indietreggiò, costringendomi ad avanzare. Si tirò indietro.
<< te lo restituisco solo se accetti di venire a prendere un caffè con me. >> sorrise spavaldo. Lo fissai.
Ma se me lo dici in questo modo, puoi anche tenertelo il portafogli!!
Un colpo di vento fece chiudere di botto la porta dietro di noi, facendoci saltare. Sgranai gli occhi e tirai un sospiro.
<< merda. >> sussurrai a bassa voce, trattenendomi dall’imprecare come un camionista infuriato.
<< non hai le chiavi immagino. >> disse lui divertito. Lo fissai negli occhi.
<< esatto. >>
E ora?! << devo andare da mia madre: lei dovrebbe averne una copia. >> dissi convinta.
<< ehm …? >>
<< che c’è? >>
<< vuoi andarci così? >> disse divertito, scorrendo nuovamente lo sguardo sul mio corpo mentre mi indicava.
Oh, scusami, avevo dimenticato di essere mezza nuda.
<< certo che no. >> dissi amara. Mi posizionai davanti alla mia casa, fissando la finestra più in basso. Lo sentii avvicinarsi a me e rabbrividii quando la sua mano sfiorò il mio braccio.
Ok, Denise, stai calma. Una soluzione c’è. Ci deve essere per forza.
Io l’ho trovata!!
Ti adoooro! Qual è?
Cosa ci guadagno se te lo dico?
Ehm… il caffè che mi ha offerto Johnny?
Ma quello lo ha offerto a te, non a me!
Sì, ma tu verrai con me.
Affare fatto.
<< dobbiamo entrare dalla finestra. >> sorrisi, dopo aver appreso l’idea di Ginevra. Lui mi fissò, alzando un sopracciglio.
<< dobbiamo? >>. Arrossii all’istante.
<< uh … sì. È colpa tua se sono rimasta fuori. Ed è colpa tua anche se mi prendo un raffreddore. Perciò sei in dovere di aiutarmi. >> sorrisi. Lui mi guardò prima di scoppiare a ridere.
<< e cosa avrò in cambio? >> sussurrò sensuale, tipicamente Sparrowiano.
<< ehm … la mia compagnia? >>
<< cosa dovrei fare io? >>
<< arrampicarti fino alla finestra. Basta mettere i piedi sul muretto e poi sulla ringhiera>>. Lui rise ancora.
<< scordatelo! Ho cinquant’anni suonati e vuoi che mi metta a fare spiderman?! >>
<< non ne hai compiuti neanche quarantanove! >> ribattei.
<< non sono lontani …>>
<< il nove giugno è ancora lontano. >>
<< sai anche quando sono nato? >> si chiese divertito.
Eccola qui un’altra figura di merda.
Wow, hai l’incredibile capacità di accumularne una dietro l’altra! Se restassi una giornata intera con lui, probabilmente potrebbe scrivere un romanzo comico di mille pagine sulle tue figuracce!!

<< visto che sei vecchio, allora aiuta a fare salire me. >> scherzai. Lui sorrise.
<< vecchio, eh? >> borbottò, prima di avvicinarsi a me e unire le mani per farmi salire con i piedi.
Non vorrei rovinarle, le tue splendide manine *-*
Den, sali e basta.
Mi arrampicai velocemente, per paura di fargli male e riuscii ad aprire con un paio di colpi la finestra semichiusa. Mi precipitai all’interno della casa e dopo un po’ andai ad aprirgli la porta. Sospirai.
<< ce l’ho fatta. >> sorrisi.
<< allora? Ci sei per il caffè? >> chiese ancora. Oggi era giornata di festa al lavoro: cos’avevo di meglio da fare?
<< ok. Vieni, entra … >>
Sì, lo sto invitando a casa mia. Ora può fare tutto quello che vuole.
Tutto, tutto, tutto?
TUTTO.
Lui esitò un attimo poi entrò in casa, guardandosi attorno. <> sorrisi euforica. Indossai di fretta e furia dei jeans chiari, converse fucsia dello stesso colore della maglia a mezze maniche. ( non faceva molto caldo ma non si sa mai…con Johnny Depp vicino rischi di andare in iperventilazione!!)
Ginevraaaaa sto per uscire con Johnny Depp!
Stronza!
Cosa devo fare? Se faccio qualche altra figuraccia?
Beh, dopo che ti ha vista in mutande mentre scavalcavi la finestra…non credo che tu possa andare peggio.
Tornai di sotto, dove Johnny si era accomodato sulla poltrona, sfogliando la rivista che avevo letto la settimana scorsa. Ovviamente c’era lui sulla copertina: compravo SOLO riviste dove c’era lui. Mi guardò divertito e io arrossii.
<< questo cuoricino qui è venuto un po’ maluccio … >> osservò indicando uno dei tanti cuoricini che avevo disegnato intorno alla sua faccia e al suo nome. Ok, non ero semplicemente arrostita, ero come un pomodoro maturo. Se mi sarei messa accanto ad un semaforo, le auto si sarebbero fermate e avrebbero perfino aspettato che diventassi verde!! Ma come sei simpatica, Denise … borbottò Ginevra con sarcasmo. Gli strappai la rivista dalle mani.
<< mi esercitavo. >> borbottai.
<< a far cuoricini? >> continuò lui, alzando un sopracciglio con scetticismo. Ci provava gusto a mettermi in imbarazzo?
<< sì. Non posso esercitarmi a disegnare cuori? >>
<< certo. >> ridacchiò lui. Poi notò un’altra cosa che non doveva affatto notare. Il mio “angolo personale” dove avevo raccolto tutti e dico TUTTI i film di Johnny Depp. Lui, incuriosito e con il sorriso divertito sul volto, si avvicinò alla vetrinetta e scrutò i dvd.
<< wow. >> sussurrò. Mi portai una mano alla fronte e sperai che non aprisse l’anta del mobile. Avevo un suo poster enorme. Un Johnny Depp steso sul letto mezzo nudo. E lui, senza neanche chiedere il permesso, aprì l’armadietto e scoppiò in una fragorosa risata. Corsi immediatamente a chiudere lo sportello e spinsi Johnny, ancora ridente, verso l’uscita della casa.
<< ok, ora andiamo prima che mi fai fare qualche altra figuraccia! Nessuno ti ha insegnato a rispettare la privacy?! >> dissi, a metà tra un tono serio e un tono scherzoso. Lui mi fissò.
<< ehi, mi riguardava! C’erano tutti i miei film lì dentro! >> disse sorpreso, cercando di smettere di ridere. Lo fissai.
<< sei davvero così sorpreso? >> Uscimmo di casa mentre io cercavo di nascondermi tra i miei capelli biondi. Ennesima figuraccia. Questa era grossa.
Eh sì, quella potevi risparmiarla …
Johnny mi fece cenno di entrare in un bar all’angolo, dove aveva già pagato il proprietario per non spargere notizia che c’era lui.
<< già sapevi che avrei accettato?! >> esclamò sorpresa. Lui si sfiorò i baffi, cosa che mi fece molto morire.
<< beh, in effetti, nessuna avrebbe resistito al mio fascino … >> sussurrò di nuovo con l’impertinenza di Jack Sparrow.
<< ah, sentite questa! Non ci metto niente ad andare via! >> scherzai, alzandomi dal tavolo attorno al quale ci eravamo seduti. Lui mi afferrò per un polso.
<< non ci metto niente a spargere la voce che hai poster di me nudo. In effetti, avrei un’intervista tra qualche giorno … >> mi provocò. Lo fissai.
<< non eri nudo. >>
borbottai, prima di risedermi di nuovo di fronte a lui.
<< sì invece. >>
<< no! Vuoi saperlo meglio di me che guardo quella foto da un anno intero?! >> esclamai. Johnny mi guardò serio ed io mi accorsi di aver fatto un’altra figura di cacca. Ora probabilmente starà pensando che sono una sua psicopatica e depravata fan.
Tutti lo avrebbero pensato nei suoi panni!
<< ok, ora starai pensando che sono una psicopatica, depravata fan pazza di te. >> sussurrai imbarazzata, chinando il capo sulle mie mani intrecciate sul tavolo. Lui rise.
<< non lo stavo affatto pensando. >> borbottò serio. Sollevai lo sguardo.
<< ah, no? >> Lui scosse il capo.
<< pensavo che sei una ragazza un po’ … strana. >>
<< strana? >>
<< beh, cosa dovrei pensare? Vengo ad invitarti per un caffè e ti trovo in mutande chiusa fuori alla porta, scopro che disegni cuoricini sulle riviste con la mia faccia e hai un poster dove io sono nudo. In effetti, ora che ci penso … dovrei concludere che sei una psicopatica depravata. >> scherzò. Risi anche io. Johnny era proprio simpatico! Ordinammo due caffè.
<< mettici un goccino di rum dentro. >> sorrise Johnny. Il cameriere annuì perplesso e andò via. Lo guardai disgustata.
<< il rum nel caffè?! >>
<< il rum sta bene ovunque. Non esiste un caffè migliore di quello con rum. >> sorrise. Risi.
<< dovrei farti assaggiare il caffè napoletano, allora. >>
<< napoletano? >> ripeté perplesso. Annuii.
<< quello è vero caffè. >>
<< Di dove sei? >> chiese lui affascinato, guardandomi come se fossi un alieno.
<< Si dice “napoletano” perché è caratteristico di Napoli, una città italiana…>>
<< Ah, quindi sei italiana?>>
<< no, mia madre ha origini napoletane. Mio padre è americano al cento per cento. >> sorrisi.
<< interessante. >> sussurrò lui inumidendosi le labbra con la lingua.
Oh *-* così muoio!
Ti faccio compagnia!!

I due caffè arrivarono subito.
<< vuoi assaggiare? >> mi chiese sorridendo. Scossi il capo.
<< ah no … non mi piace molto il rum. >> ammisi.
<< non potremmo mai andare d’accordo, allora. >>
<< in realtà non reggo molto bene l’alcool. >>
<< è questione di abitudine. >> disse, facendo spallucce. Decisi di non aggiungere commenti a riguardo. << di cosa di occupi, oltre ad essere un’arrampicatrice di case, collezionista di cd e poster porno e disegnatrice di cuoricini? >> scherzò.
Sorrisi, facendogli la linguaccia. << lavoro per una rivista di gossip locale … “Tell Me” non so se la conosci. >> lo informai. Lui annuì.
<< mi avete beccato in flagrante un po’ di tempo fa, forse l’anno scorso, dopo aver preso a pugni un giornalista... >> borbottò freddo.
<< oh, io non lavoravo ancora per quella rivista: sto con loro solo da sei mesi. >> mi affrettai a precisare.
<< devi fare anche tu il grande passo? >> chiese infine, dopo un grande silenzio. Lo guardai confusa e lui mi indicò l’anello al dito.
Merda. Ho troncato ogni speranza di provarci con lui.
Perché? Ci stava provando con te prima?!
No.
Appunto.
Uff …

Fissai l’anello di fidanzamento che Fred mi aveva regalato.
<< uhm … io … credo di sì. >> mormorai. Lui mi scrutò ancora.
<< beh, non mi sembri molto felice per una che sta per sposarsi. >> osservò. Il mio volto cambiò decisamente espressione.
<< non lo so se mi sposo. >>
<< ansia pre-matrimoniale? >> mi prese in giro. Sorrisi amara.
<< ti è mai capitato di amare tanto una persona e poi il giorno dopo di non amarla più? >> sussurrai. Johnny sembrava adatto per dare consigli, dopo tutte le storie d’amore che aveva concluso.
<< sì. >> sussurrò.
<< questo è ciò che mi sta succedendo: a volte lo amo, a volte no. >> borbottai. Lui mi fissò, quasi come faceva Marylin prima di giungere alla sua ipotesi alla Sherlock Holmes.
<< ti consiglio solo di pensarci bene: una volta che ti sei sposata bisogna fare un casino con il divorzio! Invece ora puoi sempre cambiare idea e lasciarlo. >> commentò. Dopo la sua esperienza con Vanessa Paradis, lui poteva parlarne.
<< il tuo matrimonio non è andato a gonfie vele, vero? >> dissi ad un tratto. Lui non rispose, fissando la tazzina vuota del caffè. << scusa!! Non volevo essere invadente, mi disp- >>
<< tranquilla, non è niente. >> sorrise lui. << il matrimonio è una cosa facile per i primi anni poi … i difetti dell’altro emergono uno dopo l’altro. Per questo bisogna scegliere bene. >> sussurrò.
Tranquillo, tu NON hai difetti! Annuii abbozzando un sorriso e il cellulare squillò con una musichetta assordante che attirò l’attenzione delle persone più vicine a noi. Mi affrettai a rispondere.
<< Marylin? >>
<< Den, dove sei? Ho provato a chiamarti a casa ma non risponde nessuno! >>
Sì, è che sono al bar a prendere un caffè con Johnny Depp.
<< sono … con un amico. >> mormorai, fissando Johnny che sorrideva.
<< chi è?! Oh, Dio, non ne sapevo niente? Ci sei finita a letto ieri sera?! >> la sua voce squillante arrivò fino agli orecchi di Johnny ed io alzai gli occhi al cielo.
<< Mary! Non farti i film mentali, stiamo solo prendendo un caffè. >>
<< oh, qui la cosa diventa interessante. Quando torni voglio TUTTI i particolari. >> risi.
<< ok, a dopo. >>
Johnny sorrise.
<< chi è questa Marylin? Tua sorella? >> chiese curioso.
<< peggio: è la mia migliore amica. >>
<< sembra simpatica. >> osservò.
<< un po’ … esuberante. >> commentai. Il cellulare squillò di nuovo e vidi il nome di Fred sul display. Feci un respiro profondo, facendo segno a Johnny di non fiatare.
<< Fred? >>
<< amore, volevo avvisarti che tra un quarto d’ora torno a casa: ho preso un permesso per l’uscita anticipata così andiamo a fare un giro … >>
<< Oh… perfetto. Ti aspetto! >> esclamai sorpresa, staccando la chiamata. << cazzo. >> sussurrai a denti stretti, alzandomi di scatto dalla sedia. << scusa, sono nei guai fino al collo: devo andare! >> esclamai, senza capire nulla, senza sfruttare l’occasione per salutarlo con un bacio e organizzare un altro appuntamento. Lui non capì nulla, travolto dalla mia agitazione.
<< aspetta! Il … >> non terminò la frase perché ero già praticamente fuori casa mia.
Avrei preferito che andasse diversamente, però … meglio di niente.
Sì, brava, ritieniti fortunata ad averlo anche solo visto da vicino!





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<< aspetta! Il … >> Denise si scaraventò fuori dal locale, buttando all’aria il cameriere con due tazze di cioccolato caldo. << …portafogli. >> aggiunsi sottovoce, un po’ deluso.
Denise si voltò solo per mezzo secondo, giusto il tempo di guardare il cameriere furioso che si ripuliva dalla cioccolata, borbottando qualcosa ad alta voce che dovevano somigliare a delle scuse.
Quella ragazza era davvero strana! Beh, avevo pensato di chiederle un altro incontro amichevole ma non mi ha neanche dato il tempo di salutarla! Sfiorai il portafogli in pelle rossa: non avevo osato ficcarmi nei suoi affari, anche se ora la tentazione era molto forte.
Magari guardo solo la foto …
No, Johnny, l’occhio cade! A te non darebbe fastidio?
Sì, hai ragione, lasciamo perdere.
Mi alzai dal tavolo e pagai i caffè, donando una mancia al cameriere, poi mi avviai alla mia auto, accendendo un sigaro.
Mi ero sorpreso a scoprire che Denise fosse una mia fan e la cosa non mi dispiaceva affatto. Lei, poi, era così sfacciata, così schietta, divertente, un libro aperto per me: quei lividi sul suo braccio gliel’aveva fatti sicuramente quel Fred. Non sapevo perché ma già lo odiavo. E quando l’ho vista praticamente quasi nuda … oh Dio, Denise era una ricompensa per i tuoi occhi stanchi con quei suoi occhioni chiari, i capelli biondo-castano scombussolati, labbra sottili e un corpo che, wow, era da togliere il fiato. Diciamo che Denise era una ragazza da scoprire. Diciamo che ne ero molto tentato.
Quasi dimenticai che a un paio d’ore di traffico c’era Vanessa ad aspettarmi, con il suo muso lungo perché ero uscito senza avvisarla, perché avevo spento il cellulare per non essere disturbato. Avrei usato la scusa che non potevamo discuterne perché davanti c’erano i nostri figli. Era brutto usarli come scusa, ma almeno me li sarei goduti per il resto della giornata!
<< daddy! >> esclamò Jack, buttandosi tra le mie braccia.
<< my little man! >> esclamai, gettando il cappello sul divano in pelle per accogliere calorosamente il mio piccolo ometto.
<< ho imparato a combattere con la spada! Come fai tu! Vuoi combattere con me? >> chiese lui entusiasta. Sorrisi.
<< il capitano Jack Sparrow ne sarebbe molto lieto, trésor. Vado subito a chiamarlo. >> sorrisi, correndo nella sua camera e afferrando la spada di plastica che usavamo per giocare.
<< a noi due, mon pirate! >>
<< stavolta ti uccido, mauvais! >>
<< brutto a chi, eh?! >> mi scaraventai su di lui, facendogli il solletico. Il piccolo Jack si buttò a terra, contorcendosi dalle risate, poi mi pugnalò e finsi di stramazzare a terra.
<< dad? >> esitò lui, dopo un lungo silenzio. Aspettai che si avvicinasse, poi aprii lentamente un occhio e tornai a fargli il solletico. Vidi comparire sulla soglia della camera anche Lily Rose, poggiata alla porta che ci guardava con una strana espressione, masticando un chewing gum.
<< bonsoir, papa. >> squillò lei, venendomi accanto.
<< tutto bene? >> le chiesi e lei annuì.
<< a scuola? >>
<< niente di nuovo. >>
<< c’è qualcosa che non va? Ti vedo triste. >> sussurrai, accarezzandola. Lei mi gettò le braccia al collo e scoppiò in lacrime. Il cuore mi si chiuse in una morsa: non c’è cosa peggiore del vedere i propri figli essere tristi, soprattutto quando si è consapevoli che la colpa è la propria.
<< cos’è successo, princesse? >>
<< la mamma ti vuole. >> borbottò lei, staccandosi dal mio abbraccio. Il cuore mi si attanagliò.
<< Jack, continua a combattere con tua sorella, torno subito. >>
<< non sono un po’ troppo grande per giocare ai pirati con Jack?! >> brontolò lei. La guardai perplesso.
<< non si è mai troppo grandi per giocare con il proprio fratello, Lily>> sorrisi, prima di essere cacciato via con uno sbuffo sonoro. Vanessa era poggiata contro il frigorifero della cucina, evidentemente mi stava aspettando davvero.
<< almeno i tuoi figli li hai salutati. >>
<< ciao. >> sorrisi, avvicinandomi a lei per darle un bacio. Lei poggiò le mani sul mio petto e mi fece indietreggiare.
<< dove sei stato? >>
<< in giro per affari … >>
<< che tipo di “affari”? >>, insistette, mimando con le dita delle virgolette in aria.
<< Vane, per favore, non cominciare con il solito interrogatorio! >> mi lamentai.
<< sei sparito per tutto il giorno e hai spento il cellulare! >>
<< era scarico. >>
<< sì, certo. >> borbottò lei, versandosi del vino nel grosso calice. I suoi occhi trapelavano collera.
<< è tanto importante questo per te? Perché non ceniamo serenamente una volta ogni tanto? >> sussurrai.
<< in questa casa non c’è più serenità, stupide! Persino Lily si è accorta di noi due, Johnny, come pretendi che io possa fingere di star bene?! >> sbraitò.
<< sssh! Non urlare, cazzo! >> sbraitai, urlando anche io. Ed è buffo urlare di non urlare. << Vanessa, non mi pare che io ti abbia mai tradita, maltrattata, insultata, abbandonata o altro, giusto? >> ringhiai. Lei non fiatò, fissandomi. << esatto. Quindi non c’è bisogno di essere così gelosa e smaniosa nei miei confronti. Sono quattordici anni che stiamo insieme, abbiamo messo al mondo due figli e ancora non ti fidi di me? Je t’aime, quindi finiamola con queste ragazzate. >> mormorai, accarezzandole il viso. Lei mi fissò, mi accarezzò le guance e mi stampò un bacio.
<< dì ai bambini che è pronto in tavola. >> sussurrò lei. Sorrisi, felice di aver evitato una discussione che non avevo voglia di portare avanti quella sera. Jack tornò in cucina in lacrime, prima che potessi andare da lui.
<< Jack! >> urlò Lily dietro, correndo verso di lui. Li guardai.
<< uhm? >>
<< Lily dice che tu non sei un pirata! E che Jack Sparrow non esiste! >> mugolò.
<< forse perché è la verità. >> intervenne Lily Rose. Le lanciai un’occhiataccia di rimprovero: non capivo perché oggi era così acida. << ai bambini si raccontano un mucchio di menzogne. Quella di babbo Natale l’ho fatta passare ma questo è troppo! >>
<< Rose, è solo un bambino. >> la ammonì Vanessa.
<< è abbastanza intelligente per capire che suo padre è stato pagato per fare la parte del pirata. >>
<< non è vero! Papà è un pirata! E adesso ti ucciderà! >> esclamò Jack. Sospirai.
<< ok, ok, basta così. >> Lo presi tra le braccia. << vedi, Jack … Lily sta diventando grande, e i grandi non credono più a babbo Natale o agli altri personaggi fantastici. Ma io ti assicuro che Jack Sparrow c’è. >> sorrisi. Gli occhi del bambino si illuminarono.
<< hai visto?! Lo sapevo! Lo sapevo che esiste! >> esclamò felice, saltellando di qua e di la.
Lily Rose si rifugiò nella sua camera subito dopo la cena.
<< secondo me dovresti parlarle. >> suggerì Vanessa.
<< perché ce l’ha con me stasera? >>. Lei fece spallucce. Buttai giù mezzo bicchiere di vino rosso, poi bussai alla sua camera.
<< non accetto pirati. Se vuoi entrare, fallo in qualità di padre. >> borbottò. La guardai spiazzato.
<< ok, allora vado a posare le spade ed entro. >> scherzai, entrando. Lei sorrise amara e mi fece spazio sul suo letto fucsia e arancio chiaro. Mi sedetti accanto a lei, sfiorandole le ginocchia.
<< ora ci possiamo fare una bella chiacchierata, no? >> sorrisi. Lei annuì.
<< scusa per prima. >> mugolò lei. << è che … a volte sono invidiosa di Jack perché lui è così ingenuo, vive in un mondo bellissimo, fatto di favole e … sono stata una stupide. Je ne voulais pas. >> confessò, con le lacrime agli occhi. La accarezzai.
<< la nonna Betty Sue mi diceva sempre “Buon giorno Colombo!” per ricordarmi che l'America è già stata scoperta e che i sogni sono molto lontani dalla realtà. È giusto che i bambini crescano con le favole e che imparino da soli a distinguere dalle favole la verità. E non c’è motivo di essere invidiosi dei bambini, Lily. Tu per me sei ancora una bambina: se ti manca tanto quel mondo fantastico, posso leggerti un favola o recitarti un pezzo del mio copione. Voglio che tu sia felice, amour. >> le dissi. Lei sorrise.
<< forse per le favole sono veramente un po’ troppo grande. >> ridacchiò.
<< tu e la mamma … volete lasciarvi? >> disse tristemente. Sgranai gli occhi.
<< non pensare mai una simile sciocchezza!! Amo voi e vostra madre più di me stesso. >> la rincuorai. Lei sorrise serena mentre mi alzavo e le rimboccavo le coperte. << sei troppo grande anche per il bacio della buona notte? >> le chiesi, dopo aver spento la luce.
<< Questo mai! >> esclamò lei, reclamando quel bacio come se fosse un suo diritto. Le stampai il bacio sulla fronte.
<< bonne nuit. >>
<< bonne nuit, capitan Sparrow. >> sussurrò Lily Rose, sbadigliando. Avrei voluto dare la buona notte anche a Jack, ma lui già dormiva. Gli diedi comunque un bacio prima di andare anche io a letto. Sfido chiunque a dire che la mia non è una vita felice.
Però se ci fosse qualcuna al posto di Vanessa tipo … Denise …
Eh, no, Johnny!! Quella lì non la conosci nemmeno. Io amo mia moglie. E devo ringraziarla per avermi regalato Jack e Lily.
Era solo un’osservazione.
Non sono gradite osservazioni di questo genere ora.



Eccomi qui ;) fiùùù può sembrare banale ma ci ho messo davvero tanto con questo capitolo!! ci tenevo a far fare tante figuracce a Denise ù.ù *risatina malefica* Ci tenevo anche a descrivere qualche scenetta a casa Depp, perché secondo me Johnny è davvero un padre così premuroso e dolce...quasi quasi mi dispiace scompigliare tutto *-* ma no! infondo, non è copa mia se Vanessa e Johnny non vanno d'accordo ultimamente!! *mi faccio un'altra risata malefica* ringrazio questa Depp-endent che mi ha recensita per prima:
meligarry grazie mille, fa sempre piacere ricevere apprezzamenti e ti prometto che non ti deluderò!! Aspetto anche voi altre con i vostri commenti! P.S l'immagine per il POV di Johnny non si vede benissimo, anche se è bello ugualmente, provvederò appena posso!! Un bacione zuccherato, caramellato, fruttato e al cioccolato da parte di Johnny Depp per voi <3
  
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