Shall we dance?

Ammetto che conoscere la figlia del proprietario di Harrods non è proprio male. Se poi è anche la tua migliore amica, tanto meglio. Sconti, omaggi, party... l’ultima trovata pubblicitaria era stata un ballo in maschera e, ovviamente, noi non potevamo mancare.

***

-Sei pronta?- chiesi a Maureen, la mia migliore amica, strillando dal piano inferiore del suo super attico.

-Sì, arrivo- mi rispose e in un batter d’occhio comparì in cima alle scale indossando un abito verde acqua lungo fino ai piedi che, insieme ai suoi capelli rossi mossi, la faceva sembrare la Sirenetta; io invece avevo optato per un lungo vestito fucsia acceso con delle Louboutin abbinate ed i capelli biondo platino lisci, al naturale. Mentre camminavamo per raggiungere l’ascensore rigorosamente privato, ci sistemammo le maschere.

In strada già ci aspettava il suo ragazzo, Paul, nella sua nuova macchina. Ormai ero abituata a fare il terzo incomodo, da quando quel gran bravo ragazzo del mio ex mia aveva piantata da quasi un anno.

-Ciao Paulie Paulie- gli dissi accomodandomi su uno dei sedili posteriori.

feci finta di controllare qualcosa sul mio cellulare per evitare di vomitare vedendo quei due scambiarsi effusioni.

Dopo cinque minuti buoni mise Paulie mise in moto e, finalmente, arrivammo da Harrods.

Dopo essere passati al guardaroba per lasciare tutto quello che non ci serviva, salimmo fino al secondo piano, servendoci delle scale mobili. E non credevo che in una sola stanza ci potevano essere tutti quelli che contavano qui a Londra. C’era addirittura la raffinatissima Philippa Middleton che si era presentata con un succinto e volgare abito grigio perla brillantinato con scritto sul didietro ‘Pippa’ (evidentemente non aveva capito lo scopo della festa...)

-Champagne, madamoiselle?- mi propose un giovane cameriere con uno smoking verde Harrods.

-Grazie, monsieur- risposi accettando.

I due piccioncini erano già spariti e mi avevano lasciata da sola, come al solito.

Decisi perciò di girovagare per il buffet e mangiare alcuni stuzzichini che di certo non mi avrebbero saziata, ma almeno mi avrebbero tenuto occupata. Alla quinta ispezione del buffet mi stufai e decisi di sedermi su una poltrona di design, anche perchè le Louboutin e lo champagne iniziavano a farsi sentire.

-Ehi principessa, tutta sola?- mi girai a rallentatore per vedere un ragazzo vestito con uno smoking azzurro cielo.

-Purtroppo sì-

-Allora perchè non balliamo?-

Accettai, un po’ perchè ero leggermente brilla, un po’ perchè tanto era meglio che starsene sedute da sole su una poltrona.

Mi prese per mano per condurmi al centro del piano che, per l’occasione era stato adibito a sala da ballo. Quando trovò uno spazio di suo gradimento mise le mani sui miei fianchi e io sulle sue spalle e mi attirò a sè, tanto che sentivo il suo caldo respiro sul mio collo.

-Come hai detto di chiamarti?- mi chiese.

-Non l’ho detto, in realtà. Sono Sadie-

-Piacere Sadie- mi disse ammiccando. Aveva degli occhi bellissimi, scuri, a tratti dorati e molto profondi.