FUGA DI MEZZANOTTE
(OVVERO: L’INDECISIONE PROVOCA
DIPENDENZA)
Il grande giardino
era silenzioso; i rumori e la musica della festa erano, ormai, un brusio
lontano, che si confondeva con il canto dei grilli e lo sguazzare delle carpe
nel laghetto. Patty si avvicinò alle fronde di un salice, osservando le piccole
onde che si formavano quando le foglie sfioravano l’acqua; c’era una grande
pace, ma la ragazza sapeva che non sarebbe durata, o almeno, che l’aspettava
una conversazione emotivamente pesante.
“Scusami, ma non ce
la faccio più.” Affermò Benji; lei si voltò per vedere cosa stava facendo. Il
ragazzo abbassò la zip del suo costume, poi si sfilò le maniche del peloso
abito, facendole cadere lungo i fianchi e rimanendo con il torso coperto da una
canottiera bianca aderente.
“Ti dava proprio
fastidio, eh?” Gli chiese Patty sorridendo.
“Uff!” Sbuffò il
ragazzo, passandosi una mano sulla fronte. “Se becco Tom, lo vedi dove gliela
ficco la sua spada laser!” Entrambi si ritrovarono a ridere, e Patty era così
carina, quando rideva.
“Patty…”
“Dimmi, Benji.”
Rispose la ragazza. “Di che mi volevi parlare?”
“Prima di tutto, mi
volevo scusare per l’altra sera alle terme…”
“Oh, ma no…” Lo
interruppe lei, arrossendo al solo ricordo dell’imbarazzante incontro. “Sono
stata stupida io…”
“No! Io… io ero
preoccupato per te, all’asciugamano non ci ho proprio pensato…”
“Basta!” Esclamò la
ragazza, con la faccia tutta rossa. “Cambiamo argomento, per favore.” Lo pregò,
dandogli le spalle.
“Va bene. Patty…”
“Sì!” Rispose subito
lei, voltandosi di scatto.
“Ecco io, Patty,
volevo… vedi è… è difficile trovare le parole…” Le disse titubante, una cosa
insolita per il, di solito, ultrasicuro Benji. “Quando sono tornato dalla
Germania era un periodo difficile per me, e tu mi sei stata vicina. Ti volevo
ringraziare…”
“Non ce n’è bisogno,
Benji.” Affermò lei, negando col capo.
“No, non dirlo!”
Esclamò lui, afferrandole le mani; la ragazza guardò la sua presa, poi lo
guardò negl’occhi. Lo sguardo di Benji, così diverso da quello di Holly; tanto
quello di Holly era sincero e ingenuo, quanto quello di Benji era remoto e
ardente.
”Patty, voglio sapere
una cosa.” Disse poi il ragazzo. “Ti sei occupata di me solo perché sono un
amico di Holly e un membro della squadra, oppure…”
“Benji, io…” Esitò la
ragazza, ma poi rispose. “Forse all’inizio era così, poi…”
“Poi ti ho fatto
pena.” Affermò il ragazzo, voltandosi e dandole le spalle.
“No! Ma cosa dici?”
Protestò lei, posandogli le mani sulla schiena. “Io ho sempre avuto grandissimo
rispetto per te, ti ammiro, sei un ragazzo molto forte, hai preso decisioni
importanti da solo… ma, il fatto è, che questo tuo carattere indipendente ti ha
un po’ isolato. Non si può restare soli per sempre, Benji.” Lui tornò a
guardarla.
“Che cosa provi per
me, Patty?” Le chiese a bruciapelo.
“Io… Benji…” La
ragazza distolse lo sguardo dagli occhi di lui, chinando la testa.
“Non cercare di
evitare di rispondere, so benissimo di non esserti indifferente.” Continuò il
ragazzo; Patty cercava di allontanarsi, ma la stretta di Benji sulle sue spalle
era troppo forte.
“E’ così complicato…”
Mormorò la ragazza. “Tu… tu mi piaci, ma, quando Holly è tornato dal Brasile,
io… io… Non lo so, sono confusa.” Ammise mestamente.
“Che cosa posso fare
io?” Le domandò, con un’insospettabile tenerezza nella voce.
“Oh, Benji…” Il
ragazzo l’abbracciò. “Ho bisogno di…” I loro occhi s’incontrarono.
Che cos’era quello
sguardo? Una dolcezza misteriosa, approdata nelle iridi di Benji, proveniente
da chissà quali remote profondità della sua anima indurita dalla solitudine.
Perché mi guardi così, Benji? E che cos’è questo calore? Oddio, ma che cosa sto
facendo!
Le loro labbra si
avvicinarono inesorabilmente, senza che nessuno dei due volesse combattere il
desiderio di quel bacio. Le labbra di Benji erano carnose e fresche, e la
baciavano con passione; Patty si era lasciata andare tra le sue braccia,
qualcosa le stava dicendo che sbagliava, ma non lo faceva abbastanza forte da
farle cambiare idea, tanto ormai lo stava baciando…
Un cespuglio, era
tutto ciò che lo separava dalla scena che non avrebbe mai voluto vedere: Patty
e Benji che si baciavano.
Si sentiva male;
strinse le braccia intorno allo stomaco, trattenendo il respiro. Holly avrebbe
voluto gridare, piangere, prendere a pugni uno dei suoi migliori amici,
chiedere a Patty perché…
Ma il perché lo
doveva chiedere solo a se stesso; ci aveva messo anni a capire i suoi reali
sentimenti per la ragazza, ed ora che erano chiari nel suo cuore era troppo
tardi… Un fallimento, sotto tutti i punti di vista; nemmeno una sconfitta, la
più bruciante, l’avrebbe fatto stare così male. Era giusto così, lui aveva
fallito, come un velocista che non sente la pistola dello starter; aveva
ragione Amy, non aveva capito niente. Che cosa poteva fare, del resto? Erano
lì, davanti a lui, e si baciavano. Se Benji e Patty si volevano bene, che
diritto aveva lui d’intromettersi?
Non poté, però, fare
a meno di alzarsi facendo frusciare un po’ troppo il cespuglio dietro al quale
era nascosto, come un’ultima, sorda protesta contro quella scena.
Il rumore fece
voltare i due ragazzi, proprio quando le loro labbra si staccarono; Patty e
Benji videro Holly, di spalle, immobile in mezzo ai cespugli, con la sua
inconfondibile camicia brasiliana. La ragazza si portò una mano alla bocca,
mentre il ragazzo abbassava lo sguardo, passandosi le mani sulla testa.
“Ho… Holly…” Lo
chiamò Patty con un fil di voce, ma il ragazzo cominciò ad allontanarsi con
passo deciso, senza voltarsi. “Aspetta, Holly!” Gli gridò lei, seguendolo.
“Patty…” Mormorò
Benji, allungando una mano verso di lei, ma la ragazza non si fermò.
I passi del capitano
della New Team erano lunghi e potenti, Patty doveva fare fatica per non farsi
distanziare, anche a causa delle assurde scarpe che indossava; però lo aveva
quasi raggiunto, ecco, pochi passi…
Lo afferrò per un
braccio, costringendolo a voltarsi, e vide una cosa che non avrebbe mai
pensato: Oliver Hutton piangeva, e non per una sconfitta in campo.
“Holly, ma…”
“Tranquilla, va tutto
bene.” Le rispose cercando di sorridere.
“No, che non va tutto
bene.” Replicò preoccupata la ragazza.
“Ho capito, non devi
darmi nessuna spiegazione, Patty.” Affermò lui, più calmo; era sempre più
preoccupata, certo li aveva visti baciarsi, ma non riusciva a capire perché
fosse tanto sconvolto. O forse…
“No, non hai capito
proprio niente, io e Benji…”
“Vi siete baciati.”
“Sì, ma non è come
pensi, le circostanze…” Holly le prese le mani, interrompendola.
“Le circostanze non
contano, se lo hai baciato è perché lo volevi.” Dichiarò il ragazzo,
guardandola negl’occhi, con la sua aria rassicurante.
“Holly…”
“No, ascolta.”
Rispose lui. “Penso che la tua scelta sia fatta, ormai, ma devo dirti qualcosa,
perché credo che tu debba sapere. O meglio, io devo dirtelo per sentirmi
meglio.”
“Sono qui, parla.”
Patty si sentiva stranamente preparata, qualsiasi cosa avesse voluto dirle
Holly; era come se si aspettasse quello che stava per sentire.
“Tu sei sempre stata
una cara amica, un sostegno, una presenza indispensabile, ma non avevo mai
capito quanto davvero tu contassi per me, finché non sono andato in Brasile…”
Ecco, le stava dicendo esattamente quello che immaginava; ora aspettava il
resto. “Laggiù mi mancava tutto del Giappone, la famiglia, gli amici, il cibo,
tutto, ma specialmente… tu.” Le disse. “Aspettavo di tornare solo per vederti,
per dirti quello che provavo, ma come sempre ci ho pensato troppo e… ed è
andata com’è andata…” Ammise sconsolato, sorridendo triste.
“Non so che dire,
Holly.” Affermò Patty, ma il suo tono non fu confuso e smarrito, com’erano la
sua mente ed il suo cuore, in quel momento.
“Io, invece, so che
cosa dire, ma non credo che ti farà piacere…” Mormorò lui, dandole le spalle.
“Io ti amo, Patty.” Aggiunse senza esitazioni; la ragazza sgranò gli occhi,
mentre una incredibile voglia di scomparire s’impadroniva di lei.
“Holly, io…”
“Non importa, Patty,
volevo solo che lo sapessi.” Le disse senza voltarsi. “Grazie di tutto.” Poi
percorse i pochi passi che lo separavano dall’edificio, rientrando nel salone.
Amy e Julian avevano
smesso di ballare, ed ora si stavano rifocillando al tavolo delle bibite
analcoliche, quando videro passare Holly, con camminata decisa ed una faccia
stranissima.
“Ma quello non è
Holly?” Domandò Amy a Julian, attirando la sua attenzione sull’amico.
“Sì…” Rispose il
ragazzo. “hey, Holly!” Lo chiamò, ma quello non dette segno di averlo sentito,
pur essendo molto vicino.
“Cosa gli sarà
successo?”
“Non lo so, ma non è
naturale che faccia così…” Affermò preoccupato Ross.
“Forse è meglio se
andiamo da lui.” Propose Amy, afferrando lo strascico.
“No.” La fermò il suo
ragazzo. “se è quello che penso io, è meglio di no.” Aggiunse serio; Amy annuì,
anche se non era molto convinta.
Jenny, nel frattempo, usciva dalla
toilette; stava chiudendo la porta e per poco non si scontrò con una stranita
Patty.
“Patty, ma… che succede?” Le chiese
preoccupata l’amica, vedendo la sua faccia stravolta.
“Niente, Jen, non preoccuparti… Devo
andare in bagno.” Rispose lei, con tono incolore.
“Sei sicura che va tutto bene?” Insisté
la ragazza vestita di bianco.
“Sì, torna da Philip, per favore.”
Affermò decisa Patty.
“Va bene.” Accettò Jenny, ma, con lo
sguardo, continuò a seguire l’amica, finché non scomparve dietro la porta del
bagno delle signore.
Patty non guardò la sua immagine
riflessa nell’enorme specchio, non se la sentiva di vedersi la faccia, così
s’infilò in una delle toilette, serrando la porta alle sue spalle; poi chiuse
il gabinetto e si sedette, cominciando a piangere.
La ragazza maledì la sua indecisione,
quella di Holly, l’eccessiva decisione di Benji, che poi era insicurezza anche
quella… Le lacrime le bagnavano violente il viso, non riusciva a smettere;
cominciò a singhiozzare, mentre il rotolo della carta igienica si
assottigliava.
Holly era ormai sparito fuori dal
salone; Julian lo aveva seguito con gli occhi, finché non era uscito, ed ora
tornava a guardare la sua ragazza… Ma Amy lo stava osservando in modo strano.
“Cosa c’è?” Le chiese sorridendo.
“Mi prometti che, se ti dico una cosa,
non ti arrabbi?” Domandò lei.
“Perché mi dovrei arrabbiare?”
“Prometti.” Insisteva la ragazza.
“E va bene! Prometto che non mi
arrabbio.” Annunciò lui, sorridendo dolcemente.
“Julian…”
“Sì.”
“Non mi piaci vestito così…” Dichiarò
timidamente Giulietta-Amy al suo Romeo.
“Amy…”
“Sì.”
“Lo hai scelto tu, questo costume.” Le
fece presente il ragazzo, con esasperata pazienza.
“Lo so, però…” Ribatté lei. “…ti rende
così impacciato…”
“Pensi che dovrei andare a cambiarmi?”
Le chiese, mentre un’idea si faceva largo nella sua testa.
“Beh, sì…”
“Vieni con me?”
“Vengo… con te?” Replicò Amy, senza
capire. “E perché?”
“Mi devi ripagare per avermi fatto
indossare questo stupido costume…” Rispose Julian, con la faccia di chi sa
perfettamente che tipo di ricompensa vuole.
“E come… aspetta un attimo… Cos’hai in
mente Julian?” Gli domandò, cominciando ad afferrare il senso del discorso, e
sorridendo fissandolo negl’occhi.
“Vieni con me e te lo spiego…” Rispose
lui, osservando i languidi occhi della ragazza.
“Andiamo!” Accettò entusiasta Amy; in
fondo era da prima del ritiro che non erano riusciti a passare un po’ di tempo
insieme, in un certo modo.
I due ragazzi affrettarono verso
l’uscita, Julian davanti, Amy dietro che gli teneva la mano; passarono di
fronte a Philip, che stava aspettando Jenny, vicino all’entrata del salone.
“Dove andate così di fretta?” Gli
domandò il ragazzo.
“Vado a cambiarmi, Amy viene con me.”
Rispose Julian, sorridendo malizioso.
“Ah…”
“Se anche tu vuoi cambiarti…” Continuò
allusivo Ross. “…trovati un altro posto, ci siamo capiti?” Aggiunse,
strizzandogli l’occhio.
“Ahah…” Annuì Philip, afferrando il
significato di quelle parole e sorridendo con complicità all’amico; poi i due
innamorati uscirono, mentre Jenny raggiungeva il suo ragazzo.
“Ma dove vanno?” Chiese la ragazza,
indicando Amy e Julian.
“Ehee… vanno a cambiarsi…” Rispose
laconico e allusivo lui.
“Ah…” Jenny non capiva perché Philip
parlasse in quel modo e avesse quell’espressione birichina, ma era molto
carino!
“Senti, perché non andiamo un po’ di
sopra… in camera tua…” Le propose, standole molto vicino e sfiorandole la mano.
“Ma… ma Philip, hai appena detto che
Amy è andata a cambiarsi!” Affermò Jenny totalmente spiazzata.
“No… cioè sì. Julian è andato a
cambiarsi, insieme a Amy, in camera nostra.” Spiegò un po’ scocciato il
ragazzo.
“Ho capito, però non possiamo lo stesso
andare da noi, quando Amy verrà a cambiarsi…”
“Penso che Amy sarà impegnata, almeno
per un po’.” Affermò sicuro Philip, sorridendo malizioso; Jenny, dopo quelle
parole, aprì la bocca stupita.
“Non sono andati a cambiarsi…” Mormorò la
ragazza, che aveva finalmente compreso l’atteggiamento del suo amato
interlocutore.
“Ben svegliata, amore mio!” Esclamò
Philip, finalmente soddisfatto.
“Non possiamo andare comunque! Se Miky
o Patty tornassero…”
“Nah!” Negò lui. “Miky e Mark chissà
dove sono finiti, e che stanno facendo, mentre Patty, guarda…” Philip la fece
voltare verso le vetrate. “…sta tornando in giardino…”
“Ma…” Tentò di protestare lei.
“Dai! Solo per un po’… O non ti va di
stare sola con me?”
“Ma no! …e va bene Philip, ma solo per
un po’.” Accettò infine la ragazza; lui la prese per mano con un sorriso
entusiasta, conducendola fuori dal salone.
CONTINUA...