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Autore: CowgirlSara    29/04/2004    3 recensioni
I ragazzi della nazionale giovanile giapponese hanno appena vinto un’amichevole e la loro federazione ha deciso di concedergli una vacanza, lasciando che trascorressero alcuni altri giorni nello splendido albergo che ha ospitato il loro ritiro, in una ridente località termale del Giappone. Le ragazze, che come sempre li hanno seguiti per fare il tifo, decidono di restare anche loro. Vediamo che cosa stanno facendo…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FUGA DI MEZZANOTTE

FUGA DI MEZZANOTTE

(OVVERO: L’INDECISIONE PROVOCA DIPENDENZA)

 

Il grande giardino era silenzioso; i rumori e la musica della festa erano, ormai, un brusio lontano, che si confondeva con il canto dei grilli e lo sguazzare delle carpe nel laghetto. Patty si avvicinò alle fronde di un salice, osservando le piccole onde che si formavano quando le foglie sfioravano l’acqua; c’era una grande pace, ma la ragazza sapeva che non sarebbe durata, o almeno, che l’aspettava una conversazione emotivamente pesante.

“Scusami, ma non ce la faccio più.” Affermò Benji; lei si voltò per vedere cosa stava facendo. Il ragazzo abbassò la zip del suo costume, poi si sfilò le maniche del peloso abito, facendole cadere lungo i fianchi e rimanendo con il torso coperto da una canottiera bianca aderente.

“Ti dava proprio fastidio, eh?” Gli chiese Patty sorridendo.

“Uff!” Sbuffò il ragazzo, passandosi una mano sulla fronte. “Se becco Tom, lo vedi dove gliela ficco la sua spada laser!” Entrambi si ritrovarono a ridere, e Patty era così carina, quando rideva.

“Patty…”

“Dimmi, Benji.” Rispose la ragazza. “Di che mi volevi parlare?”

“Prima di tutto, mi volevo scusare per l’altra sera alle terme…”

“Oh, ma no…” Lo interruppe lei, arrossendo al solo ricordo dell’imbarazzante incontro. “Sono stata stupida io…”

“No! Io… io ero preoccupato per te, all’asciugamano non ci ho proprio pensato…”

“Basta!” Esclamò la ragazza, con la faccia tutta rossa. “Cambiamo argomento, per favore.” Lo pregò, dandogli le spalle.

“Va bene. Patty…”

“Sì!” Rispose subito lei, voltandosi di scatto.

“Ecco io, Patty, volevo… vedi è… è difficile trovare le parole…” Le disse titubante, una cosa insolita per il, di solito, ultrasicuro Benji. “Quando sono tornato dalla Germania era un periodo difficile per me, e tu mi sei stata vicina. Ti volevo ringraziare…”

“Non ce n’è bisogno, Benji.” Affermò lei, negando col capo.

“No, non dirlo!” Esclamò lui, afferrandole le mani; la ragazza guardò la sua presa, poi lo guardò negl’occhi. Lo sguardo di Benji, così diverso da quello di Holly; tanto quello di Holly era sincero e ingenuo, quanto quello di Benji era remoto e ardente.

”Patty, voglio sapere una cosa.” Disse poi il ragazzo. “Ti sei occupata di me solo perché sono un amico di Holly e un membro della squadra, oppure…”

“Benji, io…” Esitò la ragazza, ma poi rispose. “Forse all’inizio era così, poi…”

“Poi ti ho fatto pena.” Affermò il ragazzo, voltandosi e dandole le spalle.

“No! Ma cosa dici?” Protestò lei, posandogli le mani sulla schiena. “Io ho sempre avuto grandissimo rispetto per te, ti ammiro, sei un ragazzo molto forte, hai preso decisioni importanti da solo… ma, il fatto è, che questo tuo carattere indipendente ti ha un po’ isolato. Non si può restare soli per sempre, Benji.” Lui tornò a guardarla.

“Che cosa provi per me, Patty?” Le chiese a bruciapelo.

“Io… Benji…” La ragazza distolse lo sguardo dagli occhi di lui, chinando la testa.

“Non cercare di evitare di rispondere, so benissimo di non esserti indifferente.” Continuò il ragazzo; Patty cercava di allontanarsi, ma la stretta di Benji sulle sue spalle era troppo forte.

“E’ così complicato…” Mormorò la ragazza. “Tu… tu mi piaci, ma, quando Holly è tornato dal Brasile, io… io… Non lo so, sono confusa.” Ammise mestamente.

“Che cosa posso fare io?” Le domandò, con un’insospettabile tenerezza nella voce.

“Oh, Benji…” Il ragazzo l’abbracciò. “Ho bisogno di…” I loro occhi s’incontrarono.

Che cos’era quello sguardo? Una dolcezza misteriosa, approdata nelle iridi di Benji, proveniente da chissà quali remote profondità della sua anima indurita dalla solitudine. Perché mi guardi così, Benji? E che cos’è questo calore? Oddio, ma che cosa sto facendo!

Le loro labbra si avvicinarono inesorabilmente, senza che nessuno dei due volesse combattere il desiderio di quel bacio. Le labbra di Benji erano carnose e fresche, e la baciavano con passione; Patty si era lasciata andare tra le sue braccia, qualcosa le stava dicendo che sbagliava, ma non lo faceva abbastanza forte da farle cambiare idea, tanto ormai lo stava baciando…

 

Un cespuglio, era tutto ciò che lo separava dalla scena che non avrebbe mai voluto vedere: Patty e Benji che si baciavano.

Si sentiva male; strinse le braccia intorno allo stomaco, trattenendo il respiro. Holly avrebbe voluto gridare, piangere, prendere a pugni uno dei suoi migliori amici, chiedere a Patty perché…

Ma il perché lo doveva chiedere solo a se stesso; ci aveva messo anni a capire i suoi reali sentimenti per la ragazza, ed ora che erano chiari nel suo cuore era troppo tardi… Un fallimento, sotto tutti i punti di vista; nemmeno una sconfitta, la più bruciante, l’avrebbe fatto stare così male. Era giusto così, lui aveva fallito, come un velocista che non sente la pistola dello starter; aveva ragione Amy, non aveva capito niente. Che cosa poteva fare, del resto? Erano lì, davanti a lui, e si baciavano. Se Benji e Patty si volevano bene, che diritto aveva lui d’intromettersi?

Non poté, però, fare a meno di alzarsi facendo frusciare un po’ troppo il cespuglio dietro al quale era nascosto, come un’ultima, sorda protesta contro quella scena.

Il rumore fece voltare i due ragazzi, proprio quando le loro labbra si staccarono; Patty e Benji videro Holly, di spalle, immobile in mezzo ai cespugli, con la sua inconfondibile camicia brasiliana. La ragazza si portò una mano alla bocca, mentre il ragazzo abbassava lo sguardo, passandosi le mani sulla testa.

“Ho… Holly…” Lo chiamò Patty con un fil di voce, ma il ragazzo cominciò ad allontanarsi con passo deciso, senza voltarsi. “Aspetta, Holly!” Gli gridò lei, seguendolo.

“Patty…” Mormorò Benji, allungando una mano verso di lei, ma la ragazza non si fermò.

I passi del capitano della New Team erano lunghi e potenti, Patty doveva fare fatica per non farsi distanziare, anche a causa delle assurde scarpe che indossava; però lo aveva quasi raggiunto, ecco, pochi passi…

Lo afferrò per un braccio, costringendolo a voltarsi, e vide una cosa che non avrebbe mai pensato: Oliver Hutton piangeva, e non per una sconfitta in campo.

“Holly, ma…”

“Tranquilla, va tutto bene.” Le rispose cercando di sorridere.

“No, che non va tutto bene.” Replicò preoccupata la ragazza.

“Ho capito, non devi darmi nessuna spiegazione, Patty.” Affermò lui, più calmo; era sempre più preoccupata, certo li aveva visti baciarsi, ma non riusciva a capire perché fosse tanto sconvolto. O forse…

“No, non hai capito proprio niente, io e Benji…”

“Vi siete baciati.”

“Sì, ma non è come pensi, le circostanze…” Holly le prese le mani, interrompendola.

“Le circostanze non contano, se lo hai baciato è perché lo volevi.” Dichiarò il ragazzo, guardandola negl’occhi, con la sua aria rassicurante.

“Holly…”

“No, ascolta.” Rispose lui. “Penso che la tua scelta sia fatta, ormai, ma devo dirti qualcosa, perché credo che tu debba sapere. O meglio, io devo dirtelo per sentirmi meglio.”

“Sono qui, parla.” Patty si sentiva stranamente preparata, qualsiasi cosa avesse voluto dirle Holly; era come se si aspettasse quello che stava per sentire.

“Tu sei sempre stata una cara amica, un sostegno, una presenza indispensabile, ma non avevo mai capito quanto davvero tu contassi per me, finché non sono andato in Brasile…” Ecco, le stava dicendo esattamente quello che immaginava; ora aspettava il resto. “Laggiù mi mancava tutto del Giappone, la famiglia, gli amici, il cibo, tutto, ma specialmente… tu.” Le disse. “Aspettavo di tornare solo per vederti, per dirti quello che provavo, ma come sempre ci ho pensato troppo e… ed è andata com’è andata…” Ammise sconsolato, sorridendo triste.

“Non so che dire, Holly.” Affermò Patty, ma il suo tono non fu confuso e smarrito, com’erano la sua mente ed il suo cuore, in quel momento.

“Io, invece, so che cosa dire, ma non credo che ti farà piacere…” Mormorò lui, dandole le spalle. “Io ti amo, Patty.” Aggiunse senza esitazioni; la ragazza sgranò gli occhi, mentre una incredibile voglia di scomparire s’impadroniva di lei.

“Holly, io…”

“Non importa, Patty, volevo solo che lo sapessi.” Le disse senza voltarsi. “Grazie di tutto.” Poi percorse i pochi passi che lo separavano dall’edificio, rientrando nel salone.

 

Amy e Julian avevano smesso di ballare, ed ora si stavano rifocillando al tavolo delle bibite analcoliche, quando videro passare Holly, con camminata decisa ed una faccia stranissima.

“Ma quello non è Holly?” Domandò Amy a Julian, attirando la sua attenzione sull’amico.

“Sì…” Rispose il ragazzo. “hey, Holly!” Lo chiamò, ma quello non dette segno di averlo sentito, pur essendo molto vicino.

“Cosa gli sarà successo?”

“Non lo so, ma non è naturale che faccia così…” Affermò preoccupato Ross.

“Forse è meglio se andiamo da lui.” Propose Amy, afferrando lo strascico.

“No.” La fermò il suo ragazzo. “se è quello che penso io, è meglio di no.” Aggiunse serio; Amy annuì, anche se non era molto convinta.

Jenny, nel frattempo, usciva dalla toilette; stava chiudendo la porta e per poco non si scontrò con una stranita Patty.

“Patty, ma… che succede?” Le chiese preoccupata l’amica, vedendo la sua faccia stravolta.

“Niente, Jen, non preoccuparti… Devo andare in bagno.” Rispose lei, con tono incolore.

“Sei sicura che va tutto bene?” Insisté la ragazza vestita di bianco.

“Sì, torna da Philip, per favore.” Affermò decisa Patty.

“Va bene.” Accettò Jenny, ma, con lo sguardo, continuò a seguire l’amica, finché non scomparve dietro la porta del bagno delle signore.

Patty non guardò la sua immagine riflessa nell’enorme specchio, non se la sentiva di vedersi la faccia, così s’infilò in una delle toilette, serrando la porta alle sue spalle; poi chiuse il gabinetto e si sedette, cominciando a piangere.

La ragazza maledì la sua indecisione, quella di Holly, l’eccessiva decisione di Benji, che poi era insicurezza anche quella… Le lacrime le bagnavano violente il viso, non riusciva a smettere; cominciò a singhiozzare, mentre il rotolo della carta igienica si assottigliava.

 

Holly era ormai sparito fuori dal salone; Julian lo aveva seguito con gli occhi, finché non era uscito, ed ora tornava a guardare la sua ragazza… Ma Amy lo stava osservando in modo strano.

“Cosa c’è?” Le chiese sorridendo.

“Mi prometti che, se ti dico una cosa, non ti arrabbi?” Domandò lei.

“Perché mi dovrei arrabbiare?”

“Prometti.” Insisteva la ragazza.

“E va bene! Prometto che non mi arrabbio.” Annunciò lui, sorridendo dolcemente.

“Julian…”

“Sì.”

“Non mi piaci vestito così…” Dichiarò timidamente Giulietta-Amy al suo Romeo.

“Amy…”

“Sì.”

“Lo hai scelto tu, questo costume.” Le fece presente il ragazzo, con esasperata pazienza.

“Lo so, però…” Ribatté lei. “…ti rende così impacciato…”

“Pensi che dovrei andare a cambiarmi?” Le chiese, mentre un’idea si faceva largo nella sua testa.

“Beh, sì…”

“Vieni con me?”

“Vengo… con te?” Replicò Amy, senza capire. “E perché?”

“Mi devi ripagare per avermi fatto indossare questo stupido costume…” Rispose Julian, con la faccia di chi sa perfettamente che tipo di ricompensa vuole.

“E come… aspetta un attimo… Cos’hai in mente Julian?” Gli domandò, cominciando ad afferrare il senso del discorso, e sorridendo fissandolo negl’occhi.

“Vieni con me e te lo spiego…” Rispose lui, osservando i languidi occhi della ragazza.

“Andiamo!” Accettò entusiasta Amy; in fondo era da prima del ritiro che non erano riusciti a passare un po’ di tempo insieme, in un certo modo.

I due ragazzi affrettarono verso l’uscita, Julian davanti, Amy dietro che gli teneva la mano; passarono di fronte a Philip, che stava aspettando Jenny, vicino all’entrata del salone.

“Dove andate così di fretta?” Gli domandò il ragazzo.

“Vado a cambiarmi, Amy viene con me.” Rispose Julian, sorridendo malizioso.

“Ah…”

“Se anche tu vuoi cambiarti…” Continuò allusivo Ross. “…trovati un altro posto, ci siamo capiti?” Aggiunse, strizzandogli l’occhio.

“Ahah…” Annuì Philip, afferrando il significato di quelle parole e sorridendo con complicità all’amico; poi i due innamorati uscirono, mentre Jenny raggiungeva il suo ragazzo.

“Ma dove vanno?” Chiese la ragazza, indicando Amy e Julian.

“Ehee… vanno a cambiarsi…” Rispose laconico e allusivo lui.

“Ah…” Jenny non capiva perché Philip parlasse in quel modo e avesse quell’espressione birichina, ma era molto carino!

“Senti, perché non andiamo un po’ di sopra… in camera tua…” Le propose, standole molto vicino e sfiorandole la mano.

“Ma… ma Philip, hai appena detto che Amy è andata a cambiarsi!” Affermò Jenny totalmente spiazzata.

“No… cioè sì. Julian è andato a cambiarsi, insieme a Amy, in camera nostra.” Spiegò un po’ scocciato il ragazzo.

“Ho capito, però non possiamo lo stesso andare da noi, quando Amy verrà a cambiarsi…”

“Penso che Amy sarà impegnata, almeno per un po’.” Affermò sicuro Philip, sorridendo malizioso; Jenny, dopo quelle parole, aprì la bocca stupita.

“Non sono andati a cambiarsi…” Mormorò la ragazza, che aveva finalmente compreso l’atteggiamento del suo amato interlocutore.

“Ben svegliata, amore mio!” Esclamò Philip, finalmente soddisfatto.

“Non possiamo andare comunque! Se Miky o Patty tornassero…”

“Nah!” Negò lui. “Miky e Mark chissà dove sono finiti, e che stanno facendo, mentre Patty, guarda…” Philip la fece voltare verso le vetrate. “…sta tornando in giardino…”

“Ma…” Tentò di protestare lei.

“Dai! Solo per un po’… O non ti va di stare sola con me?”

“Ma no! …e va bene Philip, ma solo per un po’.” Accettò infine la ragazza; lui la prese per mano con un sorriso entusiasta, conducendola fuori dal salone.

 

CONTINUA...

 

   
 
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