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Autore: Jack Le Fleur    30/04/2012    3 recensioni
Raccolta sulle disavventure di un povero ragazzo normale in una famiglia di pazzi. Assolutamente senza pretese. Giusto per ridere un po'.
[Dal primo capitolo]
Testata. Testata. Testata. Controllo! Testata. Testata. Testata.
Aveva delle occhiaie da panda, lo sguardo vitreo e schizzato e decisamente non una bella cera. Sembrava più o meno uno zombie drogato.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Jack continuava a fissare il messaggio che gli era appena arrivato sul cellulare. Non riusciva proprio a capire. E qui direte che diavolo è successo a quel povero disgraziato? Oppure oh no! Sarà successo qualcosa di brutto! E invece no,cari lettori! La verità è che proprio non capiva. *Cosa diavolo c’è scritto?*Jack si ritrovò a pensare che avessero sbagliato numero. Insomma, quella non poteva essere la sua lingua: era un incrocio fra qualcosa di sconosciuto che poteva andare dal francese all’elfico e un’equazione di secondo grado. Una cosa veramente assurda. Ma per capire bene il perché di quel messaggio, dobbiamo tornare agli avvenimenti di qualche giorno prima.

2 giorni prima
“Jackyyyy!” urlò una ragazza correndo incontro al nostro eroe “Xao!”. L’unica cosa che venne in mente a Jack è che avesse un compagno di classe cinese di cui non era a conoscenza e che la suddetta ragazza lo stesse chiamando.  “Non mi saluti?” disse con il broncio. Beh, a quanto pareva non era un compagno cinese, ma un saluto. Bizzarro. “Ehm.. ciao?” disse lui titubante.  “OH! Ma che carino che sei!” Jack non era un tipo gentile o paziente e quella tipa gli stava un po’… come si dice? Sulle palle? Infatti il tic all’occhio non si fece attendere e Jack provò, per la prima volta in vita sua, un forte desiderio di picchiare a sangue una donna. “Allora stasera usciamo, cucciolotto?” urlò con quella sua vocetta stridula la ragazza. A quel punto Jack non poté dire altro se non “Ma chi cazzo sei tu?” La ragazza rimase piuttosto sorpresa dalla domanda. “Ma come chi sono!? Sono la tua cuginetta preferita! Natalia!” Oh no. Oh no,no,no! Era la pazza! LA PAZZA! Dovete sapere che Natalia era la cugina di Jack, figlia della sorella maggiore di La Madre, nonché una pazza psicopatica, maniaca, stalker. Ed aveva una particolare ossessione per il nostro povero Jack, il quale la detestava a morte e la evitava come la peste ogni volta che si presentava da loro. Il che non succedeva da ben sette anni. Erano stati i sette anni più belli della sua vita. Ma i sogni non durano per sempre. “Allora? Usciamo stasera?” chiese con un’espressione inquietante degna di La Madre “Stasera? Io… veramente avrei un altro impegno! Facciamo un altro giorno?” disse con una risata nervosa “Ok! Facciamo dopodomani! Ti mando un messaggio, xao!”
Tornato a casa, La Madre aveva già saputo tutto e l’aveva costretto ad accettare. Quella maledetta donna non aveva cuore.
 
E qui torniamo alla nostra scena di poco fa. Jack stava fissando il messaggio piuttosto confuso. *Come diavolo dovrei fare a sapere cosa c’è scritto?* pensò. Ma la cosa bella di Jack era che incontrava sempre qualcuno che conosceva quando finiva in questo genere di situazioni.
Infatti, Rox stava passando con la sorella, la quale, grande fan di qualsiasi cosa trasmettessero su Disney Channel, aveva una maglietta con le stesse scritte che erano nel messaggio. *Forse quella disadattata mentale saprà tradurre questa roba!*
“Hey, Katie!” disse “Jack! Xao!” * Ma perché cazzo tutte le malate mentali dicono “xao” quando ti salutano?* “Non è che potresti dirmi cosa c’è scritto?” chiese mostrandole il telefono “Certo!
#Ti aspetto al parco vicino casa tua. Metti la biancheria più sexy che hai!#” “Oh mio Dio, Jack. Dovrei dirle a tuo fratello queste cose?” Rox si inserì nella conversazione. “Ti prego! Credi che non sia già abbastanza imbarazzante per me?” “Immagino di sì, visto che sei gay” Cosa? No, aspetta. Cosa? “IO NON SONO GAY! TU SEI GAY!” Urlò Jack rosso come un pomodoro “Sì, io sì.” Rispose tranquillo Rox. “Fottiti! Merdosa checca!” E se ne andò verso il parco, alias la propria fine. Natalia non si vedeva da nessuna parte. *Grazie a Dio non c’è. Hey, niente male quel biondino! Ma che cazzo sto pensando!? Quel malato di Rox mi sta facendo smadonnare. IO non sono GAY. NO.* “Hey tesoro, che ci fa un bel ragazzo come te solo in un parco?” a parlare era stato un barbone dall’aria poco raccomandabile. *Adesso attiro addirittura i barboni? Ma scherziamo?* “Come scusi?” disse sconvolto “Ho chiesto che ci fa un bel ragazzo come te tutto solo in un parco. A qualcuno potrebbe venire in mente di… non so… voler giocare con te!” OH. MIO. DIO. Immagino che sia stato anche il vostro pensiero, non è così? Beh, non dimenticatevi del barbone con strani istinti, perché dopo riapparirà in grande stile. Comunque, dopo aver sentito quelle parole, il nostro piccolo russo se ne andò piuttosto velocemente da lì e, intuendo che probabilmente quella cretina di Katie aveva tutti, ma proprio tutti, i neuroni bruciati e che quindi aveva “tradotto” male il messaggio. Per sua fortuna/sfortuna incontrò una sua compagna di classe, Maria. Maria era… la solita disadattata mentale (quel posto ne era pieno, dannazione) che seguiva tutto ciò che Disney Channel offriva: soprattutto Hanna Montana ed Il mondo di Patty. Quindi, penso possiate immaginare che razza di scabroso essere fosse. In ogni caso, Jack decise di chiederle aiuto per decifrare quella specie di scrittura geroglifica che sembrava comune a tutte le ragazze di quel posto. Ottenuta la traduzione #Ti aspetto con un pacco, porta la biancheria più sexy che hai!#, Jack non sapeva ancora dove doveva andare. Ma, chissà perché, non lo sorprendeva che l’ultimo pezzo del messaggio fosse stato tradotto bene. Il problema era che ,appunto, non sapeva dove dovesse andare. Così, decise di andare in un posto dove nessun ragazzo osa avventurarsi se non obbligato: la scuola. Quel giorno, c’erano le prove delle cheerleader che sicuramente avrebbero saputo dove mandare quel povero disgraziato. Si avvicinò piano al capo di quelle tro… ragazze e le disse ciò di cui aveva bisogno. Quello che venne fuori da quella traduzione era più o meno #Ti aspetto per il patto. Metti la biancheria più sexy che hai!# Senza ancora nessun indizio su dove andare, Mercer chiese anche alle altre cheerleader. Le traduzioni implicavano strani animali preistorici e/o estinti e l’unica che diede un barlume di speranza al povero ragazzo fu #Ti aspetto allo Scacco Matto. Porta la biancheria più sexy che hai!# Lo Scacco Matto era un bar gelateria molto carino *soprattutto i camerieri. NO. NO.NO.NO.NO.* e ci andava praticamente da sempre. Arrivato al bar, lei era lì che lo aspettava. Il problema o, come l’avrebbe definito Jack, la grazia di Dio era che ormai era tardi e quindi i due dovettero tornare a casa. La cosa divertente è che Natalia partì il giorno dopo e il nostro eroe si salvò da quella povera pazza.

Quando pensava che tutto fosse tornato alla normalità, vide il barbone del parco. Quel maniaco era sotto casa sua! Ma stai scherzando? penserete voi (vi erano mancate le mie immedesimazioni in voi, vero?). E invece no. Non sto scherzando. Era proprio sotto casa sua e mentre lui si voltava per entrare in casa dalla quercia, ormai famosa, il barbone si mise a correre verso di lui e lo atterrò con un placcaggio degno di un quarterback. Nonostante Jack si dimenasse come un’anguilla, non riuscì a sfuggire alla presa di quel tipo. Fu lì che successe l’impensabile. Arrivò Rox urlando “Axel! Che cazzo ci fai vestito da barbone?! Ora tenti anche di stuprare tuo fratello?!” “AXEL!?” Jack cominciò a ridere, isterico. Quella situazione era assurda. “Niente di tutto questo, caro. L’ho incontrato oggi nel parco e volevo vedere che reazione avrebbe avuto!” Quel genere di cose potevano succedere soltanto a lui. E tutto per colpa di quella lingua assurda. Com’è che la chiamavano? Ah sì! IL BIMBOMINKIESE.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
Ok. Siccome adoro questo tizio e le sue disavventure, ho deciso che scriverò qualche storiella a caso, totalmente dettata dall’ispirazione. Ma, hey, che ci volete fare? L’ispirazione è una putt… meretrice piuttosto cara.  Ammetto che questa storia mi piace meno dell’altra, ma è sempre meglio di niente e spero che vi faccia ridere almeno un pochino. E magari vorrete farmelo sapere. Anche solo per dirmi di darmi all’ippica. Comunque se siete arrivati fino a qui è già buon segno. Beh, che altro dire?
See you!
p.s. come al solito non ho niente contro tutto quello che ho criticato/nominato nella storia e spero di non aver arrecato offesa a nessuno.
  
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