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Autore: Vaius    01/05/2012    7 recensioni
In una Konoha devastata dal terribile attacco ad opera di Pain, si aggira Naruto, in cerca di qualcosa a cui aggrapparsi per non sprofondare in quello che, ora dopo ora, somiglia sempre di più a un'incubo. Riuscirà a farsi forza?
Una what-if in cui Naruto non è giunto in soccorso del villaggio natio, trovandolo completamente distrutto al suo ritorno.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Contatto


CONTATTO


Il vento aleggiava tra le macerie, portando seco l'odore della morte e della distruzione.
Naruto era tornato al villaggio da due giorni, ormai. Il primo giorno non era riuscito a fare gran che, se non arrampicarsi su quello che rimaneva delle mura perimetrali e guardare sconvolto il terrificante spettacolo che gli si era presentato. All'inizio, non aveva neppure voluto credere a ciò che aveva visto. Sotto shock, era stato accompagnato a una delle tende da campo che erano state allestite dietro la montagna degli Hokage. Il giovane neppure ricordava chi era stato a trascinarlo, quasi di peso, al suo giaciglio. Da lì, non ricordava più nulla. Forse lo avevano sedato.
Si era svegliato solo aver dormito una giornata abbondante. Sconvolto, aveva appurato che nulla, di quello che aveva visto il giorno prima, era un sogno. E ora era lì, in mezzo alle macerie della città in cui aveva vissuto la sua intera vita. Solo la montagna con scolpiti i volti dei capo villaggio era rimasta integra, insieme ai pochi edifici che si trovavano al di sopra di essa.
Per il resto, non era rimasto nulla. Nel centro di quello che una volta era il centro abitato, ora si apriva una voragine profonda svariati metri. Ai lati stavano invece ammassati i detriti dei vari edifici, impilati uno sull'altro. Se non fosse stato per il tanfo persistente e nauseabondo della decomposizione, la scena gli sarebbe parsa quasi comica.
Nessuno si era dato pena di contare i morti. Semplicemente, erano troppi. Molti dei ninja erano stati salvati dall'ultima, disperata mossa dell'Hokage, che aveva cercato di proteggere quante più persone possibili. Ma per quanto l'evocazione di Tsunade avesse salvato migliaia di vite, altrettante vite erano andate perdute. Al momento della distruzione, i civili non erano ancora stati fatti sfollare del tutto. Era stata una strage.
Di tanto in tanto, incontrava alcuni gruppetti sparuti di soccorritori, ancora intenti nel disperato tentativo di tirare fuori le persone rimaste intrappolate sotto le macerie. Ormai le speranze di trovare sopravvissuti erano minime, ma la flebile speranza di ritrovare i propri cari spingeva molti a scavare, anche a mani nude, se necessario. Da tutta la nazione del Fuoco stavano giungendo aiuti, come cibo, coperte e medicine per i feriti. Per fortuna. I vertici della Foglia versavano in uno stato di caos totale. Il capo villaggio era finito in coma, troncando di netto la linea di comando. Naruto aveva avuto modo di visitare il capezzale della donna esanime. Non era un bello spettacolo.
La tecnica l'aveva letteralmente prosciugata, lasciandosi dietro il fragile corpo di una vecchietta.
Sakura, la sua compagna di team, non si era mossa dal fianco della maestra, rimanendo per giorni ad assisterla. Il ragazzo l'aveva trovata lì, nella tenda innaturalmente silenziosa, intenta a tergere la fronte della moribonda. L'aveva lasciata lì, senza dire una parola. Era fuggito come un codardo, senza neppure tentare di consolarla. Distratto, inciampò in una trave spezzata che fuoriusciva da una cumulo di macerie. Imprecando, lottò per non perdere l'equilibrio. Con suo enorme stupore, il ragazzo realizzò di trovarsi nei pressi della sua casa. Riconobbe, seppure a stento, alcuni frammenti degli edifici che lo circondavano. Gli occhi gli bruciavano, minacciando di lasciar fuoriuscire delle lacrime indesiderate. Anche solo di vista, lui conosceva le persone che abitavano lì. Naruto scrollò la testa, cercando di non pensare a che fine avessero fatto. Scalò un palazzo in rovina, di cui era rimasta solo una piccola porzione intatta. Dietro di essa, casa sua. Il suo appartamento si trovava all'ultimo piano, cosa che gli aveva permesso di rimanere relativamente integro. I piani sottostanti erano crollati, macinati dagli edifici adiacenti. Con un sospiro, il biondino raggiunse la porticina che si apriva sulla piccola terrazza di sua proprietà. O stipite era divelto, e giaceva abbandonato qualche metro più in là.
L'interno era devastato. Il crollo aveva fatto inclinare di una trentina di gradi la porzione rimasta integra. Puntellandosi alle pareti, strisciò all'interno, cauto. Con rammarico costatò che l'ingresso era inagibile, insieme alla piccola anticamera. La camera era in uno stato di completo caos, con i muri coperti da spaventose crepe e i mobili fracassati, ma i muri erano ancora in piedi.
Il letto era stato scaraventato su una delle pareti. Il telaio era finito in pezzi, ma il materasso sottostante era ancora integro. Il ragazzo ci si lanciò sopra, non prima di aver rimosso i rottami. In mezzo a tutta quella distruzione, era rassicurante ritrovare un piccolo pezzo della sua vita precedente ancora intatto. Chiuse gli occhi, cercando di tenere fuori tutto il resto. Il villaggio, la morte, la paura che gli attanagliava le viscere. Rimase immobile per un tempo che a lui parve infinito. I rumori all'esterno sfumarono, mentre a poco a poco la coscienza lo abbandonava.
Crollò in un mondo popolato da incubi. Tutto intorno a lui si stagliavano figure fumose, appena visibili. Lentamente, si chiusero su di lui, opprimendolo. A tratti, riusciva a scorgerne i volti martoriati, i corpi smembrati. Gli si stringevano addosso, soffocandolo. D'un tratto, Naruto scorse una figura familiare avanzare i mezzo ai morti, a capo chino.  « Maestro Kakashi! » La voce rimbombò in modo innaturale. Il Jonin gli arrivò addosso, afferrandolo per le spalle. Il viso dell'uomo era pallido, con gli occhi cerchiati da profonde occhiaie. L'intera figura era coperta di sangue. « Vendicaci! Vendicaci!  » Gli urlò in accia, presto imitato dalle restanti figure. Terrorizzato, il giovane lo spinse via, cercando di arretrare. « Via! Via! Andate via! » Cercò di scacciarli, ma invano. A sovrastare le grida, una risata agghiacciante. « Se vuoi il potere... io posso fornirtelo. Il potere... per distruggere tutto. » Una voce gli si era insinuata nella testa, una voce crudele. Con enorme raccapriccio, riconobbe la voce del demone volpe. « Naruto! » Una mano gli sfiorò la spalla, ancora. Con uno scatto rabbioso, il ragazzo respinse la figura che lo sovrastava, che emise un urlo di dolore. Disorientato, realizzò solo in quel momento i trovarsi nuovamente nella sua stanza. Una figura sfuocata gemeva, per terra. Il biondino si strofinò gli occhi, mettendo a fuoco l'intruso. « Hinata? » La ragazza si stava rialzando in quel momento, scollandosi i frammenti di vetro e legno che le ricoprivano la felpa. « N-naruto? » Lo fissava, con espressione preoccupata.
« Stavi... U-urlando... Io... ecco... » Sembrava sul punto di svenire. Era arretrata fino alla parete, iniziando a bofonchiare scuse sconnesse. Per contro, il ragazzo era basito. « Che ci fai qua? » Le chiese, forse in maniera leggermente sgarbata. La corvina non rispose, limitandosi a seppellire il viso al di sotto della frangetta. Naruto sospirò pesantemente, facendola sussultare. « Se... t-ti do fastidio... m-me ne vado... » Riuscì a pronunciare la kunoichi tremante. Esitante, prese a dirigersi verso la finestra infranta. « Resta pure. » Le parole del ragazzo la gelarono sul posto. « No... ecco... d-davvero... forse... » Il biondino batté due volte la mano sul materasso, invitandola a accomodarsi. « Insisto... del resto, sarebbe scortese sbatterti fuori di “casa”. » Sottolineò con  un gesto ironico le condizioni in cui versava la stanza. Le sorrise, cercando di tranquillizzarla.  Esitante, la giovane si accomodò al suo fianco, tesa come una corda di violino. « N-non... c'è bisogno che fingi, N-naruto. » Il finto sorriso si congelò sul viso del giovane. Stupefatto, cercò di sondare il profilo della ragazza che giaceva al suo fianco. Invano. La corvina teneva il volto ostinatamente girato a guardare la parete. Il ragazzo era sinceramente impressionato. Sin da bambino aveva celato tutte le sue paure e insicurezze dietro a un comportamento spavaldo. Ben pochi erano riusciti a vedere ciò che si trovava al di là di quella facciata. Lentamente, Naruto accostò la mano a quella della coetanea. Le dita si sfiorarono. Hinata era talmente immobile da somigliare a una statua. Con cautela, il biondino fece scorrere la sua mano sopra quella di lei, intrecciandole. Dopo alcuni attimi, la corvina prese a rilassarsi, rispondendo con forza a quel contatto. Il suo respiro era tremante. Naruto infine comprese. Comprese chi era stato, la notte prima a trascinarlo nella tenda. E soprattutto comprese il motivo che aveva spinto la ragazza a seguirlo fino a lì, nel bel mezzo del villaggio devastato. Poteva sentire chiaramente la mano calda di lei fremere per ogni suo minimo movimento, riusciva ad avvertire chiaramente la tensione e il nervosismo di lei. Per la prima volta, da quando era tornato, sorrise. Un sorriso che sgorgava dal cuore. Il villaggio era ancora devastato, i nemici sarebbero di certo tornati, per finire il lavoro che avevano iniziato. Ma a lui non importava. In quel momento, per lui l'unica cosa realmente importante era il calore che si irradiava dalla sua mano, diffondendosi per tutto il suo corpo. Le difficoltà sarebbero arrivate, ma lui le avrebbe affrontate a testa alta, senza paura alcuna.

Perché ora sapeva di non essere più solo.

* Schiva le arance e gli ortaggi marci *
Bene, sono tornato! Sono mancato a qualcuno? XD
Mi scuso per l'assenza e il ritardo mostruoso sulle fiction... non sono scusabile.
Spero che questa piccola storiella possa servire per scusarmi un attimo. Un nuovo capitolo della Dura Realtà è pronto, dovrei solo farmi coraggio e pubblicarlo. Manca il coraggio. XD
Dedico questa storia a una persona speciale... che spero apprezzerà. Alla prossima!

   
 
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