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Autore: Argorit    01/05/2012    3 recensioni
Poche settimane dopo gli eventi di Edoras, Fairy Tail è costretta a combattere una nuova minaccia. Heaven, una gilda oscura che sino a quel momento si era limitata ad agire nell'ombra, esce finalmente allo scoperto, ed in suo possesso vi è un'antica anfora dai poteri sconosciuti appartenuta a Zeref.
Per sconfiggere il nemico e riportare l'artefatto al sicuro, Makarov invia i suoi maghi con l'appoggio dell'alleanza tra gilde. Questa volta, però, un altro membro si unirà alla squadra, perchè il master di Fairy Tail ha chiesto l'aiuto della temutissima Dark Phoenix, la più potente organizzazione mercenaria di Fiore.
E loro hanno mandato il migliore.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                           La dama degli incubi
 
L’imprecazione di Laxus, nel vedersi abbandonato a combattere contro una tettona mezzo nuda, fu così violenta e rabbiosa che, sebbene pronunciata solo a mente, ebbe il potere di far scorrere un brivido gelido sulle schiene di Panterlily e di Lluvia.
Fr:- Non mi piace essere ignorata dolcezza –
Il sussurro di Freyr gli solleticò l’orecchio destro, facendolo sobbalzare. Non l’aveva sentita avvicinarsi, ed era ben strano, visto che la donna indossava delle scarpe con un tacco a spillo vertiginoso e i suoi passi avrebbero dovuto riverberare chiaramente sul pavimento di pietra.
La:- Immagino sia inutile chiederti di lasciarmi passare, giusto? –
Lei rise. Aveva una bella risata, limpida e squillante, allegra e carica di una velata seduzione.
La:- Che hai da ridere? –
Fr:- I tuoi amici…siete molto simili –
Il biondo inarcò un sopracciglio, assumendo un’espressione corrucciata.
La:- Che vorresti dire? –
Fr:- In questo momento il gatto e la donna della pioggia stanno facendo la stessa domanda a Xil e Kilik. Siete strani –
Il mago scrollò le spalle muscolose, facendo ondeggiare il lungo cappotto che gliele copriva.
La:- Sono le regole di Fairy Tail: non combattere se puoi fare amicizia –
Fr:- Non ti rispecchi molto in questa filosofia, vero? –
La:- Preferisco discutere con qualcuno dopo averlo steso, quindi… -
Alzò bruscamente un braccio e sparò una saetta verso la donna. Il colpo la centrò in pieno petto, a poca distanza dal cuore, e la passò da parte a parte, schiantandosi contro una stalagmite in un tripudio di scintille e detriti polverizzati. Il corpo trafitto di Freyr barcollò leggermente prima di crollare col viso nella terra, apparentemente priva di sensi.
La:” Bene, e questa è fatta. Andiamo ad aiutare gli altri”
Una voce dal buio, però, bloccò i suoi passi.
?:- Che cattivo che sei Laxus. Credevo di averti insegnato l’educazione. Non ci si comporta così con una signora –
Il mago s’irrigidì, congelato da quella voce fredda e metallica, raschiante e malvagia. Cosa ci faceva lui lì? Era alleato con Heaven? Li aiutava in qualche modo?
La:-Quando in basso ti spingerai pur di raggiungere i tuoi scopi? Ora aiuti anche le altre gilde oscure Ivan? –
Iv:- In aiuto solo me stesso, e se per ottenere un vantaggio devo spalleggiare la concorrenza ben venga. Se diventeranno dipendenti dal mio supporto, togliermeli dai piedi dopo sarà più facile. Non fai forse così anche tu? –
La:- Ovvio che no. Io non sono come te –
Iv:- Ah no? Vuoi farmi credere che provi affetto sincero per i tuoi compagni? Andiamo, non sei forse tu ad aver sempre disprezzato i deboli? Non sei forse tu a mandare avanti i tuoi sottoposti mentre attendi nelle retrovie che si presenti un avversario degno di te? Ed è perché tieni a loro che hai assediato Magnolia per impossessarti della gilda? Ammettilo, sei uguale a me –
La sua voce e la sua arroganza lo fecero infuriare. L’ira di Laxus sfolgorò ardente insieme alle saette, lacerando l’aria con un ruggito violento. Il fulmine partì spontaneo, gigantesco, una freccia azzurro-dorata che si abbatté senza pietà su Ivan, incenerendo persino la roccia tanto era la sua potenza distruttiva. Quando il fumo si diradò, dell’uomo non era rimasta traccia.
Ma:- Hai ucciso tuo padre Laxus –
La:- Vecchio, che ci fai tu qui? –
Ma:- Ero preoccupato per gli altri. Temevo li avresti uccisi –
La:- Io? Ma ti sei rincoglionito? –
Ma:- Avevo sperato che crescendoti lontano da lui, tu non commettessi gli stessi errori di mio figlio, ma a quanto pare sbagliavo. Il suo sangue è forte in te –
Makarov aveva un’espressione delusa, straziata, e dai vecchi occhi neri trapelavano dolore e stanchezza. Alle sue spalle, simili a nubi temporalesche, si addensarono figure fumose ed evanescenti.
La:- Vecchio, ma di che parli? Non farei mai del male ai membri della gilda –
Ma:- Ne sei sicuro? Allora è tuo il sangue che t’imbratta le mani, ed è tuo il corpo ai tuoi piedi –
Confuso, il biondo si guardò le mani, scoprendole rosse e appiccicose. Orripilato, Laxus urlò e balzò all’indietro, quasi inciampando nel cadavere dilaniato di Mirajane.
La:” Ma che…?”
Una risata gelida si levò dalla gola squarciata della fanciulla, che si voltò di scatto. Il mago dovette resistere all’impulso di vomitare: del bel viso della maga non era rimasto nulla. Gli occhi erano fuori dalle orbite, le guance erano scavate dai vermi, e i capelli candidi erano impastati di sangue rappreso e sporcizia. Con una torsione inumana il cadavere si rialzò in piedi e tese la mano. Le dita di lei lo spaventarono più di tutto il resto. Laxus le ricordava lunghe e affusolate, delicate come seta, più adatte a dolci carezze che al furore della battaglia. Ora, invece, erano spezzate e ritorte, protese verso di lui come artigli scheggiati.
Mira rise di nuovo, e dalle labbra pallide e screpolate eruttò un fiotto di sangue denso e scuro che le colò sul seno e poi giù, fino al pavimento di pietra.
Istintivamente Laxus si tramutò in fulmine per sfuggire alla sua presa e si rimaterializzò pochi metri più lontano. Le figure di nebbia si addensarono, assumendo le fattezze delle persone a lui più care. In tutti loro la vita era svanita. Nessuna luce brillava nei loro occhi, nessun cuore batteva nei loro petti.
Un terrore innaturale, cieco e sordo, lo invase. Il suo respiro accelerò bruscamente, e il desiderio di fuggire senza voltarsi soverchiò ogni altro.
Un forte boato riempì la caverna e la sensazione umida dell’acqua gli sfiorò i piedi. Nella sua condizione d’instabilità mentale l’esperienza bastò a mandarlo nel panico; il ragazzo liberò un’enorme quantità di energia magica priva di controllo, avvolgendosi in una nube di elettricità turbinante nella speranza di annientare tutti i possibili pericoli intorno a sé.
L’acqua che inzuppava il terreno assorbì parte della carica, conducendola ovunque nella caverna.
Fu allora che successe. Quando la scossa terminò la sua corsa, il ritorno di fiamma colpì lo stesso Laxus. I fulmini attraversarono ogni fibra del suo corpo, ogni muscolo e ogni nervo, e, improvvisamente, la paura si attenuò, assumendo contorni più razionali, e sorsero i primi dubbi. Makarov non poteva essere lì. Si fidava di loro e non avrebbe mai rischiato di interferire nella missione nelle sue attuali condizioni. Mirajane e gli altri non facevano parte del suo gruppo, non avevano motivo di trovarsi in quella sezione del quartier generale. Inoltre, se anche per qualche motivo lo avessero seguito, che motivo avrebbe avuto per ucciderli?
Mai avrebbe fatto del male a Natsu, il testardo ma sempre fedele Natsu, o ad Erza, una delle donne più degne di onore e rispetto che aveva mai conosciuto, e di sicuro mai, mai, avrebbe ucciso Mira, la dolce, allegra Mira, che aveva sempre cercato di aiutarlo, anche quando il suo cuore era pieno di rabbia e rancore.
D’un tratto capì cosa doveva essere accaduto.
La:” Maledetta puttana! Mi era sembrato troppo facile”
La:- Esci allo scoperto stronza. Ormai ho scoperto il tuo trucco –
La bella risata di Freyr lo circondò senza una direzione precisa, come nata dal nulla.
Fr:- Sei piuttosto sveglio mio bel maghetto. Hai capito tutto molto in fretta. Peccato che no ti servirà a nulla –
La:- che intendi? Ora che so che sei una maga illusionista non mi farò più sottomettere dai tuoi poteri –
Fr:- Sbagliato –
E una cascata di piombo fuso grondò dall’alto, come se gli dei stessi avessero deciso di uccidere Laxus. Il biondo riuscì per un soffio ad evitare il flusso di metallo incandescente, che si riversò al suolo sibilando e sbuffando, producendo occasionali ma violente fiammate a contatto con la pietra fredda e umida. Dal fumo denso e nero apparve Freyr, del tutto immune a quel calore illusorio che lei stessa stava generando.
Sempre ridendo, la donna afferrò una manciata di piombo e lo scagliò contro il mago. Le gocce iridescenti lo centrarono sulla spalla, e, nonostante sapesse che si trattava di un inganno della mente, il dolore fu reale, come anche l’odore della carne bruciata.
Fr:- La mia illusione magica è particolare. Non si limita a create immagini distorte della realtà, ma le proietta direttamente nel cervello dell’avversario. Finché il tuo subconscio li percepirà come reali, dolore e ferite lo saranno. Rammentalo –
La:- Grazie per l’informazione. Rairyuu no Gekihen! (Sconvolgimento del drago del fulmine) –
L’incantesimo si abbatté al suolo con un fragore assordante, mentre la forte corrente di energia investiva le illusioni, cancellandole in una violenta esplosione di luce.
Un ghigno divertito curvò le labbra di Laxus. Quel colpo di sicuro aveva centrato il bersaglio, non poteva essere altrimenti. Ne era certo, eppure quando Freyr ricomparve sul suo corpo non c’era un solo graffio. La pelle liscia e lattea era intatta e anche i suoi abiti erano a malapena sgualciti.
Furibondo, il mago tempestò la donna di folgori, ottenendo come unico risultato quello di stancarsi.
Ad uno schiocco delle dita della sua avversaria, le stalattiti e le stalagmiti si staccarono dalle loro sedi, volteggiando languidamente fino a disporsi a cupola.
Fr:- Non mi batterai, maghetto –
Gli enormi dardi di roccia scattarono contro il biondo, rapidi, precisi, letali. Laxus ne distrusse alcuni e ne schivò molti altri, ma erano semplicemente troppi e gli fu ben presto chiaro che sarebbe stato impossibile schivarli tutti. Un attimo di distrazione e una scheggia lunga un braccio gli si piantò per metà nella coscia.
Il dolore lo costrinse in ginocchio, alla mercé di ulteriori minacce. Per evitare altri danni il mago non poté far altro che fare ciò che fino a quel momento aveva evitato: si tramutò in fulmine e sgusciò via. Per utile che fosse quella tecnica, era anche estremamente debilitante, perché consumava un enorme quantitativo di potere magico, cosa che lui, in quel momento, non poteva proprio permettersi di perdere.
Incredibilmente, però, nello stesso istante in cui la magia tramutò il suo corpo in elettricità, i miraggi di Freyr cominciarono rapidamente a perdere consistenza fino a diventare traslucide come gli spettri che erano. Vide anche la sua nemica, in piedi accanto ad una parete, che corrugava la fronte con crescente irritazione e fatica, mentre un velo di sudore cominciava a imperlarle la pelle perfetta.
Fu così che Laxus capì che quelle illusioni, per quanto pericolose e realistiche, erano pur sempre frutto della mente della donna, e avevano effetto solo se lei riusciva a trasmetterle nei cervelli dei suoi avversari. Cosa che le era impossibile, se il suo nemico era pura energia.
La:” Ti ho presa”
Pensò scagliandolesi contro.
Concentrata com’era, la maga lo vide arrivare soltanto quando fu ad un passo dal suo corpo. Si tuffò lateralmente per evitare di essere travolta, ma l’onda d’urto e i detriti la investirono, e Freyr ruzzolò nella polvere.
La vista del proprio sangue che colava le aprì uno spiraglio nella memoria: un vicolo, degli abiti bianchi macchiati di rosso, sporcizia. Scacciò quei ricordi con rabbia e si rialzò con una feroce flessione dei reni, furiosa come non le accadeva da tempo.
Usò ogni stilla della propria forza per ristabilire la connessione psichica col biondo, ma il suo potere non riusciva ad attecchire a dovere.
Non potendo fare affidamento sulle illusioni, Freyr cercò almeno di alterare i sensi del biondo con una potente onda mentale. Con difficoltà, riuscì ad intrappolarlo in un vortice di rapidi impulsi mentali, nella vana speranza di indebolirlo abbastanza da impedirgli l’uso della magia.
Immediatamente il ragazzo espanse il proprio corpo ed entrò in contatto con tutti gli attacchi di Freyr allo stesso tempo, facendo forza per liberarsi.
In quel mentre, lo scontro tra i loro incantesimi connesse per un istante anche le loro menti, e Laxus si ritrovò sommerso dai ricordi della sua nemica.
Vide una piccola casa di campagna ardere sotto un impietoso sole estivo, e un’orda di banditi senza scrupoli che saccheggiava il villaggio dove Freyr era nata e cresciuta. Seguì con sguardo preoccupato una bambina correre via, senza voltarsi, col visino rotondo sporco di fuliggine rigato da lacrime di puro terrore. Percepì la fame che la bambina aveva provato tra i vicoli bui e fetidi delle città dove aveva vagato, priva di meta e di speranza, e la disperazione che l’aveva spinta, dopo cinque anni di stenti ed elemosine, a prostituirsi per pochi spiccioli, ignorando dolore e disgusto, vergogna e paura, mentre il suo cuore s’induriva ogni volta di più e tutto perdeva d’importanza tranne il denaro.
La osservò crescere odiando il mondo, passando da un amante all’altro, sempre più ricco e potente del precedente, facendo spesso ricorso ai propri poteri per soddisfare le loro richieste più oscene.
Fr:-SMETTILA!-
La maga lottò con tutte le proprie forze per scacciarlo dalla propria mente, ma ottenne solo di farlo sprofondare ulteriormente, rafforzando il legame che li univa.
Freyr era distesa in un vicolo, ora, con indosso un vestito di lino candido macchiato del suo stesso sangue. Ferite sottili le segnavano ogni centimetro di pelle visibile, e una chiazza cremisi andava allargandosi sul suo fianco destro.
Era stata la moglie della sua ultima conquista, una maga in grado di manipolare il vento, a ridurla così. Laxus la vide sorridere con una mestizia che una ventiquattrenne non dovrebbe provare, quasi con la propria morte volesse beffarsi di un destino che l’aveva sempre beffata. Poi un’ombra, qualcuno a lei sconosciuto e celato dalla nebbia dell’incoscienza la sollevò delicatamente da terra e la portò via.
Il mago condivise il suo sconcerto nello svegliarsi in un letto pulito, in una stanza che profumava di aghi di pino con il sole a baciarle il viso. Si voltò insieme a lei quando la porta si aprì ed entrò l’uomo che l’aveva salvata, Markus, il suo futuro marito, la persona migliore che avesse mai conosciuto. L’unico a conoscere il suo passato, l’unico dinanzi al quale aveva provato, per la prima volta dopo tanti anni, vergogna a mostrarsi nuda, l’unico che non era interessato tanto al suo corpo, quanto al suo cuore.
Il mago venne travolto dalle emozioni della donna: il calore di quegli anni, la loro prima notte insieme, la prima in cui si era sentita amata e protetta, e non usata e distrutta; la gioia di quando le aveva chiesto di sposarlo, la paura che l’aveva assalita scoprendo di essere incinta e l’incontenibile felicità che aveva provato nello stringere a sé quel minuscolo fagotto urlante.
Fr:-Basta. Ti prego, smettila-
Freyr era ormai disperata. Roventi lacrime di dolore le rigavano il volto delicato. Laxus avrebbe voluto accontentarla, ma si era spinto troppo in là, e non c’era modo di tornare indietro.
L’ultimo flusso di ricordi gli fluì sotto gli occhi: il funerale di suo marito e di sua figlia, uccisi da uno dei suoi vecchi amanti, geloso dell’uomo che aveva saputo conquistare la donna che per anni l’aveva sfruttato per poi gettarlo via senza ritegno.
Fr:- BASTA!-
L’ultima immagine che ebbe modo di vedere prima che Freyr riuscisse finalmente a buttarlo fuori dalle proprie memorie fu quella di un uomo, forse il Master di Heaven, che le tendeva una mano dicendole: “servimi donna, e ti renderò ciò che hai perso”.
Infine libero dal vortice mentale dell’avversaria, Laxus barcollò e riprese forma solida, imprecando contro le fitte che gli trapassavano il cranio come spilli incandescenti.
La:- Cosa voleva dire con quel “ti renderò ciò che hai perso”? I morti non possono tornare in vita, a meno che voi…non disponiate di un Sistema R come la Torre del Paradiso. E’ a questo che serve lo Zenit, ad alimentarlo?-
La Regina era a terra, ansante, sfiancata dallo sforzo appena compiuto, ma a quelle parole si risollevò, e una risata priva d’ilarità le sgorgò dalle labbra esangui.
Fr:-No, sciocco. Il Sistema R della Torre era l’unico esistente. Zeref non era famoso per replicare i suoi capolavori. Il dispositivo che voi avete chiamato Zenit serve a tutt’altro-
La:-Cioè?-
Fr:-Lo scoprirete da soli molto presto. Rouge ha quasi completato di sciogliere i sigilli, poi nessuno potrà più fermarlo ed io riavrò la mia famiglia-
La:-Non lo permetterò Freyr. Per giuste che siano le tue motivazioni, non posso lasciare che una gilda oscura usi un simile potere per i propri scopi-
Una profonda rabbia distorse i lineamenti della sua interlocutrice, che strinse i pugni con tale vigore che le unghie smaltate le penetrarono nella pelle dei palmi.
Fr:-Come puoi dire questo, dopo aver visto l’inferno che è stato la mia vita? Come? L’unica cosa che volevo era vivere in pace con l’amore della mia vita e mia figlia, e neppure questo mi è stato concesso. VOGLIO SOLO INDIETRO CIO CHE E’ MIO!-
La:-E per farlo condannerai centinaia di persone-
Fr:-Perché dovrebbe importarmene? Cosa hanno mai fatto loro per me?-
Il mago scosse il capo con mestizia. Capiva come si sentiva la donna, e il sapere che in nessun modo avrebbe potuto aiutarla lo straziava. Sperava che Freyr capisse la follia delle sue azioni, ma si rendeva perfettamente conto che non l’avrebbe fatto, troppo accecata dal rancore e dal dolore per vedere la realtà.
La:-Allora devo proprio fermarti-
Senza aggiungere altro, raccolse parte delle sue energie magiche residue e si preparò ad attaccare.
La:-Rairyuu no Gekihen (Sconvolgimento del drago del fulmine)-
L’imponente vampa di energia spazzò via tutto ciò che il mago aveva innanzi a sé, ma Freyr si dimostrò più agile del previsto e riuscì ad evitare il colpo. Nel contempo, la donna infilò una mano nel corpetto dell’abito e ne trasse una spessa barra di metallo arrotondata sui bordi e una boccetta colma di un liquido rosso.
Stappò la boccetta coi denti candidi e ne trangugiò d’un sol fiato il contenuto. Rimase ritta e orgogliosa mentre tremendi spasmi la scuotevano da capo a piedi e ogni suo orifizio visibile stillava sangue scuro e denso. Quando la crisi terminò, premette un pulsante nascosto sulla barra metallica e da un’estremità sgusciò fuori una lunga lama argentea.
Fr:-Visto che affrontarti con la magia ormai è inutile, vorrà dire che ti finirò con la spada-
La:-E tu credi di potermi battere nel c…-
Non ebbe modo di terminare la frase, perché Freyr, con un balzò rapidissimo, era già ad un passo da lui, pronta a colpire. Anche con i suoi riflessi allenati, resi perfetti da anni di combattimenti, il mago non riuscì a rendersi conto del pericolo finché la lama non fu a pochi centimetri dal suo collo.
Laxus si lasciò cadere sulle ginocchia giusto in tempo, e la punta aguzza della spada gli incise il sopracciglio. Il sangue sgorgò immediatamente dalla ferita profonda fino all’osso, ostruendogli la visuale dell’occhio sinistro, ma il ragazzo fu lesto a cauterizzarsi lo squarcio con una scossa elettrica ben calibrata.
Il dolore fu forte, ma nulla in confronto a quello che già aveva sperimentato, e lo ignorò per concentrarsi sull’avversaria, che stava preparandosi a lanciare un nuovo assalto.
Scagliò un fulmine per distrarla, tuttavia Freyr era troppo veloce e lo evitò.
La:” Merda, non ho abbastanza potere magico per ricorrere ad altri attacchi a distanza”
Doveva passare anche lui allo scontro fisico. Unì le mani e richiamò l’energia dal Lacrima draconico che era impiantata nel suo corpo.
La:-Rairyuu no Yari (Lancia del drago del fulmine)
Una guizzante asta sfrigolante prese vita tra i suoi palmi e il mago la impugnò con consumata sicurezza. La maga gli si scagliò contro, furiosa, ma adesso, sbollita l’iniziale sorpresa, il biondo si rese conto che la donna non era una guerriera: i suoi colpi erano imprecisi, goffi, ed erano solo marginalmente mirati ai suoi punti vitali. La pozione che aveva ingerito –una droga?- le aveva senza dubbio ampliato forza e velocità, ma non poteva concederle la stessa abilità di uno spadaccino esperto.
Laxus parò con facilità il primo fendente, poi, con un’agile rotazione del polso, scansò la spada nemica e toccò Freyr al ginocchio.
Dalla sua espressione impassibile, il mago capì che non sentiva dolore, però la scossa elettrica fece il suo dovere, paralizzandole i nervi della gamba.
Imprecando, la donna usò la propria magia per muovere forzatamente l’arto, obbligandolo a rispondere ai comandi della mente, ma la cosa le riuscì solo in parte, e il massimo che poté fare fu mantenersi in piedi.
Menò un affondo a casaccio, sperando di guadagnare tempo prezioso. Laxus non si lasciò ingannare, e si limitò a flettere il collo per evitare la punta dell’arma. Poi, con precisione assoluta, colpì la nemica prima alla mano, disarmandola, e poi al petto, stando ben attento a dosare la propria forza per non fermarle il cuore.
La maga venne sbalzata all’indietro dalla potenza dell’impatto e rovinò al suolo.
Grazie all’effetto combinato della droga e dei suoi poteri l’intorpidimento al ginocchio stava svanendo in fretta, tuttavia le appariva ormai chiaro che non avrebbe vinto: non aveva più energie da spendere per generare illusioni, e nei duelli era sempre stata un disastro nonostante i tentativi di Ikaruga di renderla una schermidrice quantomeno decente. Avrebbe perso, e non avrebbe più potuto vedere suo marito e sua figlia.
Fr:”No”
Non poteva permetterlo. Non poteva e non voleva vivere da sola ancora per tanti anni, aspettando la morte consumata dal rimpianto.
Guardò Laxus e ripensò alla sua vita fino a quel momento. Ne valeva la pena? Valeva la pena soffrire così tanto?
La spada nella sua mano assunse d’un tratto un calore invitante, una promessa di libertà e pace. Un sorriso stanco le curvò le labbra.
Fr:”L’importante è riaverli al mio fianco”
Un ultimo sospiro, poi sollevò l’arma e se la puntò al petto.
La:-Ehi, che vuoi fare?-
Il biondo fece per avvicinarsi, ma Freyr lo bloccò, inviandogli un delicato flusso d’immagini: una casa di collina, il nome di una città, due lapidi ai piedi di una quercia.
La:-Cosa…?-
Fr:-Lì è sepolta la mia famiglia. Ti prego di depormi accanto a loro, se sopravvivrai a questa battaglia-
E prima che Laxus potesse fare qualsiasi cosa, la maga si trafisse il petto.
In un istante il biondo le fu accanto. La sorresse e la adagiò delicatamente al suolo. Non ebbe bisogno di sentirle il battito cardiaco per sapere che era già morta.
La:-Sciocca-
Sussurrò, chiudendole gli occhi.
Scuotendo il capo, Laxus si rialzò e controllò le condizioni dei suoi compagni. Constatando che entrambi avevano vinto, il biondo si rasserenò un po’  e trasse un profondo sospiro.
La:” Meglio muoversi”
Stava per dare l’ordine, quando, improvvisamente, il Lacrima nel suo petto si riscaldò sin quasi ad ardere e un ruggito ferale gli riempì le orecchie. Nello stesso tempo, un sigillo runico si attivò, imprigionando la sua magia.
 
 
 
 
Ebbene si miei cari, sono ancora in vita u.u Non vi siete ancora liberati di me.
Ci tengo a scusarmi per essere mancato per...SEI MESI!??! DIO SANTO...ok, sono stato via per un'enormità, ma avevo davvero troppo da fare per poter anche solo pensare di mettermi a scrivere.
Cooooomunque, sono di nuovo qua, con un capitolo che, in tutta sincerità, a me non piace, ma che non potevo fare meglio di così. Purtroppo, quando ho deciso i poteri dei dieci re non mi ero reso conto di quanto fosse difficile gestire sullo scritto abilità come quelle di Yuro o di Freyr. Ahime, mea culpa, questo dipende dal fatto che io tendo a "visualizzare" sotto forma di manga i miei racconti, quindi non posso rendermi anticipatamente conto della reale entità del lavoro.
Beh, piangere sul latte versato non lo fa tornare nella bottiglia, quindi questo è e questo vi tenete u.u Dal prossimo, che posterò sicuramente in tempi più brevi, le cose miglioreranno. Tanto per dirne una, torna in pista Salamander (per Shin dovrete aspettare).
Sperando nel vostro perdono, vi saluto.
Sayonaraaaaa (quanto mi era mancato farlo TT__TT)
 
 

  
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