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Autore: Allison Argent    01/05/2012    2 recensioni
Cosa succederebbe se i personaggi di Glee fossero dei maghi e frequentassero Hogwarts? E cosa succederebbe se fosse indetta una nuova versione del Torneo Tremaghi?
«Le cose a Hogwarts erano diverse da anni fa, durante l’epoca oscura di Voldemort, i rapporti tra le Case erano molto più tranquilli di quanto i nostri genitori o amici più grandi ci avevano sempre raccontato. Certo, tra noi e i Grifondoro c’era sempre quella scintilla accesa e pronta a prendere fuoco, ma non era mai niente di troppo serio.
Il mio flusso di pensieri si fermò insieme al treno, mi girai di nuovo verso il finestrino e sorrisi: eravamo arrivati.»
{Quick, Quinn POV, altre coppie ancora da decidersi!}
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Stavolta il mio commentino lo lascio prima della lettura!
Mi dispiace sia passato così tanto tempo, ma mancano solo quattro settimane alla fine della scuola e sono strapiena di compiti, cerco comunque di ritagliarmi qualche momentino per scrivere. 
In questo capitolo, vi avverto, c'è tanta roba. Soprattutto si scoprirà qualcosa in più a proposito di un certo argomento :) Sono soddisfatta, personalmente, quindi mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi! Lasciate una recensione così ne possiamo parlare! 
Tra l'altro sono tutta felice perché Mark ha tweettato Dianna per il suo compleanno e pare che domani abbiano delle scene da girare insieme *-* I miei sogni si avverano.
Tanti auguri ancora a Dianna <3
Buona Lettura!
-Aria


 

7# campioni
(in cui Quinn deve far passare le ore in qualche modo e poi avviene qualcosa che non aveva mai preso in considerazione)

 

 

Finalmente era arrivato il grande giorno: quella sera alle otto durante la cena in Sala Grande sarebbero stati scelti i sei campioni che avrebbero partecipato al Torneo Tremaghi.
Inutile sottolineare il fatto che quel giorno fu uno dei più lunghi che avessi mai vissuto, ogni cosa, ogni singola azione sembrava andare a rallentatore. Tutto era fermo e statico e io non potevo fare altro che cercare un’occupazione nuova da minuto in minuto. Continuavo ad annoiarmi e durante un sabato piovoso di settembre come quello, ad Hogwarts non si trovava mai tanto svago.
Non essendo ancora cominciati neanche gli allenamenti di Quidditch – a dirla tutta, non c’erano neanche state le selezioni per le nuove squadre, non che me ne importasse così tanto in qualunque modo – e quindi era un sabato ancora più noioso del solito.
Sapevo che tutti i miei compagni di Casata che avevano dai sedici anni in su avevano tentato la gloria inserendo il proprio nome nel Calice di Fuoco, perciò il nervosismo e il cattivo umore tra tutti era spiegabile. Era in quei momenti che pensavo fosse stato meglio se fossi finita in un’altra Casa; sarebbe stata tutta un’altra cosa, giusto? Molto più tranquilla e rilassata, mentre in Serpeverde si cercava sempre di eccellere l’uno sull’altro. 
Decisi di andare in libreria, perlomeno là ci sarebbero stati solo gli studenti più silenziosi e solitamente erano anche quelli meno impiccioni e arrabbiati. Corsi lentamente per le scale che portavano ai piani più alti dopo essere sgattaiolata fuori dalla nostra Sala Comune. Andai a sedermi in uno dei tavoli più appartati, optai per quello vicino alla piccola vetrata che dava sul Lago Nero. 
Sospirai profondamente e osservai le gocce di pioggia che disegnavano linee sui vetri della finestra; distolsi lo sguardo dopo un po’ e aprii il vecchio libro che mi ero portata nascosto sotto il mio mantello, puntai la bacchetta e bisbigliai “revelio”. Poco a poco il testo del vecchio libro sparì e fece spazio a parole scritte con la mia calligrafia. Erano mesi che non toccavo il mio diario.
Lo chiusi e riaprii di nuovo, annusando le pagine che sapevano di vari tipi di fiori (ci avevo inserito qualche petalo la primavera precedente), fino a che mentre sfogliavo il diario, una riga catturò la mia attenzione. Feci un respiro profondo prima di cominciare a leggere.


 
27 maggio
Caro Diario,
non potrei essere più felice di quanto lo sia in questo momento, ma allora perché mi sento così in colpa? Io sono felice, ma non sono sicura di amare Finn… Almeno non come qualche mese fa.
Ieri sera io e Puck eravamo da soli in Sala Comune, tutti gli altri erano già andati a letto. Mi ha chiesto come stavo, mi ha detto che non gli sembravo più spensierata come ero solita essere, mi ha anche chiesto se fossi felice con Finn. 
Io non gli ho risposto perché dato che Santana stava scendendo dalle scale proprio in quel momento, ma sono sicura che se ci troviamo soli un’altra volta il discorso tornerà a galla.
Non sono sicura di volergli rispondere, perché onestamente, diario, non so neanche io cosa sto provando.
Ti terrò aggiornato,
con affetto.


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1 giugno
Diario, avevo ragione.
Ieri siamo finiti in punizione insieme (io e Puck) perché ci stavamo allenando nell’ora programmata per i Grifondoro.
Gli ho detto quello che pensavo, che non sapevo più che cosa volessi e che cosa provassi. Lui mi ha abbracciata e ha detto che lui per me ci sarebbe sempre stato. È stato carino da parte sua essere così disponibile. Mi fa piacere sapere che posso contare su qualcuno.
Quinnie


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8 giugno
Io e Puck stiamo passando molto tempo insieme, ultimamente. Non che non l’avessimo mai fatto, siamo sempre stati migliori amici, ma ora è diverso. È già successo, più di una volta, che mi prendesse per mano, non che mi dia fastidio. 
Sto tradendo Finn se sto per mano con Puck? È il mio migliore amico, contatti come quelli non dovrebbero essere strani, vero?
Non so cosa fare,
sempre tua.


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13 giugno
Caro Diario,
ieri Finn mi ha proposto di passare l’estate insieme – almeno per qualche settimana. Non sono riuscita ad accettare. La prima cosa a cui ho pensato è stato il fatto che se avessi passato l’estate con Finn non avrei potuto scrivere a Puck. 
Sono così confusa! Negli ultimi giorni succede sempre più spesso che io e Puck ci troviamo da soli e più di una volta ha cercato di prendermi la mano e accarezzarla.
Io non l’ho fermato.


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15 giugno
Devo prendere una decisione. La scuola sta per finire e io non posso stare appesa a un filo traballante per tre mesi. 
Devo lasciare Finn, devo trovare un modo per non ferire i suoi sentimenti, non che sia successo niente tra me e Puck.


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16 giugno
Diario, ha cercato di baciarmi. 
Ovviamente l’ho respinto, ma siamo arrivati davvero vicini al rovinare tutto. Stavamo tornando dagli allenamenti di Quidditch, eravamo solo io e lui, e prima che entrassi nello spogliatoio mi ha fermata e mi ha detto che non potevamo più continuare così. 
Diario, lui conosce i miei sentimenti più di quanto li conosca io stessa e la cosa mi spaventa.


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18 giugno
Domani parlerò con Finn prima che possa rovinare tutto.


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24 giugno
Non riesco a lasciarlo. Come glielo spiego? 
Finn, mi piace il tuo migliore amico.
oh, cielo, non l’ho davvero scritto. A me non piace Puck!


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26 giugno
Puck Puck Puck Puck Puck Puck


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27 giugno
Ci siamo baciati. O forse è meglio dire che mi ha baciata. 
No, la colpa è anche mia, non avrei mai dovuto cominciare tutto questo e ora non ho più scuse con Finn. Domani gli parlerò.


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29 giugno
Finalmente domani si torna a casa. Ho bisogno di andare via da questo posto, allontanarmi e non parlare con nessuno. Finn è ferito e si vede, io mi sento un mostro. Lui era il suo migliore amico e la cosa non l’ha fermato dal baciarmi. 
Non abbiamo detto niente a Santana. Questa cosa rimarrà solo tra me, Finn e Puck. 
A lui non ho più parlato dall’altra sera quando è successo. 
Forse questo senso di colpa andrà via con il tempo. Non so neanche più cosa provo. 
O forse sì, disgusto verso me stessa e lui.
Quinn.



 

Deglutii e chiusi di colpo il diario, prestando poca attenzione al rumore che causai. 
Era stato facile mettere a posto le cose con Finn, dopotutto non ero l’unica che aveva iniziato a sentire il bisogno di fermarsi (anche se sì, ero l’unica che era arrivata a tradire); mi aveva scritto qualche settimana dopo la fine delle lezioni e io gli avevo risposto con una lettera piena di spiegazioni. Mi aveva capita, in qualche modo. Mi aveva spiegato che non eravamo più fatti l’uno per l’altra, che eravamo”destinati a qualcun altro e sapevamo entrambi a chi si riferisse in entrambi i casi”. 
Probabilmente era successo qualcosa tra lui e Rachel, se non quando stavamo insieme allora poco tempo dopo. Però non stavano ancora insieme.
Mentre io non avevo parlato con Puck per tutta l’estate, in un certo senso. Avevo letto tutte le sue lettere in cui cercava spiegazioni sul mio silenzio e io gli avevo risposto ignorando quelle parti, dicendogli che cosa avrei fatto durante le vacanze e di come fosse bello il tempo in Francia. Dopo un po’ ci aveva rinunciato e le sue lettere erano vuote quanto le mie.
Lanciai uno sguardo veloce all’orologio a pendolo alla mia destra, finalmente erano le sette di sera, il che significava che potevo iniziare ad incamminarmi verso la Sala Grande, i nomi dei campioni sarebbero stati annunciati solo in un’ora. 
Non stavo più nella pelle, erano quindici giorni che aspettavamo tutti quanti questo momento e finalmente era arrivato.
Prima di andare a cenare, decisi di fare un salto nel mio dormitorio per controllare che fossi presentabile; di solito pensare così e preoccuparmi tanto non mi aiutava ad avere un bell’aspetto. Mi diressi verso la Sala Grande una manciata di minuti dopo e trovai, già seduti ai loro posti, i miei migliori amici. Evidentemente erano ancora più in pensiero di me.
Sospirai quando li raggiunsi al tavolo e cercai di non agitarmi troppo.
«Qualche novità?», chiesi ad entrambi, giocando con il tovagliolo per distrarmi.
Puck alzò le spalle mentre Santana scosse la testa.
«Simpatia Berry è convinta che sarà scelta, ma non è una novità.», mi rispose Santana con una smorfia rivolta alla Grifondoro che, dal suo tavolo, era in piedi e sembrava stesse dando uno dei suoi discorsi su nientemeno che se stessa.
Sbuffai e mandai giù un boccone della cena.
«Io ho un brutto presentimento.», sbottai poco dopo. Sarà stata l’agitazione, ma di solito non mi sentivo così. Di solito ero molto più razionale.
Santana mi guardò con un sopracciglio inarcato.
«Q. il peggio che può capitare è che Rachel venga davvero scelta.», mi rispose in fretta, senza dare troppo peso alle mie parole. Forse aveva ragione, dovevo solo tranquillizzarmi e aspettare il grande momento.
E ci riuscii anche, tanto che non mi accorsi neanche di Figgins che si alzava e andava a posizionarsi di fianco al Calice di Fuoco; fu Puck che mi tirò un debole calcio alla gamba, da sotto il tavolo, per attirare la mia attenzione. Mi girai verso gli insegnanti, ma non prima di averlo mandato al diavolo con il labiale.
Osservai i tre presidi allinearsi vicino al Calice, mentre altri sei insegnanti, ovvero il professor Schuester, la professoressa Pillsbury (che insegnava Cura Delle Creature Magiche), la professoressa Bieste (Volo) e il professor Tanaka (Erbologia), la professoressa Holliday (Difesa Contro Le Arti Oscure) e il professor Martinez (Trasfigurazione), si alzavano e si posizionavano in linea poco più indietro ai presidi.
Non ero molto sicura di quello che stessero facendo, così allineati, ma non ci pensai più di tanto, aspettavamo tutti il momento in cui Figgins avrebbe chiamato i sei nomi in fibrillazione. Scambiai uno sguardo con i miei amici: il momento era arrivato.
«E’ arrivato il momento che tutti voi aspettavate, i nomi dei sei campioni saranno svelati a breve! Prima, però, io, la professoressa Sylvester e la professoressa Corcoran volevamo augurare a tutti voi ragazzi un in bocca al lupo!»
Tutti i ragazzi, chi più, chi meno, applaudirono e incoraggiarono il preside a continuare.
«Perciò, prima gli ospiti!», Figgins si spostò più a lato, lasciando che la preside di Beauxbatons, la professoressa Corcoran, avanzasse e alzasse la bacchetta, istigando il Calice a dare il suo primo nome. 
Il fuoco nel Calice si fece debole per qualche secondo, fino a che non tornò grande, emettendo fiamme alte che fecero cadere un piccolo foglio azzurro tra le mani della donna.
«Brittany Pierce!», annunciò la professoressa con un sorriso sulle labbra. Mi girai verso Santana, che stava seguendo con lo sguardo Brittany mentre si alzava dal tavolo – questa volta si era seduta tra i Corvonero, vicino a Mike Chang – e si dirigeva verso la sua preside. Dopo essere stata complimentata da i tre presidi, si andò a posizionare insieme ai sei professori.
II Calice lasciò cadere il secondo nome poco dopo che gli applausi per Brittany cedettero. 
«Kurt Hummel!», continuò la Corcoran, cercai con lo sguardo il volto del campione di Beauxbatons, e lo trovai nel ragazzo che una settimana prima era seduto al nostro tavolo vicino a Brittany e che quella mattina aveva inserito il proprio nome nel Calice, accompagnato dal moro di Durmstrang.
Ascoltai Puck fare un commento a Santana riguardo a Brittany e risi divertita.
«Ora sei innamorata di una celebrità.»
Lei fece finta di ridere, e gli rispose con un “ti fratturo”.
Ora era la volta dei ragazzi di Durmstrang: la professoressa Sylvester imitò i passi della preside Corcoran poco prima, andando davanti al Calice e aspettando che il primo nome fosse dato.
«Lauren Zizes!», annunciò soddisfatta. Non prestai molta attenzione a Lauren che si alzava e raggiungeva Brittany e Kurt, non ero sorpresa più di tanto nel vederla tra i campioni.
«Jesse St. James!», continuò la preside, ancora più soddisfatta di prima. Dalla sua voce sembrava che i campioni della sua scuola fossero esattamente le persone che avrebbe scelto, se avesse potuto. Osservai il ragazzo salire e stringere la mano dei tre presidi; non era esageratamente alto, aveva i capelli ricci e uno sguardo ambizioso.
Quando anche la professoressa Sylvester si fece da parte, finalmente Figgins si avvicinò al Calice e alzò la sua bacchetta, puntandola verso l’oggetto magico.
Quelli che seguirono furono i secondi più lunghi che avessi mai vissuto. 
Osservai come le fiamme che il Calice aveva provocato danzavano nell’aria, lasciando cadere quel pezzo di carta, bruciato magicamente, cadere tra le mani del nostro preside. Lo vidi sorridere e aprire la bocca, per poi annunciare il primo degli ultimi due nomi.
«Quinn Fabray!»
Mi ci vollero alcuni secondi per realizzare il tutto. 
Figgins aveva chiamato un nome, e quel nome era il mio. 
Mi girai verso Santana, interrogativa. Voleva dire che lei non era stata scelta, voleva dire che non saremmo potute rimanere vicine; per qualche motivo, fino a quel motivo non avevo realizzato che se una di noi fosse stata scelta, sarebbe stata da sola.
«Mi dispiace.», le sussurrai sconsolata. Lei mi guardò sorridendo dolcemente.
«Deve sempre essere la migliore, quella Quinn Fabray.»
Probabilmente dovevo essere stata la campionessa –un momento, ero davvero una campionessa ora? – più lenta di tutta la storia del Torneo Tremaghi. 
Camminai a testa alta, come ero solita fare, tra i tavoli prima di raggiungere i presidi e farmi stringere la mano da tutti e tre. Mi ci volle ancora più forza per tenere una stretta ferma e poi avvicinarmi agli altri quattro ragazzi. Mi posizionai di fianco a St. James, aspettando che tutto quanto finisse.
Non riuscivo a pensare più a niente, non notai neanche Figgins mentre apriva l’ultimo foglio bruciacchiato e leggerlo a tutta la sala.
Quando mi resi conto di chi aveva chiamato, solo un pensiero attraversò la mia mente, insieme a un grande panico che mi prese lo stomaco.
Non sta succedendo davvero.
   
 
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