“ Nonna mi racconteresti una favola?”. Gli occhi della bimba la guardavano, speranzosi di avere una buonanotte tra fate e principesse.
La vecchia donna la guardò teneramente, prima di accennare un sorriso: “ certo, tesoro, ma stavolta non ti racconterò una fiaba come tutte le altre”.
“ Non continuiamo la bella addormentata, nonna?”. Chiese la bambina sistemandosi meglio tra le lenzuola.
L’anziana signora sorrise: “ No, tesoro, voglio raccontarti un’altra storia, se sei d’accordo.” La bambina alzò un sopracciglio, meditando sulla risposta da dare.
“ e mi piacerà?”. Chiese infine, appoggiandosi al cuscino leggermente rialzato.
La nonna sorrise di nuovo, prendendo la mano della bambina tra le sue: “ Me lo dirai appena terminerò il racconto.” La bambina acconsentì con la testa, e fece spazio alla nonna per permetterle di sdraiarsi insieme a lei sul letto. La donna la cinse in un tiepido abbraccio e cominciò a raccontare: “ C’era una volta, poco tempo fa, una ragazza che aveva perduto i suoi genitori e che viveva con il fratello e la zia nella casa di famiglia. Le sue giornate, tristi e malinconiche, trascorrevano pensando ai genitori che non c’erano più e scrivendo nel suo diario cosa le passava per la testa.
Accadde un giorno che due ragazzi, belli e intriganti, arrivassero in città e facessero la sua conoscenza, portandola in un mondo che lei non immaginava esistesse, e rendendola parte di quella nuova dimensione.
In quel nuovo mondo conobbe Stefan, il paziente vampiro dagli occhi verdi che la curava dal dolore per la morte dei suoi genitori e la cullava quando la consapevolezza della vita che passava, diveniva troppo forte per essere affrontata.
Fu investita dall’amore che Damon, il fratello di Stefan, nutriva per lei. E si accorse che Il Damon spezzato tra i suoi sentimenti e la sua vera natura, rendevano la sua umanità, il suo dono, pur essendo un vampiro.
Rise di cuore con l’ottimismo solare di Caroline, che anche nei momenti più bui aveva la capacità di metterla su di morale, dimostrandole che la vita è troppo breve per essere sprecata volgendo lo sguardo indietro.
Trovò casa nel porto insicuro dell’umanità di Jeremy, e protezione nell’Alaric perduto tra file di bottiglie di bourbon e la speranza di migliorare questo mondo.
Ma non perse mai di vista chi le restituì l’orgoglio di essere umana, non dimenticò mai il rancore trasformato in compassione che percepì quando osservò il cattivo perdere la sua partita: Klaus era solo, e questo lo rendeva debole e impotente. Rebekah al suo fianco, rifiutata dalla sua stessa madre, trascurata dall’unico amore che aveva voluto ricevere in cambio, continuava a seguire il fratello, unica consolazione nella sua lunga non-vita. Inconsapevoli dell’amore fraterno che avrebbero potuto trovare l’uno nell’altro, se ne andavano via da quel mondo, perduti tra i loro errori.
La piccola donna che era diventata alla fine di quel viaggio, le permise di trovare la sua strada negli intricati percorsi della vita e a trovarsi un suo posto nel mondo, lontano dalla magia della sua adolescenza e dall’Amore che l’aveva guidata”.
“ Finisce così?”. Chiese la bambina con aria trista, vedendo il cenno affermativo della nonna: “ Ma è triste nonna! Che fine hanno fatto tutti gli altri? Damon che la amava tanto, l’ha sposata? E Klaus, anche se cattivo, ha trovato compagnia per non essere più solo? Dai, nonna, continuala, so che le tue storie hanno sempre un lieto fine, sono sicura che quella ragazza abbia sposato il suo amore e che tutti vissero felici e contenti.”
L’anziana donna scosse la testa e accarezzò una guancia della bambina: “ Questa volta il lieto fine lo darai tu, tesoro, come vorresti che finisse?”.
La bambina si illuminò e sorrise gioiosa: “ Io vorrei che quella piccola donna che era diventata sposasse il giovane che le aveva fatto tremare il cuore e che insieme vivessero felici e contenti. Nonna, come si chiama la giovane?”.
“ Elena”. Sussurrò l’anziana donna.
“ Come te!”. Urlò la bambina: “ Allora Damon ed Elena si sposeranno e vivranno insieme per sempre, perché sono innamorati tanto tanto, sì, vorrei questo, Nonna, vorrei che finisse così la tua storia.”
“ lo vorrei anch’io, tesoro, lo vorrei anch’io”. Sussurrò Elena, continuando ad accarezzare i capelli della bambina per farla addormentare.
 
Più tardi, Elena uscì dalla stanza di sua nipote, rimuginando sulla storia che le aveva raccontato, e provando una grande nostalgia per non aver potuto scegliere quel lieto fine che la bambina le aveva proposto nella sua ingenuità.
Una lacrima scese sul suo volto  non più giovanile e andò ad infrangersi tra le sue labbra, ripescando due occhi azzurri come l’oceano e un sorriso ironico stampato sul volto.