Molly Weasley sedeva al tavolo
della cucina, un
rotolo di pergamena davanti a lei.
La piuma d’oca, logora e
spennacchiata, era
abbandonata lì accanto mentre la boccetta
d’inchiostro quasi vuota era stretta
tra le mani della donna, ancora chiusa.
Quella mattina, dopo che il marito
era uscito di
casa, Molly si era dedicata alle varie incombenze domestiche, tentando
con
scarso successo di tenere la mente occupata.
Per non sobbalzare ogni volta che
sentiva l’intro
del notiziario di Radio Strega Network aveva spento la radio, ma il
silenzio
cupo e opprimente che aveva riempito la Tana era infinitamente
peggiore.
Incapace di rimandare oltre, si era seduta per scrivere la quotidiana
lettera
ai gemelli, col cuore stretto d’angoscia al pensiero di non
poter scrivere
anche a Ron.
E proprio in quel momento, mentre
stava per stappare
la boccetta d’inchiostro, il pensiero fisso sul figlio
minore, un brivido
freddo le aveva attraversato la schiena. D’istinto, un
istinto generato da mesi
di tensione e preoccupazioni, aveva guardato verso l’orologio
posato accanto a
lei; nessun cambiamento: tutte le lancette erano ancora e sempre
puntate su
Pericolo Mortale.
Ma il brivido era sempre
lì, presente, e una
strisciante sensazione di panico si stava lentamente impossessando di
lei. C’era
qualcosa di diverso in quel Pericolo Mortale, come se le lancette
vibrassero
per comunicarle che qualcosa era cambiato, qualcosa di pericoloso e
terribile.
-Oh no, Ron!- gemette la Signora
Weasley. Con l’istinto
infallibile di una madre infatti sapeva che il pericolo più
immediato e vicino
riguardava Ron, il suo amato Ron.
Le mani serrate sulla bocca, Molly
pregò con tutte
le sue forze che il figlio riuscisse a cavarsela, mentre lacrime di
paura e
impotenza le rigavano le guance.
-Fred, siamo un po’ a
corto di Mantelli Scudo…
-Lo so George, e anche la Polvere
Buiopesto è quasi
finita, dovremo rifornirci.
-È strano-
continuò Fred guardando l’orologio- che
non sia ancora arrivata la lettera della mamma.
-Forse papà le ha
parlato.
-O forse Errol è morto.
Seriamente, quel gufo ha più
o meno miliardi di anni, quanto ancora potrà fare avanti e
indietro tutti i
giorni?!
George rise:- Già.
Stavano ancora ridacchiando quando
una lontra
argentata planò davanti a loro. Il sorriso sparì
dai loro volti, sostituito da
un’espressione preoccupata, mentre il Patronus parlava con la
voce di Arthur
Weasley:
-Ron
è stato
sorpreso insieme a Harry, Mangiamorte sulle nostre tracce. Famiglia in
pericolo, portate via la mamma, io penso a Ginny. Andate da Muriel.
Presto. Vi
voglio bene.
I gemelli si guardarono mentre il
Patronus svaniva.
-Andiamo, veloce.- disse George.
In quel momento al piano di sotto
risuonò un
schianto terribile: i Mangiamorte avevano buttato giù la
porta del numero 93 di
Diagon Alley, ma Fred e George si erano già Smaterializzati
alla Tana.
Arrivarono alla Tana che Molly era
ancora seduta al
tavolo della cucina, lo sguardo fisso nel vuoto. Non si rese conto del
loro
ingresso finché Fred non la toccò su una spalla:
-Mamma, dobbiamo andare presto!
-Cosa?- Molly sussultò-
Ragazzi cosa ci fate qui?
-Papà ci ha mandato un
Patronus, hanno scoperto Ron,
i Mangiamorte stanno venendo a prenderci.
-Ron! Oh mio Dio, avevo
ragione…
-Mamma sbrigati, dobbiamo
andarcene!-l’incalzò
George- Papà è andato a prendere Ginny, ci ha
detto di andare da zia Muriel.
Finalmente la signora Weasley
sembrò ritrovare la
lucidità; non era solo Ron ad essere in pericolo ma tutta la
famiglia, e se non
poteva fare nulla per il figlio minore, poteva fare qualcosa per gli
altri suoi
figli.
-Andiamo- disse risoluta, alzandosi.
-Voi non andate da nessuna parte.-
intervenne una
voce alle loro spalle. I Mangiamorte erano arrivati alla
Tana.–Stupeficium!
-Protego!-
urlò George in risposta, deviando l’incantesimo,
mentre Fred e Molly
sguainavano le bacchette.
-Crucio!- urlò una delle figure
incappucciate, puntando la bacchetta contro la signora Weasley, che
respinse l’incantesimo
con facilità.
-Pietrificus
Totalus!.- Il Mangiamorte colpito cadde a terra, rigido e
incapace di
muoversi.
-Bel colpo mamma- gridò
Fred mentre, con un
Incantesimo non verbale, Schiantava un altro Mangiamorte.
-Impedimenta!
Non volevate lasciarmene neanche uno?- Intervenne George sorridendo,
dopo aver
colpito un Mangiamorte che stava per attaccare Molly alle spalle.
-Andiamo ragazzi, ora.
E mentre i Mangiamorte stavano
ancora lottando per
liberarsi dai vari incantesimi, i tre Weasley si Smaterializzarono.
L’Espresso di Hogwarts
scintillava scarlatto alla
debole luce che filtrava dalle nuvole che coprivano il cielo di
Hogsmeade.
Un convoglio di carrozze, trainate
da cavalli
invisibili, scendeva lentamente dalla strada che portava al castello,
conducendo gli studenti che sarebbero tornati a casa per le vacanze.
Arthur si era appena materializzato
alla stazione
quando si accorse di essere stato preceduto, Avery, Mulciber e Dolohov
erano
già lì, gli occhi fissi sulle carrozze che si
avvicinavano lente.
Era una questione di tempi, Arthur
lo sapeva. Doveva
riuscire a portare via Ginny prima di loro e prima che si accorgessero
della
sua presenza.
Le carrozze erano sempre
più vicine e il signor
Weasley cercava disperatamente di farsi venire un’idea.
L’unica cosa che gli
venne in mente fu un Incantesimo di Memoria, ma doveva agire in fretta.
Muovendosi silenziosamente si
portò alle spalle dei
Mangiamorte.
-Oblivion.
Oblivion.- sussurrò puntando la bacchetta prima
contro Mulciber e poi
contro Dolohov.
Stava per colpire anche Avery
quando questo si
voltò.
-Stupeficium!-
l’incantesimo mancò Arthur, che prontamente
rispose.
-Stupeficium!
– il suo incantesimo andò a segno e Avery cadde a
terra.
I due Mangiamorte obliviati si
voltarono, confusi,
cercando di capire cosa fosse successo ma Arthur Weasley era
già corso verso le
carrozze che finalmente erano arrivate alla stazione.
-Papà,
cos’è successo?- gli chiese Ginny spaventata
quando lo vide, appena scesa dalla carrozza.
-Ginny, poi ti spiegherò
tutto, ora dobbiamo andare.
E afferrata la figlia si
smaterializzò, mentre i
Mangiamorte continuavano a guardarsi intorno confusi.
-È un miracolo se siamo
tutti salvi- disse George.
I Weasley erano riuniti nel salotto
di zia Muriel,
che aveva concesso loro ospitalità con la consueta aria di
superiorità.
-Già Papà-
intervenne Bill, che era passato a vedere
se stavano tutti bene- devi proprio ringraziare chi ti ha avvertito.
Tutti sorrisero, tranne la Signora
Weasley.
-Molly, cara, - le disse Arthur
andandole vicino e
abbracciandola- Ron sta bene, stai tranquilla.
-Non puoi saperlo- rispose lei
tirando su col naso.
-Papà ha ragione, sono
sicuro che Ron sta bene. Io
ora devo andare.- Bill baciò la madre sulla guancia e
uscì.
Erano passati forse dieci minuti da
quando se n’era
andato quando il suo Patronus atterrò nel salotto:
-Ron,
Harry e
Hermione sono riusciti a fuggire e stanno bene. Stai tranquilla mamma,
continueremo tutti a combattere e presto questa guerra
finirà.