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Autore: eloise de winter    01/05/2012    1 recensioni
Perchè loro ,ormai, erano liberi.
Liberi in quell’abbraccio sudato e serrato, che immobilizzava e catturava entrambi, corpi e anime, facendolo così che distinguerli sarebbe stato impossibile.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Regnum Insomniae

 

 
Le ombre si allungavano, lievi, su due corpi nudi, sdraiati tra le coltri soffici, serrati in un abbraccio che tutto aveva della paura e di quel terrore irrazionale che precede sempre quell’atto, folle, che può significare anche

morte.

In quell’abbraccio disperato due anime si erano e si stavano fondendo, diventando così uno solo.

Nessuno avrebbe potuto eguagliare quel calore che li avvolgeva, che li proteggeva e li isolava da tutto ciò che il mondo esterno era di sbagliato, credendo che fossero loro l’errore, la vergogna, l’indecorosità e la violazione di tutte le leggi morali, i canoni, le etiche e le convinzioni.

Erano come eretici in quel mondo di falsi puritani, ipocriti, pronti a criticare che, come loro, usciva allo scoperto per fregarsene di ciò che quegli ipocriti avrebbero pensato e sussurrato di loro e tra loro.

Perchè loro ,ormai, erano liberi.

Liberi in quell’abbraccio sudato e serrato, che immobilizzava e catturava entrambi, corpi e anime, facendolo così che distinguerli sarebbe stato impossibile.

Gli occhi si aprirono, e anche le bocche, in un bacio che nulla aveva di casto, ma che era, contemporaneamente, così puro, un ossimoro visibile e non celato.

Si strinsero ancora di più, come se ci fosse sempre troppo spazio fra di loro, fra le loro gambe intrecciate, fra le mani bianche di lui e i capelli neri di lei, fra le loro bocche, fra le loro anime dannate.

E cercavano, sempre più, di diminuire, di strappare millimetri a quello spazio che, se non fosse stato annullato, li avrebbe uccisi entrambi.

Tra le mille coperte di stoffe esotiche, tra i mille veli di un baldacchino che ormai di interessante non aveva più nulla, occhi verdi fissavano, intensi e lucidi, degli occhi scurissimi, in cui si scorgeva ardere quel fuoco inestinguibile, se non da colui che l’aveva creato e alimentato.

E si stringevano ancora, morenti di lontananza, tra la porpora delle lenzuola, fondendosi e fondendosi, per poi lasciarsi e ritornare insieme, in quel balletto che ben poco aveva di decoroso e nobile, ma che era così vero.

Due creature morenti, strette in corpo e anima e cuore, dimentiche di tutto ciò che le aveva allontanate: l’orgoglio di lui ed il pregiudizio di lei, ma anche la ragione ed il sentimento di entrambi, e sapevano che , se fossero restati stretti fino alla fine, allora sarebbe stato per sempre.

E allora entrambi si tesero, insieme, sull’orlo del baratro, pronti a spezzarsi al minimo segno di allontanamento da parte dell’uno o dell’altra, le sue mani intrecciate nei capelli di lei e le sue mani strette alla schiena di lui, insieme, per sempre e mai, rifiutati ed ostacolati da tutti.

Due anime morenti e due corpi esausti di tutto ciò che erano stati

loro.

Fino alla


fine.

 

E una figura, in un angolo, scriveva.










Hells

   
 
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