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Autore: flautista_pearl    01/05/2012    6 recensioni
Come dice il titolo questa storia parla di un universo. Il problema è che ce ne stanno due. E il secondo è di una persona che abbiamo incontrato già nella serie Pokémon Diamante e Perla.
Segreti, misteri e universi coinvolgeranno i nostri eroi!
Soprattutto la nostra Lucinda che si troverà ad affrontare problemi più grandi di lei.
Se volete scoprirli non vi resta che leggere!!!
Buona lettura!
{Pearlshipping}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ash, Lucinda, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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10. Ricordi

 

«Lucinda svegliati, Lucinda».
«Dove mi trovo? Chi sei tu?».
«Cosa?!».
Ash rimase un attimo perplesso da ciò che appena sentì. Non poteva credere che la sua più cara amica, che per giunta negli ultimi anni ne passò di tutti i colori, improvvisamente scordasse tutto. Prima il Team Galassia, poi Cyrus, dopo gli universi, in seguito di nuovo Cyrus, la sua morte, infine questo. Aveva perso la memoria. Ricordi del suo straordinario passato si sono volatilizzati, sono spariti, scomparsi. Ash pensò per un momento che qualcuno ce l’avesse con Lucinda, che avesse lanciato una maledizione su di lei, ma era praticamente impossibile, chi ce l’avrebbe con una ragazza con un cuore così puro? Chi ce l’avrebbe con il suo angelo?
«Ahia! Che male! La testa!», disse la ragazza cercando di alzarsi ma invano, il mal di testa la fece vacillare facendola cascare sull’erba.
«Co-cosa?! Veramente non sai chi sono?», le domandò lui ancora stordito, seduto accanto a lei.
«Sinceramente no, perché lo dovrei sapere?», domandò lei. Aveva lo sguardo di una bambina innocente posato sugli occhi color nocciola di Ash.
«Beh, ovviamente!», sbottò Ash dirigendo lo sguardo da un’altra parte per non sostenere gli occhi zaffiri di Lucinda.
«Oh, scusa. Il fatto è che mi fa malissimo la testa. Non ricordo niente».
«Proprio niente?», fece lui aggrappandosi alla speranza che potesse ricordare qualcosa.
«Ti giuro che non mi ricordo niente ed ho la testa che mi scoppia», e si portò una mano al capo massaggiandolo.
“Arceus me l’aveva detto che potevano esserci dei problemi”, pensò Ash mesto.
Lei si guardò meravigliata intorno a sé. Un paesaggio splendido si apriva davanti ai suoi meravigliosi occhi: il sole non era completamente sorto ma la poca luce che emanava, tingeva di sfumature gialle-verdi la superficie appena increspata di un lago. Ma lei non sapeva che quel lago era uno dei suoi luoghi preferiti, dove era cominciato il suo viaggio per diventare super coordinatrice. Ma nonostante il fatto che non ricordasse nulla del suo passato, quel luogo le sembrava familiare.
«Ehm… Scusami come ti chiami?», domandò lei rompendo bruscamente il silenzio che era calato tra loro.
«Ash, Ash Ketchum», rispose lui.
«Ash, ma dove ci troviamo?», gli chiese guardandosi attorno.
«Ci troviamo al Lago Verità».
«E dimmi Ash, io come mi chiamo?», sembrava una macchina, un robot, con tutte quelle domande. Ma era allo stesso tempo comprensibile che volesse sapere ogni cosa.
«Lucinda», disse sussurrando.
«Lucinda», ripeté a sua volta lei, mormorando. «Che bel nome. Ma ce l’ho un cognome?».
«Beh, ovviamente che ce l’hai. Però non lo so», e si portò una mano sulla nuca in segno d’imbarazzo.
“Non lo so. Perché non gliel’ho mai chiesto?”, pensò Ash, accorgendosi che non sapeva nemmeno di come facesse di cognome Lucinda e di quanto fosse idiota da non averglielo chiesto dopo che ci ha viaggiato accanto per tutta Sinnoh.
Lucinda giurò di aver visto per un attimo le guance di Ash tingersi di un lieve rossore, ma non ci dette molto peso, anzi si mise a ridere. Sembrava una bambina.
«Non fa niente, Ash. Se non lo sai».
«Lucinda torniamo a casa, ti vorrei dire tante cose», disse Ash porgendole la mano per alzarsi. Lei l’afferrò e rimasero un attimo a osservarsi a vicenda negli occhi. Blu nel marrone e marrone nel blu. Come se volessero sapere ogni cosa dell’altro.
«Va bene», assentì Lucinda, annullando quegli sguardi.
 
Si incamminarono verso casa, Due Foglie. Ash camminava, lei invece saltella davanti a lui con il sorriso stampato sulle labbra, sembrava che sapesse dove era casa sua.
Ash non l’aveva notato prima. Se ne accorse soltanto adesso, mentre lei camminava davanti a sé: Lucinda indossava lo stesso abito che aveva quando le compariva in sogno, tutto bianco. Ed era più alta di quanto doveva essere. Guardò in basso, aveva un paio di scarpette di cristallo.
Ash aprì la porta di casa, dicendo: «Olga, sono tornato».
«Ash!», lo abbracciò affettuosamente. «Mi sono preoccupata quando non ti ho visto a letto e…», spostò lo sguardo da Ash alla persona dietro di lui e soffocò un singhiozzo che le stava serrando la gola.
«Buongiorno signora», disse la ragazza allegramente.
«Come buongiorno signora?», si allarmò Olga, ricacciando le lacrime.
«Olga le spiegherò tutto, intanto Lucinda perché non vai a fare colazione?», propose Ash, indicandole la cucina.
«Ehm… Sì, infatti ho una fame!», esclamò Lucinda, saltellando verso il tavolo.
 
Stavano nel corridoio ed Olga teneva socchiusa la porta della cucina in modo da vedere Lucinda che faceva colazione mentre Pikachu e Piplup la fissavano meravigliati.
«Ash, ma cosa è successo?», domandò Olga, quasi sussurrando, assicurandosi che Lucinda non potesse sentire dalla cucina.
«Stamattina mi è apparsa in sogno Lucinda, mi ha detto che poteva ritornare in vita. E poi mi è apparso Arceus che mi ha detto che non potevano assicurarsi di portarla da me sana e salva», rispose Ash.
«Chi non potevano riportarla sana e salva?», chiese perplessa.
«Dialga e Palkia. Ma io non pensavo che potesse perdere la memoria», rispose Ash profondamente amareggiato.
Olga scoppiò in lacrime, erano lacrime di gioia ma allo stesso tempo di tristezza. Gioia perché la sua unica figlia è qui con lei, tristezza perché nonostante sia viva ha perso la memoria.
«Non faccia così», l’abbracciò Ash per consolarla. «Cercherò di farle riacquistare la memoria, glielo prometto Olga».
«Non credo che sarà così facile».
«Vedremo. Niente è impossibile per Ash Ketchum», affermò con decisione.
 
Ash si sedette vicino a Lucinda sul divano, dopo che quest’ultima finì di fare colazione. Ash aveva solo un obbiettivo nella sua mente: far in modo che Lucinda recuperasse la memoria. Non sapeva da dove cominciare, ma sapeva che doveva procedere con cautela.
«Non ricordi niente, giusto?», le domandò Ash.
«Giusto, purtroppo», assentì Lucinda.
«Ecco, io vorrei farti recuperare la memoria», disse con convinzione Ash, più a se stesso che a Lucinda.
«Proviamoci!», disse entusiasta. Si capiva dal suo sorriso. Voleva anche lei a tutti i costi recuperare i suoi ricordi, così da non considerarsi più nessuno.
«Benissimo!», esclamò Ash contagiato dall’euforia dell’amica. «Allora Lucinda, lei è Olga tua madre», indicò una signora alta dai capelli blu ed occhi del medesimo colore in piedi sulla soglia del salotto.
«Ciao, Lucinda», salutò Olga sedendosi accanto ad Ash sul divano.
«Ehm… Ciao». Lucinda non sapeva come reagire, come comportarsi. Era sua madre, ma lei non se lo ricordava; scavò nella mente per cercare qualche frammento della sua memoria da collegare alla parola madre e Olga. Ma nulla. Era piuttosto imbarazzante per Lucinda.
«Allora Lucinda, non ti è venuto in mente niente?», domandò Ash impaziente di qualche risultato.
«No», la risposa era netta e precisa, come una freccia scoccata pronta a fare centro.
«E loro, Piplup e Pikachu, non ti viene in mente niente?», e indicò i due Pokémon seduti sul tappeto ansiosi della risposta della ragazza.
«Piplup e Pikachu…», sussurrò appena. Cominciò a vagare nella mente, a ricordare chi erano Pikachu e Piplup, ma non successe niente solo un bruttissimo mal di testa. «No, niente. Mi sto sforzando di ricordare ma… Non ce la faccio. Più mi sforzo più mi fa male la testa, scusami Ash», ed abbassò lo sguardo per non sostenere quello di Ash.
«No, non scusarti Lucinda», prese il suo mento e lo sollevò appena, in modo da osservare i suoi occhi. Luccicavano. «Beh, proviamo un altro modo per farti riacquistare la memoria. Vieni in giardino con me».
Lucinda non ebbe il tempo di rispondere che Ash le afferrò il polso. Erano seguiti poi da Pikachu e Piplup che avevano intuito cosa voleva fare il loro allenatore. Invece Olga rimase sulla soglia dell’ingresso ad osservare la scena.
«Uscite tutti dalle sfere», disse Ash.
Appena videro Lucinda, Buneary, Pachirisu, Mamoswine, Quilava, Togekiss, Milotic, Leafeon e Glaceon corsero verso di lei per abbracciarla, tutti con le lacrime agli occhi, stupiti.
«Ehi, ehi piano», disse Lucinda divertita, «Ash, loro chi sono?».
Sulle facce dei Pokémon sorse un’espressione perplessa. I due Pokémon più piccoli, Leafeon e Glaceon, cominciarono a singhiozzare.
«Lucinda ha perso la memoria», disse rivolgendosi ai Pokémon. «Loro erano i tuoi compagni di viaggio, i tuoi Pokémon», le rispose.
«I miei Pokémon?», ripeté.
«Sì», si sedettero sulla panchina del giardino. «Hai viaggiato con me e Brock, un nostro amico, per tutta la regione di Sinnoh», proseguì Ash, «Il tuo sogno era di diventare super-coordinatrice proprio come tua madre», affermò ricordandosi la prima volta che l’ha incontrata.
«Super-coordinatrice come mia madre?».
Ash fece cenno di sì con il capo. «Per diventare super-coordinatrice bisogna vincere il Gran Festival e per parteciparvi bisogna ottenere cinque fiocchi».
«E io li ho guadagnati?».
«Certamente», Ash prese dalla tasca un piccolo cofanetto. «Tieni. Li hai guadagnati a Giardinfiorito, alla Coppa Adriano, a Memoride, a Ciocovitopoli ed ad Auroropoli».
Lucinda prese il cofanetto dalle mani di Ash e lo aprì. Subito sul volto di Lucinda si dipinse un meraviglioso sorriso. «E al Gran Festival ho vinto?», domandò ancora Lucinda.
«No, però sei arrivata seconda contro la tua amica rivale Zoey. Secondo me, dovevi vincere tu», sussurrò Ash con le guance tinte di un lieve rossore.
«Wow! Beh, seconda è bellissimo risultato non c’è da lamentarsi».
«Che idea», si alzò di scatto Ash, schioccando le dita. «Perché non le facciamo vedere delle mosse da gara», disse rivolgendosi ai Pokémon. Annuirono tutti con entusiasmo. «Bene. Mamoswine, Quilava facciamogli vedere la combinazione fiamma-ghiaccio».
«Mamo!».
«Qui!», annuirono i due.
Mamoswine frantumò geloscheggia con le zanne, i cristalli di ghiaccio circondarono Quilava rinchiudendolo in una sfera in cui prontamente scatenò il suo ruotafuoco. Il fuoco emanato da Quilava fece brillare il ghiaccio in scintillanti iridescenze.
«Fantastico!», esclamò Lucinda stupefatta.
«Allora, Lucinda ti viene in mente qualcosa?», chiese Ash speranzoso, e con lui tutti i Pokémon.
Lucinda agitò il capo. «No, niente».
«Beh. Allora, passiamo a ghiaccio-favilla», disse Ash.
«Ghiaccio-favilla?».
«Sì, un’altra combinazione che hai inventato».
«Le ho inventate io? Wow! Dovevo essere così brava per fare queste cose», si disse Lucinda, stupefatta di quanto fosse brava a inventare una tale combinazione.
«Avanti, Mamoswine, Pachirisu ghiaccio-favilla!», gridò Ash.
I due Pokémon recepirono al volo. Le schegge di ghiaccio di Mamoswine formarono anche questa volta una sfera, nella quale Pachirisu cominciò a correre usando scarica; l’elettricità faceva brillare il ghiaccio nei colori dell’arcobaleno. Era una cascata di fuochi d’artificio, uno spettacolo eccezionale.
«Allora Lucinda, niente?», chiese un’altra volta Ash.
Scosse il capo. «Niente. Mi dispiace».
Niente. Neanche un piccolo frammento, un ricordo. Assolutamente niente, buio totale. Ash serrò i pugni ed Lucinda lo notò. Lui non sapeva adesso davvero che cosa fare, come poter far recuperare la memoria a Lucinda, adesso proprio non lo sapeva. Lucinda però sapeva che doveva allentare la tensione che era calata.
«Ash», mormorò Lucinda in modo che potesse sentire.
«Sì?», sussurrò lui.
«Ho pensato che potremo chiamare i nostri amici. Ce li avrò, giusto? Forse mi potrò ricordare di loro, che ne dici?».
«Dico che è una ottima idea», mentì Ash. Sapeva che sarebbe stato un fiasco. Non si ricordava di lui ed Ash dubitava fortemente che si sarebbe ricordata degli altri.
 
Ash si collegò al PC e registrò il messaggio in cui diceva di venire il prima possibile a Due Foglie dove gli avrebbe raccontato tutto quello che era successo nelle ultime ore.
«Li ho inviati», disse Ash entrando in soggiorno e sedendosi sul divano accanto a Lucinda che sta accarezzando il piccolo Piplup.
«Senti Ash, ma a chi hai mandato il messaggio?», chiese lei.
«Ai nostri amici, naturalmente», si stupì Ash della domanda.
«A questo punto c’ero arrivata anch’io, ma chi sono i nostri amici?».
«Beh, i nostri amici sono Brock, Vera, Zoey, Camilla, Barry, Cetra, Cory, Gary  e Kenny». Nonostante quello che era successo circa un anno fa, Ash lo invitò. Se non altro l’ha fatto per Lucinda, forse si poteva ricordare del suo migliore amico.
«Così pochi? Piplup mi ha detto che ce ne avevo un’infinità».
«Piplup ti ha parlato?!», si meravigliò dell’affermazione dell’amica.
«Beh», il piccolo Piplup incrociò le pinne al petto ed annuì ad Ash. «Ovviamente, perché è sbagliato?», domandò Lucinda.
«No, beh, perché i Pokémon non parlano, emettono versi».
«E perché io capisco cosa dicono?».
«Non saprei, forse è collegato con l’universo di Cyrus, ma non ne sono sicuro», affermò Ash.
E così il nostro Ash Ketchum raccontò alla nostra smemorata Lucinda tutto su Cyrus, il suo universo, la sua morte, i sogni… tutto. A Lucinda scoppiò di più la testa, già le faceva male, e, sentendo cosa aveva fatto Cyrus e cosa aveva fatto lei, non ce la faceva a stare lì seduta sul divano ad ascoltare Ash.
«Ash», si alzò dal divano, «Mi dispiace, ma tutto quello che mi hai raccontato, è tutto così… così nuovo, tutte queste cose insieme: è assurdo. Io dovrei essere morta e invece sono qui davanti a te», disse con sarcasmo.
«So che potrebbe essere impossibile, ma è la verità», la rassicurò Ash.
«Scusami. Ma vorrei rimanere un po’ da sola», lo lasciò in salotto e si diresse in camera sua.
Olga che aveva sentito tutta la conversazione sulla soglia del soggiorno, si sedette vicino ad Ash e lo abbracciò.
«Ash, forse è troppo presto per lei. Ha perso la memoria, bisogna darle tempo».
«Ha ragione, Olga».
 
Aprì bruscamente la porta dalla sua stanza e la richiuse. Piplup vi ci si intrufolò prima che si chiudesse.
Lei si buttò nel letto e affondò il viso nel morbido cuscino. Piplup si accorse presto che Lucinda stava singhiozzando e che delle lacrime le stavano rigando le guance. Il piccolo Pokémon non sapeva come comportarsi. Cominciò ad accarezzare i capelli della sua allenatrice – perché adesso Ash non era più il suo allenatore –, gli venne naturale. Ben presto Lucinda si calmò e smise di piangere. Si mise a sedere sul letto ed abbracciò affettuosamente il suo Pokèmon  ringraziandolo. Piplup, dopo l’abbraccio, saltò sopra il comò ed afferrò un piccolo quaderno con la copertina marroncina.
«Cos’è, Piplup?», domandò Lucinda.
Il Pokémon le porse il piccolo quaderno e lei cominciò a sfogliarlo. Nella prima pagina c’era scritto, in un bellissimo corsivo dorato:
 
Diario di Lucinda
 
«Piplup era il mio diario?», il Pokémon annuì, saltò sul letto e insieme alla sua allenatrice iniziarono a sfogliarlo dalla prima pagina fino… fino a che Olga non li chiamò:
«Lucinda è ora di cena».
Alzò lo sguardo e rispose:
«Sì, arrivo, un momento», poggiò il diario sul comodino e scese giù con Piplup.
 
Dopo la gustosa cena, Lucinda voleva parlare ad Ash, doveva. Doveva scusarsi del suo pessimo comportamento, lui cercava solo d’aiutarla a recuperare la memoria e lei l’aveva fermato. Ma adesso lei sapeva che tutto ciò che le aveva detto Ash era vero, leggendo alcune pagine del suo diario capì che quel dannato universo era vero.
«Ash, potrei parlarti?», chiese lei con lo sguardo abbassato.
Ash le prese il viso con la mano e lo sollevò, gli occhi di Lucinda incontrarono quelli di Ash.
«Certo che mi puoi parlare, siediti», disse indicando il divano. Si sedettero e un lungo silenzio cominciò ad aleggiare intorno a loro.
Lucinda l’abbracciò. Quel gesto colse di sorpresa Ash che rispose circondando le sue braccia intorno alle spalle di lei.
«Ash, volevo dirti… scusa per come… ti  ho trattato prima», Lucinda singhiozzava e alcune lacrime le solcavano il volto, cercava di ricacciarle ma non ci riuscì.
Ash prontamente, dopo aver sciolto l’abbraccio, le sollevò il volto con la mano ed asciugò le lacrime con il pollice.
Lui fece cenno di no con la testa. «No, Lucinda, sono io che ti devo chiedere scusa. Raccontarti tutte quelle cose in quel modo, mi dispiace». Sorrisero tutti e due. Si erano fatti le scuse a vicenda.
«Io prima ti avevo fatto una domanda “chi erano i nostri amici?” e tu mi hai risposto che erano, se non ricordo male, Zoey, Brock, Cetra, Kenny, Vera, Barry… Camilla, Gary e Cory. Ma Piplup mi ha detto che ne avevo tantissimi».
«Beh, questo perché ho mandato ai nostri amici più cari. A proposito devo vedere se mi hanno risposto», Ash si alzò e si diresse verso il PC per poi ritornare in soggiorno da Lucinda.
«Allora ti hanno risposto tutti?», domandò lei.
«Sì, arriveranno circa tra una settimana».
 
Ash e Lucinda passarono tutta la settimana in chiacchiere e risate. Ash cercò di far ricordare a Lucinda come si facevano i Poffin ma il tentativo fallì, non se lo ricordava neanche lui e allora improvvisarono, sporcando tutta la cucina e se stessi di farina, la povera Olga li guardava e sospirava, fecero una infinità di dolci, li assaggiavano e li criticavano, certi avevano un sapore terribile e chissà com’è erano quelli di Ash, invece quelli di Lucinda erano più che accettabili.
Ash tentò in tutti i modi di far tornare la memoria a Lucinda, la portò al lago, le fece fare un piccolo giro turistico per Due Foglie, le parlò di tutte le persone che avevano incontrato, dei suoi amici, del loro viaggio per tutta Sinnoh, ma nulla.
Lei si sforzava a ricordare ma lo sforzo non generava altro che confusione nella sua testa. Ash e Olga, sua madre, le volevano bene e Lucinda non voleva deluderli, ogni sera prima di dormire leggeva il vecchio diario nella speranza che qualche ricordo riaffiorasse e prestava molta attenzione a cosa diceva Ash, faceva tesoro di tutto ciò che le raccontava, ma nemmeno la traccia di un piccolo frammento della sua memoria fece capolino nella sua mente, vuoto totale.
 
Dopo circa una settimana, alle quattro del pomeriggio, qualcuno suonò alla porta.
«Vai ad aprire Lucinda», disse Olga dalla cucina.
«Sì, vado».
Lucinda prima di aprire la porta d’ingresso sentì alcune voci echeggiare.
«Ma perché siamo qui Cetra?».
«Perché Ash ci ha mandato un messaggio in cui ci diceva che…».
Lucinda aprì rapidamente la porta.
«Lucinda!», esclamò una ragazza castana con due codini e un Marill sulla spalla. La ragazza saltò al collo di Lucinda e le domandò: «Amica mia, come stai?».
«Cosa? Lucinda?!», gridarono tutti gli altri in coro dietro.
«Oddio! Sei proprio tu?», Cetra si staccò immediatamente da Lucinda. «Ma tu non dovresti essere morta? Oddio, ho abbracciato un fantasma! Cory aiuto!», indietreggiò ed afferrò il braccio dell’amico.
«Ahia Cetra! Non strattonarmi il braccio in questo modo, così il sangue non circola», protestò lui.
«Scusa Cory», allentò la presa.
«Non preoccupatevi, è tutto a posto, che ci fate ancora lì? Su, entrate», disse Ash che aveva raggiunto Lucinda sulla soglia.
 
Si accomodarono tutti in soggiorno fissando Lucinda increduli.
Ash cominciò a rassicurarli e a parlare, a spiegare come mai Lucinda era lì insieme a loro.
Lucinda si senti fissata da tutti, si sentì piccola piccola, tutte persone che la conoscevano, Ash le aveva parlato di ognuno di loro.
Ash aveva finito di parlare e il silenzio regnava nel soggiorno, erano sbalorditi, sembrava la storia di un film.
«Quindi ci hai chiamati per far tornare la memoria a Lucinda?», domandò Brock.
«Esatto».
“Beh se non c’è riuscito Ash è po’ improbabile che ci riusciamo noi, però vale la pena tentare”, pensò Cetra.
 


Angolo autrice:
Eccomi qua! Questo capitolo è super-pearloso XD dedicato a tutti i pearlshipper!
Vi dico che il primo concorso musicale è andato bene.
Tutti: Bene?! Hai preso 93/100! Il punteggio più alto della tua categoria!
Io: Va bene è andato benissimo.
Vi dico anche un’altra cosa che oltre a un altro concorso che non so quando e dove si farà, avrò anche un concerto in un’altra scuola. Sono una ragazza iperattiva e poi ho gli esami di terza media quindi la vostra secchiona deve studiare (anche se odio il termine secchiona) ^__^
Non aspettatevi aggiornamenti regolari!
Tutti: Da quando fai aggiornamenti regolari?
A presto la vostra flautista_pearl!
P.s.: Questo è il penultimo capitolo! Non uccidetemi! Don't worry, la storia non finisce così ^-^
   
 
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