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Autore: skiblue    25/11/2006    5 recensioni
"Si osservarono per qualche secondo, poi Zabini si mosse e, nel giro di qualche attimo, si accomodò sulla poltrona accanto alla ragazza. Daphne si affrettò a finire il suo champagne, fingendo una calma che in quel momento non provava. I suoi occhi grigi si erano posati sulla figura arrabbiata di Ronald Weasley, che seduto ad un tavolo fissava irato la coppia di sposini che ballava in mezzo alla grande sala. La mano pallida di Daphne strinse spasmodicamente il bicchiere vuoto, e quello era l'unico sintomo di nervosismo che la giovane ragazza si permetteva di esternare."

Cosa succede quando due persone cercano solo di farsi del male?
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dietro la maschera

 

-A Draco ed Hermione!- la voce allegra di Lavanda Brown irruppe tra le note del nuovo successo dei Mago Assoluto, facendo fermare le persone sulla pista da ballo che si affrettarono a prendere un bicchiere di champagne dai vassoi dei camerieri che giravano li intorno. 

I bicchieri con il liquido quasi dorato si alzarono all'unisono sullo sfondo di incomprensibili auguri. Daphne Greengrass, gettando all'indietro il capo, trangugiò il suo bicchiere, come se esso fosse l'unico divertimento che offrisse quella simpatica rimpatriata. Gettò distrattamente un'occhiata alla sposa che, avvolta nel suo abito bianco, era stretta possessivamente a se da Draco Malfoy, e per una volta provò una leggera simpatia per lei. Sorridendo posò il bicchiere, ormai vuoto, sul tavolo del buffet, prendendone un altro. Poi si allontanò verso il camino che irradiava luce nell'ampia Sala di Malfoy Manor.

Mosse lievemente il capo in segno di saluto a Marcus Flitt, e agitò la mano per ricompensare le attenzioni che aveva avuto per lei quella sera Montague, poi si abbandonò su una poltrona nera vicino al camino. Il bicchiere che aveva in mano iniziò a roteare e il liquido pareva traboccare per poi riversarsi sul prezioso persiano ad ogni giro. A volte un parte di liquido scivolava attraverso le labbra di Daphne, riducendo il rischio di rovinare l'ultimo acquisto di uno dei suo migliori amici. Il persiano, appunto.

Un improvviso senso di stanchezza offuscò la vista a Daphne, che socchiuse gli occhi.

Fu per cui con una smorfia gelida che salutò la persona che gli toccò leggermente la spalla. Arrabbiata volse il capo, ed incontrò gli occhi dell'unica persona che non avrebbe voluto vedere quella sera, il suo viso si chiuse, assumendo una smorfia impenetrabile sebbene i suoi occhi lampeggiassero irati.

Blaise Zabini la osservava, torreggiando su di lei. Vestiva elegante, come al solito. Il suo fisico risaltava sotto la stoffa pregiata che costituiva il suo smoking, i capelli gli ricadevano scomposti sulle spalle larghe, certamente più lunghi di quello che ricordava, ed i suoi occhi la osservavano divertiti.

Un profondo mare in cui non voleva più tuffarsi.

Si osservarono per qualche secondo, poi Zabini si mosse e, nel giro di qualche attimo, si accomodò sulla poltrona accanto alla ragazza. Daphne si affrettò a finire il suo champagne, fingendo una calma che in quel momento non provava. I suoi occhi grigi si erano posati sulla figura arrabbiata di Ronald Weasley, che seduto ad un tavolo fissava irato la coppia di sposini che ballava in mezzo alla grande sala. La mano pallida di Daphne strinse spasmodicamente il bicchiere vuoto, e quello era l'unico sintomo di nervosismo che la giovane ragazza si permetteva di esternare.

Zabini si soffermò a lungo sull'osservazione di quella mano, candida e affusolata, poi si decise a parlare. -Beh Daphne immagino sia d'obbligo chiederti come ti senti- esordì infine sorridendo. La mano della giovane si strinse ancora attorno al bicchiere. Poi Daphne si voltò e lo fissò negli occhi, senza una particolare espressione.

-Non credevo ti interessare più, Zabini- ribadì con voce atona, tuttavia non poté non notare il lampo irato negli occhi blu, ma che spesso aveva descritto neri, di Zabini, ma la sua gioia, se così si poteva definire il volteggio del suo stomaco, si spense quando Blaise scoppiò in una risata forte, ma lievemente amara, che fece voltare alcune persone, fra cui Daphne riconobbe come Susan Bones di Hufflepuff e Dennis Canon di Gryffindor. Quando Blaise smise di ridere incontrò lo sguardo di Daphne, uno sguardo che appariva più come un rimprovero che una semplice occhiata ironica.

-Vedo con piacere che non sei cambiata. Anzi... del resto non potevo che aspettarmi una risposta così, perfettamente nel tuo stile oserei dire.- quella risposta sarcastica ebbe il potere di surriscaldare lo spirito, già di per se tendente alla rabbia, di Daphne.

-Vedo con piacere che la tua lingua da cortigiano non ha smesso di pungere- esclamò la ragazza lanciandogli un'occhiata fredda e pungente. Infine si alzò con un lieve fruscio provocato dal suo abito di satin grigio, dirigendosi verso l'uscita della Sala che dava sul giardino illuminato da qualche raggio di luna.

Districandosi tra la folla, salutò qualche compagno, cercando di non infrangere l'immagine della popolare Greengrass che tanto faticosamente si era costruita attorno, sorrise a Antony Goldstein e alzò gli occhi incontrando Penelope Light e Percy Weasley ed infine si allontanò cercando quella solitudine cui tanto agognava, ma che da troppo tempo non si concedeva. 

Il fruscio del vento fra le fronde delle querce del giardino la fece rilassare, e iniziò a camminare fra le aiuole ben curate dall'Eccezionale Granger, riconobbe alcuni fiordalisi, qualche narciso e persino delle begonie, scorse dei gigli e alcune petunie, persino dei brillanti non-ti-scordar-di-me. Si accucciò accanto a questi ultimi e rimase a fissarli per qualche attimo. 

I suoi occhi erano ancora catalizzati sul color pastello di quei petali piccoli quanto delicati, quando un rumore le fece sollevare lo sguardo. Un lieve sbuffo le salì alle labbra, mentre un cipiglio infastidito le saliva al volto.

Il cipiglio che regalava solo a lui, e che solo lui sapeva cogliere come quello che era.

Si alzò in piedi e lo fronteggiò, sebbene la differenza di altezza non fosse indifferente, grigio nel blu, in un conflitto di sguardi che parevano voler solo ricordare le mancanze subite. Alla fine Blaise spostò i suoi occhi sulla superficie d'acqua del lago incluso nei poderi dei Malfoy che si scorgeva in lontananza, ove i raggi di luna si specchiavano colorando d'argento le increspature provocate dal vento leggero.

Argento non del tutto dissimile da quello che brillava negli occhi dell'unica ragazza che avrebbe definito amica.

-Perchè sei fuggita?- chiese senza ironia, né sarcasmo. Daphne si scoprì a sussultare a quel tono così intimo, personale. Senza nemmeno accorgersene il suo viso si era abbassato, totalmente incapace di fronteggiare il suo vecchio amico, ora i suoi occhi indugiavano sul bianco di un giglio, ma alla fine la vecchia e pungente Daphne Greengrass ebbe il sopravvento.

Alzò lo sguardo e tornò a fissare la figura che le si stagliava dinnanzi in quello smoking forse troppo elegante, quei capelli che ricadevano lisci sino a sfiorare le spalle e quegli occhi che ora erano tornati su di lei, abbandonando i riflessi lunari sull'acqua. -Cosa ti fa pensare che io sia fuggita?- domandò con un tono leggermente ironico. 

Blaise, inaspettatamente, non scoppiò a ridere, si limitò a fissarla col sopracciglio sinistro lievemente inarcato, poi sul suo viso si disegnò una smorfia strana, quasi ferita. -Daphne, tu come lo chiami alzarti e uscire in giardino mentre parli con una persona?- chiese con un tono vagamente sarcastico, la ragazza lo fissò sorpresa, poi scosse il capo.

-Evitare una brutta compagnia?- propose la ragazza, Blaise le lanciò un'occhiata stupita.

-Cosa ti ho fatto Daphne?- chiese avvicinandosi di un passo, Daphne gli voltò le spalle e chiuse gli occhi, cercando di impedire alle lacrime che glieli pungevano, così incoerenti con la figura forte e sicura che si era costruita addosso, di scendere lungo le sue gote.

Per qualche istante regnò il silenzio, solo gli urli e gli schiamazzi della festa frammentavano quello stato estremamente fragile e tranquillo. Sembrava tutto così distante, persino loro sembravano distanti, sebbene li separassero solo pochi passi. Lui che non la capiva più, quando solo un anno prima gli sarebbe bastato fissare i suoi occhi grigi per comprenderla.

Quando fino ad un anno prima lui era l'unico che la conosceva.

-Avevi promesso che mi avresti scritto- mormorò infine con una voce sottile che lo fece trasalire, perchè quel tono era più trasparente di mille parole. Lo sentì dietro di se trattenere il fiato. Poi senti la mano di Blaise serrarsi sulla sua vita e trarla a se. 

-Si l'avevo promesso- concordò.

***

Erano tutti e tre seduti vicini, sul divanetto della Sala Comune. Quel divanetto sfondato ove avevano avuto moltissime battaglie di cuscini, il loro divanetto preferito. Il divanetto dei due re e della regina di Slytherin. Il divanetto sui cui nessuno poteva sedersi senza il loro consenso.

Erano seduti li e fissavano il fuoco. Belli ed intelligenti. Ognuno con una maschera sul viso, ognuno che si dimostrava quello che era solo con gli altri due, ma in quel momento le maschere erano state posate su un tavolino, e loro erano solo tre ragazzi, tristi perchè dopo qualche giorno si sarebbero detti addio.

-Allora questi sette anni sono praticamente finiti- aveva esordito Draco facendo girare lo sguardo da Daphne a Blaise. Sul volto della ragazza dai capelli chiari si disegnò un sorriso triste ma composto, mentre Blaise alzò lievemente le spalle.

-Sono proprio volati, no?- disse quest'ultimo con un lampo d'ironia, Daphne alzò gli occhi grigi al cielo, e Draco lo fissò piegando lievemente il capo a sinistra. -Dopo quest'ultima settimana probabilmente le nostre vite si separeranno e ognuno si farà i cazzi suoi- terminò con sarcasmo.

La regina di Slytherin gli lanciò un'occhiata gelida, e lui alzò le mani in gesto di scusa. -Non dire cazzate Zabini. Dopotutto se non si sfalderà il Trio delle Meraviglie, perchè dovremmo disfarci noi?- lo riprese con la sua voce musicale. -Noi, le tre meraviglie di Slytherin, i tre purosangue più puri della scuola, anche se devo ammettere che uno di noi ha dei gusti piuttosto discutibili.- e lanciò un'occhiata significativa a Draco, che rispose con una breve risata.

-Daphne tanto lo sappiamo che l'unico motivo per cui non vuoi lasciarci è il fatto che siamo gli unici polli a sopportarti- se ne uscì Zabini prendendosi una gomitata tra le costole. -Scherzavo. Per Merlino, la bella reginetta Slytherin è suscettibile...-

-Mai come il principino- rispose lei. Draco sbuffò fintamente infastidito. I due ragazzi si fissarono per qualche istante, poi, inaspettatamente Daphne si strinse a Blaise.

-Dovete promettermi una cosa- disse con una voce fragile. -Dovete promettermi che mi scriverete- Draco le lanciò un'occhiata ironica, poi accennò un si, ma l'attenzione di Daphne era catalizzata sul ragazzo dai capelli scuri che la fissava ironico.

-Certo che per essere una Slytherin sei eccessivamente emotiva Greengrass...- lei gli lanciò un'occhiata adirata e si scostò da lui. -Appunto.Ma se per te è così importante immagino che troverò del tempo per te...-

***

Non aveva evidentemente trovato il tempo per lei, si era ripetuta più volte Daphne aspettando una sua lettera. E ora guardando Blaise, il ragazzo su cui si era appoggiata innumerevoli volte, concordare con voce pacata sul fatto che l'aveva praticamente dimenticata, le stringeva il cuore e le faceva male, eppure non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla star male per lui, come una qualsiasi di quelle ochette che a Hogwarts gli morivano dietro.

-Non mi aspettavo che lo avresti fatto- disse infine ritrovando il suo tono freddo. Blaise la strinse leggermente e continuò a stare in silenzio, ascoltando i rumori dell'illimitato parco Malfoy, cercando in realtà qualcosa da dire, qualcosa con cui poter cambiare quello che aveva fatto. Perchè lui aveva tante volte iniziato a scriverle, ma non aveva mai saputo andare oltre la prima riga. Non era certo un tipo cartaceo lui! Le cose le diceva in faccia, con ironia e sarcasmo o con fredda pacatezza, ma le diceva in faccia. Lui non aveva mai voluto ferirla, per Merlino non era colpa sua. 

-Ma sai Blaise, ho tanto desiderato che, per una volta, tenessi fede ad una promessa. Ma naturalmente non sarebbe stato nel tuo stile, principe Slytherin...- riprese la ragazza. La sua voce non aveva tremato, eppure Blaise giurò che la giovane Daphne era rimasta colpita da quel comportamento, e se non l'avesse conosciuta bene, avrebbe detto che ne fosse rimasta ferita.

La strinse ancora, facendole quasi male. -Daphne il tuo ricordo bruciava talmente nel mio cuore che il solo comporre il tuo nome sortiva da pugnalata...- fu interrotto dalla risata di Daphne. Una risata rude e sarcastica che le fendette i polmoni ed uscì come una cascata dalle sue labbra colorate di rosso. 

Daphne si divincolò dalla stretta dello Slytherin e si allontanò di un passo per poi girarsi e fissarlo adirata. Le sue mani tremavano leggermente.

-Non trattarmi con tratti Tracey Davis! Io non sono una di quelle oche che ti muore dietro, Zabini. Te l'ho già detto una volta, e sai che odio ripetermi- parole taglienti e fredde varcarono però la sua bocca, come se quello fosse un tranquillo discorso fra compagni che fingevano di sopportarsi per il bene comune. Come se per lei il tentativo di scusa del ragazzo fosse stato un patetico tentativo di comprarla. E Daphne Greengrass non si sarebbe fatta comprare da un bambino che fingeva di adorarla. 

-Non trattarmi mai più come se non capissi le tue intenzioni. Perchè forse sono l'unica a capirti-

***

-Daphne Greengrass molti dicono che assomigli al diavolo- le parole di Zabini pronunciate con voce roca al suo orecchio, la fecero rabbrividire. Lo fissò per un secondo, i suoi occhi scuri e quel sorriso arrogante dipinto sulle labbra, come se per lui quel momento fosse stato uguale a tanti altri. Daphne si scoprì ferita da questa constatazione e si scostò dall'abbraccio del suo compagno di casa.

-Sai invece cosa dico io?- le chiese con quella voce vellutata e suadente, Daphne si ritrovò nuovamente con gli occhi fissi nei suoi, non era lei quella che lo ascoltava bevendo le sue parole come l'assetato trangugia acqua dopo aver attraversato il deserto, non era lei quella ragazza che aspettava solo di poter sentire le parole del suo principe.

Blaise le si avvicinò di un passo. -Io credo che tu sia l'inferno stesso- altre parole, Daphne si sentiva totalmente annullata, le mani le tremavano debolmente. Blaise iniziò a carezzarle la guancia chiara, e la giovane assecondò quella carezza.

-Tu sei la mia tortura Daphne Greengrass- e detto questo si chinò su di lei, ma l'unica cosa che Blaise Zabini ricevette fu uno sguardo adirato, che lo fece indietreggiare.

-Non trattarmi mai -mai!- come una di quelle stupide puttanelle che ti muoiono dietro, Zabini. Io non sono e mai sarò come loro, perciò usa le tue parole false come giuda con oche come la Parkinson- i suoi occhi grigi lo fissavano indignati. -Ti auguro una bella serata Zabini- e si avviò lungo la scala. Dopo qualche passo si fermò. -A proposito, ho visto Lisa Turpin alla festa, credo ti stesse cercando, almeno non andrai in bianco principe- e ridendo sguaiatamente scese le scale che portavano alla Sala Comune.

Forse era davvero lei la ragazza che aveva creduto, seppure per poco, a quelle parole. Ma certamente non era Zabini il principe che doveva pronunciarle.

***

Blaise distolse lo sguardo. Lei che lo capiva! Stronzate! Se solo avesse compreso una parte di lui, solo una minima, infima, dannata particella del suo essere, sicuramente in quel momento non sarebbero stati in un cortile freddo quanto bello a ferirsi a vicenda. Sarebbero stati dentro, al caldo, a chiacchierare con Malfoy, magari lanciandosi frecciatine sarcastiche oppure prendendo in giro qualche Gryffindor. Ma naturalmente, dato che la Greengrass sapeva assolutamente tutto di lui, non poteva essere così.

Sulla linea di quei pensieri scoppiò a ridere, una risata aspra e rude, che altro non trasmetteva che dolore.

-Tu mi capisci, Daphne?- chiese infine penetrandola con lo sguardo. -Tu capisci me?- ripeté fingendosi incredulo. -Io non credo- terminò infine fissandola. Lei si limitò ad alzare la spalla, che ora, per il freddo, tremavano leggermente.

-Dopotutto credo sia così... avrei dovuto capire che sotto quei vestiti firmati, quei capelli spettinati al punto giusto, e quelle parole lette da non so quale libro, non si celasse nient'altro che uno stupido bambinetto arrogante- disse con voce tranquilla e pacata. La voce della sua stupida facciata che naturalmente le restava sul viso, anche se questo comportava la perdita di Blaise Zabini. Il suo unico vero amico. Forse...

Blaise la fissò, incapace di qualsiasi parola o frase sensata. La fissò e basta, restando li, fermo e incapace di rispondere a quella sottile affermazione, che gli aveva provocato una ferita quasi invisibile, ma che bruciava quasi quanto un Cruciatus.

-Immagino che la stessa cosa valga per me. Non è così?- non voleva domandarglielo. Quando si accorse di come quelle ultime tre parole suonassero coma una richiesta dovette fermare l'impulso di mettersi una mano sulla bocca. 

Era nella stessa situazione di uno spadaccino che cade in una trappola, si era preparato a parare la stoccata, ma la mira era cambiata ferendolo sul petto. Touché. 

Il vento si insinuò nei suoi vestiti facendolo, ancora una volta, rabbrividire. Ora la mano era passata a Daphne e dal sorrisetto ironicamente perfido sul suo viso si capiva che le carte, quella volta, l'avrebbero fatta vincere.

-Sai Blaise, io non credo. Tu sai chi sono io.- gli disse avvicinandosi. Era appena a qualche centimetro da lui, ora. Poteva sentire il suo respiro tremulo, quasi spaventato, e lui ne sentiva la cupa forza del vincitore avvolgerla, restare li a fissarlo dietro le sue iridi grigie incutendogli una lieve morsa di paura. Daphne sorrise melliflua. Iniziò a giocherellare con i suoi capelli biondi come il grano, illuminati da un chiaro raggio di luna. -Ma nonostante questo non mi hai mai capito, vero Blaise?-

Quello che Zabini percepì fu che quella non era una domanda. Eppure uno strano istinto lo portò a sorridere, l'istinto dell'animale in trappola, senza scampo che, tuttavia, non si toglie mai il piacere di insultare sino all'ultimo il suo aguzzino.

-Tu dici? E chi era la persona che ha capito quanto stavi male dopo che Davies ti ha scaricato per quella francesina? Chi era la persona che ti ha rassicurato prima dei MAGO? O soprattutto chi era la persona che il giorno 23 Novembre 1997 c'era mentre te ne stavi sola in un angolo, la maschera d'indifferenza per terra e perle liquide che ti rigavano le guancie?- 

Quelle parole le fecero capire, senza alcun ragionevole dubbio, che lei, Blaise Zabini, non lo conosceva. Proprio per nulla.

***

I capelli biondi le ricadevano scomposti lungo il viso oltremodo pallido, e gli occhi grigi, solitamente illuminati da una quieta ironia, parevano spenti, mentre dalle labbra saliva qualche fievole preghiera. Le mani chiare erano artigliate nei capelli, e talvolta ne strappavano alcuni, ma nemmeno quegli acuti sprazzi di dolore parevano farle riprendere la solita maschera indifferente.

Cercava senza riuscirci di trattenere singhiozzi e lacrime, che le scendevano senza sosta lungo le guancie ove alcune macchie rosse prendevano vita.

Fu allora che sentì il lieve scricchiolio della porta che si apriva. E questo, sebbene lo stato in cui si trovasse rasentasse l'incoscienza, le parve strano. Nessuno entrava mai nel bagno delle ragazze del secondo piano. La curiosità tuttavia non la fece smuovere, e nemmeno smettere di singhiozzare. 

Solo qualche la figura, inequivocabilmente maschile, la sovrastò, alzò timidamente lo sguardo.

-Daphne... ti prego dimmi cosa sta succedendo.- esclamò la voce del suo migliore amico, una nota di preghiera si distinse tra quelle parole mormorate con estraneo calore. La giovane Greengrass tirò appena su col naso, poi riprese a piangere, e Blaise ebbe l'impressione che quelle lacrime e quei singhiozzi potessero soffocarla. Le si sedette accanto e l'attirò a sé, accorgendosi per la prima volta quanto fosse fragile il corpo della più forte degli Slytherin.

La sua mano abbronzata si fece largo fra i capelli color dell'oro della ragazza e con fare possessivo la strinse, con maggiore forza a se stesso. Sentiva sul suo petto lo scuotersi della ragazza.

Dopo qualche istante Daphne trovò la forza di alzare il volto, i suoi occhi arrossati incontrarono l'espressione preoccupata di Zabini. -I miei genitori... la guerra...- sentì nuovamente la pressione delle braccia di Zabini sommergerla, si abbandonò a lui con la certezza di essere al sicuro.

-Piangi mia principessa, piangi e versa tutte le tue lacrime- la sua voce dolce e lievemente roca si fece strada sino alla sua mente, rassicurandola. Le mani candide di Daphne si serrarono intorno al suo collo, e le sue palpebre si chiusero sul paesaggio circostante.

***

La certezza di averlo battuto si dileguò dalla mente della ragazza. Daphne sentì le lacrime pungerle gli occhi, mentre i visi dei suoi genitori le riaffioravano dietro le palpebre, e nemmeno tutta la sua forza di volontà poté impedirgli di scendere. 

Zabini dal canto suo rimase a fissarla. Lui che l'aveva sempre consolata e aiutata, lui che c'era sempre stato quando aveva avuto bisogno di lui, era lui, ora, a provocarle quella tristezza. 

Si avvicinò ancora a Daphne e la strinse a se ignorando le sue proteste. Alla fine sentì contro di se solo gli scossoni che il pianto provocava in Daphne ed allentò di un poco la stretta, con dolcezza iniziò ad accarezzarle i capelli, finché non la sentì smettere di piangere.

-Scusa Daphne, io avrei dovuto scriverti, ma non sapevo cosa dirti, io...- fu bloccato dal dito della giovane sulle labbra.

-Non ti preoccupare. Siamo i soliti deficienti- disse con voce ancora tremante. 

-Già- annuì il giovane stringendola ancora a se.

Daphne sorrise contro il suo petto. Improvvisamente allegra di aver presenziato a quella serata.

-Non volevo litigare- mormorò dopo un istante di silenzio, un sorriso dolce delineato sulle labbra dal taglio aristocratico. Blaise annuì, poi si avvicinò un poco.

-Io neppure-

-Bene-

-Bene-

Entrambi sorrisero di fronte a quelle parole, così diverse da quelle che sino a poco prima si erano scambiati, così coerenti con quello che erano. Poi Daphne estrasse dalla tasca un biglietto da visita e lo porse al ragazzo. 

-Tiene, se ti andasse di mandarmi delle lettere... ho cambiato casa- spiegò, il ragazzo annuì, afferrandolo.

-Okay-

-Okay- ripeté Daphne Greengrass conscia del fatto che, probabilmente, ne sarebbe uscita ancora delusa. Tuttavia sorrise quando il ragazzo mormorò quelle parole, e sentì, come qualche anno prima, che vi avrebbe semplicemente creduto.

 

Dopo mesi di inattività, ecco una fic su cui lavoro da parecchio, spero vi possa piacere. La dedico a sheila e Lady, che mi hanno aiutata nella stesura leggendola e sopportando le mie fissazione. Grazie.

 

 

  
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