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Autore: Tem_93    01/05/2012    4 recensioni
Noah sentì dei capelli solleticargli il volto. Arricciò il naso infastidito e spinse leggermente la proprietaria, facendosi spazio ne letto. Si girò dall’altra parte, cercando di tirare un po’ di coperta dalla sua parte, ma nulla, come al solito lei vi si era tutta arrotolata dentro.
Rachel scese dall’aereo, andando poi a recuperare le valigie. Era tornata a casa. O almeno, era in America e a breve sarebbe tornata a casa.
David chiuse la chiamata arrabbiato come sempre. Non sarebbe tornato da lui, no, aveva chiuso.
Santana si svegliò ancora molto assonnata. Tastò l’altra parte del letto, trovandola vuota. Lei era già andata via, come pensava.
Brittany arrivò al lavoro leggermente in anticipo. Lei le mancava già, come sempre non poteva starle troppo lontano, ma per il lavoro doveva.
Mike si lasciò sistemare la cravatta dalla fidanzata, sorridendo mentre lei era tutta concentrata.
Kurt si sistemò il ciuffo per l’ennesima volta, sembrava che quella mattina non volesse stare come voleva. Si passò poi un filo di crema sul volto e allentò il foulard.
[Future-fic]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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24}Library



Santana entrò nella piccola e accogliente biblioteca. Non era molto diversa da come l’aveva lasciata. C’erano i soliti scaffali di legno chiaro, le solite tende eleganti, i piccoli tavolini di forma circolare; i libri forse parevano un po’ più consumati, ma se non avesse amato i libri quanto faceva, probabilmente non se ne sarebbe accorta. Passò la piccola stanza dei bambini, guardando velocemente chi ci fosse dentro. Per un attimo il suo cuore battè più forte quando vide due bimbetti biondi, ma appena di accorse di non conoscerli, proseguì tranquilla. Guardandosi piacevolmente intorno, arrivò alla scrivania alla fine del corridoio, dove una signora anziana mormorava qualcosa ad un ragazzo.
Appena la donna la vide, sorrise immediatamente. Concluse la conversazione e si slanciò verso Santana, afferrandole le mani.

-Cara, sei tornata?- sussurrò gioiosa. Santana sorrise di rimando. Mary Lou lavorava lì come bibliotecaria da quando la ragazza andava a scuola; dopodiché era diventata sua collega. Era una delle persone più dolci e giuste che Santana conoscesse e sembrava che anche lei fosse rimasta tale e quale l’aveva lasciata.
-Sì- confermò la latina –Noah ha detto che era passato per sentire se il posto come seconda bibliotecaria era ancora vacante e..-cominciò la ragazza, ma la donna la interruppe subito.

-Ti ho sempre detto che avresti potuto riavere il tuo posto in qualsiasi momento. Sai quanto ci tengo che un bibliotecario sia un vero amante dei libri, e tu, tesoro, sei la persona perfetta per questo lavoro. Inoltre io ormai dovrò andare in pensione, e non riesco immaginare la mia biblioteca in mano ad altri- le confidò sorridendo. Santana si abbassò per abbracciarla, sorprendendola.
-Mi sei mancata Mary Lou. – sussurrò, senza staccarsi.
-Anche tu, cara, ma confidavo nel tuo ritorno- mormorò la donna. Santana sciolse l’abbraccio, raccogliendo una lacrima che sembrava non riuscisse a trattenere.
-Oh, lui è Jonathan, è un apprendista. E’ un tipo ok- spiegò la signora, guardando il ragazzo sistemare i libri negli appositi scaffali. Santana gli si avvicinò, aspettando che lui notasse la sua presenza.
-Oh..scusi, non mi ero accorto- mormorò lui mortificato, alzandosi e sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Tranquillo, e dammi del tu, non sono così vecchia- scherzò sorridente –Santana- si presentò poi, allungando la mano verso il giovane.
-Jonathan- disse lui a sua volta, stringendo imbarazzato la mano scura della donna.
-Allora J, spigami un po’ le ultime novità!- esclamò, soffiando poi la polvere da alcuni tomi.
-C-certo- annuì il ragazzo, iniziando poi ad aggiornare l’ispanica.



Rachel arrivò velocemente alla propria macchina, cercando di sfuggire al ragazzo, che però la rincorse, raggiungendola.
-Rachel! Aspetta, ti devo parlare- la bloccò, afferrandole una spalla. Lei si sottrasse alla presa.
-E’ così urgente? Sai dovremmo tornare al Broadway e lavorare, se nessuno sta per morire, puoi dirmelo tra dieci minuti- sbottò acida, aprendo al portiera. Lui la guardò stranito, non capendo quella reazione.
-Ok- assentì solo, dirigendosi verso il proprio veicolo. Le lanciò un ultimo sguardo, prima di entrare nell’auto, ma lei era già partita.
Era possibile che fosse così arrabbiata per quel bacio? Che fosse arrivata a odiarlo. No, lo riteneva improbabile, anche se, con Rachel Berry, non c’erano tante certezze.
Forse avrebbe fatto meglio ad aspettare a dichiararsi, forse non era proprio il momento giusto. Soffiò battendo il pugno sul volante, poi mise in moto la macchina.



-Kurt è un’idea fantastica! Penso io agli inviti, non ti preoccupare! Ci sentiamo più tardi se ci sono problemi- chiuse la chiamata Quinn, sorridendo radiosa, finendo di condire la pasta. La divise poi in due piatti, chiamando Mike a tavola.
-Come mai questo sorrisone?- chiese il ragazzo, allentandosi la cravatta.
-Domani riunione del Glee Club, al Broadway- riferì lei, iniziando a mangiare.
-Sul serio?- chiese lui.
-Sì sì- confermò la bionda –Devo solo riuscire a rintracciare Mercedes, Artie e Tina. Blaine lo chiamerà Kurt- ragionò la ragazza, facendosi un elenco mentale.
-Finn non lo invitiamo?- chiese Mike, versando dell’acqua ad entrambi.
-E’ a casa con Kurt questa settimana, ci sarà- spiegò lei, ancora concentrata sugli invitati.
-E a Rachel va bene?- chiese, inarcando un sopracciglio.
-A quanto pare l’ha proposto lei- rispose Quinn, afferrando il cellulare per cominciare ad invitare gli amici.



-…e dopo è spuntato fuori un drago gigante, con denti grossi così- disse la bambina allargando le braccia – Ma era un drago buono!- esclamò la piccola eccitata –un po’ come quello rosso di Kresh. Allora ci siamo saliti sopra e ha iniziato a volare, tanto forte, più alto di quegli uccellini lì –precisò, indicando alcuni sopra la sua testa –e dopo… Dave!- trillò la bambina saltellando sul posto e puntando con il ditino nella direzione del ragazzo, mentre l’altra era stretta a quella della madre. Valerie si staccò da Brittany, correndo incontro a David, il quale si accorse di loro solo quando la piccola gli fu a pochi passi.
-Ehilà pulce- sorrise quello.
-Dove?- chiese la piccola, cercando l’insetto. Lui ridacchiò, scuotendo leggermente la testa.
-Tu sei una pulce- le spiegò, premendo leggermente con l’indice sul suo nasino.
-Ciao Dave- lo salutò Brittany appena li raggiunse.
-Ciao Britt- disse lui a sua volta.
-Noi andiamo a trovare lo zio Noah, vuoi venire?- lo invitò la bambina, dondolandosi avanti e indietro.
-Oh, volevo passare dalla biblioteca per vedere come se la passa la Lopez, ma rimanderò- accettò, incuriosendo però la piccola.
-Santana è in biblioteca?- chiese infatti subito.
-Già è di nuovo una bibliotecaria- annuì lui. Era abbastanza contento che fosse tornata al suo vecchio lavoro. Era un bel posto e lo preferiva di gran lunga al suo precedente impiego.
Valerie guardò la madre con due occhioni supplichevoli.
-Dopo possiamo andare con Dave a trovarla?- domandò sbattendo le ciglia ripetutamente. Brittany roteò gli occhi con un sorriso.
-Ok, ricordati che dobbiamo passare a prendere a casa i libri da restituire- disse solo la donna. La piccola annuì eccitata, iniziando poi a raccontare da capo il sogno che aveva fatto a Dave, mentre si dirigevano verso il Broadway.



Quando Puck entrò nel locale, Rachel era già ad un tavolo che portava il caffè a due ragazze, sorridendo cordialmente. Grugnendo, arrivò al bancone, afferrando il grembiule e infilandoselo, senza rivolgere la parola a nessuno. Sam aveva già finito il turno, rimanevano solo lui e Rachel.
Circa un’ora più tardi la porta si aprì, facendo entrare una vocina abbastanza riconoscibile, la quale senza tanti problemi, s’intrufolò dall’altra parte del bancone, fermandosi davanti al ragazzo a braccia aperte, senza dire nulla. Noah sorrise, abbassandosi per prenderla in braccio.
-Ciao scricciolo!- esclamò porgendo alla piccola il pugno.
-Ciao Noah- ripose lei, poi, con la lingua leggermente di fuori, scontrò il proprio pugnetto con quello del ragazzo, per poi aprire la manina ed agitare le dita come le aveva insegnato il ragazzo.
-Ciao ragazzi!- li salutò Rachel, giungendo dagli amici.
-Hey! Novità!?- chiese Brittany, alzando e abbassando le sopracciglia velocemente, guardando con Rachel con un sorrisino furbo. Lei la fulminò con lo sguardo.
-Oh sì! Domani sera ci sarà una specie di riunione del Glee Club qui! Fate in modo di esserci!-li avvertì.
-Sei invitato anche tu Dave- aggiunse Noah, riprendendo poi a far roteare Valerie.
-Oh ma io non voglio venire-borbottò il ragazzo, incrociando le bracci al petto.
-Sì, certo, Santana non ti obbligherà mai- ridacchiò l’amico.
-E ci sarà anche Kurt- puntualizzò Rachel, esibendo uno dei suoi soliti sorrisi a novanta denti. Dave grugnì, corrugando le sopracciglia.
-E con questo cosa vorresti dire?-indagò lui, chiudendo gli occhi a fessure.
-Nulla! Scusate, devo servire!- li liquidò, scappando ad ulteriori domande del ragazzo.
Brittany la guardò male, aspettandosi altre notizie, dopodiché notò il modo in cui Noah la guardò. Non capiva perché gli occhi del suo amico fossero così…spenti.
-Vals, perché non chiedi a zio Dave se ti racconta una storia sui giganti?- propose alla piccola, facendola illuminare. Subito quella trotterellò dal ragazzo, tirandogli la maglietta per farsi prendere in braccio e lo implorò di raccontargli qualche bella storia.
Brittany allora si avvicinò all’amico, guardandolo con la testa leggermente inclinata.
-Che c’è B?- chiese quello, non capendo. La vide poi avvicinarsi e stringerlo in un dolce abbraccio. Non sapeva come facesse, eppure Brittany sapeva sempre esattamente come si sentiva, quando aveva bisogno di parlare, o quando semplicemente aveva bisogno di un abbraccio, di un sorriso o di una birra.
-B, perché non mi sono innamorato di te? Sei bellissima e fantastica, saresti perfetta- scherzò, sussurrando.
-Perché non si sceglie chi amare, altrimenti è ovvio che tutti s’innamorerebbero di me!- ripose quella, annuendo e scrollando leggermente le spalle.
Rachel li notò da lontano. Probabilmente la sua rabbia nei confronti di Noah salì ancora. Quanto era ipocrita e falso ad abbracciare Brittany, alla quale progettava da anni di sottrarre Santana?



-Sai che hai delle gambe più nuove delle mie Valerie? Ogni tanto potresti provare ad usarle- le fece presente Dave, continuando a camminare con la piccola in braccio.
-Qui è più bello- mormorò la bambina, accoccolandosi al suo petto. Dave arrossì un poco, nel vederla farsi piccola contro di lui, sorridendo teneramente.
-Vuoi che la prenda io?- si offrì Brittany, mentre oltrepassavano la soglia della biblioteca.
-No, tranquilla. Non è male- mormorò lui.
-No che non sono male- confermò la piccola, scuotendo la testina –Ciao J!- trillò poi vedendo il giovane. Quest’ultimo si avvicinò ai tre, sorridendo anche se un po’ intimorito dall’espressione burbera che assunse Dave.
-Ciao Valerie, Brittany- salutò con un sorriso cordiale. La madre estrasse da una borsa di stoffa tre libricini, facendo come per porgerli al ragazzo, ma la bambina la fermò. Valerie si dimenò un poco per farsi mettere a terra, per poi prendere i libri dalle mani della donna, voltandosi verso il ragazzino.
-Scusa J, hai visto Santana?- chiese con un sorriso.
-Oh certo, penso sia ancora seduta alla scrivania, stava sistemando qualche copertina malandata.- rispose Jonathan, indicando poi la strada alla piccola. Quella però era già partita, camminando velocemente per raggiungere la meta.
Santana era concentrata nel richiudere correttamente una copertina di un vecchio libro rovinato, quando sentì un suono di piccoli passi farsi sempre più vicino. Quando alzò il capo vide il viso sorridente di Valerie.
-Ciao Santana!- squillò quella, allungando i libri verso di lei. Santana li prese, appoggiandoli sul tavolo.
-Ciao Valerie- mormorò dolcemente, si alzò poi dalla sedia, raggiungendo la bambina dalla parte opposta della scrivania –Come stai?- chiese, sistemandole la solita ciocca di capelli fuori posto.
-Sono felice!- disse la piccola –Se lavorerai qui, ci potremmo vedere tante tante volte!- chiarì la piccola, facendo sussultare Santana. Davvero non capiva come facesse a piacere tanto. Cioè, era chiaro il motivo per cui lei fosse innamorata di Valerie, ma non era chiaro il contrario. Non aveva fatto assolutamente nulla per far sì che Valerie fosse così carina con lei, invece eccola lì, con un sorrisino timido e un proposito per vederla ancora.
-Ti donano gli occhiali Lopez, sembri quasi intelligente- commentò Dave, ridacchiando.
-Ah.ah- borbottò lei, badandogli poco. Al suo fianco vide però due lunghe gambe fasciate da leggins grigio scuro, che sì le coprivano, ma allo stesso tempo le delineavano perfettamente. Brittany le rivolse un sorriso di circostanza, facendole un cenno con capo che si affrettò a ricambiare.
-Domani sera sei libera?- domandò la piccola, cercando di riottenere la sua attenzione. Santana annuì, curiosa.
-Anh già. C’è una specie di riunione della vostra banda di matti, al Broadway. Preferirei non venire- le comunicò David, scorrendo gli occhi sul alcuni gialli.
-Oh, si riunisce il Glee Club?- chiese.
-Esatto- confermò Brittany, incrociando poi le dita, nervosa.
-Che ho detto io?! La banda di matti, era chiaro.- mugugnò Dave sottovoce.
-Con questo sei praticamente obbligato a venire. Ci sarà anche Kurt poi- sentenziò la latina. David sbuffò, corrugando le sopracciglia.
-Perché tutti dite la stessa cosa- sbuffò, sparendo dietro ad uno scaffale. Santana trattenne una risata, tornando poi con lo sguardo sulla bambina.
-Vuoi altri libri?- chiese gentilmente, vedendola assentire con vigore –Bene, andiamo a sceglierli- disse la latina, incamminandosi verso la sezione bambini.
Brittany si appoggiò allo stipite della porta, guardando le due cercare nuovi libri per Valerie. Santana sorrideva, ascoltando la piccola dirle quali libri le piacevano e quali aveva già letto. Ad un certo punto la latina si sedette a terra, per vedere meglio i titoli, mentre la bambina al suo fianco annuiva o scuoteva la testa. La donna non riuscì a trattenere un sorriso, vedendole così in armonia, come se si conoscessero da tempo, quando invece non erano passate nemmeno due settimane dalla prima volta che si erano viste.
-Non scapperà più- mormorò Dave, cogliendo Brittany di sorpresa. Lei lo guardò, come se non avesse ben capito cosa intendesse.
-Non avrà mai più la forza di allontanarsi sia da te che da lei. E’ un’idiota, ma non così idiota.- specificò. Brittany tornò a volgere lo sguardo sulle due, sospirando.
-Lo spero. Mi sto fidando di lei, altrimenti non le lascerei vedere Valerie così spesso-rivelò la giovane madre. Dave rimase impressionato da quelle parole. Brittany era cambiata davvero.





***

Scusatescusatescusate il terribile ritardo ç_ç
Sono tremenda lo so, ma ho avuto TANTE cose da fare .-. E tra poco arriva l'esame, per cui... In ogni caso spero di aggionare leggermente più in fretta. Ci proverò, non prometto nulla :)
Ah, il capitolo è per te V_P :)

Besos,Miky
  
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