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Autore: Mama we re All full of Lies    01/05/2012    8 recensioni
-Vedrai che ti piacerà, è pieno di belle ragazze.-
-E di bei ragazzi.-
Sbuffai roteando gli occhi al cielo. Possibile che ai miei non andasse giù il fatto che fossi bisessuale? Loro dicevano che avevo una rotella nella mia testa che non andava come doveva andare, affermavano convinti che loro erano una coppia modello da cui prendere spunto, senza nessun ingranaggio mal funzionante. Peccato che la loro lingua funzionasse fin troppo bene.
Anche ora che eravamo in macchina non facevano altro che dirne di tutti i colori. Ragazzi qui, ragazzi là, ragazzi che ce l'avevano lungo quanto la canna di un fucile. Sentii l'ennesima risatina occupare l'aria e decisi di non farci caso, presi le mie cuffie e mi sparai una canzone dei Green Day a tutto volume. Al Diavolo i miei e le loro fottutissime battute.
Genere: Comico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Posai il culo su una scomoda sedia di plastica della sala comune dei dottori, con una tazza fumante di latte in una mano e l'ennesimo bigliettino di Jamia, nell'altra. La solita calligrafia tutta curva su un post-it rosa, con qualche cuoricino disseminato qua e là, che mi chiedeva di fare ancora sesso. Sesso, sesso, sesso... non facevo altro ultimamente. Non che mi dispiacesse, la reputazione di "Macchina vivente del sesso" me la meritavo al 101%, ma avevo sentito in tv che a forza di usarlo poteva poi farmi male, o prendermi un crampo. Ci pensai su un secondo.
No, non sarebbe stato carino.
Ma come dirle di no?... 
Avrei accettato qualsiasi occasione, pur di starle lontana qualche ora... Adesso poi che anche Ray aveva intuito tutto e si divertiva a sfottermi 25 ore su 24. Adesso poi che si era trasformata in un'assillante sanguisuga a bocca spalancata. 
Frank, non è molto carino da dire...Anche se tanto tutti sanno che tu sei l'unica vera puttanella dell'intero istituto.
-...Stai zitto.-
Mi guardai intorno. Nessuno nelle vicinanze mi aveva sentito mentre offendevo la vocina nella mia testa. Finii di bere il mio latte in tutta calma, osservando un punto qualunque del muro bianco davanti a me.
Senti, nano, quanto pensi che possa andare avanti ancora questa falsa?
-Ah, non lo so...-
è divertente?
-Molto.-
Ma và, menti pure a te stesso...
-Che intendi?-
Sei qui per sballarti, no? Jamia è una tettona ma di certo non ti diverti.
-Il sesso mi piace...-
Non ti piace lei. 
Ma ti piace LUI.
-No, cazzo.- 
Ti ricordo, caro il mio piccolo Frankie, che con Lui il tuo pisellino si è subito eccitato, mentre con lei è già tanto che funzioni ancora...
-Stronzo, non sfottere il mio pisellino.-
-Cosa ho detto sul tuo pisellino, Frank?- La voce di Ray mi fece sobbalzare. La tazza cadde per terra con fragore e per poco non feci la stessa fine pure io. Sentii improvvisamente caldo, molto caldo, mentre mi alzai sull'attenti così velocemente che mi sembrò di aver preso cinque centimetri in altezza -Tu non... non hai detto proprio nulla, sai... Parlavo tra me e me.- sorrisi come un cretino e lui si mise a ridere.
-Tu ti sfotti da solo, quindi.-
-Si! Cioè... no, certo che no. Ok, mi hai scoperto... Faccio collezione di dildi.-
Lui non sembrò molto sorpreso -Ma si sapeva.-
Ok, hai appena detto la prima menzogna che ti è passata in mente... e lui dice che la sapeva?
-Cosa?-
-Jamia.- sorrise e mi punzecchiò un braccio -Pensi che le femmine tengano la bocca chiusa?-
-Cos...? Ahio, lascia stare il mio prezioso braccio... Che altro ha detto?-
-Mah, solite cose... Dice che...- si avvicinò al mio orecchio, il che mi fece arrossire ulteriormente, ricordandomi di quella volta con Gerard -Il tuo gingillo è forse il più grande al mondo che abbia mai visto, che ti piace usare giocattoli erotici e che spesso la fai ubriacare prima di portartela a letto. Ah! E ha aggiunto che siete fidanzati.-
-Cosa?!- lo guardai a bocca aperta e bestemmiai. Lui rise nuovamente -Cosa cazzo ridi? Non una sola cosa uscita dalla sua bocca è vera! Tranne che il mio gingillo è grosso.-
-Sai, lei non si è fatta molti ragazzi in vita sua... Forse un paio.-
-Stai forse insinuando che io ce l'ho piccolo?-
-Si.-
Scossi la testa -Parrucchino...-
Lui sembrò non sentirlo, o forse mi ignorò, prendendomi a braccetto -Andiamo, Frank... Dove sta il problema? Le parli, la mandi a fanculo e pace. Baci baci ci vediamo. Non credo che lei sia importante per te, a quanto ho capito.-
Scossi la testa -Non lo è per niente.-
-Ecco... Quindi dai, su col morale! So io cosa ti serve.-
Lo guardai perplesso e lui sorrise ancora.
Cominciavo ad odiare il suo sorrisetto.
 
 
 
 



 
Lavoro, certo. Ray diceva che io avevo bisogno di lavoro, che il tenermi occupato potesse in qualche modo aiutarmi a mandare un < messaggio > a Jamia, uno che si capiva non a parole ma a fatti e che stava a significare:
"Per me è stato solo sesso, sei stata una magnifica usa e getta e ho adorato le tue bocce.
Con affetto, 
Frank. 
P.s: Non ti voglio più vedere."
Forse parlarle sarebbe stata la scelta migliore per entrambi, ma sapevo che se l'avrei rivista non avrei fatto in tempo ad aprir bocca che lei mi sarebbe volata addosso. E io non ero pronto psicologicamente ad affrontare una sua possibile reazione a fontana. In quanto a lasciarle un messaggio scritto era fuori discussione, gira e rigira saremmo finiti comunque a parlarne faccia a faccia. 
Come si lascia una ragazza evitando di parlarle direttamente? Semplicemente, non si lascia. Sono un pigrone che non ha voglia di assumersi le sue responsabilità, che palle.
Eppure, sarei corso volentieri da lei, piuttosto che entrare nella cella numero ventitre. 
Presi un profondo respiro, mi ero preparato bene stavolta. Il camice non stretto in vita cadeva largo fino a terra, la mia testa era protetta da una maschera da sub (presa non lo so nemmeno io dove) e avevo due guanti alle mani, di quelli non da lavoro spessi, ma quelli più fini e pregiati, utilizzati dalle lady del passato. 
Per proteggere le tue manine di fata, Frank!
Sospirai ed entrai nella cella. Questa era completamente bianca, con solo un letto dalle lenzuola bianche e un cuscino bianco. Osservai tutto, che era poco e chiuso in pochissimi metri, chiedendomi il perché non avesse foto dei suoi cari quando invece tutti gli altri pazienti le avevano.
Oh, ma avanti. Stavamo parlando di Lui. Di Gerard.
Se ne stava seduto per terra in un angolino. Immobile. Sorrise nel vedermi, ma nessuno dei due proferì parola. Io chiusi la porta alle mie spalle e mi fermai nel centro esatto di quel buco. Cioè... della stanza.
-...Sei ridicolo.-
Quanto mi mancava la sua voce...
Mi tolsi la maschera -Perché, tu no?-
Lui smise di sorridere -Che intendi?-
-Te ne stai qui a fare il vittimista. Non tutti sono disposti a star dietro ai tuoi capricci, sai?-
Lui mi squadrò da capo a piedi -Siamo sicuri che sei il solito piccolo, eccitato Frank dell'ultima volta?-
-Io sono un dottore e tu non puoi permetterti di prendere tanta confidenza con me.-
Sembrò deluso dalle mie parole e si girò alla sua sinistra, dove c'era uno specchio alto almeno due metri e mezzo che prima non avevo notato.
Pure cieco, oltre che scemo.
Mi avvicinai di qualche passo -Devi prendere le medicine.-
-Me le porti qua.-
-Ehi, ehi... A che gioco stai giocando?-
Lui tornò a guardarmi -Gioco, Frankie?-
Maledetti occhi giada... -Da quando mi hai conosciuto non hai fatto altro che mettermi i piedi in testa.-
-...è ciò che ti meriti.-
-Per non essermi strusciato contro di te?-
-PER STARE CON QUELLA PUTTANA!- 
Mi si congelò il sangue nelle vene a sentirlo urlare, e ancora di più quando lui, subito dopo, scoppiò in una sonora risata sdraiandosi per terra. Cominciava a farmi paura, e io ancora non ero scappato dalla sua cella. 
-...Sei geloso?-
Smise di ridere e mi fissò da sotto i capelli corvini -Lei è brutta.-
-No, non è vero.-
-Io sono bello...-
Il tono sexy con cui lo disse mi fece deglutire. Lo volevo addosso a me. Ora. 
-Effettivamente...- Cazzo Frank, proprio ora devi cedere?
Gerard prese a gattonare verso di me. Mi sembrava di essere in un film porno e mi sforzai con tutto me stesso di immaginarlo nudo, con il suo sesso che oscillava davanti ai miei occhi. Tutta l'adrenalina che mi percorse la schiena si fermo proprio , fortuna che avevo il camice largo e non si notava.
-Potrei andarmene.- la mia voce tremava
-No, non lo farai...-
-Chi lo dice?-
-Stai tremando. E saresti già uscito a quest'ora.-
Mancava un metro scarso.
-Tu non mi conosci... Potrei tirarti un calcio, chi lo sa.-
-Stai zitto.-
Sessanta centimetri...
Non volevo che annullasse le distanze.
-...Guarda che mordo io!-
Rise -Tanto meglio.-
Quaranta, trenta, venti...
Non voglio mentire a me stesso di nuovo...
E allora stai fermo...
Gerard arrivò davanti a me e si inginocchiò, trovandosi all'altezza giusta per farmi un pompino. Mi guardò con occhi penetranti e un secondo dopo strusciò il suo viso contro il cavallo dei miei pantaloni. Sussultati ma senza indietreggiare -...Mi piace.-
-Non ne avevo dubbi.- Lasciai che le sue mani mi accarezzassero le gambe, arpionandosi poi come artigli e tentando di buttarmi giù. E ci riuscì, mi sbilanciai e caddi per terra. Un attimo dopo e lui era sopra di me -Guarda guarda...-  Mi prese con delicatezza le mani e mi sfilò via i guanti con il solo aiuto dei denti.
Io mi persi a osservarlo. Mamma, papà, perdonatemi, ma io non posso farci niente. Io mi... io mi sono...
La lingua di Gerard interruppe il filo dei miei pensieri ed io mi ritrovai con il naso schiacciato contro il suo, in un bacio avido che sembrava non avere fine. Passai le mani attorno al suo corpo. Cristo... avrei dovuto farlo molto tempo prima. Lo sentii sbottonarmi il camice, armeggiare con la cintura dei miei pantaloni e io gli detti una mano, tirando giù la zip e accompagnandolo verso i boxer. Il suo tocco bruciò sulla mia eccitazione e mi feci sfuggire un mugolio. Lui si inarcò su di me e gli accarezzai le natiche che spinse in fuori, come per chiedermi di sculacciarlo.
Era tutto perverso, e perfetto, e porno. Non mi staccai più e gli alzai la maglietta per graffiargli la schiena. Lui mi morse con forza il labbro inferiore e dopo si avvicinò a me, alitandomi sul collo -Prendimi, Frankie...-
Non me lo feci ripetere due volte. Ribaltai le posizioni e tornai in una lunga apnea, ricongiungendo le nostre labbra, scendendo con le mani sul suo ventre piatto e ridisegnando con l'indice il contorno del suo intimo. E scesi ancora, sentendolo già duro. Intrufolai la mano nei suoi boxer e presi con decisione il suo membro stuzzicandone appena la punta, staccandomi dal bacio per sentirlo gemere. Lui rise e mi guardò compiaciuto -Non così facilmente.-
-Opponi resistenza?- sorrisi e lentamente cominciai a masturbarlo, ma Gerard piegò la bocca in una smorfia -Solo?-
-Di più, Gerard?-
-Si...-
-Chiedimelo allora.-
Esitò un secondo, ma capì che non avrei aumentato la velocità se non me lo avesse chiesto direttamente -Di più...-
-Non ho sentito.-
-Di più, Frank, cazzo!-
Trattenni una risata e piano presi velocità. Lui strizzò gli occhi e io lo fissai mentre la sua espressione cambiava, si addolciva quasi, chiedeva sempre di più e finalmente lo sentii gemere. E mi eccitò da morire.
Gli riempii di baci collo e viso, ascoltando la sua bellissima voce chiamare il mio nome, come unica musica di quella stanza, come l'unica colonna sonora che avessi mai voluto nella mia vita. Ed eravamo io e Gerard, Gerard ed io... -Gerard...-
-...Si? Ah...- 
-Io ti...-
In quel momento sentii la porta spalancarsi. Sobbalzai alzando lo sguardo -...Jamia.-
Lei rimase sull'uscio della porta a guardarci a bocca aperta, con gli occhi che le diventavano subito lucidi, io con la faccia di uno colto con le mani nel sacco e Gerard che la fissava soddisfatto. 
-Jamia... Io...-
-No Frank... Ho capito.- tentò un sorriso e dopo la sentii correre per il corridoio, con i tacchi che toccavano pesanti il pavimento. Guardai Gerard e lo baciai appena sulla fronte. 
E mi alzai. 
Lasciandolo per terra, senza dire nulla.
Lo sentii mandarmi a 'fanculo, ma io ero già a correre dietro Jamia.
Riuscii a raggiungerla dopo aver corso reggendomi i jeans per non perderli per la strada -Aspetta, Jamia, ascoltami.-
-Cosa c'è?!- il volto rigato di lacrime fu per me un colpo al cuore
-Non sapevo come dirtelo...-
-Non dirlo, ti prego... Ti prego...-
-Mi dispiace... è finita.-
Lei scosse la testa e dopo mi tirò uno schiaffo. Mi portai una mano sulla guancia dolorante e l'altra al cuore, i jeans caddero per terra lasciandomi in mutande. 
-Mi fai schifo.- mi guardò con disprezzo e mi lasciò solo, solo per sempre. Era la fine del castello di bugie tra me e Jamia.
Era la fine della via peccaminosa che stavo intraprendendo con Gerard.
 
 
 
 
 


 
Sono un coglione...
 
 
 


_______________________________________________
Qui le note finali ci vogliono per forza.
Mi immagino le vostre facce ahah! xD lo so, sono cattiva, ammetto che nella mia mente di qualche mese fa non doveva finire così. Maaaa, ho avuto altre idee per come sviluppare il dopo u.u" quindi, dopo questo colpo di scena, ce ne saranno altri. Magari Frank si mette con Gee... o forse no. 
Non so quante volte ho usato il corsivo, sorry, e la battuta di Gerard a caratteri cubitali è perché se la scrivevo normale come tutto il resto non mi sembrava un urlo, quindi, anche se odio scrivere tutto grande, l'ho fatto solo per sottolineare lo sclero del moro. A proposito, se il titolo del capitolo ha tre 3 invece che due, è un errore che non riesco a correggere. è normale.
Era da un bel pò che aggiornavo, scusate il ritardo, non vi ho nemmeno augurato buon anno nuovo. Quindi, buon anno nuovo :3
E alla prossima con il quarto cap.! u.u
  
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