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Autore: VirginiaRosalie    02/05/2012    6 recensioni
Una vita può cambiare a seconda di come la vorremmo noi? Voi direste di no ma io non ci credo.. perché? Perchè ne abbiamo la prova.
Lei una normale ragazza italiana, qualche parente inglese e qualche amica.
Lui un attore famoso, molto successo, molti amici e nemici.
Un amore pieno di ostacoli, paure, illusioni, pianti e tradimenti ed infine, il perdono. E' questo che accade quando lasci il tuo cuore vincere?
"L'aereo atterrò su LAX, il più grande aeroporto di Los Angeles, la città in cui mi stavo trasferendo..."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Taylor Lautner, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Pov Taylor

20 novembre 2012

Erano passati due giorni da quando avevo lasciato l'ospedale, il tempo era trascorso velocemente, i miei genitori e la mia ex fidanzata erano state le uniche persone sempre presenti, non mi avevano neanche fatto alzare. 
La notizia più sconvolgente era stata quella della gravidanza di Sara ed era sicura che quel bambino fosse mio.
"Taylor?"
"Sara, ciao" dissi sospirando.
"Sei sveglio finalmente."
"Che ci fai qui?"
"Non sono mai andata via, stavo aspettando che ti riprendessi."
"Ok."
"C'è una cosa che devi sapere."
"Dimmi."
"Sono incinta."
"Cosa?" chiesi sorpreso.
"Ho le lastre - prese dei fogli dalla borsa e mi mostrò l'ecografia - E' tuo figlio… nostro figlio."
Quella scena era sempre nella mia testa, mi stava facendo impazzire. 
Non potevo credere a ciò che avevo sentito, i miei genitori erano al corrente di ciò e non ero affatto contrari, anzi, mia madre non vedeva l'ora di diventare nonna. Quando le avevo chiesto di Virginia, mi aveva risposto un po' freddamente.
"Mamma?"
"Si, figliolo?"
"E' passato nessuno a salutarmi mentre dormivo?"
"No perché?"
"Niente" dissi deluso.
"Se intendi Virginia… lei è passata proprio davanti alla tua porta con sua madre, le ho chiesto se voleva entrare ma ha detto che ormai non le interessava più."
"Non le interessava cosa?"
"Di te, suppongo."
Non riuscivo a levare dalla mente quel pensiero, tutto quello che mi aveva detto mia madre era giusto, Virginia non rispondeva al cellulare, ero andata a cercarla a casa di sua cugina ma quando avevo suonato al campanello, nessuno si era presentato alla porta. Se non voleva più vedermi non potevo biasimarla, era stata colpa mia se lei si era svegliata in un letto d'ospedale, stava litigando con me prima dell'incidente. Rilassai i miei muscoli dentro al letto della mia dolce camera d'albergo. I medici avevano detto che avevo reagito meglio di quanto pensassero, il mio corpo era più in forma di prima anche se non avrei potuto lavorare fino al prossimo ordine.
"Amore, ti serve qualcosa?" chiese mia madre urlando dal bagno.
"In realtà, ho bisogno di uscire."
Nonostante la situazione si era complicata, non avevo intenzione di arrendermi, sarei uscito per cercare il mio vero amore. 
"Ti accompagno da Sara?"
"No!" alzai la voce.
"Perché?" chiese quasi spaventata.
"Ti ho già detto che non crescerò quel bambino, io non amo Sara."
"Tesoro.. - mi accarezzò una guancia e si sedette accanto a me - …sei confuso…" 
Calò il silenzio ma lo interruppi io.
"Hai ragione. Sono confuso.. non capisco perché vuoi che io stia con Sara."
"Non sono io a volerlo, è stato il destino."
"Ma per favore."
"Dio vi ha donato una creatura, quella segna l'unione di due persone - sospirò - ascolta, se sei andato a letto con lei, sapevi le conseguenze."
"Sono stato attento, mamma!"
"A quanto pare, no."
"E se non fosse mio il bambino?"
"E' tuo, lei ha detto di esser stata a letto solo con te…"
"E tu le credi?"
"Perché dovrebbe mentire? La conosci da sempre, sai che non è una bugiarda."
"Oh, davvero?"
"Taylor ti capisco, ora sei preso da quella Virginia, ma a lei non importa niente di te."
"Che ne sai tu?"
"Mi sembra di averti detto che non ha voluto vederti."
"E con questo?"
Forse era vero, Virginia non era interessata a me come mi aveva fatto credere. Mia madre era capace di mettermi in testa pensieri che non avevo minimamente sfiorato, era come se controllasse la mia mente e questo non mi piaceva affatto. 
"Sara non si è rifiutata di vederti…"
"Senti - mi alzai dal letto ed infilai le scarpe - ho bisogno di prendere un po' d'aria."
Dopo aver fatto qualche passo verso la porta mi voltai e guardai mia madre mentre si sdraiava al mio posto, tenendo tra le mani un portafortuna, la solita collana con dentro la foto di Gesù. Mi fece tenerezza, dopotutto lei voleva solo la mia felicità, sin da quando ero piccolo mi abbracciava e mi ripeteva sempre che io e Sara saremmo diventati una coppia perfetta.
Passai davanti alla stanza di Ian e bussai.
"Si?" chiese l'uomo.
"Sono vivo!" dissi aprendo le braccia come per volerlo abbracciare.
"Oh cielo, il mio uomo. - disse ricambiando l'abbraccio - Stai bene?"
"Fisicamente sì, moralmente no."
"Ho saputo."
"Su cosa?"
"Sara e il bambino o.. la bambina."
"Già" sussurrai abbassando lo sguardo.
"Senti, non mi è mai piaciuta quella ragazza, non credi stia mentendo?"
"Ho visto l'ecografia."
"Oh…E…Virginia?"
"Non lo so. Sono giorni che provo a chiamarla, non risponde" scossi la testa e passai una mano sulla faccia.
"Mi dispiace."
"E' colpa mia."
"Sono sicuro che avrà i suoi motivi."
"Già… prima che accadesse ciò che è accaduto, stavamo litigando."
"Merda!"
"Puoi accompagnarmi a casa sua?" chiesi senza troppi giri di parole.
"Certo. Volentieri."
"In realtà è casa di sua cugina Spencer Hastings."
"Prendo la giacca e ti raggiungo."
Dopo pochi minuti attraversammo il corridoio dell'albergo, non c'erano paparazzi nei paraggi perché la polizia aveva deciso di controllare di più questo quartiere. 
Entrammo in macchina, allacciai la cintura di sicurezza e, a mia sorpresa, squillò il cellulare: era Sara.
Sbuffai e gettai la testa indietro poi decisi di rispondere.
"Pronto?"
"Taylor, amore."
"Cosa vuoi?"
"Voglio che tu venga con me domani."
"Dove?"
"Ho una visita dal ginecologo."
"Buon per te" sussurrai freddamente. 
"Verrà anche tua madre, non deluderla. Un bacio."
"Ciao."
"Cosa voleva?" chiese Ian.
"Ha una visita dal ginecologo…"
"Ops!"
"… e ci sarà anche mia madre."
"Quindi?"
"Non posso deluderla, lei ci tiene a quel bambino" borbottai tranquillamente.
Sbuffammo entrambi poi ridemmo.
"Sai, anche io vorrei diventare nonno" disse ironicamente.
"Non credo di esser pronto a diventare padre."
"Neanche io lo ero, ma ora eccomi qua, i miei figli mi adorano e sono il manager di un ragazzo fantastico" mi diede una pacca sulla spalla.
"Sono un'idiota. Forse ho trattato un po' male Sara."
"Forse… ma… se non è lei che ami… - sospirò e parcheggiò l'auto - Oh, eccoci qui."
Scesi dall'auto e mi precipitai davanti casa Hastings, un po' titubante decisi di bussare ma la porta si aprì prima che io lo feci. Davanti a me c'era sua cugina, le sorrisi e feci qualche passo indietro come per andarmene.
"Stai cercando Virginia?" chiese dolcemente la ragazza.
"Esatto" risposi un po' intimidito.
"E' in camera sua - sussurrò avvicinandosi a me - Non vuole uscire di casa, non prenderla sul personale, ma credo sia a causa tua" ammise sistemando la borsa sulla spalla.
"Posso…" 
Non mi lasciò finire la frase che annuì con la testa poi scese frettolosamente le scale ed iniziò a camminare.
Chiusi la porta dietro di me e mi guardai intorno.
"Spencer… hai dimenticato di pre… " Virginia scese le scale verso di me, probabilmente pensava fossi sua cugina. 
Il suo volto mutò completamente, quando mi vide i suoi occhi si gonfiarono di lacrime, ma evidentemente le voleva trattenere. 


Pov Virginia

Mi fermai con la felpa di mia cugina tra le mani. 
"Ti ha fatto entrare Spencer?" chiesi morendomi il labbro e rimanendo ad una certa distanza da Taylor.
"Perché ti comporti così?"
"Credo che tu debba andare."
"Non hai risposto alla mia domanda" disse avvicinandosi a me, forse troppo.
"Cosa dovrei rispondere?"
"Sono giorni che ti chiamo!"
"Ho il cellulare scarico."
Ovviamente mentii, avevo visto tutte le chiamate e i messaggi che mi aveva mandato, ma avevo deciso di chiudere con lui ed era per questo motivo che non volevo uscire di casa, finché la situazione non si fosse calmata.
"Non ci credo."
"Beh, la cosa è reciproca. Neanche io credo a te" replicai incrociando le braccia sotto il petto.
"Perché?"
"Mi hai fatta sentire come se il nostro amore non fosse vero…"
"Cosa?"
"Non voglio più vederti" dissi amaramente.
"Che cosa vuoi dire con ciò?"

"Lo sai benissimo."
 "No, Virginia, non so un bel niente." 
Come al solito, quando si arrabbiava, Taylor alzava sempre la voce e ciò mi spaventava.
Stava fingendo, ne ero sicura, lui avrebbe avuto un figlio con Sara, era stato a letto con lei e non mi aveva detto niente, non era stato del tutto sincero con me e non potevo sopportare tutto questo dolore, dovevo rendermi conto che non avrei mai fatto parte della sua vita, non eravamo destinati. 
"Ti sei allontanata da me, io non avrei mai fatto lo stesso…" sussurrò mentre avvicinava la sua mano alla mia guancia cercando di asciugare le lacrime che erano prossime a rigare il mio volto. 
"Mi sono fidata di te..." aggiunsi.
"Se ti stai riferendo all'incidente… mi dispiace, non avrei mai voluto ferirti."
"Continui a ripetermelo ma è l'unica cosa che sai fare."
Le lacrime iniziarono a scendere dai miei occhi prepotentemente, non riuscivo più a farle fermare.
"Mi dispiace."
Scossi la testa ed iniziai a tamburellare i piedi sul pavimento.
"E' troppo tardi."
"Non è mai tardi" affermò.
"Perché non mi hai detto che sei stato a letto con Sara?"
"E' stato un mese fa!"
"In una relazione, la sincerità è la cosa più importante!"
"Lo so, se solo mi avessi dato modo…"
"Modo di fare cosa? Dirmi: 'sono stato a letto con la mia ex fidanzata, ora è incinta ma è stato un errore che non si ripeterà'?"
"Io…." lo interruppi.
"E' questo che mi avresti detto?"
"No!"
"Taylor, Sara è incinta!"
Quando pronunciai quella parola impallidì, poggiai la mia schiena alla parete dietro di me e respirai profondamente.
"Lo so! Dannazione, lo so!" disse mettendosi una mano tra i capelli.
"Sto cercando di farti uscire dalla mia mente ma non ci riesco, vedo le tue immagini da ogni parte - sussurrai continuando a piangere - Non posso continuare così!"
"Virginia - si avvicinò ancora a me e prese il mio volto tra le sue mani - non voglio quel bambino!"
"E' tuo figlio!"
"Voglio te - lasciò cadere anche lui una lacrima - Perché non capisci che voglio solo te?"
"Non dovrebbe esser così. Devi stare accanto a Sara, devi crescere tuo figlio."
"Non posso."
"E' egoistico da parte tua - socchiusi gli occhi e deglutii - Non puoi farlo crescere senza un padre, non sai quant'è brutto."
"Dio mio! - si allontanò da me e diede un pugno alla parete. - Cazzo!" urlò.
Rimasi a bocca aperta dopo quell'azione, ero spaventata ma il mio cuore avrebbe voluto abbracciarlo e dirgli che sarebbe andato tutto bene ma così non feci, la mia testa vinceva quasi sempre. 
"Non voglio perderti."
"Mi hai già persa."
Dietro a quella mia risposta c'era un'altra spiegazione ma per fortuna non fece domande.
"Perché non sei venuta a trovarmi mentre ero in ospedale?"
"Sono venuta, ma non credo tu abbia sentito… "
Il silenzio regnò in quella casa per lunghissimi minuti, entrambi sembravano esserci calmati e i nostri respiri erano più regolari di prima. Taylor abbassò lo sguardo quasi rassegnato.
"Sentire cosa?"
"Non importa."
"Si, invece."
Presi fiato poi parlai.
"Mi hai stretto la mano mentre… - distolsi lo sguardo dai suoi occhi e fissai un punto dietro di lui - mentre dicevo che… che ti amo."
I suoi occhi sembravano brillare a quelle parole, mi aspettavo una reazione diversa tipo, un bacio o un'abbraccio ma niente di tutto ciò fu. 
"Guardami negli occhi - disse mettendo la sua mano destra sul mio mento e mi 'costrinse' a guardarlo negli occhi - Se è vero, ripetimelo."
"Cosa?"
"Voglio che tu ripeta quello che provi per me, guardandomi negli occhi."
"Ti amo."
"Vuoi stare con me?"
"Ti prego - velocemente mi allontanai dandogli le spalle mentre mi appoggiavo al tavolino situato all'ingresso - Non possiamo."
"Si che possiamo."
"Vattene, per favore."
Non potevo credere che sarebbe finita così, non volevo allontanarmi da lui ma dovevo, Sara aveva detto espressamente che non mi sarei più dovuta far vedere e capivo il motivo, non solo perché lei era gelosa, doveva esser per il bene del bambino. 
"Sai una cosa? Sono stanco di aspettarti" quelle parole uscirono dalla sua bocca quasi come veleno.
Evidentemente era deluso da me, potei sentire soltanto dei passi diventare sempre più lontani. 
Ma cosa stavo facendo? Perché mi comportavo in quel modo? 
Fui colpita da un'improvvisa fitta allo stomaco, se avessi fatto uscire quel ragazzo da quella porta, ci saremmo persi per sempre e non potevo permetterlo. 
Lo so, non ero molto coerente con le mie decisioni ma dovevo farlo, quasi non rispondevo più delle mie azioni.
Quando udii il cigolio della porta che si apriva mi precipitai su Taylor, avvolsi le mie braccia attorno al suo collo ed iniziai a baciarlo, con foga estrema. Sapevo che sarebbe stata l'ultima volta con lui, mia madre mi aveva proposto di tornare in Italia, io avevo accettato e i biglietti erano stati prenotati per il giorno seguente.
Le sue mani si fermarono sui miei glutei, mi diedi una piccola spinta per contornare con le mie gambe i suoi fianchi. 
Senza dire niente ci affrettammo ad andare in camera da letto, chiusi la porta a chiave e mi gettai sul letto stendendomi alla perfezione. Tornammo a baciarci con passione, le nostre lingue non facevano altro che toccarsi e lo stesso i nostri corpi.
Alzai le braccia e mi feci sfilare la maglietta poi feci lo stesso con lui. Mi fermai a guardare il suo petto, per un attimo ci guardammo negli occhi.
"Sei sicura?" chiese Taylor mentre faceva scivolare le sue mani dietro la mia schiena.
"Si."
Ripresi a baciarlo mentre le sue mani mi slacciavano il reggiseno. Le sue calde labbra attraversarono il mio petto fino ai jeans che sbottonò dopo avermi guardato negli occhi. 
Prima che mi possedette controllai l'orologio poi mi lasciai andare a quegli ultimi momenti, così perfetti che mai avrei potuto dimenticare.

"Siamo a casa!" gridò Spencer.
Mia madre aprì la porta ed io, spaventata, aprii gli occhi coprendo il mio corpo con il lenzuolo. 
"Mamma?"
"Virginia?"
Per fortuna, quando Taylor si alzò, richiuse la porta con grande fretta e a passo d'elefante scese le scale. 
"Era tua madre?"
"Esatto" dissi sospirando affannosamente. 
Non avevo mai fatto una figura del genere con mia madre, era stato un momento piuttosto imbarazzante ma ero sicura che avrebbe capito. 
"Cosa le dirai?"
"Siamo nello stesso letto, siamo nudi. Cosa vuoi che le dica?"
"Giusto - abbassò lo sguardo e sospirò - Mi hai sorpreso."
"Avevi ragione tu."
"Riguardo a cosa?"
"Non posso perderti."
Sorrisi e mi lasciai baciare da quelle labbra irresistibili.
"Cos'è quella?" chiese indicando la valigia.
"Niente…"
"Come niente? Ci sono due biglietti sopra - avvolse il lenzuolo attorno al suo punto vita e si alzò. - Roma?"
"Torno in Italia" annunciai a bassa voce.
"Cosa?" 
"Mi dispiace."
"Sarei io il bugiardo, eh?"
Detto ciò prese la camicia, indossò le mutande e i pantaloni e sbatté la porta. 
Proprio la reazione che temevo, dopotutto ero stata una stupida e una reazione del genere me l'aspettavo, non potevo cancellare ciò che avevo deciso, nonostante io e Taylor fossimo andati a letto insieme, Sara era ancora incinta e lui avrebbe dovuto prendersi cura di suo figlio, non potevo sopportare una cosa del genere.
Mi rannicchiai sotto le coperte ed iniziai a piangere. 

-

Aw, finalmente sono arrivata al decimo capitolo :3 Spero che sia interessante.. non so, a volte credo di scrivere stupidaggini D: Comunque, vi chiedo ancora di lasciare recensioni e recensioni e... recensioni. Vi aspetto con il prossimo capitolo. 
Ps: devo ringraziare Joe Jonas e la sua canzone 'See No More' perché mi ha ispirata puahahahahahaha 

  
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