Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: ButterflySeven    02/05/2012    1 recensioni
Un giorno speciale per la giovane Maya, festeggia il 21° compleanno...
Ma cosa accadrebbe se in quello stesso giorno qualcuno la catapultasse in un mondo parallelo, dicendogli che in realtà è la principessa di quel regno?
Amore, guerre, ingiustizie... La vita di Maya verrà scombussolata dalla ritrovata identità di principessa, mentre strani personaggi entreranno man mano in gioco, cambiandole per sempre la sua vita e motivandola di nuove priorità...
Una rivisitazione in chiave fantasy della storia della giovane Maya...
Altri personaggi:
Eragon- Arya - Saphira dalla saga di Eragon
Chester Bennington, vocalist dei Linkin Park
Ciel Phantomhive - Sebastian Michaelis - Soma - Agnì dal manga Kuroshitsuji/Black Butler (negli ultimi capitoli)
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buongiorno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ed oggi è finita la pacchia del maxi ponte del primo maggio... Ma per alleviarvi la nostalgia, eccovi un nuovo capitolo! Buona lettura, grazie a quelli che mi seguono, veramente di cuore!

Capitolo 52

Masumi giaceva inerme nel letto di pietra, in quella stanza fredda divenuta, suo malgrado, una tormentata dimora… Perché Masumi lì dentro stava impazzendo: strane convulsioni nervose lo sorprendevano nel cuore della notte ed in quei casi, del tutto fuori di se, minacciava di rompere la dura pietra ed uccidere chiunque gli capitasse a tiro. I guardiani, allora, furono costretti a legarlo più e più volte, nel vano tentativo di sedare la sua furia.
Lo sguardo infuocato che si faceva spazio tra i bellissimi occhi in quelle occasioni, avevano convinto Aya a parlare con la regina e chiedere aiuto alla sola capace di domare la bestia infuriata dentro il figlio.
E così, come da giorni ormai, Masumi sentì la porta aprirsi con garbo, mentre i polsi cercavano inutilmente di liberarsi dalla stretta delle liane.
-E’ inutile, Masumi… Non puoi liberarti…- Masumi spostò lo sguardo dal soffitto buio alla sua sinistra, sino ad incontrare due occhi gelidi, che facevano capolino da una spessa maschera color argento.
- Ancora voi…- disse esasperato – credevo che dopo ieri non sareste più venuta a farmi visita- disse sarcastico. Ed era vero… Il giorno prima aveva addirittura sputato sulla maschera argento, per il forte ribrezzo provato verso la regina, guadagnandosi una manciata di frustate in più da parte degli orchi.
- Oh, sono abituata a ricevere offese ben maggiori alle vostre rozze ribellioni, caro il mio Cavaliere…- si sedette in un angolo della pietra e la vicinanza al suo corpo, gli provocò una forte nausea.
- Sapete perché sono qui…- riprese la regina, con uno sguardo fattosi adesso languido e provocante.
- E voi sapete la mia risposta…- Masumi sentì un tocco leggero farsi spazio tra la stoffa lacerata in un particolare punto del petto. Gli addominali (adesso pieni di tagli e ferite) furono sfiorati con grazia. Respirò velocemente, nel vano tentativo d’interrompere quella tortura.
- Toglietemi le mani di dosso!!!- gridò allora strattonando le liane – il vostro tocco è rivoltante!- la Regina lo fulminò con lo sguardo, poi avvicinò le dita ad una ferita più profonda delle altre e, malignamente, le affondò in essa.
- Ahhhhhhhhhhh!!!!!!!- Masumi si contorse dal dolore, ma la regina continuò, allora Masumi serrò forte le labbra, tanto da farle sanguinare.
- Mi fai ridere…- disse spezzante – nonostante tutto, continui ancora a resistermi… L’ho detto e lo ripeto: se ti unissi a me, sarebbe tutto molto più semplice. Pensaci bene: divenire il re dell’intero pianeta… Non è una proposta allettante? Saresti al fianco di una donna matura come me, non di una ragazzina sempliciotta come quella Maya… -
- Non parlerete con questo tono di “lei”- disse in un sussurro.
- Ah, Masumi… La tua ottusità inizia a stancarmi…- tolse le dita dalla ferita, pulendole dal sangue nell’orlo del vestito – da parte mia sono stata fin troppo garbata e paziente. I tuoi modi mi affascinano, non posso negarlo, tanto da chiederti di sederti al mio fianco, non come alleato, ma come Re! Ma sembri non comprendere quanto tutto ciò possa giovare alla tua persona… E me ne rammarico. Vederti costretto in questo letto, legato alla stregua del peggiore tra i criminali, porta dolore sia a me che a tua madre…-
- Beh, mi dispiace per voi, ma ho intensione di marcire qui dentro…- rispose voltandosi col capo, odiava i suoi occhi.
- Masumi, Masumi… Non mi sei d’aiuto con queste continue ribellioni… E va bene, vorrà dire che tornerò domani…- si alzò, spazzolando il vestito dall’umido e dalla polvere depositatosi in quel lasso di tempo – riposa bene e sfrutta questo tempo per meditare con intelligenza…- percorse il breve tratto che conduceva alla porta massiccia e finalmente uscì.
- Ah…- Masumi chiuse gli occhi e sospirò. Non ne poteva più, non ne poteva più… Non ne poteva più…!!! Ma non voleva e non doveva cedere. Non doveva cedere...

-Ah, vi prego… ditemi che siamo vicino…- disse Maya ormai allo stremo. Erano cinque giorni che girovagavano senza sosta dentro la foresta dell’Opus, ma dei tre alberi secolari e del dirupo, non vi era alcuna traccia. Per un momento ebbe paura che la galleria fosse stata chiusa, ma poi si ricordava che nulla sfuggiva alla Saggia Civetta e che quindi, se effettivamente ci sarebbe stato tale rischio, la civetta l’avrebbe avvertita.
- Coraggio, Maya… Prima o poi lo troveremo…- le fece coraggio Eragon.
Saphira li aveva lasciati all’apertura della foresta (far entrare anche lei sarebbe stato decisamente troppo sospetto) ma un incantesimo speciale a cui si erano sottoposti sia Saphira che Eragon, avrebbe consentito ad entrambi di chiamare l’altro in caso di pericolo, anche a chilometri di distanza.
Di nemici, loro malgrado, ne avevano incontrati almeno una quarantina, ma furono abili nel nascondersi e così facendo, poterono continuare indisturbati la loro ricerca del dirupo.
-E’ straziante cercare, cercare e non trovare…- riprese Maya, scansando un piccolo deposito di rami vecchi e foglie lunghe.
- Maya, devi essere fiduc… Ahhhhhhhh!!!!!!- Maya sentì un tonfo fortissimo, unito all’urlo disumano di Chester, si voltò, ma del ragazzo non vi era nessuna traccia. L’eco continuava a riempire l’aria attorno ad eragon e maya…
- Chester!!- chiamò subito Eragon guardandosi intorno – Ma dov’è finito?-
Poi lo sguardo di Maya venne attratto verso il basso, nel punto dove aveva scansato la rete di rami secolari.
-Eragon, guarda qua…- ed indicò il punto, dove adesso compariva una piccola voragine.
Maya ed Eragon si sporsero nel dirupo, continuando a chiamare l’amico.
-Sono qua sotto!!- rispose affannato.
- Ti sei fatto male? Stai bene?- chiese Maya preoccupata.
- Sto bene, più o meno… C’è uno stagno qui sotto… E… Non lo so, non si vede molto…-
- Uno… Uno stagno…- disse Maya tra se. Il cuore prese a battere forte, si voltò, osservando gli alberi che li circondavano. E poi li vide: tre alberi maestosi s’innalzavano in tutta la loro beltà, ma tre rami di essi, s’inclinavano verso il basso, in apparenza senza una meta, ma un occhio attento avrebbe notato che essi s’intersecavano in un punto ben preciso, il punto dov’era caduto Chester. Iniziò a ridere di cuore, tanto che Eragon si voltò stupito e sconvolto allo stesso tempo.
- Ma che ti prende?- chiese.
- Ahhahaha, l’abbiamo trovato!!!- rispose andando ad abbracciare l’amico – l’abbiamo trovato! E’ la via che porta alle gallerie! Guarda i tre alberi…- disse indicando il punto dove sorgevano – sono loro! Chester è caduto accidentalmente nel dirupo! L’indicazione della saggia era corretta! Tre rami s’intersecavano nel punto d’inizio del dirupo!-
- Sisi, meraviglioso… Ma adesso scendete giù, per favore…- disse Chester, urlando dal basso - Credo di essermi ferito alla gamba-
- hai ragione, scendiamo subito!-
Maya fu la prima a scendere. Legò una corda alla vita, la cui estremità era a sua volta legata al tronco di un albero e, con calma, Eragon l’aiutò a scendere giù.
-Vai piano…- la guidò Eragon, mentre Maya rimaneva sospesa nel buio. La luce andava via via affievolendosi, era strano sentire il vuoto sotto di se e fu contenta di non essere a conoscenza dell’effettiva profondità del dirupo. Poi ad un tratto, sentì le caviglie toccare qualcosa di freddo ed umido, poi salì, fino a toccare la vita, il busto, per poco non affogò.
- Basta basta! Sono arrivata! Manchi solo tu…- nel mentre si guardò attorno, cercando d’intravedere il profilo di Chester – ma dove sei?- chiese spazientita.
- Alla tua sinistra… Ahi, non riesco a muovere la gamba…-
Maya evocò la magia e grazie ad essa illuminò lo spazio intorno a loro. Era come narrato dalla leggenda: lo stagno si apriva proprio sotto il dirupo, mentre infinite gallerie si diramavano da più punti. Poi trovò finalmente Chester e notò l’acqua tingersi di un rosso porpora nel punto in cui giaceva.
-Ti vengo ad aiutare…- slegò la corda ed in qualche bracciata fu dall’amico, afferrò un braccio e lo posizionò alla spalla– tieniti forte, ti porto a riva – e mentre Eragon atterrò nel terriccio con l’uso della magia, Maya usò le energie risparmiate per guarire la ferita di Chester.
- Ecco fatto, l’ho disinfettata e poi rimarginata… Avevi un taglio abbastanza profondo!-
- Ti ringrazio… Che la leggenda sia vera o no, posso capire perché Koku non è risalito immediatamente in superficie… Mi sento senza forze!-
- Hai perso molto sangue…- disse Eragon osservando la macchia rossa nello stagno – bene, richiudo la voragine e cerchiamo la traccia lasciata dal cavaliere delle rose…- un vento leggero increspò la superficie dello stagno, mentre un suono dolce echeggiò tra le vie fognarie.
- Spero solo che non ci sia nessuno, altrimenti saremo già scoperti… Non credo che il silenzio si possa considerare il nostro punto forza…-
- Hai ragione Maya…- rispose Chester ridendo – ma per fortuna compensiamo con altre abilità-

Quando Eragon rimarginò l’intreccio degli alberi nel punto dove sorgeva il dirupo, i tre decisero di dedicarsi ad un piccolo pasto e poi di rimettersi in marcia. Per qualche minuto, poterono godersi un minimo di riposo.
-Bene… Non ci resta che individuare la galleria che conduce a palazzo…- Maya estrasse la cartina presa nella biblioteca dal suo sacco e la fissò – dunque… La mappa indica tutti i punti in cui sfociano le gallerie, ma il problema è che non vi è segnato il punto dove ci troviamo noi… Questa è una mappa antica ufficiale, mentre il dirupo è un’entrata “clandestina”, non dovrebbe esistere… Quindi…-
- Quindi finchè non troviamo la traccia non sapremo se la via che seguiremo sarà quella giusta…- concluse Chester.
- Esatto… E’ indispensabile trovare questa traccia…-
- E come faremo?- chiese Eragon – insomma, che tipo di traccia è?-
- Dovrebbe essere come una linea guida…- i tre si fissarono per un momento, prima che Maya si issasse in piedi – su! Mettiamoci a lavoro… Inizieremo invocando la magia…-

E così i tre provarono per un giorno intero, ma nulla sembrava funzionare.
-Non ci siamo…- disse Maya lasciandosi cadere su di una roccia – stiamo tralasciando qualcosa… Credo che dobbiamo metterci nei panni di questo cavaliere, che voleva rendere visibile questa traccia solo ad un elfo proveniente dalle rose…-
- Deve essere qualcosa che il nemico non è in grado di pensare…- disse Eragon.
- Già, ma cosa? Cos’è che non è capibile da un uomo delle orchidee? L’amore forse?-
- Mmmm, no…- riflettè Chester – anche un abitante delle Orchidee può provare amore… Dev’essere uno stratagemma che può utilizzare solo un abitante delle rose, qualcosa che ci caratterizza, qualcosa che ognuno di noi sa fare… Ma che cosa?-
Maya ci pensò a lungo, così come tutti gli altri, ma nessuno trovò la risposta. Andarono a dormire pensierosi, il sonno fu leggero per tutti.
E poi, nel cuore della notte, a Maya arrivò la risposta.
Ai bambini delle rose, sin da piccoli viene imparato come affrontare la paura del buio, perché le rose era un paese di luce ed ogni bambino doveva essere in grado di domare il buio con la propria luce. Il metodo usato era semplice: veniva insegnata loro una canzone elfica in dialetto delle rose e questa doveva essere cantata a voce alta in qualsiasi condizione di buio essi si trovavano. La canzone, li avrebbe guidati nel buio, li avrebbe guidati tramite la luce…
-Ho la risposta!- disse alzandosi di botto, svegliando gli amici dal sonno leggero – ho la risposta!- ripetè invocando la luce tramite la magia.
- Aghh…- sbadigliò Chester – illuminaci…-
Maya spiegò loro la sua intuizione e Chester le fu subito d’accordo.
-Hai ragione, Maya! Dobbiamo provare, questa volta sento che ci siamo…-
Così, Eragon si mise di lato ed aspettò che i due intonassero la canzone.
Maya e Chester si presero per mano, chiusero gli occhi e lasciarono che le energie fluissero tra di loro ed al di fuori di loro. In quel momento sentirono scorrere un legame fraterno intenso, si sentirono veramente come fratello e sorella.
Quando le labbra si schiusero, Eragon udì un suono dolce, delicato, profondo… Era simile ad un sussurro e le parole apparivano indecifrabili per chi, come lui, era estraneo ai riti del regno. Come per magia, pian piano una nuova luce illuminò le mura della galleria, un fascio oro prese vita dalla superficie del lago, puntando con prepotenza l’entrata di una delle gallerie. Ce l’avevano fatta, la linea guida si formò parola dopo parola, guidandoli nel buio di quei cunicoli.
Il canto terminò subito dopo e Maya e Chester fissarono estasiati la luminescenza di quell’unico fascio oro.
-E’ bellissimo… - sussurrò lei.
- Già… L’abbiamo trovato, finalmente…- disse Chester.
- Non ci resta che seguire il suo percorso…-
Si guardarono negli occhi, consapevoli che da li in poi il cammino si sarebbe rivelato molto più insidioso e ricco di ostacoli.
Ma gli ostacoli erano un rischio della missione e tutti e tre erano pronti a superare qualsiasi ostacolo pur di raggiungere l’obiettivo.

Continua…

Non credo ci sia qualcosa da aggiungere... Boh...
Come potete capire ci stiamo addentrando nell'avventura... E chissà cosa accadrà nella tana del lupo...
Buona giornata!!
  
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