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Autore: Bangel Dreamer    02/05/2012    0 recensioni
Breve One-shot che non fa altro che descrivere la forte emozione che si prova durante una coreografia di cheerleading. I pensieri di una ragazza per rispondere alla domanda "Descrivi cosa provi quando sei in campo". Prima storia originale da me scritta. Dal testo:
"Un secondo, due, tre ed ecco un altro salto, l’ennesimo a gambe e braccia aperte. Arrivata ad una certa altezza, tutto si chiude e ruoti su te stessa almeno quattro volte per poi ricadere tra le braccia di tre persone. Non hai il tempo di respirare, di riprenderti o di dire che ti fa male la testa, anche perché ormai ti ci sei abituata. Socchiudi gli occhi, ti pieghi in avanti e poi rialzi la testa con il solito sorriso sornione"
Genere: Generale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve, questa è la mia prima One-Shot Originale. E' semplicemente una descrizione delle numerose sensazioni che si possono provare durante una coreografia, vedendola da partecipante e non da spettatore. Qualcosa di rapido, intenso e ... soddisfacente. Spero sia di vostro gradimento e, in caso vogliate lasciare una recensione, ne sarei molto lieta. Che sia positiva o meno, accetto le critiche costruttive e spero di riceverne in modo da migliorare ogni giorno il mio stile di scrittura ancora instabile ed in fase di cambiamento. Grazie mille per l'attenzione,

Bangel Dreamer/Angela.

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" Che cosa provi quando sei in campo? Quali sono le tue sensazioni? Descrivimi una delle coreografie che hai eseguito con più piacere!" 

Niahm, occhi blu come il colore dell'oceano, capelli biondi tenuti in riga da un elastico nero all'estremità del capo in una coda alta ed ordinata. Un po' di gelatina sta ad ordinare i ciuffi ribelli ed una leggera matita nera è posata sulle palpebre, per decorare il viso. Indossa semplicemente una tuta blu, l'ufficiale della squadra di Cheerleader di quella scuola in Sud Carolina. Le labbra sottili si schiudono mentre, ad occhi socchiusi e stringendo un lembo della divisa che ha tra le mani, riaffiorano alla mente leggiadri ricordi di quell'esibizione del 20 Settembre 2011. A voce chiara e con gli occhi lucidi, Niahm non fatica a descrivere ogni suo singolo movimento durante quella emozionante coreografia:
 
"Più in alto, sempre più in alto. E’ quella la sensazione: volare nell’enorme distesa blu che si estende al di sopra degli occhi.
Concentrarsi. C’è bisogno di concentrazione, ogni minima frazione di secondo è segnata da un minuscolo movimento ed in caso di distrazioni si può cadere nel posto sbagliato.
L’aria che scosta i capelli legati in una coda alta, poi uno scatto. Qualcosa si muove e come una molla torna indietro in un solo secondo. Gambe piegate, gambe tese, di nuovo piegate verso il petto. Poi l’atterraggio, entrambi i piedi distanti almeno tre centimetri dalla linea disegnata sul prato fresco, piegamento in avanti e su, braccia in aria e sguardo fiero ed orgoglioso.
Dietro di te due persone, alla tua sinistra cinque ed altre cinque a destra. Una ruota in avanti e finalmente seduta per terra. Il sorriso stampato sul volto è finto quanto quello di una bambola,ma non è lì solo per soddisfare chi ti ha tra le mani. Scatto e capriola all’indietro.
Di nuovo in piedi. Le scarpe bianche sono leggermente macchiate di fango, la minigonna si agita ad ogni passo ed ecco che, nell’arco di un respiro, sei di nuovo in capo al mondo.
E guardi tutto da lì, il pubblico e le altre che compiono movimenti attorno a te. Giù. Un secondo, due, tre ed ecco un altro salto, l’ennesimo a gambe e braccia aperte. Arrivata ad una certa altezza, tutto si chiude e ruoti su te stessa almeno quattro volte per poi ricadere tra le braccia di tre persone.
Non hai il tempo di respirare, di riprenderti o di dire che ti fa male la testa, anche perché ormai ti ci sei abituata. Socchiudi gli occhi, ti pieghi in avanti e poi rialzi la testa con il solito sorriso sornione. Corri verso l’angolo in basso a destra, sei in fila dietro altre cinque ragazze ed è solo quando arriva il tuo turno che, con cinque ruote ed un doppio avvitamento, ti rialzi e continui la camminata che tutto sembra tranne che una tranquilla sfilata di moda.
La coreografia continua, ricordi che devi essere in posto sei, posto due ed infine di nuovo al centro, per essere sollevata in aria. Per la terza ed ultima volta. Un’emozione unica quando ti accorgi che, tutti allo stesso tempo, state mettendo insieme il breve balletto. Contemporaneamente.
Quindici persone che suonano lo stesso strumento all’unisono, quindici palloni da basket che rimbalzano nello stesso preciso istante sul pavimento della palestra, quindici braccia alzate e riabbassate in sincrono. Ed ecco che arriva il momento, l’ultimo momento. Quello in cui, con la testa calata, dovrai saltare su e restarci più di due secondi.
Per qualche inspiegabile legge della fisica, se un corpo viene lanciato in aria ricade per terra poco dopo. Ormai abituata a contare i secondi mentalmente, ci sei. Uno, due, tre e quattro, cinque e poi su. Così come prima, ti rialzi nel cielo.
Cercando di non distrarti ad osservare com’è dall’alto, anche perché è più che ovvio che ci sia pochissimo tempo, esegui i movimenti rapidissima e vieni ripresa da sei braccia tese in avanti.
Posa finale, tre sedute sul pavimento, cinque in piedi, una persona per ogni lato ed infine tu ed altre due persone, infondo al campo, in una posa da superstar che proprio non si addice a certe atlete. Fine.
Grida del pubblico, le vostre grida, le grida della Capitano che ha fatto tanto affinché quella coreografia andasse bene e l’emozione che ti assale ad ogni respiro irregolare.
Ogni volta è un’emozione diversa che però tutte vi accomuna. Soddisfazione

Un enorme applauso da parte dell'intervistatore e delle poche persone che stanno assistendo all'intervista, uno sguardo verso la Capitano ed un sorriso. 


  
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