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Autore: Cinammon    02/05/2012    1 recensioni
Ragazze, questa è la mia "prima" ff. Spero vi piaccia. E' un pò lo sfogo dei miei film mentali, la protagonista sarei io, Lucia. E' un pò malinconica nei capitoli che seguiranno. Ma spero non mi scartiate a priori, potrei sorprendervi.
PS: Non preoccupatevi, questo è un pò il prologo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Non amavo la scuola, quale diciassettenne la ama? In pratica ero l’opposto di mia sorella. Lei era più un tipo “intellettuale” sempre con una spiegazione scientifica da mostrarti. Era impeccabile. Aveva i capelli neri molto lunghi, le arrivavano fino ad i fianchi, due occhi neri, e labbra molto carnose. Questa era lei, tralasciando la sua perfezione, era la figlia perfetta ,diciamolo, molte volte era insopportabile. Forse a causa del nostro carattere così diverso non andavamo d’accordo. Io ero quella a cui non piaceva la scuola, insomma, quella che ai tempi d’oggi sarebbe diventata una disoccupata. Ma sapevo di poter trovare una soluzione a questo, intanto mi godevo la vita, al posto di passarla sui libri. Pensavo mi sarebbe bastata la matematica delle elementari, quella dove se ci sono le divisioni ti và anche bene. E quando mi sentivo abbastanza ispirata, andavo in garage a dipingere.
Ma ora dovevo correre a scuola.
Come al solito, mi fermai al bar, per prendere il mio cornetto.
-Desidera?- Disse la solita cameriera, che ogni mattina mi vedeva entrare, e mi faceva sempre la stessa domanda, nonostante rispondessi sempre la stessa cosa.
-Un cornetto alla nutella, grazie.-
-Arriva subito. – Rispondeva sempre in modo gentile.
Scorsi la mano sulla mia tracolla, e presi il cellulare che vibrava.
“Lucia, sono 20 minuti che ti stiamo aspettando, dove cazzo sei?”- Era un messaggio di Milena, come al solito la gentilezza non era il suo forte, era un po’ come me, perciò litigavamo spesso, molto spesso.
“Ho detto che sto arrivando, me lo date il tempo di svegliarmi, uscire da casa e arrivare?Un po’ di pazienza!”-
-Signorina, ecco il suo cornetto.-
-Grazie.-
-Sono un’eu..- Non la lasciai finire che gli diedi i soldi e me ne andai.
Arrivai sotto “La Scala” Un’accademia di danza, dove erano iscritte le mie amiche, era diventato un po’ un luogo di ritrovo.
-Ma sei cogliona lucì? Sai cosa cazzo hai fatto ieri? Non ti trovavamo più!- Disse Milena.
-Eri sparita, ma perché? Cosa è successo? – Continuò Jasmine, con aria molto preoccupata.
-Se ti abbiamo inviato tutti quegli sms è perché in discoteca hai fatto un po’ la puttana lo sai sì?- riprese Milena, come al solito.
-Cosa? Oh cazzo, cazzo, cazzo!E ora? Ma belle amiche, potevate portarmi via quando avete visto che bevevo? Dio! Lo sapevate che ero ubriaca.- Dissi cercando di giustificarmi.
-Lo avremmo fatto se non fossi immediatamente sparita!- parlò finalmente Andrea.
-Comunque, non è andata a fondo la cosa, si è trattato di qualche bacio non preoccupatevi, questo lo ricordo! Quel coglione voleva approfittare di me da ubriaca, ma gli ho tirato la borsa in testa e sono scappata. Oggi sperate che Daniel non mi incontri!- Dissi.
-Menomale, ma Daniel?! Lui è il solito stronzo, lo sapevo fossi finita con lui, ti ha tenuto gli occhi addosso tutta la sera.-
-Sentite STOP, ok? NON ABBIAMO FATTO NULLA, PERCHE’ L’HO COLPITO BASTA CAZZO!-
- Aggressiva anche da ubriaca eh?- Rispose Andrea, con la sua solita battuta sempre pronta.
- Stai attenta a Daiana e le sue amichette oche, ieri ti hanno visto, e lo avranno raccontato a mezza scuola..!- Esclamò Jasmine, era sempre così protettiva.
-Ma quanto sono coglione quelle?Io le odio, con tutta me stessa. Basta, ne ho abbastanza andiamo a scuola.- Cercai di sviare l’argomento, era iniziata la giornata, che già ero di cattivo umore.
Il tragitto non fù molto lungo, arrivammo in fretta  a scuola, giusto in tempo, per avere tutte le occhiate puntate su di me, e poi si ci mettevano anche le risate e le bisbigliatine. Vidi Daniel, che camminava a passo veloce, quasi per non farsi notare da me.
-SEI UNO STRONZO! CAZZO TI PERMETTI A SCOPARTI LE RAGAZZE UBRIACHE COGLIONE!? MA NON TI VERGOGNI? GIURO, CHE SE CI PROVI UN’ALTRA VOLTA, TU NON TE NE VAI VIVO DA QUESTA SCUOLA DANIEL JOSH DE SANTIS! IO NON ABBOCCO, MI SPIACE!- Dissi tutto d’un fiato, mollandogli uno schiaffo con tutta la forza che avevo in corpo. Gli rimase l’impronta rossa della mia mano per tutto il giorno, avrei dovuto tirare più forte pensai. Le mie amiche mi guardavano soprese, con aria un po’ preoccupata e si avvicinarono a me. Quando, come se non bastasse si avvicinò Daiana con le sue amichette.
-Tu non abbocchi? Ahahahhaha, ma se lo sanno tutti che te lo sei scopato!- Si impegnò a dire, con una risata sguainata.
-Senti, Daiana, non sai di cosa stai parlando ok? Se tutti sanno qualcosa di NON VERO e perché tu e le tue lecchine personalizzate l’avete raccontato in giro. Sai anche che tutti sanno che siete specializzate nel raccontare minchiate? Ah, forse questo non lo sapevi, gli altri sono troppo impegnati a leccarti il culo per informartene no?-
-Ma smettila su! Lo sanno tutti ciò che è successo. Oppure vuoi che te lo racconto io?- Rispose lei, cercando di spostare gli sguardi su di me, come se non ci fossero già. Era così irritante sentirla parlare, non faceva altro che innervosirmi.
-MA COSA CAZZO SANNO? CHE DANIEL HA CERCATO DI ABUSARE DI ME? TI HO DETTO DI NON PARLARE DI COSE CHE NON SAI STRONZA.- Le mollai un’occhiataccia, e con la faccia rossa, colma di rabbia me ne andai a testa alta. Non avrei dovuto dirle quello che era successo ma mi è uscito così, senza pensarci. Le mie amiche spalancarono gli occhi, in prova di dissenso, si avvicinarono a me, e in tutto il corridoio findò il silenzio, persino Daiana tacque di parlare. Lasciai tutti a pensare a ciò che dicevano, speravo avessero capito come fossero superficiali. Corsi in bagno, e mi chiusi a chiave. Iniziai a piangere, così forte, in modo così violento. Non piangevo mai davanti a nessuno, ma non riuscivo più a trattenere nulla, quelle parole di Daiana, furono la goccia che fece trabboccare il vaso. Dopo quasi una mezz’oretta, il tempo buono per far sparire tutti dal corridoio, uscii dal bagno, e mi fiondai davanti gli specchi. 

 

**
Ok. Sò che state aspettando che io parli degli One Direction, e nel prossimo capitolo accadrà non preoccupatevi. Dovete solo pazientare, e scrivermi almeno 3 recensioni Vi prego çç
Nel prossimo capitolo ci sarà una svolta.
Ciao C:

  
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