Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _twobananas    02/05/2012    15 recensioni
«Passare un'intera estate lontano da casa non sarà molto facile. Specialmente perché si deve convivere con degli zii ficcanaso. E specialmente con un cugino, il cosiddetto 'Louis Tomlinson'.»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



PROLOGO


«Mael, per favore. E' un'intera estate, non puoi lasciarmi sola con quei marmocchi dei miei fratelli. Ti prego, Emme..»
«Jeanette, se fosse per me rimarrei qui.. non posso farci nulla» sospirai, piegando accuratamente gli ultimi maglioni ancora nell'armadio «Te lo ripeto per l'ennesima volta, i miei festeggiano il quindicesimo anno di matrimonio proprio quest'estate e vogliono festeggiare fuori, quindi spediscono me e i miei fratelli a casa di mia zia Ann, a Londra. Non posso farci nulla»
Sistemai finalmente l'ultimo paio di jeans nella valigia, ricontrollai l'elenco con tutte le cose da portare, e segnai col pennarello nero una x accanto alla parola 'vestiti'. Dentifricio, spazzolino e snacks e la valigia sarebbe stata pronta.
«Ma sono quattro mesi, Mael» piagnucolò, gettandosi a peso morto sul mio letto, accanto a me e la valigia.
La porta emise un cigolio, si aprì lentamente ed entrò la mia sorellina, che trotterellò dentro e si appollaiò sul tappetino di fronte a me, guardandomi con sguardo dolce con i suoi enormi occhioni verdi.
Scoppiai a ridere, la presi per la vita e la poggiai dolcemente sulle mie gambe.
«Mi telefonerai ogni giorno, vero?» mormorò Jeanette.
«Ogni ora» sorrisi, stringendo Ellen a me.
Di scatto, Ellen iniziò a gesticolare e a brontolare qualcosa, la presi e la misi a terra, cercando di capire ciò che avrebbe voluto comunicarmi.
«Pitta pitta pitta!!» cominciò a urlare, saltellando energicamente su un piede.
«Ah, hai fame» ridacchiai, mi voltai verso Jeanette «Scendo un attimo in cucina»
Scesi frettolosamente le scale, corsi al pianoterra e in cucina e aprii il frigo apparentemente vuoto, ma in realtà straripante di piccoli pacchettini avvolti da carta da regalo azzurra, cioè le scorte di cibo che avremmo dovuto portare con noi e che ci sarebbero potute essere utili durante il lunghissimo viaggio.
Sul fondo del frigo, mezza spiaccicata sulla mensola, c'era un trancio di pizza margherita con tanto di wrustel e patatine, avvolta per metà nella carta argentata.
La presi e salii a due a due i gradini, facendo ben attenzione a non far cadere qualche mollica a terra - dato che a mia madre era venuta la brillante idea di lavare e spolverare l'intera casa, per poi trovarla come un gioiellino quando sarebbe tornata a settembre.
«Tieni» mormorai, porgendo il trancio di pizza alla bambina, che con occhi sognanti la fissava come fosse oro.
La prese e cominciò a ingurgitarla rumorosamente, manco non avesse mangiato da una settimana, quando proprio quella mattina aveva divorato ben due ovetti kinder, dentro i quali aveva, tra parentesi, trovato due pupazzetti di Willy il Coyote.

Poi squillò il telefono, giù in cucina, quindi fui costretta nuovamente a scendere di corsa le scale e correre come fossi alle Olimpiadi verso la cornetta grigia incollata al muro.
«Pronto?» dissi.
«Mael, sei pronta?» chiese mia madre, dall'altra parte della cornetta.
«Sono ancora le undici, mamma» sospirai.
«Diamine, Mael!» strillò «Non mi hai sentito stamattina, allora? Ti ho detto che dovevamo essere in aeroporto alle undici e trenta, quindi voi dovevate essere già pronti adesso. Preparatevi, zia è appena partita» e staccò.
Era già partita? Quindi, facendo velocemente qualche conto (sì, essere brava in matematica aveva qualche vantaggio), in meno di quindici minuti sarebbe già arrivata qui. E io ero ancora in pigiama, con la valigia ancora in preparativi.. dovevamo affrettarci, non c'era altro tempo da perdere.
Trotterellai per la seconda volta al secondo piano, bussai ripetutamente sulla porta della camera di mio fratello, che mi urlò uno strascicato 'che vuoi, fuori dai piedi'.
«Cambio di programma. Quindici minuti e partiamo» sospirai.
Si sentì un botto proveniente da dentro, e un attimo dopo un biondino scompigliato, ancora avvolto dal pigiamone a righe blu e bianche, mi fissava inorridito e nello stesso tempo stupito.
«Sbrigati» mormorai, riprendendo nuovamente a correre in camera mia.
«Cambio di programma» misi spazzolino e dentifricio alla menta in un borsellino, che infilai prontamente in valigia «Ellen, prendi i tuoi giocattoli e vieni qui. Muoviti» sistemai anche alcuni libri che avrei potuto leggere durante l'estate «E tu, Jeanette, chiama tua madre»
Mi sentivo più o meno un generale che dava una sequela di ordini ai propri soldati, ma avrei preferito piuttosto starmene a casa mia e subire il comando dei miei.
Pochi minuti dopo la valigia era già pronta, mia sorella aveva riempito un intero sacchetto della spesa di giocattoli e peluche, e mio fratello controvoglia passava il gel sui capelli.
Mi vestii alla velocità della luce, indossando un paio di jeans talmente stretti che mettevano in dubbio la circolazione del sangue e un top a bretelle rosso.
Jeanette mi stritolò in un abbraccio e mi raccomandò di chiamarla ogni giorno, ogni ora, poi prese le sue cose e scese giù ad aspettare la madre che l'avrebbe portata a casa.
«Sei pronto?» chiesi a mio fratello, rendendomi conto che mancavano soltanto due minuti circa.
Annuì, prese la sua valigia che aveva preparato la sera prima (perché non avevo seguito il suo esempio?) e tutti insieme scendemmo giù in strada. Da precisare che io, dalla fretta e dall'agitazione, caddi giù per le scale, sopra la valigia di Joe, che lui, tanto addormentato com'era, continuava a trascinare a mo' di trolley.
Chiudemmo a chiave la porta, come ci aveva raccomandato quell'assillante di nostra madre, e aspettammo nostra zia.
Pochi minuti dopo, di fronte a noi si parcheggiò una vecchia automobile rossa, un'antichissima versione della Yaris Verso risalente a più di trent'anni fa.
La portiera del guidatore si aprì e ne uscì una donna sulla quarantina, con lunghi e ricci capelli rosso-sangue, un viso colorito e allungato, tempestato di lentiggini, occhi vispi e leggermente sporgenti, di una particolare tonalità di nocciola.
Il suo corpo, robusto e possente, era avvolto da un leggero abitino blu a chiazze viola, smanicato, lungo quasi fino ai piedi – nascosti da enormi stivaloni marroncini -, e sul capo portava un grande cappello di paglia.
«Quanto siete cresciuti, ragazzi» abbozzò un sorriso, mostrando i suoi dentoni bianchi «Quanto sei cresciuta, Mael» mi si avvicinò e mi strinse in un caloroso abbraccio «E tu, come sei diventato grande.. ma ciao, piccolina, quanto sei bella»
Finite le presentazioni, ci informò che il viaggio sarebbe durato circa due ore e mezza e che, a casa, ci aspettavano zio Jonathan e la miriade di cugini che non conoscevamo neppure.
«Lì in macchina c'è vostro cugino Louis, che ci teneva davvero tanto a venire» sorrise.
Le mie guance diventarono rosse come un peperone ed ebbi un fremito: era Louis, quel Louis di cui avevo una cotta fin da bambina? Quel Louis a cui avevo dato il primo bacio a sei anni? E, soprattutto, quel Louis che faceva parte di una famosissima boyband che, proprio in quel periodo, stava spopolando in tutto il mondo?
La zia aprii con qualche difficoltà la portiera posteriore.
Proprio lì, acciambellato su un vecchio salvagente blu, c'era un ragazzino della mia età mezzo addormentato, con le cuffiette dell'mp3 nelle orecchie.
Doveva essere proprio lui, quel Louis Tomlinson.

- -


LEGGI, YO

non mi dilungherò molto, perché questo prologo era molto lungo come, appunto, prologo e credo che voi siate già molto stanchi. se avete letto tutto, vi dico veramente GRAZIE, perché ho messo tutto il mio impegno possibile per concluderlo.
spero vi abbia incuriosito almeno un po'; quindi, che vi costa lasciare una recensione, anche di poche parole? mi fareste
davvero molto contenta.
ok, grazie ancora,
vi voglio bbbene. -lu c:

Image and video hosting by TinyPic
  
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _twobananas