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Autore: Sarugaki145    02/05/2012    2 recensioni
Heiji correva a perdifiato, sentiva i polmoni lacerati dall’aria fredda di quel pomeriggio invernale, mentre delle gocce di sudore iniziavano a scorrere sulla sua fronte.
Dove poteva essere finita? Perché non era rientrata a casa dopo scuola??
Se solo quella mattina fosse stato più gentile, se solo non l’avesse ferita con quelle parole. La mente di Heiji continuava a ripensare a tutto ciò che era accaduto quella mattina, cercando una spiegazione di cosa poteva aver spinto Kazuha a sparire, ma più si sforzava più l’orribile sospetto che le fosse accaduto qualcosa di grave gli penetrava fin dentro le ossa.
Ma da ora non ti avrei più lasciata, sarei sempre stato con te, come il tuo angelo custode.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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_Your Guardian Angel_

 

Una strana sensazione accompagnò Kazuha a letto quella sera, come se avesse fatto qualcosa che non andava per niente bene senza esserne a conoscenza. Non dormì neanche bene, tormentata da quel pensiero, che si aggirava meschino nella sua testa, facendola crogiolare nel dubbio e non mostrandole dove avesse sbagliato.

La sera prima si era sentita veramente bene nell’abbraccio di Morita, mentre lui la consolava per colpa di quella testa di rapa di Heiji.

Heiji.

Argomento dolente quella mattina in cui si svegliò, ancora delusa per non aver ricevuto una sua visita il giorno prima, per vedere come stesse visto che si era categoricamente di rispondergli al telefono il giorno prima.

Voleva vederlo, voleva essere egocentrica per una volta nella vita, voleva che lui arrivasse con quell’aria crucciata, voleva gongolarsi vedendolo sorridere mentre gli assicurava che stava bene, osservando la sua fronte corrucciata distendersi felice nel vederla sana.

Ed invece  nulla, si era dovuta accontentare di quel amico che stava entrando sempre di più nella sua vita, facendole sentire sempre di meno la mancanza di Heiji ogni volta in cui si trovava con lui.

Amico?

Non sapeva come definire Morita in quel momento, non lo conosceva ancora abbastanza per potere avere un’idea precisa della sua persona, ma nonostante ciò quel ragazzo le piaceva parecchio.

Sbuffò sonoramente in mezzo alla strada verso la scuola che stava percorrendo sola, si passò una mano tra i capelli e gli scompigliò leggermente. Aveva troppi pensieri per la testa in quel periodo e non si riusciva a concentrare sugli studi come avrebbe dovuto. Quello era il suo ultimo anno di liceo e doveva passarlo a pieni voti per far essere soddisfatti di lei i suoi genitori.

Con quel pensiero per la testa si avviò verso la scuola più leggera, convincendosi che tutto andasse bene.

 

***

 

Rimase un po’ delusa non vedendolo quel giorno e neppure il giorno seguente ed iniziò ben presto a sentire la sua mancanza. Nella pausa pranzo del suo secondo giorno di assenza quindi Kazuha decise di andare da Manobu, uno dei migliori amici del ragazzo, per chiedere a lui come stesse.

-Si è preso una polmonite?-

Chiese Kazuha con voce stridula e stupita.

-Si, quel disgraziato è a letto con la febbre alta da due giorni e con una tosse che fa accapponare la pelle!-

Manobu rispose enfatico alla domanda della ragazza, agitando le mani e gesticolando come un forsennato, lei allora chiese curiosa:

-Ma come ha fatto a prenderla?-

Il suo interlocutore alzò le spalle e sbuffò, rispondendo poi:

-Non ho capito bene. Ho parlato solo con la madre, perché lui non vuole vedere nessuno a quanto pare, e mi ha detto che l’altra sera ha fatto tardi dopo il kendo ed è arrivato a casa sudato e distrutto, lasciandosi andare nel letto senza una parola. Il giorno dopo sua madre è andata li per svegliarlo e ha capito che aveva la febbre alta, visto quanto scottava. E lui non dice una parola! Vuole restare solo e risponde in malo modo a chiunque.. Non mi ha neanche fatto entrare in camera quando sono andato a trovarlo!-

Kazuha era esterrefatta. Quello zuccone del suo migliore amico era a casa con la polmonite da due giorni e lei lo scopriva solo ora, sentendolo da un suo amico.

Era pessima, veramente una pessima amica.

 

***

 

Si presentò davanti alla porta di casa sua subito dopo la fine delle lezioni, preoccupata come non mai della salute del ragazzo. Nelle ore pomeridiane non aveva fatto altro che pensare e ripensare a come potesse stare e al perché di quella chiusura verso il mondo.

E intanto quell’inquietudine che da un paio di giorni aleggiava dentro di lei continuava ad aumentare.

Bussò leggera alla porta, preoccupata di poterlo disturbare con il suono acuto del campanello e dopo poco la madre del ragazzo andò ad aprire.

Un sorriso si aprì sul volto della donna vedendo l’amica d’infanzia del figlio e subito la invitò ad entrare. Le due donne si sedettero in salotto e subito dopo i convenevoli Kazuha cinguettò:

-Ho saputo solo oggi da Manobu di Heiji! E’ grave?-

La donna sorrise rassicurante alla ragazza e con il solito tono comprensivo e tranquillizzante da madre rispose:

-Quella testa di calda di Heiji ne ha viste di peggiori. Non sarà una polmonite a farlo fuori, si riprenderà nel giro di una settimana!-

Il volto di Kazuha si distese evidentemente più rilassato, poi chiese:

-Ma come ha fatto? È proprio una testa di rapa ad andare in giro con questo freddo sudato dopo il kendo!-

La madre annuì pensierosa e rispose:

-Si, è stato un disgraziato a tornare a quell’ora tutto sudato, ma a quanto pare non si è fermato più del dovuto in palestra, il custode mi ha assicurato che è uscito tutto di fretta al solito orario.-

Le due donne si guardarono per qualche secondo rimuginando sulla situazione, poi Kazuha, timidamente, chiese:

-E lui non vuole dire dove sia stato?-

La madre scosse la testa mortificata e commentò:

-Macché! Ogni volta che io o suo padre cerchiamo di incanalare l’argomento lui si arrabbia e rimane zitto, mentre sul suo volto si dipinge una tristezza infinita. Detto tra noi, speravo che tu passassi Kazuha. Di solito hai un effetto benefico su di lui, lo rendi più di buon umore di quanto tu possa immaginare. Quindi spero che con te abbia voglia di parlare, sempre che a te vada bene.-

La ragazza sorrise annuendo, sentendosi onorata di fare quell’effetto al figlio. Le due donne, quindi, si alzarono e si diressero verso la camera del piccolo Hattori. Shizuka bussò piano alla porta della camera, aprendola poi e mormorando:

-Tesoro, è venuta a trovarti Kazuha, posso farla entrare?-

La risposta che ricevette fece gelare il sangue nelle vene della ragazza. Una voce roca e bassa rispose acida:

-No, lei meno di tutti. Cosa non vi è chiaro nella frase “lasciatemi stare”?!-

Immediatamente una forte tosse fece contrarre il ragazzo, che si girò nel letto mostrando le spalle all’ingresso e chiudendo così ogni contatto col mondo.

Subito la madre si scusò ed accostò la porta della camera del figlio guardando Kazuha mortificata.

-Non capisco cosa gli sia successo.-

Mormorò Shizune mentre scendeva le scale assieme alla ragazza.

-Mi sembra una persona diversa.-

Kazuha si fermò sulle scale incerta, avendo quasi la consapevolezza di essere stata lei a farlo cambiare così. Si congedò velocemente dalla madre del ragazzo, rassicurandola che presto sarebbe tornato il curiosone detective di sempre, e corse verso la palestra di kendo. Arrivò mentre i ragazzi uscivano dagli spogliatoi, felici di tornare a casa esausti dopo un  duro allenamento. Ne sentì due chiacchierare sulla sconfitta clamorosa di Hattori un paio di giorni prima, causata sicuramente dalla polmonite che l’aveva colpito. Si avvicinò a loro e chiese se sapessero dove Heiji fosse andato quella sera dopo l’allenamento e loro risposero che non ne avevano idea, ma che aveva parlato con uno del suo stesso anno prima di andarsene di corsa.

Kazuha li ringraziò e si diresse svelta dal diretto interessato.

-Hey Hiroya! Posso parlarti un momento?-

E chi non avrebbe parlato a quegli occhioni dolci dolci di Kazuha che lo guardavano imploranti?! Si diresse svelto dietro di lei, allontanandosi di qualche passo dal resto del gruppo.

-Dov’è andato l’altro giorno Heiji dopo gli allenamenti?-

Chiese la ragazza senza premesse ne mezzi termini. Le interessava quell’informazione e la voleva ora. Il ragazzo la guardò un po’ spiazzato, non sapendo bene se potesse rispondere o meno e che cosa fosse successo tra lei e il ragazzo e se si fossero alla fine incontrati quella sera, quindi decise di aggirare la domanda:

-Perché non lo chiedi a lui, scusa?-

Lei lo fulminò con lo sguardo e rispose parlando ad una velocità assurda e se il ragazzo non fosse stato molto concentrato sulla risposta non sarebbe riuscito a cogliere una parola di tutta quella spatafiata.

-Allora Heiji si è preso una polmonite perché è tornato la stessa sera degli allenamenti di kendo molto tardi, tutto sudato. Appena arrivato si è buttato sul letto e la mattina dopo sua mamma ha visto che aveva la febbre. In più ha una tosse che fa accapponare la pelle, te l’assicuro. Comunque non vuole vedere nessuno, nemmeno i suoi migliori amici! Quindi penso che quella sera dopo kendo sia successo qualcosa di veramente importante che l’abbia fatto diventare così!-

Il ragazzo la guardò con gli occhi sgranati e commentò solo:

-So che doveva andare a trovare qualcuno, non ha specificato..-

-Ma mi hanno detto che tu e lui avete avuto uno scambio di battute abbastanza lungo e che lui si è quasi messo ad urlare ad un certo punto!-

Ribatté pronta Kazuha, mentre i suoi occhi chiari si velavano di lacrime preoccupate per l’amico. Al ragazzo si strinse il cuore vedendo la ragazza di fronte a lui così disperata e subito rispose sincero:

-Ascolta Toyama io non so se quello che ti sto per dire ti farà star meglio, anzi.. Hattori quella sera mi ha detto che stava per venire a trovarti per vedere il perché non fossi andata a scuola quel giorno e perché non gli rispondessi al cellulare.-

La ragazza lo guardò con sguardo vuoto, iniziando a capire il perché di quel comportamento, iniziando a capire che quella sensazione nel suo stomaco fosse terribilmente fondata. Le lacrime negli occhi della ragazza iniziarono a scendere silenziose, mentre Hiroya la guardava con sguardo mortificato.

-Scusa Toyama, sei stata tu a chiedermelo, non avrei mai voluto ferirti!-

La ragazza gli sorrise e rispose:

-Non ti preoccupare, non è colpa tua! Anzi, è meglio che io l’abbia saputo ora da te che non da qualcun altro!-

Detto ciò se ne andò lasciando il ragazzo interdetto e senza una parola. La ragazza corse a casa e si chiuse in camera buttandosi sul letto.

Tutti i pezzi del puzzle tornavano.

“No, lei meno di tutti.”

Soprattutto ora poteva capire il significato di quella frase detta dal ragazzo.

Era colpa sua se Heiji si era preso una polmonite, era colpa sua se quel ragazzo era stato fuori fino a tardi, se non aveva voluto parlare con nessuno per due giorni.

Grossi lacrimoni le riempirono di nuovo gli occhi, si sentiva uno schifo.

Si addormentò di nuovo in mezzo alle lacrime, pentendosi amaramente di aver accettato quel invito a cena quella sera. Se fosse stata a casa allora lei e Heiji si sarebbero trovati e a lui non sarebbero successe tutte quelle cose.

 

 

*Angolo della disgrazia*

Questa volta sono fiera di me perché in meno di un mese sono riuscita ad aggiornare!!! :D :D

Ringrazio in particolare Sherry Myano e Rafxsulfusxsempre che hanno recensito lo scorso capitolo e mi hanno dato la carica per muovere il popò per scrivere questo!!

Spero di riuscire ad aggiornare in tempi per lo meno decenti perché con la prossima settimana inizio il periodo d’esame sommato al tirocinio..! :(

A presto!! (Mi auguro!! xD )

 

Sarugaki145__

  
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