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Autore: TurningSun    02/05/2012    4 recensioni
“Mia figlia ha detto che sei la zia più brava a fare le trecce.” Sorrise.
Lei alzò lo sguardo e gli passò una margherita. “Ho avuto una buona cavia”
-Questa storia ha partecipato al contest 'Leggi le figure' di MagenthaRigbie classificandosi al quinto posto e vincendo il premio Miglior Lettura dell'Immagine.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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**Braids, daises and forget-me-nots**

  

Baby slow down 
The end is not as fun as the start 
Please stay a child somewhere in your heart 
I’ll give you everything you want 
Except the thing that you want 
You are the first one of your kind.

(Original of the species – U2)


“Papà, guarda! Zia Ginny mi ha fatto le trecce!” Victoire urlò eccitata mentre mostrava orgogliosa le due trecce ornate da margherite e nontiscordardimé.
Bill sorrise e alzò lo sguardo verso sua sorella. Anche lei gli sorrise di rimando.
“Papà, ti piacciono?” chiese la bambina insistente.
“Ma certo, tesorino, sei bellissima. Anzi, più bella della mamma, ma non dirle niente!” le sussurrò all’orecchio.
Victoire lo guardò arrossendo, gli occhi le brillavano di felicità e le labbra si erano incurvate in un sorriso che anticipò una risata cristallina. Abbracciò il padre. “Non lo dirò a nessuno!”
“Bravissima! E ora vai dai tuoi cugini, ti stanno aspettando”
La bambina corse via e Bill si alzò dalla sedia per avvicinarsi alla sorella.
“Mia figlia ha detto che sei la zia più brava a fare le trecce.” Sorrise.
Lei alzò lo sguardo e gli passò una margherita. “Ho avuto una buona cavia”
 
“Ttupidi capelli!” borbottò Ginny concentrata a spazzolare i capelli della propria Lucy.
“Ehi, che succede?” chiese dolce Bill avvicinandosi a lei e abbassandosi, così da poterle parlare alla stessa altezza e guardarla in viso.
“Mia bambola ‘a i capelli butti” sussurrò lei con le lacrime agli occhi.
“Non mi sembrano così brutti. Sono dorati…” cercò di riparare il ragazzo, ma questo provocò una reazione opposta: Ginny si mise a piangere buttando via la bambola.
“Quetta bambola è butta! Non poscio mai falle le tecce perché sono capelli butti!” e iniziò a singhiozzare.
Bill la guardò un po’. In fondo, aveva solo bisogno di capelli migliori di quelli della bambola trovata per caso dal padre mentre girava per la Londra babbana.
Così le accarezzò i capelli e le sorrise “Che ne dici di fare le trecce ai miei capelli?”
Vide la testolina della sorella alzarsi e guardarlo con quegli occhioni arrossati.“D-davveo?”
“Certo! Mamma mi sgrida perché li ho sempre  in disordine. Se mi fai le trecce saranno bellissimi!”
Ginny smise all’istante di piangere e gli saltò in braccio. “Sei il fratellone più migliore del mondo!” rise.
Le baciò la fronte e la portò in salotto, sollevato per l’aver compiuto a pieno il suo dovere di fratello maggiore.
“No! Femmo! Devo prendere la spasciola! Perché sai, no sono molto beli i tuoi capelli” disse improvvisamente seria mentre scrutava i suoi capelli.
Bill non poté che trattenere la risata che aveva suscitato l’espressione professionale della sorella.
“Oh, hai ragione! Allora io ti aspetterò qui mentre tu vai a prendere tutto ciò che ti serve!”
E mise giù la bambina che corse via a prendere tutto l’occorrente.
Era proprio bravo come fratello maggiore.
 
Prese la margherita e la rigirò tra le mani.
Un’immagine gli tornò nella mente.
Si trattava di un pomeriggio di tanti anni prima, quando ancora frequentava Hogwarts.
“Ti ricordi quando mi mettesti una margherita tra i capelli perché dovevo uscire con Melinda Dawn e credevi fossi più bello?”
 “Oh, sì! Per me eri molto più bello in quel modo!”
Risero piano.
 
“Come sei carino!” Ginny entrò nella camera di Bill, il quale si stava aggiustando i capelli alla bene e meglio.
“Dici? Devo uscire con Melinda oggi” spiegò.“Come sto?” chiese lasciandosi guardare.
Lei lo scrutò da capo a piedi poi si avvicinò “I capelli sono brutti.”
Bill rise “E cosa mi consiglia la mia parrucchiera?”
“Le trecce!”replicò decisa.
“Ma non posso presentarmi ad un appuntamento con le trecce!”
“Ma sei più bello!”
Il fratello la guardò sorridendo poi si sedette sul bordo del letto. “Puoi farmi una treccia piccolina. Forse mi porterà fortuna.”
Ginny ,radiosa, saltò sul letto posizionandosi accanto a lui. Prese una ciocca di capelli da sopra l’orecchio destro e in pochi secondi li intrecciò perfettamente.
Guardò la treccia compiaciuta ma mancava ancora qualcosa. “Aspetta! Non muoverti!”
Bill non seppe come, ma in pochi secondi, la sorella tornò nella sua camera con un fiore in mano.
Lo posizionò sopra la treccia, incastrandolo tra i capelli.
Si allontanò e annuì entusiasta.“Ora sei davvero bello!”
Bill si guardò allo specchio. Aveva una margherita tra i capelli che faceva maledettamente a botte con l’orecchino di zanna di drago e il suo look.
 
“Ti devo confidare che quella margherita la diedi a Melinda.” sorrise Bill guardando di sottecchi la sorella, la quale prima si mise a ridere e poi finse di essere terribilmente offesa.
“Allora lo fai apposta!” rise Ginny incrociando le braccia sotto la seno.
“Mi ha portato fortuna! E poi, era l’inizio di una tradizione” dichiarò dolcemente.
Ginevra gli sorrise di rimando, capendo subito a cosa si riferisse.
 
“Posso entrare a visitare lo sposo?” chiese Ginny bussando alla porta di Bill.
Charlie la aprì e la fece accomodare “Hai visto che damerino?” rise prendendolo in giro.
“Voglio vedere come sarai vestito tu quando ti sposerai!” replicò Bill.
“Di questo non credo dovrai essere tanto curioso!”
Ginny lo guardò. Non ricordava di averlo mai visto tanto nervoso e felice nello stesso momento.
“Gli manca un tocco femminile.” Bill si girò per ammirare quegli occhi blu e sorriderle grato.
“Charlie, vai a cercare Fred e George? Non vorrei stessero importunando zia Muriel”
Il fratello uscì lasciandoli da soli.
Bill si mise automaticamente seduto sulla sedia dando le spalle a Ginny, che gli si avvicinò e prese a spazzolargli i capelli.
“Sei nervoso?”
“Credo di avere le gambe di burro in questo momento” ribatté chiudendo gli occhi.
“Hai bisogno di un buon portafortuna per arrivare all’altare allora!” prese una ciocca di capelli da sopra l’orecchio destro e li intrecciò in modo tale che la piccola treccia fosse nascosta dagli altri capelli, poi prese un nontiscordardimé e lo posizionò tra di essa.“Sai perché si chiama così?”
“No, tu lo sai?”
“E’ una leggenda. Si dice che mentre due innamorati si dichiararono il loro amore, avendo tra le mani questo fiore, lui accidentalmente cadde in acqua. Prima di morire, lui le urlò ‘Non ti scordar di me’.”
Bill la guardò non capendo a pieno le parole della sorella.
“Questo puoi darlo a Fleur.” Sorrise e Bill capì e l’abbracciò.
 
Un paio d’ore dopo, Ginevra guardava il fratello ballare con Fleur sulla pista da ballo.
Nessuno sapeva che era grazie alla treccia che suo fratello era riuscito a non cedere all’emozione mentre aspettava la sua futura moglie.
Nessuno sapeva che Bill diede il nontiscordardimé a Fleur mentre pronunciava le promesse nuziali.
Nessuno sapeva il perché del bouquet di margherite di Ginny che teneva tra le mani.
Nessuno sapeva il vero significato di quei gesti.
Nessuno, tranne lei e il suo fratellone.
 

 

*Fine*

 
 
Quinta classificata 

• Grammatica e sintassi: 6,9/10; 
Cavolo, sono arrivata quasi alla fine segnandoti solo un errore di battitura e poco altro, poi in fondo c'è stata una ricaduta! Ci sono un paio di periodi in cui il soggetto si perde perché non esplicitato quando dovrebbe, a cui ho tolto mezzo punto: 
Ginny lo guardò: si perde l'oggetto! Ginny guarda Charlie o Bill? Lo si capisce dal testo, che segue, ma stona perché porta ad un attimo di spaesamento 
“Hai bisogno di un buon portafortuna per arrivare all’altare allora!” prese una ciocca di capelli da sopra l’orecchio destro e li intrecciò in modo tale che la piccola treccia fosse nascosta dagli altri capelli: si capisce che è Ginny a parlare e ad intrecciare i capelli di Bill dal contesto, ma in questa frase si perdono i ruoli 
Poi hai fatto due errori grammaticali più grossi, a cui ho dovuto togliere un punto intero: 
Si dice che mentre due innamorati si dichiararono il loro amore...: qui il mentre suggerisce un periodo prolungato, dovresti usare un imperfetto “mentre i due innamorati si dichiaravano il loro amore” 
Nessuno sapeva che Bill diede il nontiscordardimé a Fleur mentre pronunciava le promesse nuziali: idem come sopra. Qua avresti dovuto scrivere “nessuno seppe”. Capisco che toglie del ritmo alla sequenza, ma non è italianamente corretto scritto così! 

• Stile: 8,4/10; 
Scritta bene, lo stile è scorrevole e di piacevole lettura. Ho apprezzato l'alternarsi di flashback con momenti contemporanei, anche se ci sono delle scorrettezze a livello temporale (vedi voce sui personaggi). I momenti sono ben calibrati, nulla corre troppo o troppo poco, quindi il ritmo complessivo è buono. Hai mancato un apostrofo (la aprì -0,05). 
Appunti stilistici: 
- "lo posizionò tra di essa": questa frase proprio non mi piace; non è scorretta, ma è un po' brutta poiché sa di gesto meccanico e duro, mentre qui parli di un fiore tra i capelli: meglio usare un “glielo infilò in mezzo”, o simili 

• Personaggio (caratterizzazione e coerenza): 8,5/10; 
Bill mi pare molto Bill, si avvicina molto all'idea che ho di lui. Ginny è ambigua: l'ho trovata ben caratterizzata e quasi sempre IC (soprattutto negli ultimi momenti), ma hai fatto un po' di confusione a livello temporale: tra Bill e Ginny ci sono 11 anni di differenza, quindi presumibilmente nel primo flashback Bill può avere 14/15 anni e Ginny 3/4, e ci sta come l'hai caratterizzata; molto diversa è la situazione del secondo flashback, dove Bill è un 17enne e Ginny una seienne che però si comporta già da ragazzina (insomma, da come la descrivi non le si potrebbe dare meno di dieci anni). Questa è la cosa che più mi ha lasciata perplessa, per cui non ti do un punteggio pieno. 

• Originalità: 9/10; 
Ho apprezzato molto la costruzione di un “linguaggio” tutto particolare tra Bill e Ginny che descrivi in questa storia. Lo trovo anche piuttosto originale, non tanto per la qualità del rapporto descritto (ho la stessa idea che hai tu a riguardo, e sono la prima ad avere scritto qualcosa in questi termini), quanto piuttosto della modalità che hai utilizzato per descrivere questa qualità. Il linguaggio dei fiori è un bel modo per parlare della crescita di un rapporto fraterno forte. L'immagine l'hai interpretata in modo esaustivo, e le hai dato un seguito interessante. 

Totale: 32,8/40 
  
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