Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Midori_    02/05/2012    4 recensioni
"E sembravano lontani i giorni in cui nessuno dei due avrebbe mai pensato all'altro in quei termini, i giorni in cui il loro futuro e il passato erano cose da dimenticare mentre il presente era da distruggere.
E' stato l'amore e le sue conseguenze ad averli, finalmente, cambiati."
Dedicata alle mie cugine, pestifere ed adorabili.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Audrey, Lucy Weasley, Molly Weasley, Molly Weasley Jr | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti di vita'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Di Routine e Mamme in Crisi





Molly Weasley adorava starsene seduta nella grande cucina, soprattutto di sera, quando suo padre leggeva il giornale pigramente e sua madre preparava la morbida cioccolata calda.
Amava quel silenzio sereno, quei sorrisi accennati, l'orologio che batteva il tempo, i gorgoglii vispi di sua sorella nel seggiolone e quel torpore serale che languidamente copriva tutti i presenti.
Ma quella sera, una normale e ordinaria, Molly Jr riuscì per un secondo a stravolgere il tranquillo  ordine della famiglia.
-Perché la mamma non è come le altre mamme?- domandò diretta a suo padre.
Sua madre quasi si rovesciò addosso la tazza di tè e cominciò a tossire.
Percy strabuzzò gli occhi e diede una pacca pesante alla moglie, che lo fissò irritato con gli occhi lucidi.
-Mi hai colpito spalla dolorante!- mormorò lei con un filo di voce e cercando di reprimere il nuovo giro di tosse.
-Ma perché questa domanda?- chiese il padre piegando con attenzione il giornale e cercando di ignorare le occhiatacce furiose di Audrey. -La mamma non ha nulla di strano.- intervenne.
-Ma la mamma non è come zia Hermione e zia Ginny.- replicò Molly appoggiando le mani sotto il mento.
Audrey alzò un sopracciglio e si avvicinò alla figlia. -Infatti la mamma è un'altra persona. Non può essere zia Ginny o zia Hermione.- disse scandendo le parole.
-Ma tu non mi porti mai in giro per negozi e non vuoi fare le torte con me.- piagnucolò la figlia.
La madre aggrottò la fronte e fissò il marito leggermente confusa. Percy scrollò le spalle e decise che era venuto il momento di fuggire, si alzò, prese in braccio la piccola Lucy e scappò al piano di sopra, certo che la moglie non lo avrebbe mai perdonato.
Le due si fissarono per quasi un minuto intero.
-Quindi vorresti una mamma come zia Hermione, una che ti porta a comprare vestitini o che fa centomila dolci carbonizzati o che si trucca e si mette la gonna?-
La bambina annuì contenta. -Sì!Come nei film del sabato pomeriggio!- esclamò indicando la porta che dava verso il soggiorno.
Audrey si diede della scema, era lei che aveva comprato quella televisione e aveva insistito così tanto con Percy. Insistenze che erano sfociate in una lite straordinariamente feroce che nemmeno dopo due settimane erano riusciti a dissipare del tutto.
-E perché? Non ti piace la tua mamma?- domandò incerta Audrey cercando di reprimere la nota triste nella sua voce.
Molly ci pensò su qualche secondo prima. -Ma tu mi obblighi a fare cose noiose e brutte!-
La madre spalancò gli occhi. -La scuola non è noiosa, la scuola è obbligatoria. Se non ti piace andare a lezione di pianoforte basta dirlo. Se non ti piace giocare al parco e sporcarti di fango, non ci andremo più.- disse cauta Audrey. -Ma la tua mamma non si metterà mai la gonna e non cucinerà mai ventimila torte perché non è nel suo carattere e perché lavora- concluse alzandosi dal tavolo e raccogliendo i vari bicchieri e tovaglioli.
Molly sbuffò sonoramente ma non disse nulla.
Audrey sistemò la maggior parte dei bicchieri nel lavello. -Che ne dici se andiamo a letto? E' tardi e domani pomeriggio si va dai nonni.-
La figlia scese senza difficoltà dalla sedia e prima di salire le scale, strinse in un abbraccio caloroso i fianchi della madre. Audrey sorrise e si chinò per stritolarla per qualche secondo e poi le baciò la testa rossiccia. -Ti voglio bene, lo sai piccola Molly?- le sussurrò.
La bambina ridacchiò e le lasciò un bacio umido sulla guancia. -Anch'io ti voglio bene mamma, anche se non sei come le altre,sei la mia mamma.- le disse prima di salire le scale e molto probabilmente infastidire Percy per la buonanotte.


Una volta pulito i bicchieri, sistemato velocemente la cucina, Audrey si trascinò improvvisamente stanca sul divano del soggiorno, cercando di reprimere le lacrime di rabbia e stizza che minacciavano di venir fuori.
Sono una così pessima madre?
Era quello il pensiero che fin dal giorno in cui la tenne in braccio per la prima volta, quella vocina la tormentava e la derideva.
Non si accorse nemmeno dello sguardo perplesso di Percy.
-Te la sei presa.- le disse sedendosi accanto a lei e abbracciandola.
Un primo momento Audrey fece resistenza, ma poi si abbandonò fra quelle braccia che in diverse occasioni l'aveva cullata.
-Sono una pessima madre. Mia figlia mi odia.- sentenziò stringendo un poco più la presa.
Percy ridacchiò. -Parla la donna che sta sveglia giorno e notte per cucire il suo costume di carnevale o che la scorrazza al cinema per ogni cartone animato e che gli cucina sempre il pollo speziato.- le baciò la tempia e scostò i ciuffi biondi. -Sei una madre fantastica Aud, l'ho sempre pensato e mai smetterò di farlo.-
-Questo è quello che pensi tu, ma Molly, l'hai sentita, no? Vuole una mamma più tradizionale.- si lamentò lei.
Percy la scostò lentamente per scostarle i ciuffi ribelli e guardarla negli occhi. -Qualunque cosa tu dica, tu rimani sua madre e lei ti adora, è solo l'età.- bisbigliò lui. -Si vuole ciò che non si conosce.-
Audrey annuì appena e si sistemò meglio fra le sue braccia. C'era dei giorni in cui l'amore, alcune volto sopito dalla vita quotidiana, dagli impegni lavorativi e dalle bambine, ritornava forte e prepotente.
Bastava un suo sorriso sghembo o vederlo mentre si sistemava puntigliosamente la cravatta e il colletto della camicia, o quando esasperato dalla sua mancanza di grazia la fissava sgomento.
Bastavano le sue parole, alcune volte sagge, altre volte noiose, per innamorarsi di nuovo.
Dopo qualche minuto di coccole e baci leggeri salirono in camera, entrambi assonati ed esausti per la lunga giornata vissuta.
-Credi che riuscirai domani a venire dai tuoi?- gli chiese Audrey mentre s'infilava sotto le coperte fresche.
-Ma tu non hai mai freddo?.- le domandò inutilmente vedendo sua moglie infilarsi nel letto con solo una canottiera scura e comuni pantaloncini corti. Era una domanda che ormai lo tormentava da quasi dieci anni. -Comunque sì, dovrei essere alla Tana subito dopo pranzo.-
Audrey si avvicinò per baciarli rumorosamente una guancia e levargli gli occhiali di corno. -Che prode cavaliere!- esclamò lei ridendo con lui.

Anche se erano assonati e stanchi, i loro corpi non riuscirono a non amarsi di nuovo, protetti dalle coperte e dalle mura del loro piccolo mondo.
E sembravano lontani i giorni in cui nessuno dei due avrebbe mai pensato all'altro in quei termini, in cui entrambi si punivano sadicamente per i sensi di colpa, i giorni in cui il loro futuro e il passato erano cose da dimenticare mentre il presente era da distruggere.

Il tempo e gli anni, direbbero alcuni, hanno colmato di balsamo i loro cuori spezzati.
Altri parlerebbero di comprensione.
Audrey e Percy direbbero che è stato l'amore e le sue conseguenze ad averli, finalmente, cambiati.




{Fine}





[E' una one-shot nata senza un reale motivo e ora che ci penso non ha nemmeno una vera trama. Per chi sta leggendo la mia Long “Noi-Due Rette Parallele deve sapere che questa storia va collocata anni e anni dopo, fra i vari epiloghi e mezze storie che pubblicherò settimana dopo settimana. Quindi sostanzialmente si tratta della “stesso” Perce e della “stessa” Aud della Long.
Un saluto a tutti, lettori e recensori,
Midori_]




   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Midori_