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Autore: kogarashi    03/05/2012    4 recensioni
La sera del ballo fu la sera nella quale la mia vita cambiò radicalmente. La mia vita, la mia casa, la mia famiglia, i miei affetti, il mio amore…tutto mi fu portato via nel giro di pochi istanti, durante una serata che si prospettava sin dall’inizio carica di agitazione e di fermento.
Ma non di quel fermento e di quell’agitazione che fanno da sfondo a qualsiasi festa, no, i sentimenti che sfociarono in quella serata furono molteplici.
Allegria, gioia, contentezza…
E poi...
Dolore, disperazione, morte.
E poi il buio.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ash, Misty | Coppie: Ash/Misty
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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As the pain stayed the same
I'm going to haunt them down all the way
I made a promise
To revenge his soul in time
One by one they were surprised


THE PROMISE



Non so quanto tempo passò da quando le spalle di Ash sparirono all'orizzonte in piena tempesta, ma rimasi li, ferma per tutta la notte, continuando a fissare quel punto, come se in qualche piccola parte del mio cuore, serbassi la speranza di rivedere la sua sagoma riapparire e tornare da me.

“...perchè?”

Ormai aveva quasi smesso di piovere. Me ne resi conto perchè il freddo pungente dei vestiti bagnati contro la pelle iniziava a darmi fastidio, mentre un leggero vento iniziava ad alzarsi, facendo scuotere lievemente il mio corpo. E forse, in parte, quei tremori non erano a causa del freddo. Ma delle lacrime che cercavo con tutta me stessa di tenere a freno.

“Misty! Che ci fai qui fuori? Rischi di prenderti un malanno!”

Geremy. Il suo senso di protezione era pari a quello di un fratello, solo con sentimenti più profondi.

“Non preoccuparti, va tutto bene” risposi voltandomi appena verso di lui e accennando una sorta di sorriso di circostanza “...come sempre” aggiunsi.

“Vieni, devi scaldarti...anzi no, prima devi cambiarti! Sei fradicia” disse prendendomi per mano e facendomi strada nella sua tenda. Jared probabilmente era ancora nel mondo dei sogni. Sentivo il suo russare fin da li.

Non ero mai entrata nella tenda di Geremy, non che ci fosse chissà che dentro, ma era comunque accogliente per essere la tenda adibita ad un ragazzo.

“Grazie” dissi quando mi allungò una coperta, obbligandomi a sedermi su alcuni strati di paglia e versando del te caldo dentro una tazza tirata fuori da una piccola scatola di legno piena di polvere.

“Allora, spiegami cos'è successo? Dov'è finito quel tipo?”

“Ash” puntualizzai io quasi irritata.

“Si come vuoi. Allora, dov'è finito quell'Ash”

Roteai gli occhi, non poteva proprio soffrirlo eh? Sospirai bevendo un sorso della bevanda, fermandomi poi a fissare i cerchi liquidi dentro di essa.

“Se n'è andato” risposi afona, guardando il vuoto e ripercorrendo gli ultimi avvenimenti dentro la mia testa, costatando quanto avessero fatto male le sue parole.

Geremy mi osservò per alcuni istanti, spostando lentamente lo sguardo dal mio e volgendolo verso l'uscita “...cos'hai intenzione di fare?”

Quella domanda mi prese alla sprovvista e gli fui grata. Al contrario di chiedermi cosa fosse accaduto, o per quale motivo mi trovassi in quelle condizioni, si limitò a chiedermi semplicemente cosa volessi fare. Gli sorrisi con dolcezza.

“Sei davvero un amico”

“Cos...?” arrossì imbarazzato alle mie parole e la dolcezza che provavo nei suoi confronti aumentò, così come anche il mio senso di colpa “...perdonami” dissi alzandomi.

“Per cosa?”

“...perchè andrò a cercarlo. Non ci riesco. Nonostante tutto non riesco a fare a meno di lui”

“Ma lui!”

“Lo amo! Ed è l'unica cosa di cui sono sicura in questo momento”

Si alzò, abbassando la testa una volta di fronte a me.

“...lo capisco...ed è per questo che qualsiasi cosa tu deciderai, io rimarrò al tuo fianco”

“Grazie Geremy” risposi, prendendogli il palmo della mano e posandoci sopra la tazza che mi aveva dato poco prima “Ti voglio bene”

Mi voltai uscendo dalla tenda, rendendomi perfettamente conto che ora, qualsiasi cosa decidessi di fare, il mio rapporto con Ash era ormai destinato a morire. Ma nonostante tutto volevo provare. Provare a riportarlo indietro. Perchè per quanto odiassi ciò che aveva fatto ai miei genitori, lui, in quel momento, era la mia famiglia.

“Jared!” dissi con tono risoluto, mentre l'uomo che dormiva nella tenda accanto a quella di Geremy scostava un lembo di tenda, guardandomi con lo sguardo di chi è ancora nel mondo dei sogni.

“Andiamo in guerra”


*


Non seppi come ebbi la forza di mettermi la maglia di ferro e le restanti parti dell'armatura, ma ogni pezzo che indossavo, era come un macigno che andava a sommarsi al peso che sentivo dentro.

“...perchè siamo arrivati a questo Ash? Perchè?”

Uscii dalla tenda ritrovandomi davanti Jared e Geremy con gia i cavalli sellati pronti alla partenza, insieme ad alcuni cavalieri che con molta probabilità, Jared aveva chiamato in rinforzo.

Non riuscii a proferire parola, mi limitai a tenere lo sguardo basso e salii sul cavallo che nitrì appena sotto il mio peso, presi con decisione le redini, dandogli un piccolo colpo con i talloni e partimmo alla volta del regno del padre di Ash.

“Sei sicura di ciò che stai facendo?”

“Si”

Continuavo a ripetere a me stessa che no, non mi sarei tirata indietro, non stavolta. Anche se la posta in gioco non era più la vita di qualcuno.

Era il mio cuore.

Cavalcammo per molte ore prima di giungere ai sentieri sterrati che caratterizzavano la tundra di quel luogo. Aleggiava una foschia strana, quasi inquietante. Poi li vidi. Una decina di cavalieri in armatura proprio di fronte a noi.

In attesa.

Deglutii appena, ormai sapevo che tornare indietro era impossibile

“Misty, aspettiamo un tuo ordine.

“Perchè sono così pochi? E' così smagro il loro esercito?” domandai.

“No, sicuro hanno pensato che non ci sarebbero voluti molti uomini per farci fuori una volta per tutte”

Sospirai agitata.

“Volevo ringraziarvi...per essermi stati vicino in questi anni...comunque andrà...non mi pentirò mai di ciò che ho fatto”

Anche l'essermi innamorata di Ash.

E partimmo alla carica.

La prima cosa che vidi fu solo il grande polverone alzato dai cavalli al galoppo che ci venivano incontro, e poi un forte boato, segno che lo scontro fra i cavalieri nemici e i miei era ormai iniziato.

Cercai fra le tante armature la figura che più mi premeva di trovare. Dovevo a tutti i costi riconoscerlo prima che qualcuno lo colpisse. Stando ben attenta a non farmi colpire anche io. Ma il caos che regnava era così assurdo che facevo fatica a capire da che parte dovessi andare, finchè mi decisi a scendere da cavallo e a lasciarlo correre via, imbizzarrito.

Perlomeno qualcuno si sarebbe salvato in quella che, mi resi conto solo in quell'istante, stava diventando una carneficina.

Perchè poi? Perchè i sovrani non combattono mai, ma mandano il popolo a farlo? Non dovrebbero essere loro i primi a stare tra le file e combattere in prima linea?

Sentii un rumore metallico alle mie spalle e mi voltai appena in tempo per scansarmi da un fendente di spada.

“Maledizione!” ringhiai tirando fuori la spada e iniziando un combattimento con quel cavaliere di cui non conoscevo neppure il volto.

“Non toccarla!” gridò qualcuno e vidi Geremy arrivare alle spalle del cavaliere e trafiggerlo con rabbia.

“Stai bene?” mi domandò, mentre estraeva la spada da quell'uomo che stramazzò a terra senza vita.

“Non c'era bisogno di ucciderlo!”

“Questa è una guerra. O si vive o si muore. Non si deve avere clemenza con nessuno!”

Non riuscii a rispondergli perchè vidi un altro cavaliere arrivare verso di me, e agii d'impulso, senza capire, senza guardare, senza ascoltare.

Il mio cuore.

Strillai chiudendo gli occhi e alzando la spada, colpendo all'addome il cavaliere che si bloccò di fronte a me.

Aprii piano un occhio, e ciò che vidi mi gelò il sangue nelle vene.

“...no...”

Tremai, e fu come se il mondo intorno a me iniziasse a vorticare furiosamente mozzandomi il respiro.

“...no....no....NO....!”

Lasciai cadere a terra la spada sorreggendo quel corpo e quell'armatura.

“Sapevo che eri...un'ottima spadaccina...” disse prima di accasciarsi al suolo con un tonfo.

“ASH NO!”

Vedere il colpo che io stessa avevo inferto ad Ash mi diede la nausea, facendomi sprofondare nel dolore più acuto che mai, prima di allora, avessi provato. Mi tolsi l’elmo inginocchiandomi pesantemente al suo fianco, mentre lui, con una smorfia di dolore si premeva le mani ormai impregnate di sangue sulla ferita.

“Perdonami, perdonami se puoi”

Non voleva attaccarmi, non aveva la spada sguainata, ma io l'avevo ugualmente colpito.

Stupida, stupida, STUPIDA.

Non riuscii più a controllare le lacrime, avevo creduto di averlo perso per sempre, e quando finalmente l’avevo ritrovato, ero stata io stessa a rendere vana quella ricerca.

L’ avevo ferito a morte

Quasi non mi accorsi della sua mano che, a fatica, si tendeva verso il mio viso rigato dalle lacrime e macchiato dal dolore.

“Non piangere”

Come poteva dire una cosa del genere in quella situazione? Lui stava morendo davanti ai miei occhi, e nonostante ciò, continuava a pensare a me.

Perché era così altruista?

“Stupido” dissi soffocando un singhiozzo.

Lui rise, una risata dolorosa e amara che lo fece sussultare dal male, mentre il suo viso assumeva nuovamente quella smorfia che precede la morte e che avevo visto ormai un anno fa, comparire sul volto di mio padre.

“Ti prego non lasciarmi” sussurrai prendendo la sua mano e stringendola, soffocando un singhiozzo fra le sue dita.

Ed in quel momento seppi che invece questa volta l’avrebbe fatto. Non sarebbe tornato più, sarebbe volato via, lontano da me, la promessa che mi aveva fatto stava per spezzarsi.

Ed ero stata io a rendere ciò possibile.

Troppo presa dalla mia visuale concentrata su Ash mi resi conto solo in un secondo momento che Geremy stava correndo verso di noi, deciso a distruggere per sempre la gia sottile esistenza rimasta ad Ash.

“A morte il traditore!”

Non pensai, mi alzai di colpo mettendomi fra Ash ed il suo giustiziere ed un lancinante dolore mi colpì all’addome facendomi esplodere negli occhi una scia di puntini luminosi, mentre ogni singolo senso si concentrava sul dolore, mentre anche l’udito di colpo svaniva.

Dolore

Quando presi di nuovo coscienza delle mie sensazioni abbassai lo sguardo e vidi nella mia armatura una profonda apertura, dalla quale fuoriusciva del sangue vivo.

“Misty!” gridò Ash alle mie spalle, mentre Geremy iniziava ad assumere un colorito cinereo.

Nel giro di pochi istanti caddi a terra, con la faccia nella polvere, la quale, mi rendeva difficile il respiro.

“Maledizione Misty!” disse qualcuno, e pochi istanti dopo Ash mi girò di lato, dandomi leggere pacche sul viso per farmi riprendere.

“Non mollare! Avanti, stringi i denti”

Le parole arrivavano troppo lontane perché riuscissi ad udirle perfettamente, era come un eco distante chilometri dal luogo dove mi trovavo, la bellissima figura di Ash adesso mi sembrava più simile a quella di un angelo che a quella di un ragazzo troppo esile e spaventato per poter combattere.

“Ti amo Misty! Avanti resisti”

Cercai di tenere gli occhi aperti, quanto bastasse per fissare i miei occhi in quelli della persona che amavo, ma la vista si offuscava sempre di più. Cercai inutilmente di rispondere con un semplice “Anche io” ma la voce non usciva.

Che stessi per morire?

Non aveva più nessuna importanza, per qualche strano motivo non avevo paura, per la prima volta sentivo di non essere sola, sentii che stavolta, ovunque sarei andata, non sarei rimasta indietro...perchè con me c'era finalmente Ash al mio fianco e mentre le lacrime bagnavano il mio volto, Ash tossì sangue, ed io, chiusi definitivamente gli occhi, mentre la mia mente sussurrava un leggero e soffocato.

“Anch’io”


*


La guerra terminò poche settimane più tardi. Alcuni cavalieri, viste com’erano andate quel giorno le cose, decisero di tornarsene a casa. Lo spettacolo che avevamo offerto loro era troppo per le loro membra stanche.

E’ stata creata una piccola tomba nel luogo in cui Misty ed Ash sono morti. Un piccolo e semplice tributo alla loro memoria.

Ci siamo improvvisati scultori quel giorno, mentre seppellivamo i loro corpi ormai bianchi e freddi, creando una piccola statua che li raffigurava, reduci dall'errore più grande che un uomo potesse mai compiere in vita sua. Quel giorno, avevamo imparato tutti una grande lezione. Anche se si è diversi, anche se l'odio è così profondo e radicato nelle nostre vite, c'è sempre uno spiraglio di amore che può salvarci.

E loro erano l'amore. L'amore che nonostante le difficoltà e l'odio, era riuscito ad insinuarsi così in profondità da annientare tutto quell'odio e quel rancore che ci aveva impregnato gli animi per tutti quegli anni.

Quella scultura era importante.

Una sorta di innocuo ricordo del loro primo incontro la sera del ballo.

“Qui giacciono i resti di due anime volte all’amore e all’affetto totale”



FINE
E dopo un botto di tempo e incalcolabili anni (?) metto fine a questa storia. Il finale mi lascia un po' perplessa, non perchè non mi piace ma perchè mh, bho, forse non mi piace molto che le storie finiscano male XD ahahahahahah *parla proprio lei*. Vi ringrazio tutti/e sentitamente per i commenti e soprattutto per averla letta. Perlomeno non vi ho annoiati con una storia che a mio dire è forse un po' troppo mentale ecco. Però mi rendo conto che creare in un personaggio la prima persona è una fighezza unica *ç* no seriamente, non bisogna stare li a mettere tutti quei “disse di qua” e “disse di la” XD basta immedesimarsi ed il gioco è fatto (restando sempre IC col personaggio da “muovere”). Quindi, grazie infinite. E spero di riuscire a trovare la forza (più mentale che fisica eh) per andare avanti anche con Disturbia, che è una bella gatta da pelare visto quanto è complessa come trama e come “immedesimazione” (>__> ma io a che pensavo quando l'ho iniziata?)

^___^ bhe alla prossima! Ciaooooo!!! ^O^/

  
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