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Autore: CinderNella    03/05/2012    1 recensioni
Il ragazzo che doveva pagare solo un caffè americano –o almeno pensava fosse quello, anche se da Starbucks non era mai solo quello– non era propriamente sconosciuto.
Non che lei lo fosse, anche se cercava di mimetizzarsi al suo meglio, con il cappuccio, gli occhiali e le converse.
Lui invece si riconosceva perfettamente da lontano: Ben Barnes le stava offrendo un muffin al cioccolato.
Keira Knightley x Ben Barnes
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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20.
Erano loro due: lei e la macchia di grasso sulla padella. Ed era quasi certa che avrebbe vinto quest’ultima, sul tempo, sulla perdita di esso, con il risultato finale.
«Dannata maledetta str—
«Hai bisogno di una mano?» con i capelli scompigliati, il caldo che quel weekend di agosto la stava praticamente distruggendo e le mani completamente insaponate guardò il fresco Ben, che si era appena ripreso dal fuso orario Greenwich – Londra dormendo quindici ore di fila, ma svegliandosi per le tre di quel pomeriggio.
«Mi farebbe piacere, sì.» lanciò la pezza ruvida nel lavandino, arrendendosi e lasciandosi cadere su una sedia della cucina.
«Arrivo!» esclamò Ben in boxer e semplice T-shirt bianca, lanciandole uno sguardo malizioso: lei gli rispose con uno stanco, sconvolto «Mi manca la lavastoviglie funzionante.»
«Tanto uno sciacquo accurato lo devi fare anche prima di buttare tutto in lavastoviglie.»
«Mai fatto.»
«Ecco perché alcuni tuoi utensili da cucina sono completamente malridotti.» convenne lui, liberandosi della maglietta: con tutto che avevano le finestre aperte, faceva moltissimo caldo. Non sembrava un agosto londinese, in quei giorni «Tamsin l’avrebbe saputo.»
«Oh, scusa se non sono la cuoca e matrona perfetta.» sbottò quella, rivolgendogli un’occhiataccia che lui non colse se non dal tono della voce: non credeva le avrebbe dato così tanto fastidio quel paragone. L’aveva detto per prenderla in giro e farla diventare teneramente arrabbiata: ma aveva proprio messo il broncio.
«Ehi, ti sei innervosita sul serio?» poiché non rispose, si voltò nella sua direzione per guardarla negli occhi «Non era un paragone vero, né fatto per nuocerti. Era per farsi due risate... e poi lo sai che io amo te.»
Keira lo guardò strabuzzando gli occhi: non gliel’aveva mai detto, che la amasse. E l’aveva ammesso con così tanta facilità che sarebbe stato assurdo ed insensato non credergli. I suoi stessi occhi dicevano esattamente ciò che provavano.
«Come? Forse non ho capito bene...» dimenticò immediatamente quella parentesi su Tamsin e gli si avvicinò, sorridendo: lui ricambiava, circondandole la vita con le braccia «Bé... ti amo. È così, che tu lo voglia o no, e ci dovrai anche fare l’abitudine perché—
Lo baciò improvvisamente, scattando verso le sue labbra e facendolo tacere: «Anche io ti amo. Da... un po’.» lo abbracciò, roteando gli occhi.
«Ah sì? E quando pensavi di dirmelo?» la buttò sul ridere, mettendo i pugni sui fianchi e poi riabbracciandola per tenerla stretta a sé.
«Uhm... prima o poi. Più prima che poi.» rispose quella, guardandolo da sotto la sua spalla.
«Anche io. Prima o poi te l’avrei detto. Te l’ho detto, infatti.»
La ragazza annuì, guardandolo ammirata: aveva fatto tutti quei chilometri per una cena tra amici e per stare un weekend lungo con lei, a casa sua.
Era decisamente l’uomo migliore che avesse mai avuto, in casa e come compagno.

Quella sera la situazione era diversa: faceva più fresco ed una giacchetta sarebbe servita, il vento londinese non scherzava. Si voltò a guardare dal bagno un Ben steso sul letto, liberandosi dell’asciugamani per infilare una culottes. Passò come se niente fosse davanti a lui ed indossò un vestitino semplice color antracite.
«Ehi, pensi di passare inosservata camminandomi davanti mezza nuda?!» fece quello, alzando maliziosamente un sopracciglio e sedendosi sul letto a guardarla: lui era già pronto, la aspettava lì in jeans e camicia.
«C’è Sienna di sotto.» ribatté quella, rispondendo maliziosamente al suo sguardo ed infilando le scarpe e gli orecchini contemporaneamente: iniziò a mettere mani in un portagioie per cercare la collana della stessa parure, trovando le braccia del ragazzo intorno alla sua vita e le labbra lungo il suo collo.
«Non è una buona giustifica, lei si metterebbe a farci il tifo.»
Keira scoppiò a ridere, voltandosi per baciarlo senza riserve: «Ne sono certa. Mettiamola così: tu stai buono buono fino alla fine della serata e avrai una sorpresa quando torneremo a casa.»
Ben le mordicchiò una piccola parte dell’orecchio: «E io sono certo che questa sorpresa piacerà anche a te.»
Keira fece spallucce: «Chi lo sa.»
Il ragazzo la guardò interdetto, riprendendo il suo sguardo malizioso e posando la mano sul suo fianco per aprire la cerniera del vestito: Keira alzò gli occhi al cielo e prese subito a parlare «Sì, okay, lo sappiamo entrambi che mi piacerà.»
«Bene.» rispose lui soddisfatto, prendendola per mano e accompagnandola fuori dalla camera.
«Aspetta!» lo lasciò sulla soglia, correndo a prendere una stola da mettere sulle spalle e tornando in pochi secondi «Tu non avrai freddo così?»
Ben alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa: «Come se quella stola potesse proteggerti dal freddo! Ho la giacca giù. Sperando che Sienna non si sia messa a saltarci sopra, ovviamente.»
Keira scoppiò a ridere per poi guardarlo negli occhi: talvolta parlavano di Sienna come una bambina pestifera. Di fatto, quando era troppo esuberante e sovreccitata poteva causare qualche guaio.
Scesero le scale mano nella mano trovando la ragazza in questione già pronta con tutto l’occorrente in mano, più la giacca di Ben, quella di Keira e la pochette rigida di quest’ultima, che porse subito alla ragazza: «Non ti preoccupare, l’ho già riempita. Fazzoletti, cellulare, il minimo di trucchi, qualche salvietta umida, preservativi...»
Ben scoppiò a ridere in faccia ad entrambe, mentre Keira si passava una mano sulla fronte: «Grazie, S. Ma come mai tutto questo da fare per noi?»
La ragazza nel frattempo aveva aiutato Ben ad infilarsi la giacca e gli aveva porto le chiavi della macchina: «Perché sono in astinenza e voglio andare a quella dannata festa. Ci sarà qualche giovinetto da svezzare o qualche ometto di mezz’età da svecchiare, no?»
Risero sia Keira che Ben, quest’ultimo scuotendo la testa: «Ma della tua età no?»
«Ancora non mi ci sono trovata bene... su’, andiamo!» li spinse fuori dalla porta, chiudendosela dietro e lasciando urlare Keira: «Le chiavi! Stanno dentro!»
Sienna le rivolse un sorriso amabile e gliele porse: «Secondo te come ho chiuso la porta?»
«Grazie, mamma!» l’amica scosse la testa ed entrò nel posto del passeggero, mentre Ben occupava quello del conducente e Sienna, tutta eccitata, sedeva dietro.
«Su’ su’ su’, partiamo!»
«Non mettermi fretta per tutto il tragitto o ti lascio fuori dall’auto nei quartieri dove ci sono state le sommosse.» per mettere in chiaro le cose Ben si era voltato e l’aveva guardata negli occhi: quella fece segno di cucirsi la bocca e gli rispose con un “Signorsì, signore!”.

Sienna rimase parecchio delusa quando furono arrivati: c’erano tantissime ragazze e gli unici uomini che c’erano o erano fidanzati, o erano della sua età. Vagava con il suo drink in mano e l’espressione del viso sconvolta, sembrando un fantasma o qualcosa di molto simile ad esso.
James, d’altro canto, invitandoli entrambi sperava di fare da cupido della situazione facendoli rincontrare dopo tanto tempo che non si parlavano, ma rimase piacevolmente sconvolto: i suoi due amici si erano presentati a casa sua insieme e mano nella mano.
«Mi avete rovinato tutto il piano! Mi ero preparato tutte le battute da dire per farvi riavvicinare!» Ben lo guardò stralunato mentre Keira scoppiava a ridere: «Mi dispiace James, ma ci siamo arrangiati da soli, senza aver bisogno di un cupido.» si voltò a guardare Ben, che le sorrise prima di rivolgersi all’altro ragazzo: «Tumnus, cosa nascondi?»
Keira ridacchiò e James lo guardò male: «Si da il caso che la tua qui presente ragazza mi abbia raccontato tutta la vostra storia dal caffè per cui non trovava gli spiccioli fino a quando vi siete arrabbiati per la gelosia dei vostri rispettivi ragazzi del tempo. Quindi Tumnus sa tutto.»
«Tumnus? Chi è Tumnus?» Sienna sbucò dal nulla, facendo prendere un accidente a Keira che sobbalzò: «Non ti ho vista arrivare. Davvero, temo sempre più che tu sia un fantasma.»
Non tenendo consapevolmente conto dell’intruso non si fece alcun problema a risponderle: «Senza trombamici diventerò così evanescente fino ad evaporare.»
I presenti avevano tutti un’espressione particolare, anche il padrone di casa che ne aveva una irreprensibile.
Sienna dal canto suo li guardò come se avesse detto la cosa più normale del mondo: «Cosa c’è? Voi non lo sapete, ma l’astinenza è una brutta bestia.»
Keira alzò gli occhi al cielo: «Tu l’avresti detto comunque, non ti fai problemi di questo tipo!» Ben annuì con un sorriso, lanciando un occhiata a James, la cui espressione era sempre meno comprensibile.
«È vero. E sono d’accordo. E...» sembrò rifletterci prima di parlare «... sono disponibile. Potrei però essere pedante essendomi appena lasciato con la mia ragazza di un bel po’ di tempo fa.»
Keira e Ben spostavano lo sguardo ritmicamente da James a Sienna, come se stessero osservando una partita di tennis: Sienna sembrò pensarci su, poi si aprì in un sorriso e gli porse un braccio: «Sei davvero sincero e simpatico. Non immaginavo che quei due potessero presentarmi qualcuno di così interessante!» mentre si allontanavano nella sala a braccetto, Keira per poco non le si mise ad urlare contro: «Ehi! Non presento nessuno di interessante io? Eh?!»
Ben le posò una mano ferma sulla spalla che la costrinse – con molto piacere – a voltarsi: «Bé, qualcuno di interessante gliel'hai presentato. Solo che aveva capito che quel qualcuno era già interessato a qualcun altro.»
Keira assunse l’espressione di qualcuno che stava risolvendo una complessa equazione a mente e un secondo dopo quella di qualcuno che aveva trovato subito la soluzione: «Tu e io?»
Ben annuì con un impercettibile cenno del capo, tirandola a sé: «Proprio così.»
«Oh... bé, allora sono contenta che non si sia interessata a quella persona interessante.»
«Non l’avrebbe mai fatto.»
«Perché?» chiese Keira, sinceramente curiosa.
«Perché ti vuole troppo bene per soffiarti qualcosa. E perché lei aveva capito già tutto dall’inizio.»
«Effettivamente, Sienna ha parecchio intuito...» guardò la ragazza che parlava concitatamente con James, prendendo un altro bicchiere di champagne e poi ridere insieme a quello: potevano sembrare due persone completamente diverse, ma se lei si fosse acchetata e lui si fosse lasciato un po’ di più andare sarebbero stati perfetti.
«... Tranne che per sé. Mi dispiace per Todd. Non credevo fosse così stronzo, non sembrava.» Ben riprese a parlare poco dopo.
Keira scosse la testa «Nemmeno io. Credevo fosse quello giusto, addirittura. Sembrava pacato abbastanza da compensare la sua esuberanza, invece era un bastardo. E temo l’abbia fatta soffrire, anche se non lo dà a vedere.» poi indicò con il capo James «Anche lui è così pacato. Sarà anche così stronzo? Sotto quel punto di vista non lo conosco.»
Ben scosse la testa, come se sapesse perfettamente di cosa stessero parlando: «No, assolutamente. Non lo conosco troppo bene, però ho visto quanto ci tenesse alla ragazza. Quando ha girato qualche scena nelle Cronache di Narnia, il primo film che avessi mai fatto con una crew che già s’era formata, lei era venuta a trovarlo e lui non aveva occhi che per lei. E mi ricordo che Anne Popplewell aveva una piccola cotta per lui e lui non se la filava di striscio. Va bé ma quella aveva una cotta per tutti.»
«Come, prego?» Keira gli rivolse un’occhiataccia, ma lui la prese a ridere: «Hai capito bene. Per me, per William... spero non anche per Skandar, anche se effettivamente crescendo è diventato un bel ragazzo.»
«Che diavolo è tutta questa confidenza?!» Keira lo guardò malissimo, tirando fuori una gelosia immotivata che in lei montava dirompente «“Aveva una cotta”... ma tornasse a studiare!»
Ben scoppiò a ridere, guardandola montare di rabbia come un piccolo strato-vulcano: «Non c’è mai stato nulla.»
«Ci mancherebbe!»
«Ecco. Mh.» incrociò le braccia, facendo il muso arrabbiato: Ben non poté fare a meno di abbracciarla stringendola forte a sé, quando si innervosiva cinque minuti per cose campate in aria riusciva ad essere anche tenera.
«Su’, su’, c’è solo qualcosa con te. E ribadisco che amo solo te.»
«Non c’è bisogno che mi rassicuri, come dicevo prima, ci  mancherebbe altro!!!»
Ben scoppiò a ridere e la strinse più forte, rimanendo ad osservare con lei tutti gli invitati da un angolo seminascosto del salotto: era bello anche fare nulla di particolare con Keira.
Era tutto così semplicemente... tranquillo. E semplice.
  
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