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Autore: himchanchan    03/05/2012    1 recensioni
Hello, this is Himchanchan~
Questa è la mia prima long-fic sui B.A.P che spero con tutto il cuore di finire.
La trama, come si può ben capire dal titolo, è ispirata al libro di Suzanne Collins "Hunger Games" ma a parte l'idea dei giochi, il resto è totalmente diverso. Amo questa saga e non potevo fare a meno di scrivervi qualcosa.
Corea del Sud - La nazione sta diventando sempre più la Germania nazista di un tempo. Le nuove riforme del comandante Kang Sudong si fanno sempre più dure e la popolazione tenta di ribellarsi. Purtroppo è tutto inutile... ma grazie alla venticinquesima edizione degli Hunger Games, qualcosa o meglio, qualcuno riuscirà a diventare il primo barlume di speranza nella buia strada per la libertà?
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Rimasi pietrificato per qualche secondo fino a quando la voce di Lee Seungki non cominciò a rimbombarmi nelle orecchie dicendomi di andare verso di lui. La mia razionalità mi aveva abbandonato e non riuscivo più a capire se stavo sognando o no. Non era la prima volta che mi svegliavo nel cuore della notte da uno dei miei soliti incubi in cui venivo scelto per gli Hunger Games.
Ma quello non era un sogno.
Mi guardai intorno, cercando gli sguardi dei miei compagni, ma tutto ciò che vidi furono i loro volti pieni di dispiacere per il triste destino che mi sarebbe spettato. Junhong aveva già le guance rigate dalle lacrime che, a differenza degli altri, non era riuscito a trattenere. Mi feci coraggio e avanzai lentamente verso il palco. Nell'enorme sala c'era un silenzio di tomba e le uniche cose udibili erano i miei passi pesanti e il mio respiro affannato.
Arrivato sul palcoscenico, iniziai a fissare il vuoto non volendo ascoltare una parola di quello che Lee stava dicendo. Non dovetti nemmeno sforzarmi troppo, tutti i suoi attorno a me, in quel momento, sembravano soffocati e distorti. Quando ripresi il pieno controllo di tutti i miei sensi, feci appena in tempo a sentire Lee che si congratulava di nuovo con me e mi rispediva al mio posto con un evidente ghigno sulle labbra.
Mi odiava davvero così tanto da voler vedermi morire in quel massacro?
Mi scrollai il pensiero dalla mente e mi concentrai sui prossimi tributi.
Ad un certo punto, chiamarono sul palco una ragazza di un gruppo sotto la mia stessa casa discografica, Song Jieun delle Secret. Era un peccato che una ragazza gentile e dolce come lei fosse stata scelta per partecipare a quella carneficina. E come mi dispiaceva per lei, mi dispiaceva anche per tutti gli altri ma soprattutto per quei ragazzini di quindici anni, come Junhong, che furono costretti ad andare lì a morire per il divertimento dei più potenti.
Era un'ingiustizia che andava fermata... e anche subito. Mi ero finalmente convinto che avrei fatto qualcosa per cercare di ribaltare le carte in tavola e non mi sarei di certo fatto uccidere da qualcuno. Avrei fatto di tutto per uscire da lì vivo e vegeto per cambiare le cose.
“Ed ecco qui i ventiquattro fortunati tributi che parteciperanno a questa, se me lo concedete, stupenda edizione degli Hunger Games! E possa la buona sorte sempre essere a vostro favore!”
Quella frase suonava come una presa per i fondelli, in quel momento più che mai. Ma i loro giorni da spietati dittatori stavano per finire, non mi sarei mai lasciato scappare un'occasione come questa.
Finita la mietitura, condussero tutti noi tributi in una stanza a parte per darci istruzioni precise su quello che avremmo fatto nei giorni seguenti.
Per due lunghissime e strazianti settimane, ci avrebbero portato lontano dai nostri compagni e dalle nostre famiglie per prepararci al meglio all'imminente massacro. Decisero che i tributi si sarebbero allenati “a coppie” scelte in base alla casa discografica. Io, quindi, sarei finito con Jieun. Ci assegnarono, per fortuna, un mentore a testa e il mio manager si offrì lui stesso volontario per questo incarico. Nonostante fosse già impegnato con le attività del mio gruppo, decise comunque di venire personalmente a darmi una mano e di questo gliene sarò per sempre riconoscente. Lui si sarebbe occupato di lavorarsi gli sponsor (*) mentre io cercavo di sopravvivere all'intero dell'arena. Solitamente, nelle edizioni precedenti non era permesso vedersi più volte con i propri cari durante l'addestramento ma quella volta fecero uno strappo alla regola; potevano venire a visitarci al massimo una volta tutti i giorni o la mattina o la sera. Sembravamo dei veri e propri carcerati in attesa di andare a morire sulla sedia elettrica.
Quella stessa sera ci fecero sistemare nei nostri nuovi appartamenti; io lo condividevo con Jieun. Era una vera e propria casa. C'erano un salotto tre volte più grande del nostro al dormitorio, quattro bagni, una cucina a dir poco enorme e, ovviamente, le nostre camere da letto con dei balconi grandi tanto quanto queste ultime.
Feci appena in tempo a sedermi sul mio letto che Junhong irruppe nella mia stanza e mi saltò addosso, abbracciandomi più forte che poteva e piangendo come un bambino. Risposi al suo abbraccio e lasciai che si sfogasse sulla mia spalla. Dopo essersi calmato, finalmente, mi parlò.
“Yongguk, promettimi che ce la farai. Promettimi che tornerai a casa e che non ci lascerai...”
“Junhong, io... te lo prometto. Ti prometto che tornerò a casa e che fermeremo tutto quanto, va bene?”
Quelle parole sembrarono rassicurarlo ma il povero ragazzo continuava a singhiozzare così lo presi di nuovo fra le mie braccia e ricominciai a parlargli.
“Hey, Junhong... devi essere forte. Io... tornerò a casa da te e dagli altri e ricominceremo una vita completamente nuova. Ho bisogno che tu tifi per me, non abbatterti così. Cercherò di vincere per noi, per i B.A.P”.
Finito il mio breve monologo, non mi accorsi che anche io stavo silenziosamente piangendo e non mi preoccupai di nasconderlo. Junhong, infatti, se ne accorse subito e, ridacchiando, me lo rinfacciò, dicendomi che io non piangevo mai e che cercavo sempre di essere forte ai suoi occhi. Poco dopo entrarono anche gli altri e non potemmo fare a meno di scambiarci un abbraccio di gruppo. Nessuno di noi voleva lasciare la presa e rimanemmo lì al centro della camera per dio-solo-sa-quanto.
“Ragazzi, tra qualche minuto dovrete tornare a casa”. Il nostro manager venne a darci la triste notizia ma i miei compagni mi intrappolarono ancora di più nella loro morsa e io non osai lamentarmi. Sapevo che, nonostante il loro permesso di venire ogni giorno, loro non sarebbero potuti stare sempre qui... avevano altri impegni, le interviste, i photoshoot. Non avevano tempo per me. Una volta andati via, mi buttai sul letto con ancora addosso i vestiti della cerimonia e mi addormentai senza neanche rendermene conto. Mi svegliai qualche ora dopo ma era ancora notte. Decisi allora di frugare nell'armadio e di mettere qualcosa di più comodo. Per mia sfortuna, era ancora vuoto così mi tolsi il papillon e la giacca e slacciai qualche bottone della camicia. Non sapevo che fare; di dormire non se ne parlava, avrei solo fatto degli incubi... il mio appetito era sottoterra e, nonostante la grandezza e la bellezza di quell'appartamento, non riuscii a trovare nulla di interessante da fare. Guardai fuori dalla finestra e, stavolta, era pieno di persone che gridavano i nostri nomi come se fossimo degli eroi.
Cosa c'è di eroico nell'uccidere dei ragazzini?
Non credo che sarebbero stati capaci di rispondermi. Continuai ad osservarli e più lo facevo, più mi disgustavano. Quelli non erano umani... erano dei mostri che sapevano divertirsi solo quando di mezzo c'erano violenza e sangue. Ma a loro cosa importava, i loro figli erano al sicuro dagli Hunger Games, potevano dormire sonni tranquilli.
Quando mi girai per tornare in camera, mi ritrovai faccia a faccia con Jieun. All'inizio non la riconobbi; anzi, mi si quasi fermò il cuore per lo spavento credendo che fosse chissà cosa.
“Anche tu non riesci a dormire?”
Mi chiese timidamente ma io risposi con un semplice cenno del capo. Ci sedemmo sul divano e rimanemmo in silenzio, se non mi sbaglio, per quasi mezz'ora fino a quando decisi finalmente di rompere il ghiaccio con il primo argomento che mi passò per la testa.
“Che te ne pare di questo appartamento? Chissà quanto hanno speso per costruire tutto quanto”
“Già... anche se per me è un inutile spreco di soldi. Ho sempre pensato che gli Hunger Games fossero inutili. Ironia della sorte, ora ci sono dentro”
Sorrise, cercando di nascondere il tono di amarezza con cui erano impregnate le parole che aveva appena pronunciato.
“Penso anche io la stessa cosa! Sono solo un inutile massacro che si potrebbe benissimo evitare. Se ne riuscirò vivo, farò di tutto per cambiare le cose”.
La ragazza annuì debolmente e ricadde su di noi quel muro di silenzio che fino a qualche istante prima eravamo riusciti ad abbattere.
Le feci un'altra domanda. Stavolta riguardo le altre ragazze del suo gruppo.
Rimase ancora in silenzio a guardare un punto fisso nel vuoto ma poi alzò lo sguardo verso di me e mi spiegò tutta la situazione.
“No... non sono venute. Sai, avevamo le riprese per il nuovo video stasera e sarei dovuta andare anche io con loro ma qualcosa ha deciso di farmi rimanere qui”.
Disse, chiaramente riferendosi agli Hunger Games.
“Ma se sei stata tutto il tempo da sola? Perché non sei venuta da me? So di non essere una delle migliori compagnie al mondo ma sempre meglio che starsene per fatti propri, specialmente dopo una serata come questa”.
Senza preavviso, si buttò fra le mie braccia e pianse come se non ci fosse stato un domani. Cercai di rincuorarla ma sapevo che qualsiasi cosa le avrei detto sarebbe stata tutta una bugia. A malincuore le feci una promessa che non avrei potuto mantenere.
“Ti farò uscire viva da lì”.


*Sponsor : Nel libro, gli sponsor sono utilizzati dai mentori dei tributi per cercare di far arrivare loro degli aiuti extra in caso di estrema necessità all'interno dell'arena. Dal momento che le medicine e il cibo aumentano notevolmente di costo durante gli Hunger Games, ci pensano questi sponsor a farsi carico delle spese per acquistarli.


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Ta-dah~ Ecco qui anche il terzo!
So che è un po' corto ma volevo aggiornare prima di domani perché
sarò parecchio impegnata con la scuola e non so quando potrò aggiornare di nuovo ç_ç
In ogni caso...
Credete che ci sarà una storia d'amore all'interno di questa fanfiction?
Beh, non ci sarà, mi dispiace per voi ma per stavolta passo u_u
Però chi lo sa... tutto può succedere *occhiolino*
Buona lettura~
  
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