03/05/2012
7 recensioni
Paul will never stop.
Capitolo quinto:
....o forse per sempre.
Passarono i giorni….i mesi….gli anni, troppi anni.
Beatrice non rivelò mai a nessuno tutto quello che gli era successo quel giorno, che lei chiamava semplicemente: “Il giorno più bello della sua vita.”
Anche se loro non potevano sentirla ed anche se non se ne rendevano conto, quei quattro ragazzi ci furono sempre per lei,in qualsiasi istante, in qualsiasi momento, loro erano pronti a regalare al mondo un’altra bellissima canzone che poteva parlare di ognuno di noi.
Beatrice ascoltando Blackbird si ricordava del giorno della morte di sua madre.
Ascoltando Strawberry Fields si immaginava di nuovo con loro quattro distesa su un campo di fragole.
Più il tempo passava e più il ricordo premeva prepotente dentro al suo cuore.
Sapeva fin dall’inizio che nessuno avrebbe mai dimenticato i Beatles, come si potrebbe dimenticare qualcuno che ha fatto così bene all’umanità? Come si potrebbe dimenticare John….assieme al suo grande amore per Yoko, assieme al suo grande amore per la pace e per il mondo?
E come si potrebbe dimenticare George assieme alla sua capacità di capire così profondamente le persone? La sua passione per l’india….la sua passione per tutto?
Non potrebbero mai andare dimenticate.
Sapeva anche in cuor suo che nel 2011 non si sarebbero fermati.
Quale gioia immensa provò nel sentire Ringo suonare ancora così energicamente la batteria, come se non sentisse per niente tutto il tempo che ha sulle spalle, il dolce e simpatico Richard Starkey.
E Paul….?
27 Novembre 2011.
- Nonna! Nonna! – Gridò una bambina più o meno sui 10 anni entrando nella camera dell’ospedale.
- Ciao Linda. – Rispose sorridendo ormai una anziana Beatrice.
- Ciao Nonna, Paul è stato qui ieri. – Disse la piccola tenendo la nonna per mano.
- Lo so piccola mia. –
- Alla televisione forse lo fanno vedere. –
Linda prese in mano il telecomando da sopra un letto con le lenzuola pulite e ordinate, forse in attesa di un’altra vita che aspettava solamente il suo turno.
La piccola accese il televisore che trasmetteva il notiziario della mattina.
A Beatrice luccicarono gli occhi, la prima cosa che vide fu Paul che con la stessa energia di sempre, era lì….nella sua città, a far sognare ancora tutte le persone che hanno amato e che ameranno per sempre “i quattro ragazzi di Liverpool”
Con qualche rughetta in più, con la pelle del viso tirata per l’abbondante quantità di botulino iniettata negli zigomi e con i suoi capelli trapiantati color oro, non diresti mai che ha quasi settant’anni.
L’anziana donna si portò un dito sulla bocca secca e screpolata, ricordando come se fosse ieri il sapore delle labbra di Paul, ricordava perfettamente quel delizioso sapore di the al limone, di ragazzo per bene e dal cuore grande.
Sapeva che anche lui non si era dimenticato di lei, aveva mantenuto la promessa….quella promessa che sua figlia l’avrebbe chiamata Beatrice e così successe.
- Nonna….non ho mai visto un vecchietto così forte. – Sussurrò la bambina continuando a fissare la sagoma di quella leggenda della musica rock.
- Nemmeno io. – Rispose Beatrice tossendo ma mano che la respirazione diminuiva.
Linda si voltò verso sua nonna guardandola con tristezza e si fece scappare una lacrima, mentre alla televisione Paul cantava “Golden Slumbers”.
Once there was a way to get back homeward
Once there was a way to get back home
Sleep pretty darling do not cry
And I will sing a lullaby
- Nonna salutami John e George. – Disse Linda prendendo la mano della donna.
- Lo farò mia cara e tu promettimi che non li lascerai mai. –
- Promesso! –
La bambina continuava a piangere, l’anziana donna sentiva il suo respiro farsi sempre più lento e doloroso, il suo turno era arrivato….avrebbe lasciato quel letto libero di lì a poco e lei pensò che non poteva immaginarsi morte migliore di quella.
Con gli occhi ormai semichiusi, ebbe la forza di girarsi verso la televisione e si prese gli ultimi secondi per dirgli addio.
- Paul non si fermerà mai. –
Detto questo la figura di quell’uomo si fece sempre più scura mentre lei chiudeva lentamente le palpebre, appena il battito del suo cuore cessò i parenti la ritrovarono serenamente addormentata con un sorriso sulle labbra.
Fine.
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*Angolo autrice*
Vi prego non uccidetemi, mi dispiace tantissimo che questo sia l'utimo capitolo e spero veramente di averlo fatto finire in bellezza
(seppur in modo molto breve) questa storia mi ronzava in testa da troppo tempo.....ovvero da quando ho scoperto che non ce l'avrei
fatta ad andare al concerto di Paul (nella mia città tra l'altro .___.) e così avevo deciso di scrivere questa one-shots veloce
e alla fine si è trasformata nella mia prima semi-long e mi auguro di non aver fatto un'enorme disastro D:
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere e recensire questa "tragedia greca" e grazie per tutti
i complimenti che mi avete fatto, vi adoro tutti quantiiiii!!
Bacione
MaCCa_95