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Autore: crazybulma    26/11/2006    6 recensioni
Il Cell Game si è concluso, ma alla fine di questa battaglia i cuori di tre persone sono ancora feriti: Bulma, Crilin e Chichi sono i protagonisti di questa storia dai toni un po' cupi, magici e introspettivi. Sarà compito di Vegeta, Gohan e C18 salvare il Natale delle persone che amano, con l'aiuto di una vecchia e simpatica strega. Una fanfic a capitoli in occasione del Natale 2006, nella speranza che tutti possiate viverlo serenamente.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 18, Bulma, Chichi, Crilin, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- 5° capitolo -
Scomparsi (2° parte)

"Crilin! Chichi! Anche voi qui?" Bulma non sapeva se essere più sorpresa per l'improvvisa compagnia dei suoi due amici, o per il fatto che si trovava nel salone di un vecchio castello.
Anche Crilin sembrò confuso e spaesato. "Io non ne so nulla! Giuro. Ho aperto quella porta... la porta di una capanna del mio presepe, e..."
"Il tuo presepe?" disse Bulma, incredula.
Chichi se ne stava seduta sul freddo pavimento di pietra, pallida come un cencio. "Lo trovi così assurdo, Bulma? E se ti dicessi che io sono stata rapita da... Babbo Natale?"
I tre si guardarono negli occhi senza più dire una parola, un po' storditi dagli ultimi avvenimenti e dal forte profumo d'incenso che aleggiava nella stanza.
Dopo un po' di esitazione, Armés si decise a fare il suo ingresso nel salone. "Benvenuti, miei cari!"
I presenti si voltarono verso di lei, e la fissarono in modo truce. Lei alzò le mani in segno di pace e si affrettò a dire "Mi dispiace aver usato dei metodi tanto bruschi per portarvi fin qui, ma non avevo altra scelta... questa è la magia del Natale!"
"E tu... chi saresti?" domandò Crilin.
Armès scosse il capo. "Non ha importanza chi sono. Quello che importa in questo momento è il PERCHE' voi siate qua..."
Bulma rise nervosa. "Già, è proprio quello che vorremmo sapere!"
Armès passeggiò avanti e indietro, col capo chino e le braccia incrociate dietro la schiena. Poi si fermò proprio davanti a Bulma, fissandola con una tale intensità che quasi sembrò leggerle dentro. "Tu sei qui, cara ragazza, perchè stai perdendo l'uomo che ami. Vorresti convincerlo a restare, ma lui è inavvicinabile e chiuso."
Armès riprese a camminare per la sala, e di nuovo si fermò, stavolta dinnanzi a Crilin. Lui arrossì sotto quello sguardo indagatore e profondo. "Ti hanno dato del pazzo, dell'illuso, dell'incosciente. Ma le tue sono buone intenzioni, Crilin. Sei un ragazzo generoso e forte e per questo meriti l'Amore di C18"
"C18!?" esclamarono Chichi e Bulma nello stesso istante.
Crilin sorrise, imbarazzato. "Ebbene sì, siete le uniche che ancora non lo sapevano... ho preso una cotta per lei. Non ricambiata, purtroppo..."
Armès annuì, e si avvicinò a Chichi. "E infine tu, Chichi, sei qui perchè sono molte le cose che non sai e le cose che non vuoi vedere. Sei accecata dal dolore per la morte di tuo marito e non ti rendi conto che hai ancora qualcosa di molto importante da fare."
La moglie di Goku strinse gli occhi, mormorando "Non so di che parli..."
Armès le disse che era ancora troppo presto per saperlo, poi si avvicinò ad un enorme specchio polveroso situato ad un angolo della stanza.
"Ora vedremo come se la caveranno Vegeta, Gohan e C18!" disse allegra la vecchietta, trascinando lo specchio al centro del salone.
"Intendi dire che con questo specchio possiamo vedere quello che stanno facendo loro in questo momento?" domandò Bulma, curiosa e affascinata. Ma Armès scosse il capo. "Non solo! Potremo leggere anche i loro pensieri. Se lo desidereranno abbastanza intensamente, riusciranno a raggiungervi."
I tre avrebbero voluto continuare a farle domande, ma le parole morirono nelle loro bocche, spalancate all'improvviso per lo stupore: lo specchio aveva preso a splendere e al suo interno tutto era luce, un'aurea pulsante simile al cuore della fiamma di una candela.


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Anche quel giorno Vegeta si era rinchiuso all'interno della Gravity Room. Insolitamente, però, non si stava allenando: era immobile e con lo sguardo perso nel vuoto davanti al controller della gravità.
Non poteva smettere di pensare al suo destino, a quello che era accaduto negli ultimi anni della sua vita, e a quello che avrebbe dovuto fare.
Non riusciva a ricordare un periodo della sua vita in cui non si fosse sentito in guerra con il mondo: quel nero e intenso sentimento, sempre presente, faceva parte di lui come il colore degli occhi e dei capelli, ed era l'unica cosa che lo tenesse in vita. Era rimasto sulla Terra allo solo scopo di sconfiggere Kakaroth, di dimostrargli la sua superiorità, e la sua ira era cresciuta col tempo.
"Ma alla fine ho perso. Ora che senso ha continuare a vivere?" domandò a sè stesso, stringendo i pugni.
Decise che l'unica cosa da fare ora era andare via da quel pianeta, ricominciare a viaggiare nello spazio alla ricerca di un nuovo nemico da combattere, qualcun altro con cui confrontarsi... adesso che il suo più grande rivale era morto.
Uscì dalla camera gravitazionale intenzionato a parlare con Bulma. L'avrebbe costretta con la forza a costruirgli quella dannata navicella, dato che le buone maniere non erano servite con lei. Già, nulla sembrava funzionare con quella testarda, pensò Vegeta con un leggero sorriso. Lei era l'unica che era riuscita a tenergli testa in tutti quegli anni, e molte volte aveva dimostrato di essere persino più forte di lui.
Si concentrò per avvertire la sua presenza all'interno della casa, ma non ci riuscì. Questo era molto strano... Raggiunse il salotto di fretta, e vide la signora Briefs con in braccio il piccolo Trunks che piangeva incessantemente.
"Dov'è Bulma?" chiese seccato. La donna si voltò verso di lui "Oooh, ciao Vegeta! Bulma non c'è, ha lasciato Trunks qui e non mi ha detto nulla. Chissà dov'è andata..."
Vegeta si sentì sempre più nervoso, oltre che preoccupato. Quella stupida si portava il suo moccioso dappertutto, anche nelle occasioni meno opportune. Riprovò a concentrarsi, ma non sentiva il suo Ki da nessuna parte e presto la disperazione lo assalì. Desiderò rivederla con tutte le sue forze. Così chiuse gli occhi e quando li riaprì non era più all'interno della Capsule Coorporation, ma in un'immensa distesa innevata.

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"Mi è venuta proprio voglia di una bella bibita fresca!" esclamò Yamcha rientrando nella KameHouse, dopo essersi allenato per qualche minuto in spiaggia.
Lanciò un'occhiataccia a C18, mentre afferrava una lattina di the freddo dal frigorifero. "Che hai da guardare?" disse la ragazza con disprezzo.
"Nulla. Mi stavo solo chiedendo dov'è andato Crilin..."
"Ed io che ne so? Era qui un attimo fa. Poi non l'ho più visto." C18 incrociò le braccia, e distolse lo sguardo da Yamcha. Lui fece un rapido giro della casa, cercando Crilin, e quando non lo trovò si innervosì.
"Ho guardato ovunque! Si può sapere cosa gli hai fatto, eh? Non lo avrai mica ucciso?" esclamò timoroso.
C18 scattò in piedi, sulla difensiva. "Non essere ridicolo! Non ucciderei mai Crilin!"
"Non ti credo. Sei pur sempre il cyborg del perfido dottor Gelo, gli altri lo avranno dimenticato ma io no! Se hai fatto del male al mio amico, giuro che..."
In quel momento entrarono anche Muten e Oolong, richiamati dalle loro grida. "Che diamine sta succedendo?" domandò il maestro delle tartarughe guardando prima l'uno poi l'altra.
"Crilin è scomparso!" annunciò Yamcha. "E scommetto che è tutta colpa di questo mostro!" disse indicando C18. Lei indietreggiò, sentendosi ferita per quella totale mancanza di rispetto e di fiducia, e provando una fortissima nostalgia per Crilin, l'unico essere, in tutta la Terra, ad averle dato una seconda chance.
"Non dire sciocchezze, Yamcha..." lo ammonì il maestro Muten, mostrando tutta la sua calma e saggezza. Ma C18 sorprese tutti, dicendo "No! Forse l'idiota non ha tutti i torti. Forse Crilin... se n'è davvero andato per colpa mia, per qualcosa che ho fatto o detto... Non lo so. Io non sono molto brava in... queste cose."
"Cosa intendi con... queste cose?" domandò Oolong facendosi avanti. C18 non rispose e solo Muten capì le parole della ragazza: stava dicendo che non sapeva come comportarsi nelle faccende d'Amore.
"Cielo! Guardate!" strillò Yamcha, quando si rese conto che C18 stava diventando trasparante. I tre le si avvicinarono, chiedendole cosa le stesse succedendo, ma lei non badava a loro, persa com'era nel dubbio di aver detto qualcosa di sbagliato a Crilin. Ben presto, di C18, non ci fu più alcuna traccia.

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Gohan se ne stava chiuso nella sua cameretta e guardava fuori dalla finestra con malinconia. Per lui e sua madre non ci sarebbe stato Natale quell'anno: niente clima di festa familiare, niente aroma di biscotti fatti in casa, niente cori natalizi e nemmeno l'albero decorato.
Dalla morte di Goku, Chichi sembrava aver perso interesse per qualsiasi cosa e Gohan poteva ben capire che non avesse voglia di festeggiare nulla, anche se questo lo rendeva infelice. La sua mente vagò all'ultimo Natale trascorso, quando suo padre era ancora in vita... Ridendo, ricordò la faccia di Chichi quando Goku le aveva dato, come regalo, un vestito di almeno tre taglie più grandi. Lei si era offesa tantissimo per il fatto che suo marito la considerasse così grassa, e gli aveva tenuto il broncio per tutta la sera. Ma ora quei momenti felici erano passati, e non restava che il silenzio in una casa vuota e incolore.
D'improvviso Gohan avvertì un intenso odore di bruciato. Si alzò di scatto dalla sedia, spalancò la porta della sua camera e si precipitò in cucina, dove tutto era oscurato da un nero fumo.
"Oh, cielo! Cos'ha combinato la mamma?" esclamò Gohan correndo a spegnere i fornelli ed aprendo porte e finestre per scacciare via il fumo. Com'era possibile che sua madre avesse dimenticato la colazione nel fuoco? Non era da lei. Non avvertendo la sua presenza in casa, Gohan suppose che probabilmente era uscita a far compere o a trovare qualche sua amica.
Tornò in camera sua e lasciò scorrere il tempo, mentre un brutto presentimento si faceva strada nel suo cuore. Dopo un po' non resistette più e prese in mano il telefono. Chiamò prima alla Capsule Coorporation, e la voce squillante della signora Briefs rispose dall'altra parte della cornetta. Gli disse che Chichi non era venuta a trovare Bulma, e che sia lei che Vegeta erano scomparsi nel nulla. L'ansia di Gohan crebbe, e con le dita tramanti digitò il numero di telefono della KameHouse.
"Maestro Muten! Mia madre è sparita, non riesco a trovarla da nessuna parte. Dimmi che è lì con te..."
"Sta' calmo, ragazzo!" rispose Muten, cercando di nascondere la sua stessa preoccupazione. "Certo che è proprio strano..."
Gohan impallidì, stringendo la cornetta del telefono fin quasi a romperla. "C-cosa? Cosa è strano?"
"Anche Crilin è introvabile. E... C18 è svanita poco fa davanti ai nostri occhi." confessò Muten con tono grave. Gohan si disperò "Oh, no! E' tutta colpa mia! Mamma stava passando un brutto momento ed io... invece di starle vicino..."
"Non può essere colpa tua, ci deve essere senza dubbio un valido motivo per giustificare tutte queste sparizioni... Gohan? Ehi, Gohan, sei ancora lì?"
Ma nessuno rispose. Anche Gohan era riuscito, senza saperlo, a teletrasportarsi in una valle ricoperta di neve.


- Continua -

  
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