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Autore: Klaineinlove    03/05/2012    12 recensioni
“Dammi un bacio” fece Blaine voltandosi mentre era fermo al semaforo rosso. Kurt si girò verso di lui e gli diede un forte bacio che durò più del dovuto.
“Blaine è verde e dietro c’è un tizio che bussa!” disse ridendo Kurt mettendosi a sedere di nuovo in modo ordinato; Blaine accelerò e poi accadde tutto in un istante.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Richard, svegliati, alzati. Forza!”

“C-Che succede?” l'uomo si stropicciò un occhio accendendo l’abat-jour per fare luce.

“Si tratta di Blaine. Dice di essersi ricordato dell'incidente” fece Melanie finendosi di legare distrattamente la vestaglia

“dov'è ora?” domandò il marito alzandosi anche lui dal letto frettolosamente.

“È di là. Gli ho detto di farsi una doccia; era in un bagno di sudore e tremava, Cooper sta controllando che non svenga all'improvviso.”

Richard notò la moglie tremare e così si avvicinò a lei stringendola. “Andrà tutto bene, stai tranquilla”

“Non dirmi di stare tranquilla quando abbiamo nostro figlio ormai in depressione. Cure, medicine, dottori. Tutto questo può indurre al suicidio.”

L'uomo fece un verso di rabbia “Non pensare nemmeno una cosa del genere. Blaine è forte”

“Era forte Richard. Ora non lo è più...”

 

“Blaine hai finito?” Cooper domandò per l'ennesima volta al fratello sperando che uscisse da dietro la tendina della doccia.

“Giuro che ti tiro fuori con le mie mani” guardò l'orologio notando che erano le 3.20 del mattino. Provò a sdrammatizzare la situazione, ma sapeva perfettamente in che condizioni si trovasse Blaine. Sentì l'acqua chiudersi e vide una mano spuntare fuori dalla tendina, così Cooper gli passò un asciugamano e vide finalmente uscire suo fratello.

“Ti senti meglio? Hai vomitato anche l'anima poco fa” fece Cooper accarezzandogli una spalla. Blaine annuì per poi afferrare il pigiama pulito che la madre gli aveva preparato.

“Ti aspetto qui fuori” fece Cooper prima di lasciarlo solo.

Blaine si sfilò l'asciugamano e cominciò a vestirsi evitando di guardarsi allo specchio.

La testa gli faceva male, molto male. In realtà aveva quei dolori da poco dopo essere uscito dall'ospedale ma non ne aveva fatto parola con nessuno per non dare ancora maggior peso alla situazione. Dovette sedersi sulla tavoletta del water per riprendersi da quel dolore, mentre nella sua mente vagavano i suoi familiari dei freni della sua auto che sfregavano sull'asfalto e il ribaltamento dell'autovettura.

Uscì dal bagno e tornò in camera sua trovando1 tutta la famiglia radunata là, per lui. Suo padre lo fece accomodare sul letto per poi sederglisi accanto stringendogli un ginocchio per dargli conforto.

Richard non si era mai dimostrato molto affettuoso nei confronti del figlio, soprattutto dopo aver scoperto che Blaine era gay ma adesso le cose erano completamente cambiate.

“Vuoi raccontarci qualcosa?”

Blaine annuì “Non ricordo molto. Voglio dire, ricordo dell'incidente, ma non ricordo il luogo o Kurt che era accanto a me. Ricordo solamente dell'auto, che rotolava con me dentro e dopo essere svenuto ho riaperto gli occhi e ho visto il sangue colare e...e..”

“Respira tranquillo. Rilassati e cerca di dormire, domani puoi restare a casa se vuoi, farò venire Alyssa il prima possibile”

“E' stato terribile” fece Blaine con un sospiro.

“Lo sappiamo tesoro. Se vuoi rimango io con te, ci stai?”

Blaine annuì alla proposta della madre, ma anche Richard rimase con lui aspettando che si addormentasse.

Quando tutti tornarono nei loro letti, Melanie si alzò per controllarlo di nuovo e trovò suo figlio sveglio, proprio come aveva immaginato.

“Sapevo di trovarti sveglio. Fingevi di dormire anche da bambino e poi ti beccavo giocare con i tuoi piccoli robot” fece sedendosi ai piedi del letto. Blaine fece un sorriso triste.

“Sono negato a mentire. Scusa, è che non ci riesco, se chiudo gli occhi rivedo quelle immagini”

Melanie strinse la mano di suo figlio.

“Posso immaginare il tuo dolore. Stai passando un momento veramente terribile e io e tuo padre vogliamo solo-”

“Voi due stavate divorziando, vero?” domandò Blaine interrompendola. “E' una cosa che ho ricordato ma non ho voluto dirlo ad Alyssa. Era troppo privata”

Melanie sospirò guardandosi le mani. “Volevamo. E' vero. Ma con il tuo incidente le cose sono cambiate, io e tuo padre ci stiamo riavvicinando e abbiamo voluto regalarci un'altra possibilità”

“Wow, almeno è servito a qualcosa questo incidente.” fece Blaine ironicamente e sua madre gli diede un buffetto sulla mano.

“Sono passate le quattro Blaine, che ne dici di fare come facevi da bambino?”

“No mamma ti prego qualsiasi cosa ma niente di infantile”

“Hey non è infantile addormentarsi tra le braccia della propria madre”

Entrambi risero allentando la piccola tensione che si era accumulata.

“Su, fammi spazio giovanotto”

Blaine si spostò facendo sistemare la madre accanto a lui per poi coprirla con le coperte e farsi avvolgere dalle sue braccia sicure.

 

 

A differenza di come gli aveva proposto la madre, Blaine decise di andare a scuola per fare le prove insieme al Glee Club. Mancava poco alle Nazionali e tutti continuavano a mormorare che c'era bisogno anche di lui.

Kurt, un giorno, aveva anche dato contro a Rachel che continuava a scegliere canzoni adatte a Blaine, fregandosene del fatto che probabilmente il ragazzo non se la sentiva di cantare.

Blaine rassicurò Kurt, dicendogli che sicuramente avrebbe trovato un modo.

 

“ALLORA SIGNORINE, SBRIGHIAMOCI” Sue urlò per l'ennesima volta al Glee club mentre li allenava per le Nazionali.

“Muovete queste chiappette mosce che vi trovate. Porcellana stai fermo con quelle mani e tu figlia dei due gay smettila di chiacchierare con il tuo omone tutta ciccia. Mi date il voltastomaco!”

I ragazzi tornarono ad allenarsi sotto lo sguardo minaccioso della Coach fino a quando Sue non si fermò di fronte a Blaine.

“Papillon sgargiante stai andando fuori tempo!”

“M-Mi dispiace”

“Riprova!” fece la donna incrociando le braccia al petto. Blaine riprovò i passi sbagliandoli di nuovo.

“Non ci siamo! Non ci siamo per niente. Riprova questi maledetti passi testa gellata o sarò costretta a sbatterti dietro a tutti i ragazzi”

“Coach” provò a chiamarla Kurt, quasi in un sussurro, ma lei parve non dargli peso, troppo concentrata a fissare i piedi di Blaine.

“Riprova”

“COACH SUE!”

a quel punto la donna si voltò con uno sguardo accigliato verso Kurt. “Porcellana, vedo che il fatto che ti stavo spontaneamente evitando non ti ha aiutato a tenere quelle labbra sporgenti chiuse, eh?”

“La smetta di urlare contro Blaine” fece Kurt abbassando lo sguardo per non incrociare quello dell'insegnante.

“Kurt, va tutto bene” gli disse Blaine, facendogli un segno per farlo calmare.

“No, non va bene! E' tornato da poco a camminare Coach, il professor Shuester sa quanto è bravo!”

“Beh, ma il professore non è qui, porcellana. Probabilmente starà profanando qualche bagno con pel di carota ed io sto eseguendo il mio lavoro, quindi lasciamelo fare o puoi accomodarti fuori”

“Coach Sylvester con tutto il rispetto ma io..”

“Io cosa porcellana? Vuoi che il tuo amichetto non si stanchi le gambine così potete fare stupidi giochetti erotici nella camera da letto?”

Dietro si sentirono mormorii e risate da parte dei ragazzi.

“Adesso smettetela è torniamo a lavoro!”

 

 

Blaine era stremato. Dopo che i ragazzi ebbero finito l'allenamento lui era rimasto a provare ancora.

Kurt era rimasto con lui, continuando a ripetergli inutilmente di fermarsi. Così, stremato dalle sue stesse parole, si era seduto sul pavimento di legno aspettando che Blaine crollasse.

Vennero interrotti dall'arrivo di Cooper.

“Che diamine stai facendo?” domandò a suo fratello trovandolo con il fiatone.

“Sto cercando di fermarlo, ma è inutile” fece Kurt con aria annoiata.

“Andiamo che c'è qualcuno che ci aspetta a casa” Fece Coop facendo fermare Blaine.

“Ti serve un passaggio Kurt?”

“No grazie, ho l'auto. Ti chiamo stasera Blaine” Kurt si avvicinò e rubò un veloce bacio al suo ragazzo, poi si volatilizzò.

“Chi c'è a casa, Alyssa?” domandò Blaine.

“No, ora vedrai”

 

Appena i due fratelli varcarono casa, Blaine si ritrovò davanti un uomo sulla settantina o anche più. Un cappello, un paio di baffi e un bastone tra le mani: era suo nonno. Anche se era più vecchio di come lo ricordasse, era di certo suo nonno. Appena i loro occhi si incontrarono, vari ricordi vagarono nella sua mente.

Un Natale in una casa non sua, un regalo inaspettato ed un nonno affettuoso che faceva sedere il suo nipotino preferito sulle sue gambe, raccontandogli storie che Blaine non era ancora in grado di comprendere, ma che adorava ascoltare.

Ricordò l'odore dei biscotti che sua nonna preparava ogni volta che Blaine andava a fargli visita e ricordò quando, insieme a quell'anziana a cui voleva tanto bene, aprivano gli scatoloni del passato rivivendo momenti di gioventù della donna.

“Nonno!” Esclamò Blaine avvicinandosi per abbracciarlo.

“Che vi avevo detto io? Era ovvio che si ricordasse di me” fece l'uomo stringendo suo nipote tra le braccia deboli.

“Cosa ci fai qui? La nonna è con te?”

Calò il silenzio nel salotto di casa Anderson e Blaine si ritrovò a fissarli tutti, poi capì da solo.

“E' morta, vero?”

“Cinque anni fa” fece suo nonno. “Su niente angoscia, voglio stare un po' con il mio nipotino. Ti sei fatto veramente grande lo sai? E vedo che indossi un bel fiocchetto al collo. Anch'io all'epoca ne indossavo parecchi e ammetto che conquistavo parecchie donzelle”

Blaine rise un po' imbarazzato “Sono felice che tu sia qui. Devo farti conoscere assolutamente Kurt. E' la persona più fantastica che esista”

“Ehm...Blaine ne parlerete più tardi, adesso perchè non ti prepari? Alyssa sarà qui tra poco” fece la madre provando a cambiare discorso.

“Ok, mando un sms a Kurt e mi preparo”

Blaine si allontanò e suo nonno si girò verso sua figlia “Chi è Kurt?”

Melanie balbettò qualche parola sconnessa, poi disse “E' un amico di Blaine”

“E cos'ha di così importante?”

“Papà, senti, è meglio che ne parliamo do-”

“Melanie diglielo, è inutile nasconderlo, Blaine non vede l'ora di farglielo conoscere, così lo confonderemo ancora di più” fece suo marito avendo compreso ormai che nascondere la storia che suo figlio fosse gay era inutile e insensata.

Melanie sospirò “Kurt è il fidanzato di Blaine”

“Fidanzata vorrai dire” fece suo padre.

“No papà, Blaine è gay.”

E per la seconda volta calò il silenzio. Melanie vide sul volto di suo padre una smorfia poco piacevole.

“Ma papà dovresti conoscere Kurt, è un ragazzo magnifico e lui am-”

“Vado nella stanza degli ospiti.” la interruppe il padre bruscamente “dopo che la psicologa se ne sarà andata via, voglio parlare con mio nipote”

 

 

Alyssa arrivò nel pomeriggio e passò più di un'ora ad ascoltare Blaine, il quale cercava di riportare a galla altri ricordi legati all'incidente. Purtroppo, non vi furono molti sviluppi su quel piano, così, cominciò a parlare di suo nonno e degli altri familiari. Raccontò di tutto quello che si era ricordato non appena lo aveva visto e poi spiegò della morte di sua nonna.

Ci furono ricordi vari, ma niente di più.

Poco dopo Blaine, volle interrompere la seduta. Il mal di testa era diventato troppo forte, anche se non volle ammetterlo. In realtà, non aveva avuto il coraggio di dire nemmeno a Kurt che quei mal di testa erano la cosa più brutta che gli fosse capitata; molto più di stare in un letto, immobile.

La sua testa cominciava a pulsare violentemente, tanto che gli veniva da vomitare. Ma Blaine era convinto che la causa fossero le troppe pillole che prendeva, o lo stress legato ai ricordi, alle lezioni e il Glee Club.

Quando sua madre lo avvertì che il nonno voleva parlargli, Blaine si affrettò a raggiungere la stanza degli ospiti.

Trovò l'uomo seduto sul letto a leggere un libro.

“Nonno, volevi parlarmi?” fece Blaine, chiudendosi la porta alle sue spalle. L'anziano batté una mano sul letto per incoraggiare suo nipote a sedersi.

“Com'è andata la visita?”

“Bene. Credo. Ho fatto dei miglioramenti in questo periodo con lei”

Suo nonno annuì distrattamente “Devo scusarmi con te Blaine. Sono anni che non vi faccio visita e tanto meno mi sono preoccupato che stessi bene. Ma con la morte di Mollie mi sono chiuso in me stesso”

Blaine annuì non sapendo esattamente cosa dire.

“Tua madre mi ha detto che sei fidanzato” fece una pausa. “Con un ragazzo!”

Blaine trasalì dal modo in cui lo disse. “Si” mormorò appena.

“Sai quando ero giovane come te, avevo più muscoli sicuramente, comunque andai a fare il servizio militare. Ai miei tempi era d'obbligo”

Blaine roteò gli occhi senza farsi notare: ascoltare le storie di guerra e del passato lo annoiavano parecchio, ma educatamente restò ad ascoltare.

“Durante il mio servizio, dividevo la camera con un altro ragazzo ed ogni sera continuava a scrivere, scrivere e scrivere tantissime lettere. Ero convinto che avesse una bella pollastrella tra le mani.”

“Nonno è orribile quel termine” fece Blaine, con una smorfia interrompendolo.

“Zitto e fammi parlare.” scherzò l'uomo “Comunque, una volta mi chiese un consiglio e mi passò una lettera: dichiarava il suo amore ad un ragazzo. Appena capì che il mio amico era un omosessuale, mi feci cambiare camera. Non volevo stare assolutamente con un uomo del genere. Lo disprezzavo, lo odiavo.”

Blaine deglutì e involontariamente cominciò a tremare. La testa cominciò a girare di nuovo e aveva voglia di correre in bagno e vomitare.

“Quando il nostro servizio militare finì, arrivammo nella nostra patria, scendemmo dal nostro bus ed io andai ad abbracciare tua nonna. Mi voltai vedendo il mio ex compagno di stanza: c'era il suo fidanzato ad aspettarlo, era più piccolo si vedeva. Probabilmente non aveva ancora l'età per far parte del servizio militare. Notai il modo in cui si guardarono, come si abbracciarono e mi parve la cosa più normale in assoluto.”

Il nonno fece un sorriso triste “Anni dopo mi invitò al suo matrimonio, ma non ci andai. Mi sentivo un vigliacco, un debole. Avevo guardato quel ragazzo con tanto disprezzo che mi vergognavo a presentarmi da lui. Poi, un bel giorno, gli telefonai. Non riuscivo a tenermi quel peso sullo stomaco. Siamo diventati grandi amici da allora. L'anno in cui Mollie è morta, lui e suo marito mi vennero a prendere di peso e mi portarono a casa loro.”

Blaine non si rese conto che stava sorridendo, allo stesso tempo stava immaginando un futuro con Kurt, gli anelli al dito, una casa tutta loro.

“Quindi, non ti da fastidio?” domandò con ancora un po' di paura.

“Voglio conoscere questo Kurt. E voglio solo il tuo bene, Blaine. E spero che nessuno ti guardi nel modo in cui guardavo io quel ragazzo. Nessuno!”

A quel punto il ragazzo non potè far a meno che abbracciare suo nonno.

“Grazie nonno. Il tuo parere è importante per me”

 

Quando Blaine uscì richiudendo la porta, la sua testa cominciò a girare fortemente. Si aggrappò al muro per sostenersi e fece fatica a respirare.

“Blaine è tutto okay?”

Il ragazzo trasalì alla vista di Cooper. Si ricompose e sorrise.

“Sto bene”

   
 
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