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Autore: Joy Lynch    03/05/2012    1 recensioni
Quando un viaggio all'ospedale può cambiare la vita.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era successo tutto per la sua sbadataggine, lei lo sapeva e si malediceva al solo pensiero di aver dimenticato a scuola tutti i compiti e i quaderni che le servivano.
Ormai era tardi, ma decise di tentare lo stesso. Sarebbe tornata dentro a prendere quei libri.
- Scusa, io prendo il prossimo pullman. Devo tornare a scuola. – Phoebe liquidò l’amica e fece inversione per tornare all’edificio scolastico.
Dalla fermata dell’autobus alla scuola c’era la distanza di quindici minuti e Phoebe cominciò a correre più veloce che poteva per assicurarsi di arrivare in tempo. Mentre correva, pensava al nulla, pensava che aveva caldo, che lo zaino che le cadeva pesante sulle spalle era insopportabile e che avrebbe voluto sedersi. Non vedeva nemmeno dove andava, si dirigeva in modo automatico verso la scuola.
Sembrava cieca. Era cieca anche quando svoltò l’angolo per attraversare la strada. Siccome correva, l’urto fu doloroso, e anche improvviso, e stordì la ragazza. Cadde a terra, leggera, con un lieve tonfo. Probabilmente era svenuta.
I cinque ragazzi e un uomo sulla quarantina si allarmarono.
- E questo pulcino da dove sbuca fuori? – chiese Zayn, passandosi una mano tra i capelli un po’ imbarazzato. La ragazzina aveva sbattuto proprio contro di lui, accasciandosi per terra.
Harry, stupidamente, passava la mano sopra gli occhi della ragazza sperando nella ripresa di coscienza. A volte la picchiettava un po’ con il piede.
- Oddio è morta! – cominciò ad urlare Louis, visto che non si muoveva.
- No, respira ancora. Forse dovremmo portarla all’ospedale. -.
- Buona idea. La chiamo io, l’ambulanza. – Zayn cercava di darsi da fare per sconfiggere i sensi di colpa. Non l’aveva fatto apposta, però non l’aveva neanche sorretta vedendola cadere come un salame.
- Oddio! Ora non respira! L’ho uccisa, l’ho uccisa! Oddio, sono ancora giovane per andare in carcere! – a quanto pare i sensi di colpa ebbero la meglio.
- NON È MORTA! State calmi, ora arriva l’ambulanza e saremo tutti felici. – Paul, loro manager, cercava di mantenere la calma, per nulla preoccupato.
- ‘Azz, però è carina la tipa! – commentò Niall, toccandole il naso.
L’avevano sollevata da terra e sdraiata su una panchina vicina. L’ambulanza arrivò in tutta calma dieci minuti dopo e i ragazzi decisero di seguire Zayn, intenzionato ad andare con la ragazzina. Si fecero largo tra la folla che si era creata e salirono sul veicolo.
Un’ora dopo, la ragazza si svegliò, aprendo gli occhi piano, chiedendosi se aveva preso tutti i libri. Eppure non si ricordava nulla di quel pomeriggio, se non che le era venuto un gran mal di testa.
Dieci occhi la fissavano, facendola arrossire.
- Dove sono i miei libri? – chiese ad alta voce, mentre si alzava di scatto.
Nessuna risposta. Solo facce con espressioni interrogative.
- Quali libri? – chiese Liam, avvicinandosi.
La ragazza li fissò per un secondo, giusto il tempo di identificare chi fossero. I suoi idoli le avevano salvato la vita?! Lanciò un urlo.
- Ehi, calmina! Cazzo, fai degli acuti che ti lacerano il timpano. – Niall si massaggiò l’orecchio.
- V-voi s-s-s-siete i One D-direction? – balbettò lei.
- In carne ed ossa, baby. – disse Zayn, sollevato. Era attratto da quel pulcino stordito.
- Wow. -.
I ragazzi le raccontarono cosa era successo e lei scoppiò in una risata contagiosa.
- Come posso fare per farmi perdonare? – chiese Zayn, riferendosi alla botta.
- Mm… Un bacio, un gelato e il tuo numero sono abbastanza. – Gli sussurrò lei nell’orecchio.
Zayn sorrise compiaciuto. –Con piacere, baby. -.
 
 
 
 
°Spazio autrice°
Questa è la mia quarta one-shot.     *w*, so happy! *Stappa lo champagne*
Questa storiella l’ho scritta nell’ora di italiano, mentre stavamo correggendo i compiti LOL. Ci mancava poco che mi scoprisse la prof! Per fortuna c’è Angie, che mi teneva all’erta! Spero vi piaccia, belli di mamma. Tsao!
   
 
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