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Autore: purpleIris    03/05/2012    0 recensioni
L’ultimo spiraglio di luce si stava dissolvendo in quella umida giornata estiva nel Wiltshire. Quell’anno luglio era più freddo del solito, come se anche la natura avesse sentito già il freddo sospiro della morte sul collo...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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L’ultimo spiraglio di luce si stava dissolvendo in quella umida giornata estiva nel Wiltshire. Quell’anno luglio era più freddo del solito, come se anche la natura avesse sentito già il freddo sospiro della morte sul collo. Gli alberi intorno alla sontuosa abitazione non erano mai stati così spogli. I loro rami nel cuore della notte fungevano da grosse braccia che minacciavano di stritolare chiunque avesse osato avvicinarsi. Anche quella leggera brezza estiva ormai era diventata un soffio mortifero. Tutto stava cambiando. In peggio. Una figura incappucciata si stava dirigendo verso la villa, lungo quel viale così tenebroso e sinistro.

La figura misteriosa bussò un paio di volte alla porta principale, e Narcissa si rese subito conto di avere ospiti. Sperava solo di non ricevere altre visite sgradite, considerate quelle degli ultimi giorni. Il camino davanti a lei ardeva. Sebbene fosse estate, in quella abitazione c’era sempre e costantemente freddo. Appoggiò la tisana sul tavolo dell’ampio salone e si incamminò lungo l’ingresso principale.                                             
La figura incappucciata che le si presentò davanti le fece fare un sospiro di sollievo. Una ragazza, con un mantello blu notte, i lunghi capelli biondo cenere leggermente mossi le si presentò davanti. I suoi gentili occhi verde smeraldo la stavano scrutando con una certa soggezione.
“Katherine, a cosa devo questa visita?” chiese Narcissa, gli occhi di ghiaccio che continuavano a fissare la giovane donna. “Sera signora Malfoy, mi perdoni per questa visita imprevista, ma avrei urgente bisogno di scambiare due parole con suo figlio. Sa, non lo vedo da tempo, e mi sono giunte strane voci riguardo la sua salute..” scrutò per un attimo la donna “Sta, sta bene signora?” gli occhi chiari di Katherine incontrarono quelli gonfi, rossi e lucidi di Narcissa. “Sì, è solo un pessimo periodo, passerà. Draco è in camera sua, ma credo stia dormendo, ha avuto una giornata molto impegnativa. Se vuoi salire comunque...”
 “Si figuri, non potrei mai disturbarlo”
“Allora unisciti a me per una tazza di the, appena Draco si sarà svegliato scenderà.”
La giovane sedicenne acconsentì con un cenno del capo, e seguì la bella padrona di casa lungo un ampio corridoio, che le avrebbe condotte in un’enorme veranda utilizzata per i ricevimenti. Katherine conosceva bene Villa Malfoy. Forse anche troppo. Non percorreva quei corridoi da anni e attraversarli di nuovo le fece venire un magone. Un tempo le sua famiglia, i Grey, e i Malfoy erano molto legati, ma con l’ascesa del Signore Oscuro si erano pian piano allontanate. I suoi genitori, appartenenti ad una nobile famiglia purosangue, avevano deciso di ribellarsi, fuggendo per non essere uccisi. Non li vedeva da un anno, non sapeva se fossero vivi o morti. Sapeva solo che Narcissa provava per lei ancora un elevato rispetto, la ammirava, pensava sarebbe stata la sposa perfetta per suo figlio, una volta usciti da Hogwarts. Ma non sapeva che Katherine e Draco non si parlavano da più di un anno. Avevano passato tutto il quinto anno ad evitarsi, per non si sa ancora quale ragione. In fondo, erano stati i suoi genitori a ribellarsi, quando il Signore Oscuro assassinò persone a loro molto care. Nemmeno Lucius Malfoy l’aveva più considerata da allora. La evitava pure lui. “Accomodati” disse Narcissa, intenta a raccogliersi i luminosi capelli biondi in una coda che lasciava intravedere perfettamente i solchi riportati dalla stanchezza e dallo strazio. Non aveva affatto avuto una bella giornata.
 “Allora, come hai fatto a venire fin qui da sola? So che ora vivi con tua nonna, dato che i tuoi …” non finì la frase, non le sembrava appropriato. Kahterine era diversa da tutte le altre Serpeverde compagne di scuola di suo figlio. Nutriva per lei un sincero ed inspiegabile affetto. Forse perché le assomigliava molto.“Si, è così” spiegò la bella fanciulla “I miei sono scappati, so che ora la mia presenza non è delle più gradite, ma non ho preso io quella decisione, io sono rimasta... In realtà sono scappata di casa circa una settimana fa. Ho soggiornato da alcuni amici che mi sono rimasti, e ogni giorno ho camminato per ore e ore finchè non sono arrivata qua.”
 Ad un tratto si sentì la porta della cucina aprirsi, e da lì uscì un elfo domestico con due fumanti tazze di tè nero. Narcissa ne sorseggiò un po’ poi prese la parola “Vedi cara, questo è un periodo buio per tutti. Lucius ora è ad Azkaban, dopo il fallimento al Ministero. Lo hanno preso. E Draco, Draco è l’unica cosa che mi è rimasta. E tra un po’ ho paura che perderò anche lui come Lucius, se non peggio …” a Katherine sembrò stesse per piangere, ma si trattenne, come ogni Black che si rispetti. “Fosse per me, sarei già andata via, ma devo rimanere, per proteggere mio figlio, per mio marito. Non c’è via di scampo”
“Perché, è successo qualcosa a Draco?” Katherine iniziò a sentirsi male. Aveva le vertigini. In fondo, lei era rimasta solo per lui. Per lui, l’unica persona al mondo con la quale si era sempre capita, con cui si evitava da un anno, ma che non ha mia dimenticato. Se gli fosse mai successo qualcosa, lei che cosa avrebbe fatto? Tutta la sua famiglia ormai si era disgregata, non le rimaneva che lui. E ora sua madre stava piangendo, sua madre, la donna più fredda, distaccata, forte ed orgogliosa che avesse mai conosciuto.
 “C’è, c’è qualcosa che dovrei sapere?” le dita le tremavano in modo incontrollabile. Narcissa le lanciò uno sguardo, uno sguardo che non le aveva mai visto sul volto. “No, è tutto a posto.” E tornò seria e distaccata a sorseggiare la tazza di the, come se non avesse fatto altro tutto il tempo. Ci fu un silenzio mortuario per molti minuti, così tanti che a Katherine erano sembrati ore, giorni, anni.
Infine la donna si alzò “Ordino agli elfi di prepararti una stanza e dei vestiti puliti. E un bagno caldo. Mettiti pure a tuo agio.” 
E se ne andò, lasciandola sola in quella veranda, diventata così scura. Ormai era buio pesto, e le sinistre ombre dei rami degli alberi che si scorgevano dietro le ampie vetrate a rombi della villa, non aiutavo a rendere più confortevole la situazione.
 
Ad un tratto, passi strascicati svegliarono la giovane da quella specie di trans in cui stava fissando un punto inesistente fuori dalla vetrata. Un ragazzo alto, pallido e biondissimo, dagli occhi grigio perla apparse da dietro la pesante porta di legno. Era ancora in vestaglia, gli occhi infossati e stanchi, sebbene fossero già le otto e mezza di sera.
Il cuore iniziò a battere all’impazzata nel petto della ragazza, la quale saltò in piedi e corse verso di lui, fermandosi improvvisamente a mezzo metro di distanza. Lui era rimasto fermo immobile, indifferente. Perché non provava la stessa gioia nel vederla? O almeno un minimo di stupore? D’accordo, non si erano rivolti la parola per un anno, ma adesso si aspettava che almeno la salutasse, le desse un abbraccio. Dopotutto questi erano tempi difficili per tutti. Ferita da quello sguardo glaciale se ne andò, nella camera che le aveva preparato Narcissa, forse adesso l’unica persona in grado di capirla.

Non uscì di lì fino al mattino successivo.

 

  
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